FURTI, IN REGIONE. IL RISCHIO MAGGIORE PER CHI ABITA IN COMUNI DA 50MILA ABITANTI IN SU. I NUMERI DEL RAPPORTO REGIONALE SULLA SICUREZZA

Mercoledì, 07 Marzo 2012

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FURTI, IN REGIONE 123MILA NEL 2010, 14MILA QUELLI  IN APPARTAMENTO (+6%): IL RISCHIO MAGGIORE PER CHI ABITA IN COMUNI DA 50MILA ABITANTI IN SU. I NUMERI DEL RAPPORTO REGIONALE SULLA SICUREZZA


Crescono di poco anche gli stupri, in calo tutti gli altri crimini. Lunedì in Regione sarà presentato il rapporto sulla sicurezza. Investiti 5milioni di euro nel bienno 2011-12. La vittima 'tipo' è giovane e laureata 


Reati, calano in Emilia-Romagna sia quelli contro le persone sia quelli contro la proprietà, con l’eccezione dei furti in appartamento, cresciuti del 6 per cento tra il 2009 e 2010, il maggiore rischio per chi abita un comune con più di 50mila abitanti. Crescono anche gli stupri dello 0,7 per cento. E’ pronto il rapporto sulle “Politiche e problemi della sicurezza in Emilia-Romagna”, sarà presentato a Bologna lunedì nell’ambito del convegno dedicato a “Reati, vittime e percezione della sicurezza”.


Sarà Simonetta Saliera, vicepresidente della giunta regionale con delega alle Politiche per la sicurezza, a presentare il rapporto lunedì. “Solo nel biennio 2011-2012 – spiega – abbiamo investito oltre 5 milioni di euro. Attualmente sono attive 38 iniziative per la sicurezza urbana e la Polizia locale a cui vanno aggiunti i 29 interventi in attuazione della legge 3. Tutti questi interventi, realizzati insieme agli enti locali, prevedono anche attività a cui la Regione partecipa direttamente, non solo con il contributo finanziario, ma anche con competenze tecniche e di progettazione. Infine, altri 8 progetti per ulteriori 148mila euro sono stati approvati proprio in questi primi mesi del 2012”.


I dati riguardano il periodo tra il 2009 e il 2010 e evidenziano la diminuzione delle rapine dell’11 per cento e dei furti del 4 per cento. Il quadro delle rapine (che comprende quelle in esercizi commerciali, banche, appartamenti o a persone) è univoco sul versante dei cali e arriva a un meno 26 per cento per quelle commesse contro le banche (scese così a 119 su base regionale nel 2010 dalle 252 del 2008) e al meno 13,5 per cento per quelle commesse ai danni di una persona (756 il numero totale nel 2010 e le poco più di mille del 2008).
Passando al quadro dei furti, in calo quelli di auto (-5%), motocicli (-18%) e ciclomotori (-12%), così come i borseggi (-6%), gli scippi (-1%) e i furti dalle auto in sosta (-4%). Stabili, con circa 9.500 denunce in regione, i furti a danno degli esercizi commerciali e in leggera crescita, dopo il calo del 2008, quelli a danno delle abitazioni. Questi ultimi nel 2010 sono stati oltre 14mila (sul totale di 123 mila furti denunciati in regione).


Tra i “reati violenti” crescono dello 0,7 per cento le violenze sessuali (448 nel 2010, tre in più che nel 2009) mentre risultano in calo tutti gli altri dati: gli omicidi consumati sono diminuiti del 37,1 per cento (22 quelli commessi nel 2010), quelli tentati del 18,3 per cento (67), le lesioni dolose del 4,6 per cento (5.282), le percosse del 4,3 per cento (1.322).


La criminalità in Emilia-Romagna, come in Italia, colpisce in particolare ceto medio e borghesia, soggetti con un livello di istruzione medio-alto, soprattutto i laureati, in particolare nei comuni mediograndi. I giovani maschi tra i 14 e i 30 anni sono la categoria maggiormente colpite da furti di oggetti, aggressioni e rapine. Le donne, invece, subiscono maggiormente borseggi e scippi.


Fin qui i dati reali, altra questione la percezione della sicurezza tra i cittadini. Dal sondaggio delle Regione, ha risposto di vivere in una zona molto o abbastanza pericolosa il 20 per cento degli intervistati, percezione presente soprattutto nelle donne (57 per cento sul totale del campione), in chi abita in comuni con oltre 50mila abitanti (59 per cento), con un’età tra i 25 e i 55 anni e con un titolo di studio e una professione medioalte.


Di cosa hanno paura i romagnoli? Al primo posto si trovano i furti in appartamento e i crimini ai danni della persona (ovvero aggressioni, violenze, rapine). La percezione del pericolo aumenta tra chi vive in zone maggiormente frequentate da tossicodipendenti, spacciatori, senza fissa dimora e nomadi. In questo caso scattano meccanismi di autotutela. C’è chi evita i luoghi considerati più pericolosi (il 45 per cento degli intervistati), chi viaggia in auto sempre con la sicura inserita (il 32 per cento), chi non va mai in giro da solo (il 3 per cento).