GIORNALAIO 27.06.2013

Giovedì, 27 Giugno 2013

giornalaioBomba d’acqua a Rimini, la procura apre due inchieste. Bilancio, oggi in consiglio comunale vince la linea statalista sugli asili. Le aziende barattano. Negozi aperti in centro il venerdì sera

 

La tempesta. “LA PROCURA apre due fascicoli sul nubifragio che ha messo in ginocchio la riviera. Il primo vede come ipotesi di reato nientemeno che il disastro colposo, per ‘alluvione e attentato alla sicurezza dei trasporti’. Il secondo è invece per omicidio colposo e riguarda la terribile morte di Florida Bernabè, l’anziana signora annegata in casa sua a Santa Cristina. Per ora sono entrambi a carico di ignoti. A DECIDERE di andare a fondo e capire se ci siano o meno responsabilità per questo disastro, è stato lo stesso procuratore della Repubblica, Paolo Giovagnoli. Fermo restando che si è trattato di un evento eccezionale, la magistratura vuole accertare se il sistema fognario era stato predisposto nel modo giusto, se erano state prese le necessarie precauzioni in vista di una tempesta annunciata, e se la manutenzione ordinaria e straordinaria era stata fatta. Insomma, non può essere stata tutta colpa del ‘cielo’ se siamo finiti sott’acqua fino a questo punto”, ilRestodelCarlino (p.4).
I dubbi sulla vicenda sono tanti anche tra i riminesi. “Dopo l’alluvione arrivano gli interrogativi per capire se, data comunque l’eccezionalità dell’evento, è stato fatto tutto il possibile per cercare di evitare che l’intera città finisse sotto la marea di acqua e scarichi fognari. Particolarmente critico il presidente del comitato ‘Basta merda in mare’, Sergio Giordano, che si interroga su quanto fatto da Hera nel regolare l’apertura delle paratie. Per Giordano, infatti, l’apertura delle 17.35 dello scarico Ausa non coinciderebbe con l’effetto ‘risucchio’ arrivato solo verso le 20 nella zona del Club Nautico. Oltre a questa discordanza dei tempi, il presidente del comitato chiede con forza ad Hera se «le paratie a mare degli scarichi, già prima del violento acquazzone previsto, erano libere dalla sabbia accumulata davanti ad esse o se, una cattiva manutenzione degli sbocchi, ha rallentato il deflusso dell’acqua». Per questo, Giordano, invoca una conferenza dove Hera, in presenza di tecnici esterni alla multi utility, spieghi ai cittadini se l’apertura è stata tempestiva su tutti gli scarichi”, NuovoQuotidiano (p.3).
Intanto il Comune di Rimini chiede il riconoscimento dello stato di calamità naturale. “«Ad un evento eccezionale serve una risposta eccezionale»: con questo spunto palazzo Garampi, lasciandosi alle spalle l’iniziale cautela espressa all’indomani del nubifragio, ha presentato ieri al governo e alla Regione «ufficiale richiesta dello stato di calamità naturale, confidando anche nel supporto dei parlamentari riminesi»”, LaVocediRomagna (p.14). E si inasprisce lo scontro sugli eventi realizzati economicamente a scapito dei lavori alle fogne. Se i cittadini attaccano, le categorie difendono le politiche del sindaco. “AIA, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti hanno reagito ieri con una nota congiunta: «Rimini si piega ma non si spezza», affermano le categorie unite, «quello che non dobbiamo fare in questo momento è mettere in discussione le politiche turistiche legate ad eventi e manifestazioni e altro, che rappresentano uno strumento mediatico per attirare presenze sul territorio. Tutti coloro che pensano di risolvere il problema con azioni di puro dileggio stanno solo facendo del male al nostro sistema; non dimentichiamo che in una stagione così difficile la nostra ancora di salvezza sono proprio le presenze che riusciamo ad attirare. La stessa forza lavoro operante nel nostro territorio è strettamente collegata con i milioni di presenze che si riversano sulla riviera»”.

 
Oggi in consiglio comunale si vota il bilancio di previsione. “Asili ai privati, quasi in extremis arriva l’emendamento grazie al quale il bilancio di previsione 2013 potrà essere approvato questa notte in consiglio comunale. Assicurato alla vigilia il voto favorevole dei dissidenti Galvani (Fds) e Brunori (Idv). I due consiglieri comunali avevano posto una sorta di veto. In sintesi: il bilancio concede alle Asp la possibilità di affidare a privati servizi pubblici come gli asili. Tutto il caso è nato intorno alle strutture Bruco verde e Cerchio magico. Brunori e Galvani in commissione si erano astenuti, facendo bocciare la finanziaria. Ora con questo emendamento la partita viene rinviata. E il bilancio va”, CorriereRomagna (p.8).
Intanto, a fare bene i conti, si scopre che “quella di Rimini è la provincia più “statalista” dell’Emilia-Romagna sugli asili: il sindaco Andrea Gnassi (Pd), che attende oggi il via libera in Consiglio comunale al bilancio 2013 dopo aver congelato la questione dei nidi con un emendamento ad hoc, cerchi l’intesa con l’opposizione invece che con una sinistra “anacronistica”. Lo propone, dati alla mano, il consigliere regionale del Pdl riminese, Marco Lombardi, che ha diffuso le cifre riportate ieri in commissione regionale dall’assessore ai Servizi sociali di viale Aldo Moro, Teresa Marzocchi. La provincia di Rimini, rileva Lombardi, ha il dato più basso per numero di Comuni con servizi per la prima infanzia: il 59,3% contro l’81,3% di media regionale. Il numero di nidi d’infanzia presenti in provincia (53) è inferiore a quelli di tutto il resto della regione, e l’indice di copertura posti in percentuale sulla popolazione/bambini è a sua volta il più basso (23,3% contro una media del 32,7%). I nidi pubblici a gestione pubblica sono a Rimini il 60,7% contro una media regionale del 51%. I nidi pubblici a gestione privata sono il 22% contro un 23,5% di media, ma “il dato più sconvolgente” per il consigliere Pdl è che “i nidi privati a gestione privata con convenzione sono appena l’1,1%, di gran lunga il dato più basso in regione on la provincia di Forlì-Cesena al 22,8%, di Ravenna al 19% e di Bologna all’11%”. Infine, i nidi privati a gestione privata senza convenzioni, completamente a pagamento, sono sul territorio il 16,2%”, LaVoce (p.16).


Aziende, torna il baratto. “Aumentare gli scambi economici fra le aziende del territorio riminese attraverso forme di transazione non monetarie, con l’obiettivo di creare un “circuito del baratto” che generi impatti economici per l’economia locale. Questa l’essenza della rete d’imprese Quinc (dall’antica moneta di bronzo Quincunx), un progetto presentato ieri alla Camera di commercio di Rimini. Per garantire un idoneo assortimento di prodotti e servizi, e raggiunta la soglia minima di settori rappresentati, sarà avviata una prima fase di sperimentazione con un meccanismo di buoni sconto. Ogni azienda, in sostanza, potrà vendere i propri prodotti o servizi alle aziende aderenti al circuito applicando uno sconto volontario. Uno sconto che non corrisponderà a una perdita di valore per l’azienda, ma che sarà quantificato in unità di conto virtuali (Quinc) utilizzabili all’interno del circuito per l’acquisto di beni o servizi”, LaVoce (p.16).
UN ESEMPIO concreto. Un’impresa di software vende un’applicazione a una tipografia, che effettua il pagamento in parte in euro e in parte con i buoni sconto. Incassati i buoni sconto (i ‘Quinc’, appunto), l’azienda di software potrà riutilizzarli per poter comprare ad esempio materiale di cancelleria, carta, o qualsiasi servizio di consulenza presso le altre aziende che fanno parte della rete del baratto. TRA LE CENTO imprese che hanno aderito alla sperimentazione ci sono aziende dell’artigianato, del commercio, ma anche alberghi”, ilCarlino (p.7).


Commercio, in centro storico (via Mentana e via Tempio Malatestiano) negozi aperti al venerdì sera in estate, LaVoce (p.17).