Rimini | Maltempo, ancora problemi a Covignano
“Un evento meteorologico di eccezionale portata”, così la Prefettura sul temporale e la grandinata che ieri dalle 17 hanno allagato Rimini, Riccione e Cattolica e che ha causato due decessi a Rimini. La conferma “dalle rilevazioni effettuate da Arpa che hanno fatto registrare dalla stazione regionale di Rimini Ausa valori pari a 90 millimetri di pioggia in mezzora, 123 millimetri in un’ora. Un vero e proprio record, atteso che occorre risalire al 1920 per riscontrare un precedente analogo”. “Il temporale che ha colpito la costa romagnola ha avuto il culmine di intensità tra le 16,40 e le 18”, precisa Arpa. “La stazione pluviometrica regionale di Rimini Ausa ha registrato i seguenti quantitativi: 53,8 millimetri in 15 minuti, 92,6 millimetri in 30 minuti e infine 123,6 millimetri in un’ora”.
Subito all’azione, nella vasta area colpita, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, la polizia municipale e la Protezione civile provinciale. Nella notte l’emergenza è rientrata, con il ripristino, quasi per intero, della rete stradale, completamente invasa dall’acqua. Specifica cura nelle verifiche per i sottopassi, che sono stati tutti resi agibili ad eccezione di quello di via Galla Placidia (Viserba) per il quale si prevede la riapertura nella giornata odierna. Qualche problema di viabilità permane nella zona del colle di Covignano. Centinaia gli interventi tecnici di ripristino delle strade effettuati da Anthea, su indicazione della municipale, che ha anche ripristinato gli sforatori a mare, con conseguente divieto di balneazione (per 18 ore dalla apertura, cioè fino alla mezzanotte di oggi). Chiuse tre scuole a titolo precauzionale, “Aquilone”, “XX Settembre” e “Do Re Mi”. Nella notte gli edifici scolastici della città sono stati tutti oggetto di sopralluogo, così come gli edifici pubblici, senza riscontrare inagibilità in alcun caso.
Vigili del fuoco, forze dell’ordine e Protezione civile sono ancora in azione per liberare le autorimesse, molte ancora con dentro le auto, dall’acqua. Il prefetto e il sindaco hanno comunque chiesto alla Regione il raddoppio delle squadre di intervento del volontari di Protezione civile, che quindi passano dalle attuali otto (quattro per turno) a sedici (otto per turno) tutte autosufficienti e dotate di idrovore. Straordinario anche l’impegno dell’intero corpo dei vigili del fuoco attivo con 17 squadre (circa cento uomini), delle quali 11 del comando provinciale e 6 provenienti da altri comandi della Regione (3 da Forlì-Cesena, 1 da Reggio Emilia, 1 da Bologna e 1 da Ravenna).
Nella giornata di ieri, inoltre, sono stati 90 i volontari coordinati dalla Protezione civile della Provincia di Rimini che hanno lavorato ininterrottamente fino a questa mattina per prestare le prime azioni di soccorso alla cittadinanza. Sono stati impiegate, grazie all’aiuto dei colleghi provenienti dalle province di Bologna, Forlì Cesena, Ferrara e Ravenna, 21 squadre di volontari attivi fino alle 6 di questa mattina. Sono 300 le segnalazioni di soccorso ricevute, da compiere in giornata.
Sono state 200 in meno di 24 ore le segnalazioni a Hera che ha messo in campo 20 uomini, impegnati alle paratie e agli scarichi, aperti ieri nei tempi e modi previsti (alle 17), in parte già chiusi, e nella pulizia straordinaria delle strade dai detriti trasportati dal nubifragio. La maggior parte delle paratoie sono state chiuse nelle prime ore del mattino; in particolare il deviatore Spina, Viserbella, Torre Pedrera, Rodella, Colonnella 1, Colonnella 2, Turchetta e Roncasso sono stati chiusi indicativamente tra le 5,30 e le 6,15. Qualche ora dopo, appena i livelli nella rete lo hanno consentito, è stato chiuso anche il Sortie e Brancona. Ausa (Medaglie D'oro) e Rivabella, le restanti, saranno chiuse appena saranno ristabiliti nella rete i livelli di sicurezza necessari.
Attivi dalle 16 di ieri e per tutta la notte anche i carabinieri per rispondere alle centinaia di richieste di soccorso arrivate al 112, in particolare da parte di cittadini per cantine, garage, scantinati e magazzini allegati, nonché da utenti della strada bloccati nei veicoli in panne lungo le arterie cittadine o in sottopassi ferroviari allagati. Crollato un muro di cinta nel giardino retrostante l’asilo (la scuola è agibile). Tre automobilisti e un camionista sono rimasti bloccati nei sottopassi di via Siracusa e in via Firenze. A Sant’Aquilina un canale di scolo delle acque reflue ha eroso la sede stradale, mentre a Santa Cristina, una pattuglia del Radiomobile è intervenuta a soccorso di due donne, impantanate con l’auto in un avvallamento, trasformatosi in un lago fangoso. Numerosi, infine, i sopralluoghi nella zona di via Dario Campana e traverse limitrofe, Centro Studi, Gaiofana, Padulli e nell’area collinare di Covignano a causa di cantine, garage ed autorimesse allagate nonché per segnalazioni di smottamenti ed anomali allagamenti della sede stradale.
Un ciclone raccontato interamente su facebook quello di ieri con centinaia di foto di strade e sottopassi allagati, postate e commenti critici, molti sullo stato delle fogne di Rimini.
“Pensare che le amministrazioni di sinistra hanno fatto la scelta "strategica" di investire oltre 100 milioni di euro pubblici in un opera come la metropolitana di costa prima di fare la rete fognaria è semplicemente folle”, commenta il coordinatore provinciale del Pdl Fabrizio Miserocchi. “Ciò che è accaduto ieri a Rimini è il frutto amaro di un’antica non cura del sistema ambientale. Sono decenni che nessuna amministrazione prende sul serio interventi risolutori su fogne e scarichi e attribuire tutta la colpa a Gnassi sarebbe riduttivo. È solo il prosecutore di un trend che preferisce il trucco e l'estetica, ciò che c'è sotto non serve perché tanto non si vede”.
L’evento, previsto, ma dalla portata eccezionale “ha messo a nudo - nota Miserocchi - la fragilità di una città senza fondamenta, che ha vissuto di rendita (immobiliare) quando poteva investire, che ha fatto scelte da taglio di nastro e oggi si scopre un gigante con i piedi d'argilla. Un agglomerato urbano di oltre 144 mila abitanti più i flussi turistici stagionali con un sottosuolo da paese del dopoguerra e una cementificazione abnorme. I nostri inviti al sindaco per muoversi insieme sono stati ignorati ma non importa siamo ancora una volta disponibili a un lavoro comune, per Rimini, per il bene di tutti”.
Intanto c’è chi pensa allo stato di calamità. “Sin da questa mattina – ha detto il deputato del Pd Emma Petitti – ci siamo messi in contatto con tutti gli enti interessati, dal Comune di Rimini alla Regione ai ministeri competenti, per valutare ogni forma di sostegno agli enti locali e alle attività economiche, produttive e agricole danneggiate dal nubifragio. Per l'eccezionalità dell'evento e per i danni alle attività, peraltro tuttora in corso di stima, valuteremo di poter richiedere lo stato di calamità naturale, che comporterebbe un intervento finanziario almeno a parziale ristoro delle spese sostenute dagli enti locali e dei danni subiti dal tessuto produttivo”. Affidato al collega Tiziano Arlotti, in proposito, l'intervento in chiusura di seduta oggi alla Camera.