SPIAGGE, REGOLAMENTO PAESAGGISTICO: RINVIATO IL VOTO IN COMMISSIONE. CINGOLANI (PDL): “CHIEDIAMO SANZIONI CONTENUTE. CAPIRE AL PIU’ PRESTO COSA NE SARA’ DELLE NOSTRE SPIAGGE”
Decine di operatori balneari in sala per la discussione e la votazione della sanatoria in prima Commissione. Nulla di fatto
Regolamento paesaggistico: non è ancora dato ai bagnini sapere come potranno mettersi in regola in vista dell’imminente stagione balneare. In commissione Affari generali è stata rinviata l’attesa votazione delle tariffe che dovrebbero permettere agli operatori di spiaggia di sanare costruzioni giudicate improprie dalla Sovrintendenza (che chiede siano rimosse), ovvero i “servizi”, direbbero i bagnini (che chiedono di sanare a un prezzo ragionevole).
“Da parte nostra – spiega il consigliere Liliana Cingolani (Pdl) – chiediamo, guardando anche ad altre realtà qui accanto a noi (per esempio Bellaria, ndr), sanzioni contenute, una discrezionalità applicata in modo da non gravare sulle categorie. Siamo ancora in fase di discussione e guardiamo con preoccupazione a quello che è un problema grosso. Bisogna capire al più presto cosa ne sarà della nostra spiaggia”.
Probabilmente la prima commissione (affari generali) entrerà nel merito delle tariffe in seduta congiunta assieme alla terza (urbanistica) e alle quinta (bilancio). Gremita la sala che ha ospitato anche diverse decine di operatori balneari. Lunga e articolata la discussione sul Regolamento presentato dall’assessore Roberto Biagini che però non è entrata nella questione di fondo: la sanatoria con tutte le sue tariffe.
Fermi nella loro posizione, gli operatori di spiaggia continuano puntare i riflettori sui costi eccessivi della sanatoria (hanno parlato anche di 50mila euro per uno stabilimento piccolo), sui tempi stretti che non permetterebbero la rimozione delle strutture e chiedendo un intervento politico da parte dell’amministrazione perché “la spiaggia di Rimini è nata così ed è apprezzata per i suoi servizi, un fiore all’occhiello, un sistema che ha sempre funzionato, non ha mai creato problemi e che adesso sembra non vada più bene”. A rincarare la dose di preoccupazione anche l’appropinquarsi del 2015 e delle prerogative della direttive europea Bolkestein, “penalizzanti per la categoria”.
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