Rapporto Caritas 2013 sulla povertà
Una storia, fra le tante, è emblematica della fotografia che intende scattare il Rapporto 2013 sulla povertà, redatto dalla Caritas di Rimini.
«Due giovani italiani si sono rivolti alla Caritas da pochi mesi, hanno due bambini piccoli. Lei è rimasta incinta del secondo bambino un anno e mezzo fa: lavorava e aveva chiesto la maternità, ma nel momento in cui sarebbe dovuta rientrare in ufficio, l’ufficio ha chiuso perché non riceveva più commissioni e stavano andando in perdita. Lui ha sempre lavorato, ma ultimamente la ditta gli sta facendo fare meno ore perché ha meno lavoro. Con lo stipendio di lui stanno riuscendo a pagare solo il mutuo, per il resto, ora che i risparmi sono finiti, non sanno più come fare. Le loro famiglie non sono in grado di aiutarli economicamente».
La povertà non colpisce soltanto i singoli che vivono in stato di solitudine ma sempre di più anche le famiglie, comprese quelle italiane. Nel 2013 si sono rivolte alla Caritas 7.455 persone (in aumento gli uomini, rispetto alle donne) e fra queste il 40 per cento vive con i propri famigliari. 1.950 nuclei hanno figli minori a carico per un totale di 3.547 bambini. Le famiglie in stato di povertà con minori a carico sono in prevalenza italiane (430), marocchine (427), albanesi (270), rumene (209). In media hanno 1,8 figli a testa.
Il problema principale che vivono questi nuclei famigliari è ovviamente quello dell’occupazione. È la perdita del lavoro a trascinare le famiglie nella povertà: al problema economico – come ha giustamente osservato il presidente della Provincia Stefano Vitali – si aggiunge anche una crisi psicologica. Sono famiglie che prima conoscevano un relativo benessere e molte si sono indebitate per mantenere il livello di vita precedente.
Dopo il lavoro, l’altra grande questione è la casa: molte famiglie non riescono a pagare l’affitto o le bollette di luce e gas. Nessuna sorpresa, quindi, se nel 2013 sono aumentate sensibilmente le richieste di generi alimentari. Solo la Caritas ha distribuito 22.095 pacchi viveri a 3.379 famiglie, 100 in più rispetto all’anno precedente. A questi vanno aggiunti i 4.376 pacchi per 291 famiglie distribuiti dal Banco di Solidarietà. La mensa dei frati di Santo Spirito ha distribuito oltre 54 mila pasti, quella della Caritas oltre 83.000.
La povertà delle famiglie si riscontra anche in ambito scolastico: in diverse realtà le famiglie hanno scelto di non mandare i bambini nelle scuole dell’infanzia per risparmiare sulle rette, in altri casi i bambini non restano per il pranzo, per non pagare le spese della mensa. Inoltre, nei primi mesi dell’anno scolastico, numerosi genitori (35 famiglie) hanno richiesto materiali di cartoleria per i propri figli e sussidi per l’acquisto di libri. Le difficoltà economiche si ripercuotono anche sulla salute: in aumento le richieste di pagamento dei ticket sanitari, richieste di farmaci (218 interventi) e di sussidi per visite specialistiche.
L’Associazione Famiglie Insieme ha aiutato 455 nuclei con contributi economici pari a circa 400 mila euro.
Al di là dei numeri, il Rapporto fornisce alcune osservazioni sui cambiamenti in atto. Anche se i servizi erogati sono aumentati, è diminuito il numero delle persone incontrate: a calare sono soprattutto gli stranieri (ritorno in patria o trasferimento in altre città) mentre gli italiani sono in aumento (+9,3%). In termini assoluti gli italiani sono 720, quindi circa il 10 per cento di quanti si presentano.
Sono aumentate le persone senza fissa dimora (migliaia le docce fornite) e quelle senza residenza nemmeno sui documenti, e quindi prive di qualsiasi tutela. Se fino al 2011 la maggior parte delle persone non si rivolgeva più alla Caritas, nel 2013 è cresciuto il fenomeno dei ritorni. Complessivamente in dieci anni si sono rivolte ai servizi Caritas più di 15 mila persone.
Il Rapporto completo http://rp2013.caritas.rimini.it/index.php?link=home