RISORSE IDRICHE, SABBA A UN ANNO DAL REFERENDUM: “VOLEVAMO L’ACQUA PUBBLICA E INVECE ABBIAMO GARANTITO IL MONOPOLIO”
“Volevamo raggiungere un obiettivo, rendere l’acqua un bene più vicino ai cittadini, e invece per ora abbiamo ottenuto una proroga sine die della situazione esistente”. A distanza di una anno dal referendum per l’”acqua pubblica” e in procinto del taglio del nastro della Festa dell’acqua (sabato e domenica anche a Rimini), l’assessore provinciale all’ambiente Stefania Sabba si domanda "cosa è successo?”.
Di fatto “l'abolizione dell’articolo della legge che prevedeva la possibilità di mettere a bando le reti idriche” ha creato “l’impossibilità di fare qualsiasi altro bando e gara pubblica” e ha “bloccato e cristallizzato la situazione”. “Paradossale – spiega l’assessore – è che di fatto abbiamo garantito il monopolio di chi ora gestisce le reti, siano esse pubbliche, private o miste”. Situazione che “oltre a mortificare la democrazia e le sue forme principali di espressione, mostra la complessità, l’incartamento burocratico e la lentezza degli organi istituzionali, e forse la malizia di tutto questo”.
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