LA CRISI MORDE L’EMILIA ROMAGNA. PER IL 2012 PREVISTO CALO DEL PIL DELL’1,5%
La crisi incide pesantemente anche sull’Emilia-Romagna. A rivelarlo è l’indagine congiunturale su fine 2011 e previsioni del 2012 di Unioncamere e Confindustria con Carisbo. In soldoni, nel quarto trimestre 2011 si è interrotta la lenta ripresa avviata nel 2010: produzione e fatturato sono rimasti invariati, mentre gli ordini sono in calo. Per il 2012 è previsto un calo del Pil dell’1,5 per cento, con contrazioni di fatturato, ordini, investimenti e occupazione.
Dallo studio risulta che il bilancio 2011 si è chiuso con un aumento della produzione dell’1,9 per cento, dovuto ai risultati positivi di primo, secondo e terzo trimestre frutto dall’'effetto rimbalzo’ sulla forte flessione del 2010 e 2009. E’ dunque solo l’ultimo trimestre a presentare un peggioramento.
Tra i settori, il sistema metalmeccanico ha beneficiato di incrementi tra il 3 e il 4 per cento, mentre moda, legno e altri hanno chiuso il 2011 con un brutto segno meno. Tiene l’industria alimentare con il suo aumento prossimo all’1 per cento. Analizzando non per settori, ma per classi dimensionali si rileva come siano state le imprese più strutturate a evidenziare gli incrementi più consistenti, a fronte della sostanziale stasi delle piccole imprese che crescono dello 0,4 per cento. Il fatturato nel 2011 è stato caratterizzato da una crescita delle vendite pari all’1,9 per cento.
Le esportazioni della Regione equivalgono a circa 47 miliardi di euro, vale a dire il 13,1 per cento di incremento rispetto al 2010 (con un più 11,4 per cento rispetto all’Italia). A fare da traino il sistema metalmeccanico e il comparto dei trasporti.
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