Un’idea poetica di Cristo. Vito Fornari e Luigi Giussani, è il titolo dell’ultimo libro, edito da Pazzini, del giornalista e scrittore Valerio Lessi, che vive a Rimini. Di Vito Fornari, geniale filosofo e teologo dell’Ottocento, di cui si è persa la memoria, don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e LIberazione, disse che era stato per lui fondamentale come genesi per l’idea poetica di Cristo. Dalle ricerche effettuate fino ad oggi, per nessun altro autore, più famoso e blasonato, il prete milanese ha usato questa espressione. Il libro di Valerio Lessi per la prima volta indaga su questo decisivo influsso che Fornari ha avuto sul pensiero di Giussani. «Con il suo testo Lessi – scrive il professor Massimo Borghesi nella Prefazione - ha il non piccolo merito non solo di aver riportato l’attenzione su un significativo e trascurato pensatore del cattolicesimo italiano dell’800, ma anche di aver aggiunto un ulteriore tassello nella ricostruzione della ricca e poliedrica formazione di Luigi Giussani».
Il volume sarà presentato martedì 12 marzo alle ore 21 nell’Aula Magna dell’Istituto di Scienze religiose A. Marvelli, in via Covignano. L’incontro è promosso dal centro culturale Il Portico del Vasaio e dall’Istituto Marvelli. Intervengono: Massimo Borghesi, docente di filosofia morale all’Università di Perugia e Autore della Prefazione; Elia Carrai, docente di teologia fondamentale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale (Firenze); Marco Casadei, direttore dell’Istituto di Scienze religiose A. Marvelli.
Il libro narra il fecondo incrocio tra due storie, l’incontro a distanza fra due grandi uomini. La prima storia è quella di un filosofo-teologo, dell’Ottocento, Vito Fornari. La seconda è quella di don Luigi Giussani, geniale educatore e pensatore del Novecento, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. In entrambe le storie è decisivo il momento dell’adolescenza. Vito Fornari a quell’età era alla ricerca di un punto unitario, a cui ricondurre tutto, l’universo e la storia. A un certo punto lo individua nel Verbo che si fa carne, che per lui è la Bellezza che si fa carne, quella Bellezza per cui è stato creato il mondo, quella Bellezza attesa da tutta la storia anche quella profana. Il mistero dell’Incarnazione diventa per lui il centro e il fine della storia e su questo tema scrive il suo capolavoro, Della Vita di Gesù Cristo, cinque volumi, 1650 pagine.
Anche don Giussani, da adolescente, ebbe il suo “bel giorno” in cui udì con stupore il proprio professore di religione spiegare il Prologo del Vangelo di Giovanni: «Il Verbo di Dio [ovvero il termine delle esigenze del cuore umano, cioè l’oggetto ultimo dei desideri del cuore umano, la felicità] si è fatto carne». Un evento decisivo: «Da allora l’istante non fu più banalità per me».
L’ipotesi dell’autore è che, nel leggere l’opera di Fornari, Giussani abbia avuto la conferma, da adulto, dell’intensa vibrazione vissuta da adolescente all’ascolto della lezione del suo insegnate di religione.