Aeradria, i debiti di RdR e le accuse in consiglio comunale. Mariotti: Bologna e la svalutazione programmata della Romagna
Aeroporto e Asl unica, LaVocediRomagna (p.3) intervista Bonfiglio Mariotti. Il succo: la Romagna è oggetto di “svalutazione programmata” da parte di Bologna. “Tutto viene deciso a Bologna - risponde Mariotti -, senza che i politici romagnoli, quelli che comandano, tutti del PD, si oppongano ad alcunché, senza che sappiano giocare una partita trasparente e di elaborazione di un disegno territoriale che coniughi i bisogni primari dei loro cittadini. Dalla viabilità su ruota alla farsa dei treni ad alta velocità e dei marciapiedi della stazione di Rimini che non consentono la fermata del treno privato Italo. E il sistema aeroportuale incentrato sugli interessi di Bologna che ha costretto al fallimento Forlì e adesso Rimini. E sì che il riminese Melucci è assessore al turismo regionale! E mentre a Rimini si svolge un’udienza in tribunale per cercare di salvare l’aeroporto, il sindaco di Forlì, insieme a Vasco Errani dove sono quel giorno? A parlare con il ministro dei trasporti Lupi”.
Aeradria, fallimento Riviera di Rimini promotions. “Dopo il fallimento di Rdr (Riviera di Rimini Promotions), la banca passa già all’incasso. Temendo di non rientrare più del finanziamento erogato agli albergatori per l’acquisto dei pacchetti volo (molti dei quali rimasero invenduti, ndr) , la banca “Romagna est” ha chiesto la restituzione del prestito in tempi brevi. In ballo c’è un finanziamento di un milione e mezzo di euro, un debito che gli albergatori si trascinano da cinque anni, da quando cioè si assunsero l’impegno con le fidejussioni bancarie per ripianare il buco dalla mancata vendita dei pacchetti volo acquistati a Aeradria. L’Aia, l’associazione albergatori di Rimini, è già corsa ai ripari. “Abbiamo chiesto un mutuo per ripianare il debito in tempi stretti “ fa sapere la presidente Patrizia Rinaldis, spiegando che l’associazione si era impegnata per 300mila euro. Anche l’Aia di Misano e quella di Cattolica versano nelle stesse condizioni, per un debito di 180mila euro ciascuna”, LaVoce (p.11). “L’inchiesta su Aeradria che ha portato al fallimento della Spa pubblica non è fatta di soli atti e interrogatori. Ma anche di esposizioni bancarie personali. Soldi, dunque. Milioni di euro che adesso gli istituti di credito vogliono indietro. Come nel caso di Riviera di Rimini Promotions, società fallita il 18 novembre scorso con un buco di 7,5 milioni, per cui la Procura potrebbe aprire un fascicolo per bancarotta fraudolenta. Ebbene, secondo indiscrezioni, in settimana, sarebbe arrivata sul tavolo del curatore fallimentare Giancarlo Ferruccini una lettera della banca Romagna Est con cui si pretende, a breve, la restituzione di un prestito da 1,5 milioni di euro”, NuovoQuotidiano (p.2).
Aeradria, in consiglio comunale a Rimini Pdl e 5Stelle chiedono le dimissioni del sindaco Andrea Gnassi (che, ovviamente, non ci pensa proprio), LaVoce (p.13). “Anche Gnassi ha caratterizzato la sua replica addossando la colpa dell’aumento di capitale alla giunta Ravaioli, in questo non rispondendo alla stringente domanda di Mauro sul perché avesse firmato la famosa lettera di patronage per i contributi di comarketing, finita nelle carte dell’inchiesta penale”.
Aeradria, i creditori mettono all’angolo il curatore fallimentare. “Nel nuovo Piano di concordato, loro ci avevano creduto. Ora temono di rimanere con un pugno di mosche in mano. Parliamo di alcuni dei principali creditori di Aeradria, la Pesaresi Costruzioni e la Cooperativa Braccianti Riminesi. La nuova pista dell'aeroporto “Federico Fellini” è stata realizzata da loro. Lavori realizzati tra il 2010 e il 2011, da due delle maggiori imprese locali del settore edile. Per quei lavori, vantano ancora un credito di oltre due milioni di euro da Aeradria (1,4 milioni la Pesaresi, 700mila euro la Cbr). In base al Piano bocciato dal Tribunale, convertendo parte del loro credito in azioni, avrebbero recuperato oltre il 50% di quanto vantato. “Ora che fine faranno i nostri soldi?” si chiede Alessandro Pesaresi, amministratore delegato dell'azienda presieduta dallo zio Ulisse. A creare incertezza le informazioni finora uscite sui giornali. Il timore è che con la gara europea e l'individuazione di nuovi investitori i vecchi creditori potranno vedersi restituito assai poco di quanto vantato. Quanto meno c'è incertezza, e rabbia. Perché non è piaciuto per nulla il “debutto” del curatore fallimentare nominato dal Tribunale, l'ex commissario giudiziale Renato Santini. “Sono rimasto esterrefatto per certe dichiarazioni di Santini” sbotta l'ad della Pesaresi Spa”, NQ (p.3).