Inchiesta fogne: a Rimini scarichi aperti senza pioggia. Sporto in crisi, le società in debito col Comune. Maggiori oneri V peep in commissione
Inchiesta fogne. “E’ GIA’ successo due volte nell’estate 2010 e altre due nell’estate 2011. Gli scarichi delle fogne a mare vengono aperti nella stagione balneare anche se non piove. Il sistema fognario va in tilt a volte anche a ‘secco’. E’ questa una delle prime conclusioni cui sono pervenuti i consulenti della procura riminese chiamati a studiare il sistema fognario dopo che nel settembre del 2011 è stato aperto un fascicolo per lesioni personali colpose, getto di cose pericolose, epidemia colposa”, ilRestodelCarlino (p.7).
“Si è scoperto che la maggior parte degli scolmatori va in crisi con precipitazioni di appena 4 millimetri e che per mandare in tilt l'intero sistema possono essere sufficienti soltanto 10 millimetri di pioggia. Condizioni che, in base alle norme vigenti, non sarebbero di per sé sufficienti ad autorizzare il deflusso. Il “sottodimensionamento” è evidente e se nel tempo si è cercato di ampliare le capacità di immagazzinamento dell’acqua, non si è fatto altrettanto per il pompaggio dei reflui”, CorriereRomagna (p.7).
“Toccherà sempre alla Procura indagare se il rapporto che c’è tra le acque bianche e le acque nere che scorrono nelle fogne è regolare, così come sono in regola con le norme nazionali le autorizzazioni rilasciate da Comune o Provincia in merito all’argomento”, LaVocediRomagna (p.11).
Sport in crisi a Rimini. “Basta dare un’occhiata ai dati delle strutture sportive comunali per scoprire che su 110 società coinvolte nel loro uso, una su cinque non è riuscita a versare quanto doveva nelle casse di Palazzo Garampi. In particolare nel mirino sono finite 22 società che gestiscono nel complesso 40 impianti, in cui emergono complicate difficoltà economiche. Il buco che in data 30 aprile è stato lasciato in Comune ammonta a 52mila euro. Il rischio? Pesantissimo: le società chiuderebbero i battenti e i 1.716 atleti coinvolti, legati a squadre di pallavolo, basket, calcio e una miriade di altre discipline, resterebbero a casa”, Corriere (p.8).
Case popolari, “QUINTO Peep Ausa: il Comune non convince i residenti. Oltre un centinaio ieri hanno ‘invaso’ l’aula dove si riuniva la commissione d’indagine - voluta da Giuliana Moretti del Pdl - sui conguagli da 5 milioni per le 1.200 abitazioni (2.034 proprietari) del Peep V Ausa, il più vecchio di Rimini, anni Settanta. In media 3.000 euro a testa: si corre, a fine agosto scatta la prescrizione. Si parla di maggiori oneri (per tutti) alias conguagli; e acquisizione del diritto di proprietà (volontario, sui 30-50mila euro a casa). «Le ripercussioni sulle famiglie saranno gravose. E l’amministrazione pensa di far quadrare i propri bilanci chiedendo ai cittadini denaro su operazioni fatte 30 anni fa. Ma si configura la prescrittività dei maggiori oneri»”, ilCarlino (p.5).
“Siamo disposti a pagare – ha spiegato Leonardo Pistillo, uno dei rappresentanti del costituendo comitato - ma vogliamo versare il giusto. Il problema, oltre al fatto che il Comune non ci ha minimamente consultati, è che la somma che ci viene chiesta è stata indicizzata, dunque è molto superiore a quella che avremmo pagato 23 anni fa. La media di quanto richiesto si aggira sui 6-7mila euro, somma che per molti inquilini che ora sono pensionati è improponibile. Lo stesso dicasi per quanto concerne la trasformazione del diritto di superficie, in piena proprietà. Si tratta di un diritto facoltativo che molti vorrebbero esercitare, ma perché come base di riferimento sono stati presi i dati dell’osservatorio del mercato immobiliare che vanno dal 2004 al 2009 e che dunque non tengono conto della crisi verificatasi dopo il 2010? In questo caso la media per il riscatto si aggira sui 30- 35mila euro. Chiediamo dunque all’amministrazione comunale di ridiscutere tali somme in maniera più equa, in modo da venire incontro alle esigenze dei cittadini”, NuovoQuotidiano (p.11).
Reduce di guerra, tra un anno centenario, ha combattuto per la Patria anche il Libia: il Comune di Rimini non è ‘capace’ di assegnargli un alloggio popolare. “Il quasi centenario mette le carte sul tavolo: «Non si pensi che sono benestante o roba del genere — continua l’uomo, nativo di Torriana ma da sessant’anni, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, residente a Rimini —. Sono un semplice pensionato, ogni mese prendo la pensione minima, intorno ai cinquecentottanta euro. Anche se le esigenze mie e di mia moglie sono molto contenute, è ovvio che la cifra è quella che è». Andrea Balducci era molto conosciuto a Rimini nel Dopoguerra. Faceva il lattaio ‘porta a porta’”, ilCarlino (p.5).
Rotonde, “LE COLPE dei figli ricadono sul padre. E per questo motivo il destino della rotatoria da intitolare a don Giussani passa nelle mani della giustizia. Questa la ‘sentenza’ di Irina Imola, assessore con delega alla toponomastica, che mercoledì ha sospeso l’intitolazione di un’area in zona Palas al fondatore di Comunione e Liberazione. Don Giussani ‘paga’ la vicenda giudiziaria che nei mesi scorsi ha coinvolto la fondazione Meeting”, ilCarlino (p.9). “Una spiegazione che ha lasciato di stucco anche l’ex sindaco diessino Giuseppe Chicchi. «E’ una fesseria — esordisce senza tanti giri di parole — La scelta di sospendere l’intitolazione non tiene conto della distinzione tra la figura di don Giussani e la gestione amministrativa del Meeting». CHICCHI insieme con altri quattro ex sindaci di Rimini (Zaffagnini, Conti, Moretti e Ravaioli) era stato uno dei promotori dell’iniziativa che aveva avuto consensi bipartisan”.
“Non capisco davvero quale relazione possa esserci - commenta a caldo lo stesso Ravaioli - Senza voler entrare nel merito dell’indagine e del lavoro che sta svolgendo la magistratura, mi sembrerebbe questa addirittura una ragione in più per esprimere vicinanza al Meeting. Toccasse a me decidere sarei ancora più motivato nel procedere all’intitolazione, l’occasione per riconoscere il contributo del Meeting alla città di Rimini. Al di là di quelle che possono essere le idee personali”, LaVoce (p.16).
Ancora sulla ciclabile del lungomare, ad occuparla ‘abusivamente’ arrivano anche i suonatori etnici. “Ecco perché già a partire dalla Notte rosa - tre giorni in cui sarà chiuso il tratto di strada al traffico - scatterà il giro di vite degli agenti della polizia comunale che punterà dritto sui trasgressori della ciclabile. «Saremo impegnati per dei controlli molto serrati con 40 agenti e 20 volontari », spiega il comandante Vasco Talenti, «il fatto che il tratto sarà pedonalizzato renderà più semplice, in un certo senso, i controlli, ma la quantità importante di bici e persone complicherà l’intera situazione: noi siamo pronti». Sia durante il Capodanno estivo, sia subito dopo, non sarà comunque più tollerato chi non rispetta le regole”, Corriere (p.11).
Notte rosa. “Viaggia verso il tutto esaurito in hotel l’ottava edizione della Notte rosa. Da settimane telefoni e mail degli alberghi sono bombardati di richieste per il Capodanno dell’estate. E le prenotazioni fanno già registrare il +6,5 per cento”, Corriere (p.3).
La Carnival street parade? “«Hanno copiato tutto, bici, alcol musica, tutto uguale: così non ce lo aspettavamo davvero». Lo stupore iniziale ha lasciato lo spazio alla delusione mischiata alla rabbia. Non ci vogliono credere gli organizzatori della Nove bar, la pedalata che raccoglieva migliaia di partecipanti e faceva tappa nei locali per finire, tra un brindisi e l’altro, sul lungomare”, Corriere (p.10).
Province: vive o morte? I commenti di Stefano Vitali, Antonio Saitta, Emma Petitti e Sergio Pizzolante su NQ (p.10).