(Rimini) "Mettere mano alla riqualificazione ricettiva in area turistica. Questo è uno dei principali obiettivi di questo mandato amministrativo. E il 2023 è l'anno in cui si entrerà operativamente nel concreto". Lo annuncia il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad. "Nelle prossime settimane verrà definito il percorso tecnico per la redazione dello 'stato di fatto' del sistema ricettivo a Rimini, una fotografia finalmente aggiornata sul campo sul numero di strutture, sulle loro proprietà, l'attività stagionale o annuale e tutti quegli elementi che ci permetteranno di avere un quadro del contesto preciso al millesimo. Questo compito, per nulla semplice, vedrà congiuntamente impegnati gli Uffici comunali deputati alla Pianificazione Urbanistica, alle Attività economiche, al Turismo e ai Tributi, e potrà contare sul know how d'eccellenza del Piano strategico, che lavorerà con tutti gli stakeholder privati e le categorie interessati nonché con l’Università in relazione al fabbisogno di alloggi per studenti che rappresenta una delle urgenze principali".
Per testare il modello di analisi," si farà un approfondimento sperimentale su una precisa zona territoriale, che presenta diverse casistiche di alberghi abbandonati o in dismissione, per allargare poi l’analisi all'intera fascia sotto la ferrovia nonché ad alcune aree a monte della ferrovia che a tutt’oggi rientrano nella fascia turistica benché ne abbiano, nei fatti, persa la connotazione".
Sulla base di questa fotografia, "verrà quindi predisposta la proposta amministrativa, da discutere con la città, che metterà insieme la più recente normativa regionale in materia con quelle che saranno le nuove direttrici di sviluppo di un settore direttamente connesso alla fortuna della nostra offerta di ospitalità e che ha un peso non indifferente nell'ambito dell'economia e dei flussi occupazionali non solo riminesi. Il Comune di Rimini in questi anni ha investito molto nella riqualificazione della città. Alcuni imprenditori hanno fatto lo stesso, ma è evidente che si possa, e si debba, fare di più. È arrivato, quindi, il momento di dare avvio al “secondo tempo” del percorso di rigenerazione della nostra offerta turistica territoriale, dopo gli sforzi e l'impegno messi sul fronte ambientale, culturale e funzionale. Sappiamo, infatti, che ci sono diverse strutture alberghiere che presentano difficoltà nel riuscire a competere sul mercato. Anche l’ultima estate ci ha mostrato chiaramente i problemi che le strutture fatiscenti possono generare in alcuni casi, purtroppo non isolati. E sappiamo fin troppo bene che, su alcune di queste strutture, finisce per concentrarsi persino l’interesse di soggetti che sono espressione di realtà poco trasparenti o peggio. Così come dobbiamo anche dire con grande chiarezza che, così come la bellezza è spesso generativa in senso virtuoso, anche il degrado lo è purtroppo in termini di abbandono, insicurezza e illegalità. Tutte derive che comportano costi sociali che si riverberano su tutta la collettività".
"Non possiamo, quindi, rimandare l’urgenza di affrontare questo tema e, per farlo, dobbiamo accompagnare la riqualificazione con precise strategie e con strumenti di pianificazione incentivanti e sempre più coerenti con una visione che individua la funzione della città turistica di una Rimini del futuro capace di essere attrattiva per 12 mesi all'anno".
La legge urbanistica regionale "può essere parzialmente di aiuto con alcune ipotesi di intervento, ma è chiaro che il futuro della zona mare non può essere quello di un mega quartiere residenziale. Dobbiamo di converso concentrare il focus e il lavoro sull'innalzamento della qualità generale e dei servizi, ragionando anche di microrigenerazione per comparti limitati, ad esempio comprendendo due o tre strutture alberghiere da incentivare all'accorpamento".
"Credo, dunque, che si debba pensare ad altro, come, ad esempio, a strutture altamente qualificate per ospitare i giovani, o per accogliere, come dicevo sopra, gli studenti della nostra Università che rappresentano un patrimonio straordinario per il nostro territorio da tutti i punti di vista, o, anche per alloggiare i dipendenti degli hotel attraverso apposite strutture ricettive destinate ai lavoratori stagionali che, diversamente, non avendo possibilità di pernottamento dovrebbero rinunciare all’occupazione. O anche, ultimo ma non meno importante, per alloggiare professionisti, ad esempio legati al settore sanitario e non solo, che potrebbero trovare a Rimini un’offerta abitativa coerente con le esigenze di chi deve pernottare, in maniera più o meno prolungata, per esigenze lavorative".
"Un altro tema è quello dei nuovi servizi che scaturiscono dalla modifica della domanda di mercato. Dagli albergatori riceviamo, ad esempio, richieste di chiusura delle cucine, il che apre al tema del riutilizzo di questi spazi dismessi ma anche alla ricollocazione dei servizi di ristorazione all’interno di nuovi spazi. O, ancora, vi sono operatori turistici che vorrebbero condividere servizi qualificanti della loro offerta, quali SPA o palestre o aree bimbi, o altro".
"Si può fare. Ma, per farlo, dobbiamo capire di cosa ha bisogno la città senza lasciare spazio a chi ha velleità di costruire appartamenti e basta".
"E va detto che qualità significa anche hotel a cinque stelle. Se è indubbio che, in questi anni, si è alzato il livello complessivo del territorio, ritengo che possiamo pensare di avere più alberghi di lusso per intercettare anche più turisti con più alta possibilità di spesa".
"Per questo, partiremo subito con un primo step, l'analisi campionaria delle casistiche, in modo da costruirci un quadro più chiaro e articolato su cui ragionare e determinare, con tutte le discussioni che saranno opportune, una proposta concreta di azione su un tema che ritengo assolutamente prioritario per la qualità della nostra città e della nostra offerta".