(Rimini) Alla fine si tornerà sull'idea del governo Draghi: allo scadere del 2023, limite ultimo per il rinnovo delle concessioni balneari, ai comuni sarà concesso un anno in più per portare a termine i bandi e metteresi in regola con l'Europa. Dovrebbe essere infatti approvato, secondo quanto si apprende,grazie all'appoggio di tutta la maggioranza, l'emendamento di Forza Italia in materia che andrebbe a integrare quello dei relatori su mappatura e riordino.
"Tanto rumore per nulla. Stando alle notizie delle ultime ore, le commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato avrebbero raggiunto un compromesso sulla storia ormai senza fine della messa a gara delle concessioni balneari, decidendo di concedere la proroga di un anno e fissando quindi al 2025 la pubblicazione delle evidenze pubbliche da parte degli enti locali", è il commento dell'assessora al demianio del comune di Rimini, Roberta Frisoni.
"Di fatto quindi, dopo tanto parlare, si è scelto di dare attuazione alla procedura prevista dalla legge sulla concorrenza approvata dal governo Draghi, che concedeva la possibilità ai Comuni di avere a disposizione dodici mesi un più per disciplinare le gare in caso di "difficoltà oggettive". Una facoltà a cui probabilmente nessun Comune avrebbe rinunciato: la "difficoltà oggettiva" infatti non è altro che l'attesa perdurante affinché si definiscano una volta per tutte i decreti attuativi, l'ossatura fondamentale su cui costruire le gare e senza i quali dunque è concretamente impossibile per qualunque Comune definire delle evidenze pubbliche in maniera accurata oltretutto su una partita così impattante".
Al di là quindi "di questi palliativi, funzionali più a far rumore che ad altro, il vero annuncio che ci attendiamo dal Governo è quello della istituzione del tavolo tra esecutivo, Comuni e Regioni per avviare nel più breve tempo possibile il riordino della materia su cui costruire quei bandi su cui si gioca il futuro di un comparto strategico per l'economia del Paese e del nostro territorio e che dà lavoro a migliaia di imprese e quindi di famiglie. C'è bisogno di certezze nel settore non di continuare a buttare la palla in avanti".
Questo continuo procrastinare "inoltre non rende più agevole il lavoro che stiamo portando avanti sul nuovo piano dell'arenile, oggetto già dall'autunno di un confronto avviato da mesi con gli operatori balneari, le categorie, associazioni e non da ultimo con la Soprintendenza. Pur in un quadro di incertezza normativa, non ci fermiamo e contiamo di arrivare a definire entro la primavera la proposta per uno strumento urbanistico che si propone di stimolare l'innovazione della spiaggia, in continuità con la radicale trasformazione avviata grazie al progetto del Parco del Mare. E' il caso di dire che 'navighiamo a vista', in attesa di capire come integrare il lavoro di pianificazione urbanistica che stiamo attuando con le (non) scelte del Governo in materia di concessione. Quello che è certo è che non c'è altro tempo da perdere, se non vogliamo ritrovarci, magari tra sei mesi, ad essere ancora al punto di partenza".