Bellaria Igea Marina è un territorio politicamente inquieto.
Nel passato è stata teatro di importanti sperimentazioni politiche, quali il “laboratorio” dei primi anni ‘90, ovvero l’accordo tra il PCI di Nando Fabbri e la DC di Italo Lazzarini, anticipando la realtà nazionale dell’Ulivo.
In tempi più recenti, nel 2009, si distingue quale primo Comune costiero della rossa romagna a registrare la vittoria di una coalizione di centro destra, infrangendo l’egemonia politica, amministrativa ed economica della sinistra ed anticipando ancora una volta gli eventi.
Non solo.
Una comunità politica che votava in maggioranza centro-destra alle politiche ed alle europee, poi si ritrovava immancabilmente con giunte di sinistra. È accaduto con la lista Intesa cittadina nel 1995, poi con Alfonso Vasini (1999) ed infine con la candidatura di Italo Lazzarini, che dopo essere stato sindaco con la sinistra (sconfiggendo proprio Intesa cittadina) quale frutto del succitato “laboratorio”, si presentò nel 2004 sostenuto dai partiti di centro destra. Lazzarini, cattolico di sinistra da sempre, allora costruì un’alleanza insolita con il partito di destra, Alleanza Nazionale.
Fu solo con la candidatura di Enzo Ceccarelli - e una forte mobilitazione della società civile - che si arrivò alla vittoria, anche amministrativa, del maggioritario popolo di centro destra. Ma non fu semplice. Fino a pochi mesi prima delle elezioni, le tensioni interne alla coalizione sembravano impedire una sua candidatura (Forza Italia - il partito più votato della coalizione - frenava), mentre fino a poche settimane prima del voto, c’era chi scommetteva in un ennesimo flop.
La tensione, non troppo velata, tra Forza Italia in particolare e il mondo civico di Ceccarelli, appoggiato dagli ex lazzariniani e dagli ex AN, si è mantenuta forte in questi anni.
Ed arriviamoci così, all’oggi.
A pochi mesi dalle nuove amministrative, attese per il giugno del 2024, l’ inquietudine politica di Bellaria Igea Marina non sembra affatto esser venuta a meno.
A sinistra abbiamo assistito alle precoce candidatura di Chiaiese, quale candidato unitario del centro sinistra. Proveniente dall’esperienza politica dell’Onda, movimento di sinistra che sottolinea in particolare le battaglie sui nuovi diritti, non vanta certamente una forte presenza sul territorio bellariese, nè si rilevano interventi sulle dimensioni più specificamente amministrative. In molti hanno pensato da subito a una candidatura destinata a permanere ben poco. Peccato che tra chi pensava questo, ci fossero anche i maggiorenti del PD e Nerio Zanzini, non a caso, lo ha rivelato pubblicamente sulla stampa poco prima di Natale. A Chiaiese non è rimasto che prenderne atto e seguire “docilmente” quello che di fatto è stato un suggerimento della vecchia volpe della politica e del partito bellariese. Sdegnatamente ha rassegnato le dimissioni da sindaco di una ampia coalizione di sinistra per prendere le vesti del candidato di una lista autonoma, sponsorizzata dal suo movimento e vedremo da chissà chi altri (Chiaiese sostiene di mantenere vivi i rapporti con 5stelle, Verdi, Sinistra italiana, civici).
E il PD? Il Pd sembra giocare la consueta partita passatista e autolesionista. Pochi giorni fa ha annunciato la candidatura di Ugo Baldassarri, vice sindaco nella giunta Scenna, quella che vide il crollo del consenso e il termine dei governi di centro sinistra, 15 anni fa. Dunque il PD riparte dalla sua sconfitta, non per cambiare ma per confermare.
Tutto facile dunque per la conferma dell’attuale sindaco, Filippo Giorgetti, che ovviamente si ricandida?
Se si guarda all’inconsistenza della sinistra sembra si debba rispondere di sì, ma se si guarda all’interno della sua coalizione, forse qualche allerta sarebbe bene tenerlo in conto.
A giudicare dall’attivismo di Gianluca Medri (ex AN, poi confluito in una lista civica dal nome Obiettivo Comune) e di Gianni Giovanardi (civico, con responsabilità rilevanti nelle precedenti giunte di sinistra, ma gradualmente avvicinatosi al progetto di Obiettivo Comune fino ad esserne uno dei protagonisti, anche con incarico di assessore nell’ultima giunta Ceccarelli) si direbbe proprio di sì. Non è un segreto che questa area abbia sempre mal digerito la conduzione politica di Giorgetti (Medri non si attivò durante le precedenti elezioni, scegliendo la posizione di non appoggiare, nè boicottare).
Mal di pancia che pare si estendano anche agli ex popolari e che Giorgetti dovrà cercare di ben governare. Una lista espressione di questo mondo non sarebbe affatto una sorpresa, nè sarebbe difficile immaginare la candidatura. Non certo Ceccarelli, che senza dubbio è affine a questo mondo e lo sosterrà, ma - come è già stato scritto - un “volto nuovo”, che potrebbe identificarsi proprio con la figura di Gianni Giovanardi.
Ma in questo fiorire di liste, nate da scissioni all’interno dello stesso fronte politico, vi è un’altra incognita. Primo Fonti, già in Consiglio comunale durante la giunta Ceccarelli e proveniente dal mondo delle parrocchie, ha lanciato pochi giorni fa la presenza locale di “Insieme per..”, appunto aggiungendo il nome di Bellaria Igea Marina ai punti sospensivi. Non un “nuovo partito ma un partito nuovo”, egli sostiene sostenuto da un vecchio saggio del mondo cattolico, ovvero il prof. Stefano Zamagni. In un partecipato incontro pubblico al Palazzo del Turismo, Zamagni ha svelato la candidatura di Fonti a sindaco, quale espressione di “Insieme per…”, al di fuori di ogni logica di schieramento. Dunque un’altra realtà e un altro candidato, che, con tutta probabilità, raccoglierà voti più dal centro-centro destra che dal centro sinistra.
Dunque se l’inconsistenza politica del centro sinistra bellariese, sognatore in Chiaiese e passatista in Baldassari, può far dormire sonni tranquilli a Giorgetti, garantendogli una sicura rielezione, qualche fastidioso sibilo di zanzara, chissà quanto pungente, proviene dai suoi mondi di riferimento, ovvero il mondo moderato, quello cattolico, quello pragmatico e legato al tessuto economico della città.
Chissà se questi saranno solo inciampi di percorso o qualcosa di più. Indubbiamente il ricordo delle elezioni perse a causa di divisioni interne, tutte a favore di una sinistra già allora spenta (seppure indubbiamente ancora potente, al contrario di oggi), rischia di turbare la sicurezza che manifesta Giorgetti.
In queste settimane che ci separano dalla formazione definitiva delle liste, senza dubbio si misurerà l’abilità politica, la percezione degli umori del paese, la capacità di unire la collettività e consolidare una coalizione in grado di porsi alla guida della città.