GIORNALAIO 06.04.2013

Sabato, 06 Aprile 2013

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Lungomare, Rimini punta la pistola al demanio, che alza le mani. Urbanistica, nuovo esposto alla Procura a carico del Comune. Consiglio, l’Idv attacca Brunori. Esuberi Scm, i numeri del management, i sindacati si appellano al Ministero


Lungomare, il comune usa le maniere forti col demanio. “Il sindaco Gnassi è arrivato all’incontro presentando una lettera di diffida, nella quale - vista la «cruciale importanza del proprio lungomare» e l’inadempimento da parte dell’Agenzia «dei fondamentali obblighi facenti capo alla proprietà» – si preannunciava una possibile azione legale «diretta ad ottenere la puntuale esecuzione degli obblighi di intervento manutentivi ordinari e straordinari, oltre all’eventuale risarcimento dei danni»”, CorriereRomagna (p.10). E il demanio alza le mani. “Scalera ha infatti riconosciuto le esigenze poste dall’amministrazione comunale di Rimini (oltre a Gnassi erano presenti i dirigenti Anna Errico e Catia Caprili, ma non l’assessore al Demanio Roberto Biagini) e ha promesso che l’Agenzia sta seriamente valutando di cedere l’utilizzo gratuito del lungomare”, ilRestodelCarlino (p.5).


Urbanistica. “Gli imprenditori interessati a costruire il nuovo centro commerciale all’ex Corial (3.375 metri quadrati di commercio al dettaglio, e 32.625 di commercio all’ingrosso) hanno presentato un esposto alla Procura contro il Comune di Rimini. La stessa mossa scelta dalla famiglia Paesani, dopo che era stato bocciato il loro piano particolareggiato alle Celle (5mila metri di commerciale). L’esposto è preventivo: il caso dell’ex Corial sarà discusso, insieme ad altri, nella famosa ‘variantona’ al Prg, al voto la settimana prossima. Sull’area ex Corial è già stato nominato il commissario ad acta, ma gli imprenditori hanno deciso di ricorrere ai magistrati. La denuncia contro il Comune è per i reati di abuso e omissione di atti d’ufficio”, ilCarlino (p.5).


Consiglio comunale, maggioranza rarefatta fa mancare il numero legale e i 5Stelle denunciano con foto, Corriere (p.11).
L’Idv attacca Brunori. “Suona tanto come un ultimatum la richiesta inoltrata dal coordinatore comunale dell'Idv Vittoria Vitale e l'assessore Irina Imola al consigliere Stefano Brunori che spesso ha assunto posizioni piuttosto indipendenti rispetto al resto della maggioranza. "Si esprima chiaramente sulle proprie intenzioni di voto sulla variante generale al Prg che andrà in consiglio comunale giovedì prossimo. E' una partita fondamentale per questa legislatura, non può essere affrontata con leggerezza". A fare saltare i nervi in particolare all'assessore Imola è la presenza di Brunori al consiglio comunale di giovedì sera, nonostante avesse annunciato le settimane scorsa un'assenza che sarebbe perdurata almeno fino a metà aprile. "Siamo rimasti stupiti. A questo punto crediamo che partecipi alle sedute che interessano a lui. Pretendiamo che alla prossima convocazione traduca in atti concreti quella che è la nostra scelta in termini di lotta alla cementificazione. Noi siamo stati eletti dai cittadini appoggiando il mandato del sindaco Andrea Gnassi. Lo stop al mattone rientra tra i patti sottoscritti"”, NuovoQuotidiano (p.7).


Scm. “Si moltiplicano gli esuberi e i sindacati chiedono che la crisi dell’azienda approdi al più presto sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico per scongiurare il peggio. Solo negli stabilimenti riminesi è stato stimato un eccesso di circa 300 lavoratori. Che non tirasse buona aria era chiaro da un pezzo dopo i dichiarati esuberi allo stabilimento della Steelmec di Villa Verucchio (un 50% era in eccesso rispetto alla capacità produttiva) e alla fonderia (45 lavoratori, ma è stata varata la strada del contratto di solidarietà). Tuttavia, la notizia davvero preoccupante è arrivata ieri quando i sindacati hanno incontrato i vertici dell’Smc: in tutto il gruppo, il management stima 380 esuberi tra i 1.600 lavoratori che operano tra gli stabilimenti di Rimini e Thiene, a Vicenza. E per quel che riguarda Rimini oltre a quei già noti 145, ne sono stati individuati altri divisi tra i vari settori produttivi”, Corriere (p.5).