Rimini | Fusione Torriana - Poggio Berni, appello di Vitali per il referendum
Appello del presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali affinché domenica prossima i cittadini di Torriana e Poggio Berni partecipino al referendum sulla fusione tra i due Comuni. "Credo utile per tutti non trascurare la consultazione che avverrà tra una settimana scarsa in questi due Comuni, capaci di guardare alla Storia con il realismo di chi costruisce il futuro interpretando il presente piuttosto che rifugiarsi nel passato", dice il presidente Vitali.
Le motivazioni che hanno portato alla ipotesi della fusione sono pratiche, spiega anche Vitali. "Fuori da ogni slogan o prosopopea vuote perché scientemente inapplicate, Poggio Berni e Torriana avviano un percorso di fusione e lo sottopongono a referendum cittadino. Lo fanno per ragioni vere, di mantenimento di reti di servizi altrimenti a rischio, di ottimizzazione di dotazioni per la collettività altrimenti a forte rischi cancellazione, di coerenza rispetto a quanto ormai da due decenni viene pomposamente varato a Roma per andare poi a schiantarsi sugli scogli dei singoli territori. I due sindaci e le due amministrazioni comunali invece ci hanno messo e ci stanno mettendo la faccia, alzando oltre modo l’asticella di una discussione che, solitamente, non comincia neanche".
Da Vitali un appello a superare la logica dei campanili. "Anzi, proprio la crisi economica dell’ultima fase, pare fare da mosca cocchiera per un ritorno del campanilismo radicale, anche in provincia di Rimini. Il messaggio tra le righe è che quando la difficoltà incalzano si debbano serrare i battenti del proprio castello, diffidando del vicino in quanto potenziale competitor su ogni partita. Di converso, la solidarietà, la collaborazione, il dialogo razionale sono ingredienti perfetti allorché le pance sono piene e le vacche molto grasse. Di esempi sono strapiene le cronache locali. Poggio Berni e Torriana non solo aprono il tema, ma lo incardinano nel percorso amministrativo e ci offrono un anticipo di modernità rispetto a un riordino istituzionale che non si fa con la demagogia, semmai con la praticità, la conoscenza del merito, il ragionamento".