Aeradria, il tribunale dice no al concordato. Carim, indagato un ex funzionario. Consiglio comunale, maggioranza ai ferri corti
Aeradria, “L’AEROPORTO precipita e il paracadute non si apre. Per un semplice motivo: non c’è. Il Tribunale ha bocciato il concordato: Aeradria non può accedere alla procedura. Da mesi il ‘Fellini’ aveva imboccato questa strada come unica via di fuga dai suoi guai, ma nessuno si era accorto che non era praticabile. In fondo al tunnel non c’è la luce, ma un muro. Lo stop al concordato, per quanto doloroso e pieno di incognite per la sopravvivenza dell’aeroporto, evita almeno il ‘pacco’ tirato ai fornitori. Aeradria, una società pubblica che ha tra i soci di maggioranza Provincia e Comune, avrebbe scaricato quasi tutti i suoi debiti sui creditori, in alcuni casi condannandoli al fallimento. Passi se il ‘colpo basso’ te lo tira un privato. Ma un’istituzione che non onora i suoi impegni, che tipo di credibilità può avere nei confronti dei cittadini?”, ilRestodelCarlino (p.1).
“UN «PIANO B» per salvare Aeradria e non perdere gran parte dei crediti vantati nei confronti della società di gestione dell’aeroporto. Ci sta lavorando un pool dei principali creditori: non più di 5-6 tra banche (in testa la Cassa di Risparmio), consorzi fidi, consorzi di imprese. La strategia che si sta delineando da parte dei creditori più importanti punta a trasformare i crediti in altrettante azioni di Aeradria. Sino ad arrivare a conquistare la maggioranza (almeno il 51%) e quindi privatizzare lo scalo. Che di fatto è già oggi ‘di proprietà’ dei creditori (intorno a 40 milioni di euro complessivi)”. “Oltre al cosiddetto ‘Piano B’ che riguarda i creditori, o alla richiesta di fallimento che questi potrebbero avanzare, ad allungare la mano sul ‘Fellini’, potrebbe essere lo stesso ministero dei Trasporti. In caso che la società non si trovi più nelle condizioni di gestire l’aeroporto, il ministero può infatti revocare la concessione e nominare contestualmente un commissario per la gestione operativa della scalo, così da evitare l’interruzione del servizio. Potrebbero anche presentare un altro concordato, non ‘in bianco’ stavolta: servono soldi che piovano dal cielo”, ilCarlino (pp.2-3).
“Il decreto dei giudici della sezione fallimentare (composizione collegiale, presidente Rossella Talia), sedici pagine di considerazioni giuridiche, è stato depositato ieri mattina in cancelleria”, CorriereRomagna (p.3). Le motivazioni. L’autorizzazione non può essere concessa perché “«preclusa in forza della corretta qualificazione giuridica della operazione prospettata», che «non prevede deroghe ai soci, per i quali continua a valere il principio generale della postergazione in caso di fallimento». Negata dalla stessa legge fallimentare la possibilità di contrarre finanziamenti prededucibili il “castelletto” crolla. A dare il colpo di grazia al tentativo di salvataggio sono, sempre per il Tribunale civile, i limiti posti dall’articolo 6 (comma 19) del decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2010. La norma contiene «l’espresso divieto per gli enti locali (in particolare Province e Comuni) di procedere ad aumenti di capitale ed a trasferimenti straordinari a favore di quelle società partecipate che, come Aeradria, abbiano riportato perdite per tre esercizi successivi». Anche qui non c’è deroga che tenga visto lo spirito della norma cardine del sistema della privatizzazione dei pubblici servizi. «Privatizzazione - si legge nel decreto che dichiara l’inammissibilità della richiesta di concordato - non diverrà mai effettiva (con conseguenti commistioni e aree di opacità nei rapporti fra società e singoli soci pubblici) fino a quando le società partecipate non riusciranno a garantire una gestione efficiente sotto il profilo economico, basata sull’equilibrio finale dei risultati, senza fare ricadere sui soci pubblici i risultati passivi della gestione». Privatizzare i profitti e socializzare le perdite, un vecchio vizio che, a volte, ritorna. Non sarà però il benevolo strumento del “concordato in bianco” a permettere a Aeradria di lasciare di fatto a secco i creditori. Il piano risultato carente sotto il «profilo della legittimità della proposta e di fattibilità giuridica» è stato respinto. La domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo - è la conclusione dei giudici civili - «non può trovare accoglimento»”. “Per adesso Aeradria continuerà a gestire regolarmente lo scalo, nell’ambito dell’ordinaria amministrazione. Con il fardello, però, di un “buco” da 47 milioni di euro e con l’ombra di un’inchiesta giudiziaria che si allunga anche sui principali soci (gli investigatori a breve torneranno a interrogare il presidente della Provincia Stefano Vitali)”.
“Secondo fonti qualificate, dietro al rigetto dell’istanza ci sarebbe il parere negativo dei tre giudici sulla forma di finanziamento proposta da due dei principali enti soci, la Provincia (36%) e il Comune (tramite Rimini Holding col 17,7%), che nei mesi scorsi avevano rinunciato all’aumento di capitale approvando un mutuo complessivo di 2 milioni e 265mila euro per garantire la sopravvivenza ad Aeradria fino al 30 giugno. Un mutuo a cui però il Tribunale doveva riconoscere la “pre-deducibilità” in caso di accoglimento del concordato, ai sensi dell’art. 6.19 del decreto legge 78/2010 sul Patto di stabilità degli Enti locali e dell’art. 111 della legge fallimentare, le norme cioè che permettono la deroga al divieto di finanziamento a società pubbliche con tre anni di gestione in perdita (come Aeradria) e la possibilità per i due principali soci pubblici di richiedere indietro i soldi prima dei creditori. In realtà, Provincia e Comune avrebbero tramutato quei soldi in una parte di aumento di capitale”, LaVocediRomagna (p.13).
“Ora "non appena sarà chiarito – fa sapere la Provincia - il quadro tecnico scaturito riguardo alle criticità sollevate dal tribunale, il quale peraltro ha respinto gran parte dei rilievi del pm, verranno messe in atto tutte le soluzioni previste dalle leggi vigenti per conservare un’infrastruttura strategica per lo sviluppo locale, la cui sorte ora è a fortissimo rischio". L'ente di Corso d'Augusto fa inoltre sapere che valuterà "ogni ipotesi e ogni azione atta a preservare prioritariamente la sopravvivenza di uno scalo aeroportuale la cui centralità per il territorio (in termini economici, occupazionali, sociali) risulta decisiva nell’anno di una gravissima crisi che colpisce soprattutto il mercato italiano, rendendo ancora più indispensabili i flussi turistici provenienti dall’estero"”, NuovoQuotidiano (p.7).
In consiglio comunale. “Tensione in consiglio con strappo nella maggioranza per la stabilizzazione delle maestre degli asili del Cerchio magico e Bruco verde: per le 16 insegnanti niente contratto a tempo indeterminato, come richiesto giovedì in aula da Savio Galvani (Fds), Stefano Brunori (Idv) e Fabio Pazzaglia (Sel) tramite emendamento da inserire nella delibera delle Linee guida del bilancio 2013-2015. Richiesta bocciata, con il Pd che ha votato contro - tranne Sara Donati astenuta - assieme al Pdl: favorevole, oltre ai firmatari della proposta, anche il Movimento 5 Stelle”, Corriere (p.10). “Durissimo anche Galvani, che accusa il Pd di «volere affermare una sorta di supposta autosufficienza sulla maggioranza ». Obiettivo che però non è stato centrato… E che ci fosse tensione in consiglio lo si era capito già dallo scontro acceso sotto gli occhi di tutti tra il capogruppo Pd Marco Agosta e il sindaco Andrea Gnassi. Quest’ultimo, durante le votazioni, si è allontanato per parlare con le maestre dei nidi presenti alla seduta. Un’assenza durata pochi minuti ma che non è stata gradita da Agosta e dal consigliere Vincenzo Gallo (Pd), dai quali era stato chiesto un “tutti presenti” proprio per dimostrare, durante il voto, l’autosufficienza del Partito democratico all’interno della maggioranza. Che però ha barcollato”.
“«BLOCCATE la ciclabile». A schierarsi contro la rivoluzione della viabilità sul lungomare sono gli imprenditori della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio. «Il Comune - scrivono - si fermi e non prosegua i lavori in quelle zone del lungomare che, per loro fortuna, ancora non sono state coinvolte dall’opera». Il direttivo presieduto da Giuliano Lanzetti si è riunito ed ha emesso la sentenza. Il motivo è presto detto. «Il nostro turismo - spiega il presidente - è fatto di clienti che si spostano in auto o in bus. Questa è la realtà delle cose. Pensare di cambiare le abitudini delle persone, soprattutto in un momento così difficile per l’economia e per le imprese, ci sembra un errore. Che lo si voglia o no, noi viviamo di turismo»”, ilCarlino (p.8).
Carim, “C’E’ UN INDAGATO nell’inchiesta della Guardia di finanza su presunti ‘finanziamenti facili’, erogati dalla Carim nel periodo precedente al suo commissariamento. Un’inchiesta che va ad aggiungersi a quella per la violazione alle norme antiriciclaggio che inizialmente aveva visto indagati la bellezza di 114 impiegati. IL PERIODO preso in esame dalle Fiamme Gialle, va dal 2009 al 2010, ed erano stati gli ispettori di Bankitalia, una volta che la Carim era finita nella bufera del commissariamento, a individuare linee di credito emesse senza garanzie sufficienti, nei confronti di alcuni clienti (una sorta di ‘lista di ‘privilegiati’) dell’Istituto bancario (Aeradria inclusa) che alla fine dei conti aveva portato i commissari a ‘rovesciare’ l’attivo in un passivo di 180 milioni di euro. Gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria ci stanno ancora lavorando, e nelle prossime settimane saranno parecchi, tra responsabili e funzionari vari che verranno ascoltati dagli inquirenti, ai quali potrebbero anche decidere di contestare il falso in bilancio”, ilCarlino (p.11).
“Nel mirino del pm Gemma Gualdi, che ha aperto un fascicolo con diverse ipotesi di reato, alcuni dirigenti e funzionari poi usciti dalla banca, in certi casi con un vero e proprio benservito”, LaVoce (p.15).