Rimini | Editoria, la lettera di Celli ai collaboratori: Chi vuole continuare, lavori gratis
La lettera è datata 13 marzo 2013, un anno preciso fa. La firma in calce è quella di Giovanni Celli (fratello di Pier Luigi, ex direttore generale Rai), editore del quotidiano LaVocediRomagna. E' indirizzata a collaboratori e opinionisti della testata. A loro "tutti", e non ai redattori, Celli chiede "di proseguire la collaborazione con LaVoce per il 2013 gratuitamente". A rendere pubblica la lettera è stato ieri il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti. Con una pesante precisazione.
"Eccoci con la Voce di Romagna. Una lettera, quella allegata, da antologia. Il quotidiano ha percepito dal 2003 ben 20.940.905,99 euro di soldi dallo Stato. Avete letto bene: ventimilioni novecentoquarantamila novecentocinque euro e sessanta centesimi di soldi nostri. Solo a pronunciare la cifra vado in debito di ossigeno. Pagava quel che pagava, poco, e con i tempi suoi, ritardi fortissimi, i collaboratori. Ma ora siamo al top", è così che il presidente Enzo Iacopino, dalla sua pagina Facebook, ha offerto al popolo del web la lettera inviata dall'editore romagnolo.
La lettera viene allo scoperto a un anno dalla data di invio, nell'ambito di una campagna di informazione a puntate che, attraverso il social network, Iacopino sta portando avanti per fare luce sul mondo, spesso senza regole, delle collaborazioni giornalistiche, rendendo pubblici i tariffari di alcuni quotidiani e agenzie stampa.
Tornando al caso romagnolo, Celli fa riferimento al "fortissimo taglio della contribuzione pubblica con effetto sui Bilanci 2010-2011-2012" che "ci costringe a grandi sacrifici per contenere i costi e rispettare gli impegni", ma non è l'unico motivo della richiesta ai collaboratori. "A ciò si aggiunge la forte contrazione della spesa pubblicitaria e la difficoltà di riscossione sulla parte residua e il calo delle vendite dei giornali in edicola al quale anche LaVoce non po' dirsi estranea".
Dopo aver quindi chiesto a collaboratori e opinionisti di lavorare gratis, Celli precisa: "Chi non potrà farlo è giustificato e creditore comunque dei nostri più sinceri ringraziamenti. Tutti gli altri avranno anche il merito di aver aiutato il giornale nel periodo più difficile della sua ancor giovane vita". E poi ringraziamenti e saluti.