Il piano strategico di Rimini diventa Fondazione. Il primo passaggio, ieri in commissione consiliare, ha ottenuto parere favorevole. Ora toccherà al consiglio comunale dare definitività alla nuova forma amministrativa. Obiettivo sarà “rilanciare una discussione alta da portare come contributo al territorio” ha spiegato il presidente Maurizio Ermeti.
"Un'esperienza di pianificazione strategica per niente diffusa nel nostro Paese, per la quale di fatto Rimini rappresenta una sorta di singolarità. Non è esattamente vero che siamo gli unici a fare il piano strategico, ma la modalità e il successo riconosciuto anche esternamente all'esperienza riminese è oggettivamente una singolarità", così il presidente del piano strategico Maurizio Ermeti. ha presentato l'esperienza ormai ventennale ai consiglieri comunali presenti.
La programmazione strategica è una modalità di governance voluta dall'Europa negli anni Novanta, ha ricordato Ermeti, ritenendo che le programmazioni territoriali quinquiennali a cui sono, erano, abituati gli stati non fossero sufficienti a cogliere le sfide cui ci si apprestava, per esempio quella della globalizzazione. "Da qui l'invito a dotarsi di strumenti di partecipazione", con l'obiettivo di "portare avanti nel tempo progetti ambiziosi e complessi". Era una fase storica "simile" a quella attuale, ha sottolineato Ermeti. "I nuovi cambiamenti sono quelli ambientali, quelli climatici, quello generazionale (che preoccupa molto l'Occidente)". Avendo Rimini maturato la sua esperienza di programmazione strategica, "sarebbe bello poter continuare a metterla in campo", ha ribadito il presidente.
La trasformazione in Fondazione, "che chiediamo oggi, nasce dalla volontà di radicare maggiormente nel territorio questa esperienza, renderla più sinergica e proattiva con le istituzioni". Insomma, lo scopo sarà favorire "un ancora più diretto coinvolgimento nell'attività del piano da parte dei soggetti interessati, pubblici e privati, alle finalità della pianificazione strategica, attraverso un organismo più idoneo alla realizzazione degli scopi di interesse pubblico".
Cosa accadrà con l'approvazione del consiglio comunale e provinciale, della giunta della Camera di commercio e tutti gli enti interessati, della delibera? "Il soggetto privatistico sarà trasformato in una fondazione di partecipazione, per imparare a scegliere decidere e lavorare in una modalità condivisa anche nella sua forma amministrativa". In soldoni, adesso Forum ed Srl sono soggetti autonomi che si interfacciano con il comitato promotore composto dai soggetti pubblici". Il nuovo percorso prevede che "l'agenzia del piano strategico scompaia trasformandosi nella fondazione, al cui interno è previsto l'ingresso diretto da parte dei soggetti pubblici". Il forum "continua a vivere e a rilanciarsi nella propria attività con gli stakeolder territoriali che diventano (insieme agli enti pubblici) protagonisti della governance entrando nel cda della fondazione".
La fondazione piano strategico avrà un ruolo di acceleratore e innovatore territoriale con una "duplice missione. Da una parte essere soggetto di supporto a tutti i progetti e le attività dei soci istituzionali nel breve e medio periodo, in maniera più diretta ed efficace". Dall'altra, la fondazione continuerà a collaborare con il forum, "il luogo della partecipazione, per portare avanti le iniziative più visionarie e lungimiranti, il rilancio della prospettiva". In tal senso, nell'ultima assemblea del forum, di qualche giorno fa, si sono messi a terra i temi d'interesse, in particolare quello dei cambiamenti demografici e sul loro impatto sulla programmazione territoriale in termini di infrastrutture e servizi. Lavoro, turismo, giovani, identità, mobilità, legalità, equilibrio territoriale, ambiente e territorio, sono i restanti ambiti di dialogo.
Filomena Armentano