Venerdì, 31 Marzo 2017 14:45

Diocesi in lutto per don Josef

(Rimini) È tornato alla Casa del Padre don Jozef Matys. Nato a Byalka Tatrzanska (Polonia) il 17 luglio 1960, era stato ordinato sacerdote l'11 giugno 1986. Nella Diocesi di Rimini ha prestato servizio pastorale in diverse parrocchie, tra cui Bellaria, Torriana, Gemmano, San Lorenzo di Riccione.
Sabato 1 aprile, alle ore 16, nella chiesa di S. Rita si svolgerà il funerale con la Concelebrazione presieduta dal Vescovo di Rimini.
"Mentre ringraziamo il Signore per il ministero sacerdotale di don Jozef, lo accompagniamo all'incontro del Padre con la nostra preghiera" è il ricordo del Vicario Generale della Diocesi di Rimini, don Maurizio Fabbri.

(Rimini) Sono stati i vigili del fuoco “ad intervenire nel cuore della notte per spegnere un principio d'incendio che si era manifestato in un piccolo angolo esterno di un terrazzo della scuola elementare di Villaggio I Maggio”, comunica il Comune di Rimini.
“Dalle prime ricostruzioni sembra che la causa probabile sia da imputarsi al riscaldamento del materiale sottostante la guaina impermeabile su cui erano al lavoro gli operai della ditta costruttrice. Un intervento che avrebbe surriscaldato lo speciale materiale isolante sottostante innescando un principio d'incendio, che si è manifestato solo molte ore dopo la sospensione dei lavori e che ha riguardato un'area limitata, di circa 4 – 5 metri quadri di superficie”.
Gli operai “sono già al lavoro per riparare i danni. Per consentire l'intervento di ripristino le lezioni sono state sospese nella giornata di oggi”. Domani, invece, le lezioni torneranno ad essere regolari.

(Rimini) “Non ci stiamo a strumentalizzare in fini politici un'aggressione ad un giovane nigeriano compiuta da una persona con gravi problemi mentali”. Così il consigliere comunale Gennaro Mauro, del Movimento nazionale per la sovranità, comunica che “non farà domani la passerella in piazza Cavour” in occasione della manifestazione contro il razzismo promossa dal Comune di Rimini (ore 10).
“Concordiamo con l'impegno di combattere ogni forma di discriminazione razziale, ma siamo del parere che la manifestazione organizzata dal sindaco più che unire ha l'obiettivo di condannare quei riminesi che non vogliono le micro aree dei nomadi sparse per la città, quelli che condannano il vagare dei profughi per le strade, e quelli che dicono "prima vengono gli italiani”. Siamo convinti che a partecipare sarà il mondo dell'associazionismo, quello delle cooperative e gli imprenditori che si distribuiscono a Rimini una torta di almeno 10 milioni di euro all'anno per la gestione dell'emergenza profughi”.
Secondo Mauro“a Rimini non esistono i germi del razzismo, ci siamo sempre distinti per la cultura dell'accoglienza, e non possiamo definire razzista colui che è esasperato delle 35 o 60 euro giornaliere stanziate per i profughi quando vive in una condizione di indigenza dovuta dalla mancanza di lavoro, magari che si vede proprio preferito da un cittadino straniero extracomunitario solo perché accetta di essere sottopagato. Su questi aspetti bisogna aprire una seria riflessione che riguarda sia i profughi abbandonati a se stessi, sia le tante famiglie riminesi che non arrivano a fine mese”.
Mauro è dell’avviso che “lo Stato italiano debba corrispondere alle famiglie italiane che vivono in povertà le medesime risorse attribuite ai profughi. A Rimini significherebbe che le 2.000 famiglie più povere potrebbero essere aiutate con un contributo mensile di 400 euro”.

(Rimini) “Nella carne ferita e bisognosa di ciascuno di questi volti incontrati io riconosco la mia ferita, il mio bisogno di uomo, la mia esigenza di mendicare un abbraccio che mi permetta di guardare a me stesso con una briciola di simpatia, nel quale la mia umanità, non più definita dal proprio male, possa comunicarne il medesimo calore”. Il parroco di Marina Centro, don Roberto Battaglia, interviene dalle pagine del Carlino sull’aggressione della scorsa settimana ai danni di un giovane rifugiato, Emmanuel Nnamani, da parte di un altrettanto giovane, in cura psichiatrica, parrocchiano di San Girolamo, la chiesa di Marina Centro. La riflessione del parroco, diventa occasione per riflettere più in generale del clima in città, anche in relazione allre recenti polemiche scatenate dal piano del comune di Rimini per la chiusura del campo nomadi di via Islanda. La riflessione patte come immedesimazione in domande che sono di tutti.
“Le ferite nel corpo di Emmanuel rivelano la ferita altrettanto profonda della nostra umanità, che scopriamo accogliendo una sfida che interpella tutta la città. Cosa sta succedendo a Rimini? Qual è la natura del disagio espresso dai comitati che protestano contro la decisione del Comune di smantellare il campo nomadi di via Islanda? Qual è la natura della diffusa ostilità in cui si inserisce il gesto, seppur legato a un disturbo psichico, compiuto nei confronti di Emmanuel? Occorre guardare fino in fondo alla rabbia che traspare nei volti di tanti che si sentono soli e impauriti di fronte a una presenza percepita come ostile e pericolosa”.
Il parroco invita, seguendo in questo il papa e il vescovo, a superare “i muri” e piuttosto a “costruire ponti”. “Tutti i muri che stanno sorgendo nel mondo, come mai ci saremmo immaginati, rivelano che siamo immersi in questa paura in cui l’altro è percepito come nemico. Proprio per questo, i muri che si erigono pensando di risolvere il problema in realtà lo alimentano, incrementando la paura stessa e rendendo sempre più difficile la convivenza ad ogni livello”.
Perché, in fondo, dall’altra parte del muro ci sono “uomini e donne che cercano la felicità come ciascuno di noi e che sono preoccupati per il destino dei loro figli, come coloro che sono riuniti nei comitati che stanno protestando e come le famiglie dei sinti, riminesi da generazioni. Uomini feriti, come Emmanuel e come il suo aggressore”.
In città, fa notare don Battaglia dalle pagine del Carlino, ci sono già luoghi dove i muri sono abbattuti. “Penso all’opera della Caritas e dell’APG23 per gli ultimi, ai gesti con cui alcuni miei amici di Cl accompagnano tanti nella ricerca del lavoro, visitano le famiglie portando loro la spesa o insegnano l’italiano ai profughi, ai volontari della Caritas del centro storico che aiutano anche famiglie di immigrati, cristiani e musulmani, ai parrocchiani che hanno donato coperte e abiti, durante l’inverno, ai senzatetto ospiti della Capanna di Betlemme”.

(Rimini) Il ministro Maurizio Martina sarà oggi a Rimini per sostenere la mozione Renzi in vista del congresso del Pd (primarie fissate al 30 aprile). Il ministro sarà alle 17 in piazza Cavour in compagnia del deputato Tiziano Arlotti. Il fronte riminese dei sostenitori dell’ex premier al congresso annovera il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, il consigliere regionale Giorgio Pruccoli, l’ex sindaco Alberto Ravaioli, gli assessori comunali Jamil Sadegholvaad e Mattia Morolli, il capogruppo del Pd in consiglio comunale Enrico.

(Rimini) «Non faremo cadere la giunta, siamo in maggioranza per fare cose. Noi la delibera la voteremo sicuramente». Lo ha dichiarato il capogruppo di Patto civico in consiglio comunale a Rimini durante un incontro che si è svolto l’altra sera a Torre Pedrea su iniziativa del comitato ProRimini. Il racconto sulle pagine del Corriere Romagna in edicola oggi
A tema la chiusura del campo nomadi di via Islanda (intimata dall’Europa e dall’esito di alcuni sopralluoghi di Asl e forze dell’ordine) attraverso la creazione ai microaree disseminate in città e l’uso dei fondi comunali per l’emergenza abitativa. All’hotel Edera si sono presentati in 200, 130 le firme raccolte per ribadire che lì “gli zingari” non li vogliono.
Per la parte politica, presenti anche Mario Erbetta e Marco Zamagni di Patto civico, Matteo Zoccarato (Lega), Nicola Marcello (FI), Gioenzo Renzi (FdI). Sono questi ultimi due a lanciare l’amo: modificare gli equilibri in maggioranza, ovvero chiedono a Patto civico di votare contro la delibera di giunta in questione. Inequivocabile, almeno fino all’altra sera, la risposta di Erbetta che aggiunge: «Via Gaza non rientra nelle 60 aree indicate come possibili sede di microarea».

Venerdì, 31 Marzo 2017 09:28

31 marzo

Non è asiatica | Nomadi, sì di Patto civico | Crac Italia in miniatura

(Rimini) Sull’onda del successo della scorsa edizione, che ha visto partecipare oltre 9.000 visitatori professionali e organizzare 130 tra appuntamenti e spettacoli, Italian Exhibition Group SpA (IEG), la nuova Società fieristica frutto dell'integrazione tra Rimini Fiera SpA e Fiera di Vicenza SpA, ha presentato oggi a Milano la seconda edizione di Music Inside Rimini, in programma da domenica 7 a martedì 9 maggio 2017 nel quartiere espositivo romagnolo.
L’evento punta a mantenere e consolidare un format unico nel suo genere, che ha dimostrato di coniugare al meglio le esigenze e le curiosità sia del pubblico professionale, sia di quello amatoriale con esposizione e live show, sperimentazioni e test di prodotto, eventi e formazione. Infatti, gli addetti ai lavori del mondo dello show business, così come gli appassionati del settore musicale, potranno accedere anche in questa edizione ad aree specificatamente riservate al Live con ben 9 palchi, alle tecnologie legate al lighting, audio, rigging, video, design e clubbing presentate dalle più importanti aziende nazionali ed internazionali.
A precedere la manifestazione, il 5 e 6 maggio, saranno le attese performance del Music inside Festival (17.000 presenze nel 2016) che tornerà a presentare in fiera spettacoli musicali dal vivo con un’esclusiva selezione di deejay di fama mondiale. Ad alcune conferme (SvenVäth o Dj Ralf, nuovi campioni come LenFaki, Ilario Alicante) si aggiunge prima di tutto l’headliner di questa edizione, Paul Kalkbrenner. Il mondo più strettamente techno sarà rappresentato da alcuni campioni globali del genere (Chris Liebing, Sam Paganini, Sasha Carassi); il crocevia tra techno, electro e house sarà presidiato da Loco Dice, MathiasTanzmann, Sasha Carassi, Patrick Topping, SergeDevant, &Me, The Drifter, Julian Perez, SergeDevant; e poi fuoriclasse come The Martinez Brothers, Jackmaster, Davide Squillace. Ci sarà anche una grande presenza di dj/producer italiani, guidata dalle leggende Pastaboys, Bastinov e dal live dei Pôngo.

(Rimini) Per cinque amministratori di una società di San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena), che costruisce attrezzature per parchi di divertimento di tutt'Italia, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per bancarotta semplice e fraudolenta al termine di indagini condotte dalla Guardia di Finanza. La società fallita operava in un gruppo imprenditoriale composto da tre società riconducibili in maggioranza ad una famiglia riminese: una deteneva marchio e gestione del parco divertimenti, l'altra era proprietaria di terreni e fabbricati su cui la prima svolgeva la propria attività, la terza - quella fallita - si occupava di manutenzione impianti e produceva strutture, miniature e sculture. Dalle indagini è emerso che il gruppo, per ingenti esposizioni debitorie, aveva avanzato proposte di concordato ai Tribunali di Forlì e Rimini per cedere le società a un gruppo che gestisce parchi divertimento sulla costa romagnola e ligure. La GdF ha scoperto distrazioni patrimoniali per oltre 800mila euro.
Il gruppo di persone al centro dell'indagine della Guardia di Finanza di Forlì, su delega della magistratura, ha gestito per anni 'Italia in Miniatura', il noto parco che sorge alla porte di Rimini. La società fallita è quella che svolgeva principalmente l'attività di manutenzione di impianti e la produzione di strutture, miniature e sculture. 'Italia in miniatura' continua regolarmente la propria attività. Il gruppo ligure che ha acquisito l'asset imprenditoriale è Costa, attivo, attraverso Costa Edutainment, nel settore della gestione di 12 strutture pubbliche e private dedicate ad attività ricreative, culturali, didattiche, di studio e di ricerca scientifica come, fra gli altri, l'Acquario di Genova e quello di Livorno e, in Romagna, l'Acquario di Cattolica e i parchi 'Italia in Miniatura' a Rimini e 'Aquafan' e 'Oltremare' a Riccione. Le indagini, dirette dai pm di Forlì Michela Guidi e Federica Messina, si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio per cinque dei sei amministratori della società fallita, in gran parte componenti di un nucleo familiare noto nel riminese per la sua attività imprenditoriale in questo specifico settore (Ansa).

(Rimini) Non sarebbe asiati e sarebbe morta di anoressia. Vogliono il condizionale le due certezze a cui nelle ultime ore sono arrivati gli uomini che stanno indagando sul caso della donna ritrovata in un trolley blu ripescato sabato mattina dal porto canale di Rimini. Ieri sono arrivati da Roma anche gli investigatori della polizia scientifica. Sotto esame il cadavere. Hanno fatto radiografie al corpo, hanno recuperato le impronte palmari e tracce di Dna. L’obiettivo è quello di identificare la vittima al più presto.
La ragazza avrebbe avuto meno di 30 anni di età e sarebbe stata affetta da una gravissima forma di anoressia. Per questo la polizia sta setacciando tutti i centri di studio e di cura della malattia.
La ragazza aveva una dentatura molto curata, ma le gambe ricoperte da una folta peluria. Elementi che escluderebbero la pista asiatica.