Dopo la sentenza del consiglio di stato, che ha riportato la scadenza delle cocnessioni balneari italiane al 31 dicembre 2023, dal comune di Rimini si tornano a ribadire due cocnetti. Primo, gli uffici sono al lavoro per portare a compimento con successo i bandi entro fine 2024 (decreto Draghi). Secondo: il governo in tutta questa vicenda continua a rimanere immobile.
“Non è che il tempo stia per scadere: è già scaduto", ribadisce il sindaco Jamil Sadegholvaad. "Difficile trovare gli aggettivi per quello che non sta facendo il governo sul tema delle spiagge, lasciando soli al loro destino Comuni e Regioni. E’ capitato raramente nella storia della nostra Repubblica di vedere uno scaricabarile istituzionale così palese, così esibito. E tutto questo, non è un’ipotesi ma una quasi certezza, per ‘svalicare’ le elezioni Europee, mettendo quindi avanti un interesse di partito o di coalizione a quello del Paese. La confusione che già regna sovrana, tra gli Enti locali e tra gli imprenditori turistici, è destinata inevitabilmente ad aumentare nei prossimi mesi, alimentando il rischio di un danno internazionale d’immagine per l’intera filiera turistica nazionale. Altro che ‘Open to Meraviglia’, qui si gioca a ‘Open to Baratro’, nell’indifferenza sublimata nel silenzio di chi, per calcolo, preferisce ‘stare nel capanno’ come si dice dalle nostre parti”.
Poi l'appello ai parlamentari di maggioranza eletti a Rimini e in Romagna. “Mettete da parte i calcoli di strategia elettorale e pensate al bene delle nostre imprese e del nostro sistema turistico. Il tempo per i tatticismi è finito”.
Sul profilo tecnico, l'assessora al demanio Roberta Frisoni. “L’immobilismo del Governo sulla partita dei balneari, il non esprimersi, è di per sé una scelta. Il governo ha scelto di lasciare gli enti locali a doversi muovere in autonomia senza un quadro normativo certo da usare come bussola, senza avere una cornice all’interno della quale muoversi, aprendo inevitabilmente la possibilità a ricorsi e contenziosi. Il governo ha scelto coscientemente di generare aspettative tra gli imprenditori balneari, che ora sono comprensibilmente in confusione. La sentenza del Consiglio di Stato non ci sorprende, ribadisce di fatto quello che già espresso in passato con altre pronunce. E sulla base di queste direttive il Comune di Rimini si è mosso, in coerenza con quanto disposto e avvalendosi del contributo di specifiche consulenze tecniche, e dunque avviando il percorso per la procedura di gara per l’assegnazioni delle concessioni attraverso l’approvazione di un atto di indirizzo costruito al termine di un corposo lavoro durato mesi".
E' stato fatto, "così come hanno fatto altri Comuni italiani, nella completa solitudine, cercando il più possibile di essere coerenti con le norme comunitarie e la giurisprudenza. Tentando cioè di fare quello che avrebbe dovuto fare il governo: dare un ordine a questo passaggio delicato che coinvolge tutti gli arenili italiani, a tutela di un settore strategico del nostro paese come il turismo, delle comunità che su questo settore poggiano buona parte della economia e delle loro prospettive di sviluppo, comunità fatte di imprese, di lavoratori che nella stagione turistica accolgono negli hotel, nei ristoranti, sulle spiagge milioni di turisti attratti dagli eccellenti servizi che siano in grado di offrire. Un lavoro che va avanti in combinato disposto con il nuovo piano dell’arenile, che al netto degli aspetti eventualmente da migliorare sulla base delle osservazioni pervenute, rappresenta uno strumento che riteniamo possa consentirci di cogliere la procedura di riassegnazione delle concessioni come un momento in cui dare ulteriore innovazione e qualità alla nostra spiaggia senza snaturare quello che ci ha caratterizzato, ovvero la presenza diffusa di una molteplicità di concessioni affidate a diversi imprenditori, oggi spesso a gestione familiare”.