POLITICHE SOCIALI. MARZOCCHI: “INACCETTABILE TAGLIO AL 93 PER CENTO DELLE RISORSE”. ERRANI SCRIVE AL GOVERNO: "SUBITO 1,5 MILIARDI"
Anche l’Emilia Romagna tra le regioni che chiedono ai ministri dell’Economia Mario Monti e delle Politiche sociali Elsa Fornero un incontro ed esprimono “forti preoccupazioni” sulla tenuta del sistema di welfare. “Non ci possiamo rassegnare ai pesantissimi tagli imposti negli ultimi anni”, sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi. “Pur in un momento di difficoltà gravissime, non è accettabile il taglio del 93% delle risorse per servizi che sono sempre indispensabili per i cittadini e le famiglie, e la cui richiesta è triplicata in questo momento di crisi. Non si può azzerare l’intervento sociale da parte dello Stato, peraltro previsto dalla legge, perché gli enti locali non riuscirebbero più a garantire nemmeno il livello minimo dei servizi”.
Nella lettera che il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Vasco Errani ha inviato al Governo, le Regioni chiedono “un forte impegno istituzionale per difendere i diritti dei più deboli, con particolare riferimento ai bambini e agli anziani”. Le Regioni propongono un riassetto dei servizi sociali, puntando su tre obiettivi strategici: infanzia, non autosufficienza; lotta a povertà, emergenza abitativa e disagio. “Il sistema sociale per ripartire - scrivono le Regioni nel documento sulla situazione delle politiche sociali in Italia - ha bisogno di almeno 1,5 miliardi, e considerando il triennio 2013/2015, il Fondo Nazionale delle politiche sociali dovrebbe ammontare a complessivi 2,4 miliardi (1 per il 2013, 800 milioni per il 2014 e 600 milioni per il 2015). L’impegno alla fine del triennio è di riportare le politiche sociali allo 0,50 di un punto PIL, come erano nel 2009, con un lieve incremento dello 0,25 di punto”.
Le risorse economiche potranno essere reperite, sottolineano le Regioni, anche attraverso alcune specifiche entrate: dal ripristino delle somme destinate alla politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell’età pensionistica delle donne; dalla lotta all’evasione fiscale, di cui almeno un 5% potrebbe essere dedicato alla fascia della povertà; dalle entrate del gioco; da risparmi derivati dalle spese per gli armamenti; dalla revisione di alcune misure assistenziali come previsto dal decreto “Salva Italia” che prevede anche la modifica dell’Isee.
|