(Rimini) Il Tempietto di Sant’Antonio da Padova è un piccolo gioiello dell'architettura, un patrimonio della città dal grande valore identitario oltre che artistico e culturale. Edificato agli inizi del Cinquecento in ricordo di uno dei miracoli compiuti dal santo nel suo passaggio a Rimini, nel 2024 il Tempietto sarà oggetto di un importante intervento di restauro, frutto dell’impegno congiunto del Comune di Rimini, della Soprintendenza e grazie al sostegno di un privato, l’imprenditore riminese Bonfiglio Mariotti, che ha scelto di contribuire alla valorizzazione di un pezzo di storia della città.
Il progetto di fattibilità dell’intervento di manutenzione, protezione e restauro del tempietto è stato approvato lo scorso aprile come ultimo step di un percorso condotto congiuntamente con la Soprintendenza Belle Arti Archeologia e Paesaggio. L’intervento prevede lavori di riqualificazione sia interni sia esterni, a causa di infiltrazioni provenienti dal manto di copertura in rame e presenza di umidità penetrata dalle fondazioni. A seguito dei diversi sopralluoghi e delle indagini condotte tra l’autunno e l’inverno, è stato elaborato un programma di interventi che prevede il restauro e la revisione della copertura, dei paramenti esterni, degli infissi e delle inferriate, il consolidamento degli affreschi interni, la scultura lignea e l’adeguamento degli impianti. La riqualificazione sarà l’occasione anche per operare un restauro completo della statua di Sant’Antonio in legno policromo, di fattura probabilmente tardo seicentesca, collocata a parete dietro l’altare.
Il progetto, redatto dai tecnici del Comune con il supporto di restauratori esterni all’Amministrazione, è stato trasmesso alla Soprintendenza per il rilascio dell’autorizzazione, così come prevede la norma sui beni culturali. Entro la fine dell’anno è prevista la conclusione dell’iter autorizzativo e l’approvazione del progetto esecutivo, per avviare così i lavori nella primavera del prossimo anno. Il progetto vale 200mila euro, finanziato per 150 mila euro attraverso il contributo Art Bonus sostenuto dall’imprenditore Bonfiglio Mariotti, presidente del gruppo informatico riminese Bluenext.
"Prima di tutto un grande ringraziamento a Bonfiglio Mariotti - è il commento del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad- per la sua generosità che di fondo ha un grande amore verso Rimini e i luoghi della propria vita, davvero luoghi dell'anima per ognuno di noi. E il Tempietto di Sant'Antonio è proprio questo. Il mio auspicio è che il gesto d'amore di Bonfiglio diventi 'virale', convinca cioè altri riminesi ad adottare un monumento, un intervento di restauro, conservazione, tutela del nostro straordinario patrimonio storico artistico. Ne abbiamo bisogno, soprattutto nel momento in cui Rimini, candidandosi a Capitale italiana della Cultura per l'anno 2026, mette al centro non tanto e non solo i suoi monumenti, i suoi musei, le sue iniziative ma un sentimento diffuso di condivisione di una storia comune e popolare che tanto e da al nostro Paese in termini di contributo a tutto ciò che è cultura".
“Sono personalmente legato al Tempietto di Sant’Antonio – spiega l’imprenditore Bonfiglio Mariotti – è un luogo a cui lego molti ricordi anche della mia giovinezza, simbolo di valori in cui credo, ed è punto di riferimento e identitario per i riminesi. Da qui la decisione mia e della mia famiglia di dare il mio contributo personale per riqualificare questo prezioso gioiello monumentale: credo che un imprenditore abbia anche un ruolo sociale, ha il dovere di restituire qualcosa al proprio territorio, alla propria città. Le aziende sane, vitali, hanno il compito oltre che di dare riscontri ai dipendenti e agli azionisti, anche di dare un contributo alla comunità in cui hanno avuto modo di crescere e svilupparsi. Credo che lo strumento dell’Art Bonus vada interpretato in questa prospettiva: non come un’occasione per un mecenate per avere agevolazioni, ma come un’opportunità per far sì che sia maggiore il contributo che il privato possa investire per la cultura, per l’arte e per la crescita”.
“Questo bell’annuncio arriva in coincidenza dell’Ottocentenario di sant’Antonio a Rimini – racconta il Vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi - Portoghese, naufrago a Sicilia, risalendo l’Italia ha incontrato san Francesco che l'ha preso con sé e gli affidato la nostra provincia e da Forlì sant’Antonio ha predicato a Rimini. Aveva 28 anni. Muore a 35. La sua è stata una predicazione da giovane in una città giovane e per giovani. A Lisbona, alla Giornata Mondiale della Gioventù di agosto, saranno presenti circa 300 giovani riminesi, e in quella occasione andremo a visitare la casa natale di s. Antonio che 800 anni fa “stimolava” la fede ‘traballante’ di alcuni riminesi. Per festeggiare degnamente gli 800 anni della presenza del santo dei miracoli a Rimini, sono previste numerose iniziative, un calendario composito promosso da un comitato di cittadini a cui la Diocesi ha dato seguito. Il primo appuntamento è l’8 giugno, in occasione della solennità del Corpus Domini con la processione cittadina che in occasione degli 800 anni si concluderà proprio al Tempietto che in modo opportuno l’Amministrazione Comunale ha deciso di restaurare e riportare alla sua originaria bellezza, grazie all’intervento decisivo di un imprenditore riminese, Bonfiglio Mariotti, che ringrazio a nome di tutta la Chiesa riminese per il suo gesto in favore del bene comune”.
Il Tempietto di Sant’Antonio di Padova venne realizzato a partire dal 1518 e pare sia stato ultimato nel 1532. Realizzato in pietra arenaria di San Marino, la celletta ha pianta ottagonale, scandita all'esterno da otto semicolonne poste sugli spigoli, coronate da un ampio cornicione articolato in un doppio ordine. Sul secondo è impostata la cupola ad otto spicchi ricoperta da un manto verde rame e conclusa da una piccola lanterna.
Oltre ad essere un importante monumento del patrimonio storico-artistico, il Tempietto è anche un luogo sacro alla memoria dei riminesi e di tutta la tradizione cristiana occidentale. E’ stato infatti costruito nella piazza principale della città a memoria di uno dei celebri miracoli compiuti a Rimini da Sant’Antonio da Padova nel 1227. Al suo interno è infatti conservata la colonna con capitello sul quale, secondo la tradizione, era salito il Santo intento porgere l’ostia consacrata ai cittadini. In quel momento passò da lì un contadino con una mula, che si inginocchio davanti al Santo prostrandosi di fronte alla mano del Santo. Il Tempietto rappresenta l'unica memoria del passaggio del santo in città, in quanto la chiesa che si trovava sulla destra del porto, nel luogo del noto miracolo della “predica ai pesci”, fu distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Nel 1672, a seguito del terremoto che colpì la città di Rimini, il tempietto crollò quasi del tutto, rimanendo integra solo una limitata porzione della parete posteriore. Dopo un primo restauro attraverso l’utilizzo di gran parte del materiale recuperato dal crollo, dal 1678 viene avviata la completa ricostruzione del tempietto con l’impiego di nuovi e pregiati marmi di pietra bianca d’Istria. La ricostruzione fu progettata e diretta dall’architetto G. Francesco Nagli, detto il Centino.
Il Tempietto ha subito poi vari interventi nel corso del Novecento: negli anni Venti in seguito ai danneggiamenti e crolli parziali subiti a seguito al terremoto del 1916, negli anni Cinquanta con alcuni lavori di restauro portati a termine dal genio civile e infine negli anni Ottanta, per il consolidamento della cupola.