17_04_2012 | LA BUFERA EVASIONE RITORNA AL MITTENTE. PETITTI, GALVANI CISL E CGIL CONTRO PIZZOLANTE

Martedì, 17 Aprile 2012

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LA BUFERA EVASIONE RITORNA AL MITTENTE. PETITTI, GALVANI CISL E CGIL CONTRO PIZZOLANTE


Non sono tardate le reazioni alle parole dette ieri da Sergio Pizzolante, parlamentare Pdl nella sua Rimini per raccogliere osservazioni sul testo del decreto lavoro. La pietra dello scandalo è quello che Pizzolante ha detto dell’evasione fiscale ribadendo la necessità di non confondere tra “chi evade per comprarsi la Porsche o lo yacht e un imprenditore esasperato messo in ginocchio dalla crisi e di fronte alla scelta tra pagare le tasse su un fatturato e su soldi che ancora non ha incassato o pagare i propri dipendenti”, ovviamente ribadendo comunque la necessità di pagare le tasse, “sarebbe meglio fossero giuste”.


Oggi sono arrivate le reazioni di Emma Petitti, segretario provinciale Pd, di Cisl e di Cgil.


Pizzolante confonde la causa con l’effetto, secondo Emma Petitti. “L’onorevole Sergio Pizzolante – sostiene il segretario Pd - casca ancora una volta in quel pericoloso giustificazionismo che evidentemente caratterizza il suo partito, da Silvio Berlusconi in giù, lasciando intendere che se le tasse sono troppo alte, in fondo, non è poi così sbagliato non pagarle. Confonde la causa con l'effetto: se nel nostro Paese la tassazione ha raggiunto livelli così elevati, è proprio a causa di un'evasione fiscale ingiustificabilmente alta. La priorità deve essere ristabilire al più presto la legalità e l'equità, e far pagare di più chi ha di più. Non ci sono giustificazioni all'evasione, deve essere chiaro anche sul nostro territorio. Combatterla, da parte di istituzioni e forze dell'ordine, non è una lotta sociale, né accanimento verso alcune categorie. E' giustizia, è equa distribuzione delle ricchezze e contribuzione di ognuno alla società, a sostegno proprio di chi è più in difficoltà”.


Savio Galvani (FdS) ricorda che il lavoro nero prodotto dell’evasione. “Sapevamo che prima o poi sarebbero tornati, ma non pensavamo proprio così presto e con un coro di voci così eterogeneo; ci riferiamo naturalmente a coloro che strizzano l'occhiolino agli evasori e sostengono in vario modo quell'economia sommersa fatta di lavoro nero e transazioni in contanti.
Addirittura siamo all'assoluzione con l'intercessione di Pizzolante, il quale distingue tra chi evade perché “è un imprenditore esasperato messo in ginocchio dalla crisi e di fronte alla scelta tra pagare le tasse su un fatturato e su soldi che ancora non ha incassato o pagare i propri dipendenti o addirittura, come purtroppo succede troppo spesso, togliersi la vita. E coloro che evadono per comprarsi la Porsche o lo yacht...”.
Non è ancora chiaro se tra gli assolti figurano anche quelli che hanno evaso ai tempi d'oro, acquistando quei ben i di lusso senza porsi il problema che lo facevano con i soldi delle tasse evare, accumulando ricchezze esportate all'estero, che hanno distolto risorse dagli investimenti, magari per rendere più competitiva la propria impresa, destinando, invece, quelle risorse versa la rendita finanziaria improduttiva.
Per non parlare, poi, del lavoro nero che è un prodotto tipico dell'attività sommersa, di quell'economia sommersa che dilaga nel nostro territorio. La morale, secondo Pizzolante, ci sembra un pensiero debolissimo che ben poco si attaglia con la situazione attuale. Ma sino ad ora dove eravate? Al Governo da quasi un ventennio, avete fatto crescere un sistema economico fragile e illegale, avete cancellato i provvedimenti che cercavano di introdurre la tracciabilità delle transazioni e di ridurre l'uso del contante, avete alimento un sistema che serviva alle imprese più grosse per drenare risorse da quelle più piccole, costrette a lavoro per l'unico loro committente.
Dovreste sentite un moto di vergogna di fronte alle tante ingiustizie e iniquità che anche nelle recenti manovre (3 del Ministro Tremonti e 1 del Governo Monti) ritroviamo aggravate nei loro contenuti per risalire faticosamente la china.
L'evasione serve alla parte illegale dell'economia, è una realtà molto diffusa soprattutto nel nostro territorio, è un cancro che corrode e dilaga anche sull'economia sana. E' immorale far credere che sia possibile proseguire in questo senso”.


Per la Cisl, e non solo per la Cisl, le tasse sono un dovere del cittadino. “In merito alle dichiarazioni di Sergio Pizzolante sull’evasione fiscale ‘giusta’ e l’evasione ‘sbagliata’, la Cisl riminese ricorda all’onorevole che le tasse sono un dovere del cittadino, sia egli imprenditore, dipendente, pensionato o altro. Non si capisce quindi perché Pizzolante giustifichi coloro che per supposti buoni motivi, evadono il fisco. L’onorevole del Pdl dovrebbe anche rammentarsi che lavoratori dipendenti e pensionati non possono scegliere se pagare o meno le tasse, dato che a loro vengono trattenute alla fonte.
In un territorio come quello riminese in cui l’evasione è da sempre tra i problemi più diffusi, con conseguenze paradossali quali il dipendente che dichiara più del datore di lavoro, le affermazioni di Pizzolante assumono un valore gravissimo. Non è giustificando gli evasori che l’economia riparte, ma solo facendo sì che chi più ha, più paghi, si può sperare in una uscita dalla crisi drammatica che il paese intero sta vivendo.
La Cisl, inoltre, trova davvero sbagliato accostare il suicidio alla disperazione degli imprenditori che non ce la fanno più. Che dovremmo dire allora dei troppi lavoratori che si sono tolti la vita in questi mesi, avendo pagato fino in fondo le tasse, o che avrebbero volentieri pagato se avessero avuto uno straccio di lavoro. Certi confronti sarebbe meglio lasciarli da parte”.


La Cgil punta il dito contro i mali prodotti dell’evasione. “L'evasione fiscale è uno dei mali endemici della nostra economia, sia nazionale, sia locale. Come sosteniamo da anni questo fenomeno continua a provocare danni equivalenti a miliardi di euro non versati alle casse pubbliche e contribuisce a determinare una pressione fiscale ormai insostenibile per le categorie che sempre e comunque pagano le tasse, anche se colpite da una crisi gravissima: lavoratori e pensionati, chiamati da troppo tempo a pagare per coloro che non lo fanno. Basti pensare alle dichiarazioni dei redditi, scandalosamente basse nella nostra provincia, dalle quali risulta spesso che il dipendente è più ricco del datore di lavoro.
L’evasione fiscale, inoltre, unita al lavoro nero, causa uno squilibrio scorretto fra imprese, fra chi paga tutto e chi non lo fa, minando la concorrenza e il mercato e frenando l'innovazione e gli investimenti produttivi.
Dopo anni di dibattito ci si aspetta che anche nel nostro territorio possa finalmente prevalere un principio di civiltà valido e riconosciuto senza distinzioni di appartenenza politica o sociale: le tasse devono essere pagate da tutti, in ragione della loro capacità contributiva. E se non fosse bastato fin qui un principio di legalità e di dovere sociale, i legami sempre più stretti che emergono da tante indagini sugli affari sporchi con cui la malavita organizzata penetra negli ambienti dell’economia e della finanza, con una diffusione sorprendente su tutto il territorio nazionale, questi sì, dovrebbero allarmare le categorie economiche e non i controlli della Guardia di Finanza alla quale, invece, deve essere fornito il massimo sostegno.
Perciò risultano molto pericolose le dichiarazioni dell'On. Sergio Pizzolante, parlamentare della Repubblica che, partendo da vicende umane che meriterebbero maggior rispetto, pensa di ingraziarsi le categorie economiche locali rilanciando lo slogan un po' datato dell'evasione ‘buona’ da contrapporre a quella ‘cattiva’ e addirittura accusando la Guardia di Finanza di fare la lotta di classe.
Non sono le tasse a rovinare il nostro Paese, ma l’attuale sistema iniquo della tassazione e l’illegalità che impoveriscono lavoratori e pensionati e le forze produttive sane”.