"La spiaggia, non può e non deve essere considerata terra di nessuno sottratta all’ applicazione delle norme che disciplinano le attività che ivi si svolgono e ai doverosi controlli, totalmente mancanti, delle autorità amministrative, nazionali e locali, deputate ad eseguirli". Sono le parole dell'ex assessore al Demanio del comune di Rimini Roberto Biagini, presidente del Coordinamento nazionale mare libero (Conamal). Nel mese di luglio il Comitato ha presentato un esposto a procura, Asl, forze dell'osrine e comune di Rimini in merito a presunte irregolarità dei chiringuiti in spiaggia. "L’ arenile è una parte della città che deve avere la stessa dignità del resto del territorio e come si controllano le attività presenti nel contesto urbanizzato (pubblici esercizi, alberghi, negozi, abitazioni private) lo stesso trattamento deve essere riservato alla spiaggia, bene demaniale di pubblica fruizione. Le violazioni di norme edilizie, urbanistiche, igienico-sanitarie, demaniali, di pubblica sicurezza che sono perpetrate sulla spiaggia non sono di serie B e quindi meno gravi rispetto a quelle consumate nel resto della città di Rimini. Non è concepibile sentirsi dire “ma Rimini è fatta così lo sappiamo tutti e per quei 4 o 5 mesi estivi si tollera un po’ tutto a maggior ragione a marina”, spiega Biagini. "Questo vuol dire legittimare situazione discriminatorie dove le stesse situazioni “in città” vengono sanzionate e represse e in spiaggia tollerate se non “benedette” dalle istituzioni".
Il documento presentato dal Conamal denuncia "in particolare le mancate procedure di incameramento (ci sono casi eclatanti conosciuti e completamente trascurati) dei manufatti permanenti presenti nell’ arenile, con conseguente danno erariale per lo Stato, e la vergognosa situazione dei “Chiringuitos” attuati in spregio non solo delle norme che disciplinano le modalità concessorie: (sono estensioni delle concessioni dei chioschi-bar? Perché allora si trovano nel perimetro di una concessione dello stabilimento balneare e non in quella del chiosco-bar? Chi li gestisce concretamente, il titolare del Chiosco-Bar con i suoi dipendenti oppure altri soggetti e con quali modalità contrattuali? Perché non sono state fatte pubbliche evidenze concorrenziali per attività “autorizzate” da una pubblica amministrazione e fonti di guadagno? Perché sono privilegiati “i soliti noti” e altri imprenditori che ne avrebbero i titoli non posso accedere neanche a quel tipo di mercato?); ma anche delle norme urbanistiche: (il “Chiringuito”, chiamato “Gazebo” dall’ ormai scaduto piano dell’Arenile, è previsto solo in attuazione di “comparti intervento” che, ad esempio nella zona sud dal porto a Miramare, non sono stati mai attuati). La favola che sono solo “ombrelloni attrezzati” e non dei “Gazebo per somministrazione di bevande non la crede nessuno ed è una offesa all’ intelligenza delle persone. La spiaggia non è il paese del bengodi dove ognuno si sente legittimato di fare quello che vuole confidando nella mancanza di controlli da parte delle istituzioni e delle eventuali sanzioni irrogate solo a stagione finita".