Rimini | Crisi e occupazione, parte il fondo per il lavoro del vescovo
Dopo l’annuncio del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi alla città in occasione di san Gaudenzo (con l’appello all’adesione cui diverse banche e aziende hanno già aderito) ecco il Fondo per il lavoro muovere i primi passi con l’obiettivo di “creare occupazione, attraverso incentivi economici, per l’avvio di nuove attività lavorative e/o mediante l’assunzione di persone disoccupate o inoccupate”. Un fondo, insomma, per creare impresa. La Diocesi ha fatto il primo passo versando nel Fondo 100mila euro.
Il progetto sarà seguito dalla Caritas diocesana sotto la supervisione del comitato di garanzia, a tutela della trasparenza per tutti coloro che aderiranno al Fondo con una propria donazione. Garanti sono il vicario generale della Diocesi di Rimini, monsignor Luigi Ricci, il prefetto di Rimini Claudio Palomba, il presidente del Tribunale di Rimini Rossella Talia, il presidente di Eticredito Maurizio Focchi e il professor Stefano Zamagni, che come “tutte le persone impegnate nel Fondo daranno la propria disponibilità a titolo gratuito”. Vale a dire che “i contributi pervenuti saranno totalmente impiegati per le finalità del Fondo”.
Il progetto si divide in due fasi: la raccolta, su IBAN IT87Y0628524206CC0068074294 (Banca Carim filiale San Giuliano Rimini) intestato all’associazione di volontariato Madonna della Carità (sarà possibile aderire al Fondo anche tramite carta di credito e PayPal mediate un sito internet, www.fondoperillavoro.it), e i progetti che un secondo “gruppo tecnico” di lavoro sta elaborando i progetti di sostegno al lavoro che verranno pubblicati a partire dal mese di gennaio 2014.
L’invito a contribuire è indirizzato ai “lavoratori, le attività imprenditoriali artigiane, industriali, del commercio e del terziario, le associazioni, le parrocchie, le istituzioni pubbliche e private, le banche, le associazioni di categoria e ogni persona di buona volontà. Molto importante in questa prima fase è anche la diffusione della conoscenza del Fondo. Ciascuno può fare la propria parte anche in questo senso, parlarne, far conoscere, diffondere con i vari mezzi di comunicazione personale, lettere, mail, social, messaggi, passaparola, ecc”.