Il Corone in "viaggio verso casa"

Sabato, 10 Agosto 2024

Unire la musica, la bellezza e la cultura con la solidarietà, costruendo un legame solido e fraterno con persone che vivono ben oltre i propri confini è, da ben undici anni, lo scopo del Corone di Rimini (coronerimini.it). 

Diretto da Laura Amati e Anna Tedaldi, nasce dall’esperienza delle famiglie del Ponte sul Mare, associazione dedicata all’educazione dei giovani e che ora sostiene 25 studenti in Uganda, presso la Luigi Giussani High School di Kampala. 
Si intrecciano storie notevoli e sorprendenti, dietro all’esperienza del coro e di questa scuola assai speciale. Nata per la volontà di donne malate di AIDS, unite attorno all’infermiera ugandese Rose Busingye, ora è un’isola di bellezza in mezzo a povertà e violenza, come ci narra Matteo Severgnini in questo video

Severgnini era partito dall’Italia per dirigere la scuola, lasciando tutto. Poco dopo lo stesso ha fatto il suo amico Andrea Nembrini, chiamato a sostituirlo (qui il suo racconto dello scorso anno).

Un intreccio di storie e di incontri che si allarga e si estende fino a riassaporare, in maniera nuova, il valore della propria  terra. 

Il titolo dello spettacolo di questo anno sarà, infatti, “Verso casa”. Il concerto si terrà presso la Corte degli Agostiniani, martedì 13 agosto, alle ore 21 e proporrà il consueto viaggio verso le tradizionali culture musicali provenienti dal mondo intero, ma avrà un'ampia parte dedicata alla Romagna. Ospite d’eccezione sarà Moreno il Biondo, per lungo tempo colonna portante dell’orchestra Casadei. 

L’idea di coinvolgere Moreno il Biondo è nata dopo aver ricevuto la telefonata di Riccarda, figlia di Secondo Casadei, autore di Romagna Mia. Riccarda, come ha raccontato in una recente intervista, aveva visto su YouTube ed apprezzato l’esecuzione da parte del coro della canzone scritta da suo padre, scelta come chiusura del concerto dello scorso anno.  Come ha dichiarato, il Corone è stata “una bella scoperta, che non mi aspettavo! Ci sono tanti cori che fanno le nostre canzoni, però il Corone ci ha colpito per la grande intensità, allegria ed entusiasmo che comunicano. È un coro che si distingue, diverso da tutti gli altri, ed è stato proprio bello vedere la gioia e il coinvolgimento con il pubblico. Davvero una sensazione unica”. 

Ciò che dà al Corone questo timbro “speciale”, è senza dubbio il motivo del loro cantare, ovvero quel senso di condivisione di cui parlavamo all’inizio. 

Lo si comprende bene dalle parole di Andrea Nembrini che quest’anno racconta quel che accade in Uganda in quattro clip registrate per gli amici riminesi e presenti su YouTube.

Nella prima racconta la vita della scuola in questo anno, partito con difficoltà, giacché le case di tanti studenti sono state distrutte per smottamenti accaduti nella baraccopoli (gli studenti provengono dai quartieri poveri di Kampala); (vedi qui il racconto).
Nella seconda narra un paio di episodi significativi. Ci parla di due studenti ribelli, che si appassionano alla lettura fino a impegnare l’intervallo del pranzo, sostituendo i libri ai giochi oppure dell’aiuto dato dai compagni di classe a un ragazzo non in grado di coprire alcune spese, portando i loro infimi, ma preziosissimi, risparmi purché possa non lasciarli, come narra qui.

Nella terza clip si va al cuore, al significato dell’esserci martedì sera o di donare tramite il sito (coronerimini.it) e far parte così di questa bella avventura. Nembrini ci spiega (qui il link) che i soldi servono - senza le donazioni la scuola chiuderebbe - ma soprattutto serve ad ognuno (i ragazzi, lui stesso, ognuno di noi qui in italia) comprendere, coinvolgendosi, di che bisogno siamo fatti, di che cosa abbiamo davvero bisogno nella vita. 

Infine nella quarta ci spiega cosa c’entri la sua fede con la partenza per l’Africa e cosa c’entri con il suo impegno. Andrea testimonia così (ascoltalo cliccando qui dalle sue parole) l’apertura e la simpatia che la fede cristiana porta ad avere per “i nostri fratelli uomini”, intercettando il loro cuore, assetato di infinito come il nostro e verificando come possa essere appagato dall’incontro con Cristo.