CAMERA DI COMMERCIO, HAPPY ENDING PER MAGGIOLI. SOLO I SINDACATI CONTINUANO A CHIEDERE UN “PASSO INDIETRO”. GARDENGHI ASSENTE
Un coro unisono, con il solo controcanto dei sindacati, oggi nel corso della seduta del Consiglio della Camera di commercio di Rimini, riunione attesa perché momento di snodo della vicenda che ha interessato Manlio Maggioli, presidente della Camera, coinvolto in un’inchiesta della procura di Forlì, a cui non solo i sindacati, ma anche le categorie e la politica chiedevano fino a qualche giorno fa di “fare un passo indietro”, ovvero di dimettersi dalla carica pubblica.
Presenti 26 consiglieri su 27. Assente Mauro Gardenghi di Confartigianato. Rispettato l’ordine del giorno. La seduta si è aperta con la comunicazione del Presidente Manlio Maggioli riguardo “la nota vicenda di cui si è dibattuto in questi giorni”.
“Il presidente – si legge nel comunicato stampa consuntivo - si è detto preoccupato dall’eccesso, per alcuni aspetti anche strumentale, con il quale si è voluta commentare una vicenda sicuramente importante, ma di cui non si devono perdere di vista le giuste proporzioni”. Secondo Maggioli, è a causa dei commenti eccessivi e strumentali delle ultime settimane che si è nuociuto all’immagine dell’ente, “oscurando la qualità dello straordinario lavoro fatto in questi anni da tutti i componenti della Giunta e del Consiglio, e che ha consentito alla Camera di Commercio di Rimini di essere forte, credibile ed importante, per le imprese e per il nostro territorio”.
Una strumentalità che avrebbe creato dal nulla, e non evidenziato, incrinature nel rapporto tra presidente e vice, Salvatori Bugli, Cna, “che invece hanno collaborato, sin dall’inizio, perché la discussione attraverso la giunta approdasse al Consiglio camerale, per valutare la vicenda e superare qualsiasi eventuale imbarazzo”.
Maggioli anche in questa occasione ha ribadito “la propria convinzione che l’aver fatto un atto legittimo in sé e l’aver così chiuso una fase, non può essere una colpa, e pertanto non può compromettere o condizionare lo svolgimento di una funzione pubblica”.
Dopo il presidente, la parola è passata al vice, Bugli, che ha confermato il suo sostegno a Maggioli, ricordando la giunta precedente in cui nessuno degli otto componenti avrebbe chiesto apertamente le dimissioni all’editore santarcangiolese, ma semplicemente di fare una riflessione sull’accaduto, rinnovando stima e fiducia anche in quell’occasione.
Poi il dibattito in cui i consiglieri “hanno rinnovato la fiducia al Presidente, apprezzandone le riflessioni e ritenendo come da questo approccio emerga come non vi possa essere alcun condizionamento sull’attività della Camera di commercio e che il Presidente, con la chiarezza che ha contraddistinto la sua posizione, possa interpretare a pieno titolo questo lavoro”. Qualcuno ha proposto un ripensamento generale della Camera, dunque non solo pensando al presidente, ma anche alla giunta e ai consiglieri.
Unica voce fuori dal coro quella di Giusepina Morolli (Uil) che a nome di tutti i sindacati ha ribadito la richiesta del famoso “passo indietro” al presidente. Ai sindacati, Maggioli, ha risposto snocciolando alcuni numeri relativi alla sua azienda con circa 1500 tra dipendenti e collaboratori e un costo del lavoro che supera i 40 milioni di euro all’anno.
“L’auspicio di tutti - conclude la nota della Camera di commercio - è che l’odierno orientamento del Consiglio della Camera di Commercio di Rimini possa permettere un rapido superamento della situazione che si era venuta creando, e sia un contributo al rilancio di un’azione forte di cui il territorio, le imprese e i lavoratori hanno grande necessità. E naturalmente con la forte collaborazione fra le istituzioni cui Camera di commercio non farà mancare l’impegno”.
|