TRC, LA SPESA LIEVITA DI 12 MILIONI PER UN TOTALE DI 102 MILIONI. MORETTI: “COSTI INSOSTENIBILI”
Non è ancora nata ma ha già un passivo di 3 milioni di euro spesi in contenziosi, soprattutto quelli per gli espropri. Non male per un’opera che da sempre un merito ce l’ha: quello di far parlare molto di sé nel bene e nel male, soprattutto nel male. La notizia di oggi, all’uscita dalla seduta congiunta di seconda e terza Commissione consiliare, è la certezza che i costi del Trc salgono a 102 milioni di euro e dunque l’impegno per coprire la differenza di spesa rispetto a quanto si era precedentemente contato sale da 7 a 12 milioni di euro. Sono molti i dubbi sull’effettiva capacità degli enti coinvolti di coprire questi costi.
“La situazione è molto preoccupante. Al di là dell’opportunità o meno dell’opera, che in un periodo di vacche grasse poteva anche starci, il mio dubbio – spiega Giuliana Moretti (Pdl) - confermato da Dal Prato è: in questo momento noi i costi dell’opera (e intendo non solo la spesa che abbiamo allo stato attuale, ma anche le spese di gestione poi) riusciamo a coprirli?”
Lungo e complesso il dibattito di oggi in Commissione. La notizia infausta dell’aumento dei costi è toccato darla a Ermete Dal Prato, di Agenzia Mobilità. La previsione iniziale era di 92 milioni di euro. I finanziamenti sono stati deliberati nel 2006 ma per accedervi si è dovuto aspettare fino al 2011 quando un decreto li ha sbloccati. Intanto però la somma è salita a 102 milioni, 7,5 per l'aumento dei costi e 3 per altre cause, come interessi passivi e le spese per i contenziosi. Di mezzo c'è anche una somma di 1,9 milioni di che lo Stato si sarebbe perso per strada. La Regione si è impegnata a dare 4,5 milioni e gli enti locali 3 (ripartiti per metà al Comune di Rimini, al 25 per cento tra Comune di Riccione e Agenzia Mobilità).
Agenzia Mobilità propone di farsi carico di un mutuo ventennale da 15 milioni a un tasso fisso del 6,5. Nasce però sotto una stella sbagliata il Trc, iscritto in un quadro di crisi di tutto il trasporto pubblico locale e, infatti, già negli ultimi anni “Agenzia Mobilità con la sola vendita dei biglietti non riesce a coprire le spese che ha. C’è allo scopo il contributo della Regione che non è sufficiente, ragion per cui in questi ultimi anni Agenzia Mobilità ha usato il suo patrimonio per ripianare le perdite attraverso alcune alienazioni”, ha spiegato Dal Prato che ha precisato “non siamo più in condizione di rifarlo un’atra volta”. Questo significa che dal prossimo anno l’amministrazione dovrà intervenire con dei fondi. Da qui l’idea del mutuo, ma “con il patrimonio molto assottigliato – fa notare Giuliana Moretti - non c’è la garanzia che il mutuo venga concesso, anzi, sembra proprio che allo stato attuale non ci siano istituti di credito interessati all’opera”.
L’unico appiglio, quello su cui si basa il piano economico finanziario dell’opera, sono i 5 milioni di passeggeri annui della linea 11 (non sarà soppressa). Si stima che inizialmente nel 2017, primo anno a regime, il Trc potrebbe arrivare a staccare 3,7 milioni di biglietti, con le tariffe a zone di un euro per chi resta in un solo comune e due euro per l'intera tratta Rimini-Riccione.
“Questo dei biglietti non è un dato affidabile – sostiene Giuliana Moretti - e io lo metto in discussione. Dal momento che l’11 rimarrà mi domando: come si fa a pensare che sul Trc salgano 3,7 milioni di persone? Se invece si eliminassero l’11 e altre linee di trasporto pubblico locale allora ci sarebbe un risparmio che potrebbe essere reinvestito nel Trc. Vorrei però far notare anche come sia un bene che la cancellazione di determinate linee del trasporto pubblico urbano non sia prevista attualmente perché quando la gente uscirà dal Trc avrà bisogno di prendere altri mezzi se vorrà davvero raggiungere la città”.
Il Comune di Rimini ha già liquidato 11 dei 17 milioni previsti per la sua parte sui 92 milioni. Gli altri 6 milioni saranno stanziati nei prossimi cinque anni e se c’è chi fa notare come le cifre non investite "potrebbero essere utili a risistemare le fogne, una priorità", tornare indietro per la maggioranza non si può, con gli espropri effettuati, i sottopassi sistemati, i soldi per le cause, e così via. Eppure qualcuno ha verificato la possibilità per esempio di investire 42 milioni del Cipe in altre opere viarie. “Non è vero che perderemmo il finanziamento, avremmo buttato i soldi degli espropri, ma il problema è il domani: potremmo indebitarci ancora di più”.
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