1Rimini | Centro storico, 1,9milioni per la riqualificazione di piazze e vie

 

Centro storico, da lunedì riprendono i lavori per la riqualificazione delle vie e delle piazze. Saranno interessate dai lavori via Castelfidardo e via Galeria, via Tonini, piazzetta Ducale, via Santa Maria in Corte, piazzetta Zavagli, via Augurelli, via Farini, via Ducale e via Cavalieri, via Giordano Bruno e via Cairoli, da via Sigismondo a via Bonsi. La spesa spesa complessiva prevista è di circa 1,9 milioni di euro.
"Non è solo un’operazione di maquillage urbano - dichiarano il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto Biagini - ma un piano preciso che ha come obiettivo il rilancio complessivo del centro storico, principalmente attraverso l’immissione di nuove funzioni e vivibilità. Quelli che sino a oggi sono stati spazi troppo spesso ostaggio di smog e traffico diventeranno luoghi dell’incontro, delle relazioni, della cultura, a tutto vantaggio anche delle attività economiche e imprenditoriali ubicate nel cuore di Rimini. Non c’è dunque solo l’elemento del ‘nuovo’ ma anche della ‘scoperta’ e del rafforzamento della componente identitaria, visto che molti degli edifici storici e dei monumenti che verranno valorizzati con questi interventi, sono di fatto oggi sconosciuti ai riminesi per la loro oggettiva ‘impraticabilità fisica’".


Via Castelfidardo e via Galeria. Con la realizzazione del secondo lotto (costo 622.000 euro) si completano i lavori di riqualificazione di via Castelfidardo, oggetto negli scorsi mesi della sistemazione della pavimentazione nel tratto da via IV Novembre a via Michele Rosa e la sostituzione con lastre di pietra del conglomerato bituminoso nel piazzale antistante il mercato centrale coperto. Il progetto prevede infatti non solo la riqualificazione in sintonia con quanto già fatto nel rimanente tratto fino a via Brighenti ma anche la sistemazione del sagrato di una delle più importanti chiese storiche della città come quella di Santa Rita. Raccogliendo le indicazioni della Soprintendenza il progetto prevede, come elemento separatore fra sagrato e parcheggio di piazzetta Castelfidardo, un’aiuola di alberi ad alto fusto e piante tappezzanti, capace di creare uno schermo visivo e simbolicamente riproporre il muro della distrutta caserma Castelfidardo. Nel sagrato verrà riutilizzata come pavimentazione la selce originale mentre sull’altro lato di via Galeria saranno collocate lastre in quarzo arenite prevedendo aiuole piantumate per impedire il parcheggio selvaggio.
Resterà pavimentata in conglomerato bituminoso invece via Galeria in quanto ancor oggi interessata dal massiccio passaggio di più di cento autobus al giorno, che non permettono l’utilizzo di una pavimentazione più pregiata.


Via Tonini, piazzetta Ducale, via Santa Maria in Corte. L’intervento su via Tonini (386.000 euro) sarà caratterizzato dalla pavimentazione in pietra dell’intera carreggiata tra Corso Giovanni XXIII e via Farini così da evidenziare le eccellenze architettoniche circostanti, (in primis l’ingresso del giardino del Museo e la visuale prospettica sulla Domus del Chirurgo, ma anche la Chiesa del Suffragio), per poi riprendere gli elementi che hanno caratterizzato gli interventi sulle altre vie già riqualificate, ovvero l’utilizzo di conglomerato bituminoso colorato per le vie con banchine in selce di fiume e lastre di quarzo arenite o arenaria tipo Alberese.
La parte carrabile sarà in selce di fiume come Corso Giovanni XXIII mentre le parti pedonali saranno realizzate in lastre di quarzo arenite o arenaria tipo Alberese fiammata. Gli attuali stalli di parcheggio saranno sostituiti con arredi per la sosta, panchine, portabici e cestini.
L’intero sviluppo del passaggio pedonale lungo la via che porta in piazzetta Ducale sarà delimitato da fittoni dissuasori per evitare il parcheggio delle automobili. Qui la pavimentazione sarà in lastre di quarzo arenite con fasce di pietra bianca di Lessinia e la piazzetta offrirà una zona di sosta pedonale con l’installazione di panchine, aiuole con alberi, pubblica illuminazione del tipo di quella di Piazza Tre Martiri e la perimetrazione dell’area con fittoni dissuasori. Da segnalare come nell’intervento su via Santa Maria in Corte, l’antico tracciato delle mura Aureliane (ancora visibili all’interno del Giardino dei Musei Comunali) sarà segnalato a terra con cordoli in granito e selce di fiume.


Piazzetta Zavagli, via Augurelli, via Farini, via Ducale e via Cavalieri. In questo gruppo d’interventi (452.000 euro la spesa) solo quello su piazzetta Zavagli, sarà caratterizzato da una pavimentazione in lastra grigia e bianca con inserti in selce di fiume, mentre le rimanenti vie saranno riqualificate con l’utilizzo di conglomerato bituminoso colorato per le vie con banchine in selce di fiume e lastre di quarzo arenite o arenaria tipo Alberese.


Via Giordano Bruno e via Cairoli (da via Sigismondo a via Bonsi). Via Giordano Bruno sarà l’unica strada dell’Anello delle nuove piazze a essere riqualificata interamente con l’uso di selce e lastre in pietra. Una scelta progettuale che andrà così a completare la riqualificazione delle strade perpendicolari al decumano comprese tra la Piazza Cavour e Piazza Tre Martiri realizzata negli anni scorsi da cui via Giordano Bruno era rimasta esclusa.
La nascita di una nuova piazza di fronte alla Chiesa di Sant’Agostino, caratterizzerà invece l’intervento su via Cairoli. Uno spazio urbano interamente pavimentato in selce e lastre in pietra e arredato con i nuovi elementi dell’abaco degli arredi del centro storico, come quelli utilizzati in piazzetta San Bernardino.
Dal confine con il complesso del Teatro degli Atti la via sarà poi caratterizzata dalla corsia centrale in conglomerato colorato rosso e dalle banchine laterali realizzate in pietra o selce lungo cui (su quella a nord) sarà realizzato un percorso pedonale difeso da dissuasori veicolari per consentire il transito in sicurezza dei pedoni. Un percorso pedonale protetto che il progetto prevede di prolungare su via Bonsi fino al collegamento con via Bastioni Occidentali.
Contestualmente alla riqualificazione della sede stradale saranno abbattute le barriere architettoniche esistenti negli accessi al Teatro degli Atti e a Palazzo Lettimi prevedendo di intervenire in parte anche sulle quote delle soglie dei fabbricati.

 

rimini centro storico

tortora-scuroRimini | Sigep, contro il terrorismo una Statua della libertà tutta di cioccolato

 

Due metri e mezzo d'altezza e 1.500 chili di peso. Sono le caratteristiche fisiche della riproduzione in cioccolato della libertà che verrà ultimate ed esposta nel corso della 36esima edizione del Sigep, a Rimini fiera dal 17 al 21 gennaio. "Je suis Charlie" è la scritta che campeggerà sul libro posto nella mano sinistra della statua, perché i fatti di Parigi della scorsa della settimana sono accaduti proprio mentre l'opera al cioccolato era in fase di realizzazione. Gli attentati hanno colpito l’Accademia maestri cioccolatieri italiani, diretta da Mirco Della Vecchia, che ha deciso di dedicare la creazione a tutti coloro che si riconoscono nella lotta al terrorismo. al Sigep di potrà ammirarla il 19 gennaio nell'area 'The chocolate show' (padiglione A7), dove verrà terminata dai cioccolatieri dell'Accademia. Per testimoniare un altro dei valori del made in Italy, il gelato artigianale, al posto della fiaccola, la donna con la lunga toga innalzerà un cono gelato realizzato in vetro soffiato dai maestri vetrai di Murano. Dopo il debutto a Sigep, la Statua della libertà sarà esposta per sei mesi a Milano ad Expo 2015, nel padiglione dedicato al cacao. Infine, grazie ad accordi già definiti, il 31 ottobre sarà imbarcata su un aereo per essere trasferita a Washington dove sarà donata al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

 

statua della libertà

3b

Aeroporto di Rimini, le "verità" della Procura e le responsabilità della politica

 

Sull’aeroporto in questi giorni i riminesi si trovano a dover digerire due amare verità: la riapertura del traffico è avvolta da tali e tante incognite da farla apparire improbabile; sulla precedente gestione, quella di Aeradria, pende l’infamante accusa di associazione a delinquere. La Procura sta verificando se tutti i maggiorenti della città – rappresentanti delle istituzioni e  privati – non abbiano agito insieme e concordi per uno scopo fraudolento. La storia recente dell’aeroporto non sarebbe semplicemente costellata di errori, ingenuità e magari qualche reato ma sarebbe espressione di un progetto criminale in cui sono coinvolti tutti i big della città.  La decisione della Procura sembra una indiretta risposta ad un’esponente dei creditori di Aeradria, Cristina Pesaresi, che in una dichiarazione ai giornali si era chiesta dove fosse la centrale di malaffare per cui non era stato concesso il concordato e la continuità aziendale alla nuova gestione della società aeroportuale.

 

C’è da rimanere allibiti. Ci si aspetterebbe qualche reazione decisa da parte degli esponenti politici coinvolti. Non tanto per ribadire una propria innocenza (ne hanno tutto il diritto, fino a prova contraria) quanto per dare una lettura diversa – se esiste – da quella del complotto criminale ai danni dei cittadini contribuenti. Invece abbiano visto solo le scontate difese d’ufficio, o poco più,  dell’on. Tiziano Arlotti e del segretario del Pd Juri Magrini. Sul fronte opposto, Marco Lombardi di Forza Italia, che punta il dito sulle responsabilità politiche delle due ultime amministrazioni sia in Comune che in Provincia, senza però entrare nel merito.

 

Certo una posizione della politica non è facile, costretta com’è fra due alternative altrettanto scomode. Può rivendicare il proprio pieno coinvolgimento nella gestione di Aeradria, avendo nominato il presidente e il consiglio d’amministrazione e condiviso tutte le principali decisioni volte a rilanciare l’aeroporto.   In questo caso ci sarebbe un’assunzione di responsabilità politica, pur rigettando eventuali scivoloni penali, attribuendoli all’azione dei singoli amministratori.   Ma finora non si è visto e udito niente di tutto questo, anche perché presuppone un personale politico con gli attributi, consapevole del proprio ruolo a tutela degli interessi della collettività.

 

La politica può al contrario dichiararsi estranea, come ha fatto più volte l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali, il quale – a suo dire – quale socio di riferimento non aveva alcun accesso agli atti e quindi tutte le scelte sbagliate sono attribuibili all’ex presidente Massimo Masini e agli altri membri del consiglio d’amministrazione. È questa la posizione che fino ad oggi è andata per la maggiore, suffragata anche dalle eventuali azioni di responsabilità che Regione e Provincia hanno messo in conto di poter fare.  È una posizione poco credibile: se davvero Masini & soci avessero fatto tutto all’insaputa di Provincia, Comune e Regione, ci sarebbe da dubitare molto sulle capacità politiche e amministrative degli uomini alla guida di quegli enti.

 

La comunità riminese che si interroga su cosa sia successo in aeroporto negli ultimi anni si trova quindi di fronte alla sola narrazione proposta dalla Procura. È mancata e manca tuttora una lettura politica che, al netto delle eventuali responsabilità penali, sappia al termine dell’analisi anche indicare la strada per non ricadere in simili errori.

 

Ci spieghiamo con un esempio. Quando la Corte d’Appello di Bologna ha respinto il ricorso sul fallimento di Aeradria, ha spiegato che la società non doveva continuare ad esistere perché sarebbe proseguito quel metodo consociativo fra istituzioni pubbliche e associazioni private che aveva portato al buco di 53 milioni.  Ora, che l’aeroporto fosse gestito insieme agli albergatori lo abbiamo visto tutti. Tutti ricordiamo come il coinvolgimento degli imprenditori fosse stato presentato dalla politica come un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato. Finalmente Rimini faceva sistema per ottenere risultati nell’interesse di tutti. Bene, gli stessi personaggi, di fronte all’offensiva della magistratura, hanno reagito innanzitutto per tutelare le proprie posizioni dando mandato ai legali per eventuali azioni di responsabilità.  Il problema è dunque questo: abbiamo avuto in aeroporto un metodo consociativo talmente obliquo che è degenerato in associazione a delinquere, oppure la politica è in grado di rivendicare la correttezza del metodo seguito – la collaborazione fra pubblico e privato nella gestione di un servizio pubblico – e di indicare dove, come e quando siano stati commessi errori?

 

In attesa che qualcuno possa sciogliere questo dilemma, non si può fare a meno di osservare come anche altre notizie di questi ultimi giorni si inseriscano in questo scenario. A distanza di mesi, il curatore fallimentare Renato Santini, che è nominato dal Tribunale, si ricorda che è un atto dovuto (è invece discrezionale, obietta Lombardi, di Forza Italia) il ricorso contro il bando dell’Enac che ha escluso i beni di Aeradria dalle offerte per la gestione dell’aeroporto.  Se questo era un atto dovuto, il ricorso poteva essere presentato già all’emanazione del bando o alla conclusione delle procedure. Invece arriva adesso, quasi in concomitanza con la richiesta di proroga delle indagini sul fallimento accompagnate dall’ipotesi del reato di associazione a delinquere.

 

Sembra di assistere ad una guerra sorda fra Enac e Tribunale, fra Tribunale e società vincitrice del bando, cioè Airiminum.  A Santini, e così al Tribunale, non è piaciuto il bando Enac senza i beni di Aeradria. La società sembra non piacere al curatore Santini e quindi al Tribunale perché vi ravvisano troppi elementi di continuità con l’ultima gestione di Aeradria, quella che aveva come consulenti gli stessi soggetti che sono dietro ad Airiminum.  

 

Queste guerre sotterranee contribuiscono a rendere incerto il futuro dell’aeroporto e a minarne la riapertura a tempi brevi.  Il 21 marzo comincia la summer season dell’aviazione e se lo scalo non sarà attivo per quella data, la situazione si complicherà ulteriormente. Il sindaco Andrea Gnassi ha invocato un nuovo intervento del Prefetto per fare chiarezza e per stabilire una road map certa. Ce n’è davvero bisogno.

mattoneRimini | Aeroporto, Lombardi (FI): Responsabilità politiche evidenti, ma preoccupa l'atteggiamento di Santini 

 

"Le responsabilità politiche delle due ultime amministrazioni sia in Comune che in Provincia sono evidenti e formeranno oggetto di critica politica quando valuteremo l'operato del sindaco e del presidente della Provincia", commenta l'ex consigliere regionale di Forza Italia, Marco Lombardi che, tuttavia, si dice attualmente maggiormente preoccupato dall'"atteggiamento del curatore fallimentare che se giustamente deve tutelare i creditori, molti dei quali peraltro, e caso più unico che raro, erano contrari al fallimento sin dall'inizio", non può farlo senza "tener conto del contesto sociale ed economico in cui l'aeroporto di Rimini si colloca".


Lombardi, che di professione fa l'avvocato, "in questa sede" non entra "nel tecnico", "ma - sottolinea - se il ricorso al Tar contro il bando Enac non era un atto dovuto ma discrezionale, la sua opportunità è veramente dubbia. A parte la prudenza di Airiminum nell'entrare in una vicenda molto complicata dal punto di vista burocratico e scivolosa dal punto di vista dei rapporti politici e giudiziari, allungare i tempi di una piena operatività dell'aeroporto significa mettere in pericolo una ripresa in tempi brevi dei rapporti con vettori vecchi e nuovi che possono riportare flussi turistici e quindi indotto economico al territorio".

Lombardi Marco

Martedì, 13 Gennaio 2015 09:57

giornalaio, 13 gennaio 2015

giornalaioInchiesta Aeradria: il Pd si difende | Senza aeroporto, in crisi anche il Capodanno russo | Psc, entro l’anno l’approvazione

 

Aeradria, il Pd difende il sistema. “Ravaioli, Fabbri, Vitali, Gnassi hanno firmato per l'aeroporto (le famose lettere di patronage) atti che erano pubblici, alla luce del sole. Atti che servivano a salvare il Fellini: i benefici portati a Rimini dall'aeroporto in questi anni sono sotto gli occhi di tutti”, ha detto il deputato Tiziano Arlotti. Grave che la magistratura li accusi, aggiunge. Il segretario del Pd Juri Magrini ne ha per il curatore fallimentare di Aeradria, Renato Santini e per la nuova società di gestione. “In questa vicenda mi pare che ogni protagonista sia più attento a tutelare la propria parte che a lavorare per la riapertura del Fellini, che ancora tarda ad arrivare”, dice (ilCarlino).

 

Il sindaco sui ricorsi. Nel mezzo della tempesta investigativa sulla fallita società di gestione dell’aeroporto di Rimini, Gnassi punta il suo riflettore sul ricorso presentato al Tar dal curatore Santini per chiedere l’annullamento del bando Enac, che non impone un indennizzo ai vincitori per Aeradria. Secondo Gnassi non si tratta di un atto dovuto, ma di un impedimento formale che blocca la riapertura dell’aeroporto (ilCarlino).

 

Mai senza l’aeroporto. Contro le parole del sindaco Gnassi a un convegno sul turismo venerdì a Bologna, si scaglia Carla Franchini dei 5Stelle. Gnassi ha ripetuto che con un buon collegamento di altavelocità con Bologna, Rimini potrebbe fare a meno dell’aeroporto. Franchini stupita ha fatto notare: Gnassi ha sempre detto il contrario (ilCarlino).

 

I russi non vengono più. Natalia Medved, titolare dell’agenzia di commercio internazionale Kontatto, annuncia: "Dall’inizio della crisi ‘sovietica’, dieci mesi fa, la Riviera ha perso il 60-70 per cento dei turisti russi" perché il rublo ha perso il 70% del suo valore. I russi, spiega Natalia, erano arrivati a Rimini negli anni Novanta per caso. Spinti dalla mancanza di generi di prima necessità in patria, avevano approfittato della presenza dell’aeroporto, spiega Natalia (Corriere).

 

Cosa ha sbagliato Rimini? Rimini non ha mai partecipato allo sviluppo del turismo russo, ha lasciato che a gestirlo fossero sempre due o tre agenzie di Mosca e ha dato per scontato che sarebbe durato nel tempo, sottolinea Natalia (Corriere). Rimini ha anche sfruttato poco, aggiunge Natalia, le possibilità offerte dal turismo religioso per la presenza della reliquia di San Nicola di Bari.

 

La crisi del rublo mette in difficoltà anche il Capodanno ortodosso. Si parte oggi alle 19 con il concerto, presso la chiesa di borgo San Giuliano, del coro ecclesiastico della cattedrale ortodossa di Rimini, seguita da aperitivo e cena italo-russa. L’iniziativa rischia di andare quasi deserta, con lo scalo chiuso e sempre meno russi che sbarcano ad Ancona a causa della crisi del rublo (ilCarlino).

 

Rigenerazione urbana. E’ la parola d’ordine nell’era dello stop al cemento. Se ne è parlato ieri in commissione comunale con i tecnici del Comune che hanno nuovamente promesso la conclusione dell’esame delle osservazioni al psc entro la fine di marzo e l’approvazione definitiva di psc e rue entro fine anno (Corriere).

 

Dalla Camera di commercio, spiega il presidente Moretti: Presenteremo un progetto di rete di imprese la riqualificazione urbana che consenta agevolazioni e possibilità di accesso a finanziamenti bancari in grado di riattivare il mercato. Perché, spiega Moretti, possiamo fare tutte le norme che vogliamo, ma il problema è la mancanza di commesse (Corriere).

 

Affari con gli affitti. Secondo il Sole24ore Rimini si piazza al settimo posto in Italia e prima in regione nella classifica dei canoni più cari tra i 102 capoluoghi di provincia. L’entrata lorda per i proprietari sfiora in media i 13mila euro all’anno, oltre il 40 per cento rispetto alla media nazionale. Ci pensano poi le tasse e le spese di gestione a tagliare i profitti, denuncia la Cgil: nelle tasche dei locatori rimangono cifre che oscillano dai 5mila e 500 ai 7mila e 900 euro. Nonostante Rimini sia una delle realtà meno colpite dalle imposte (Corriere).

 

Biagio Amati: il Comune batte cassa. Ammesso tra i creditori di Escavazioni meccaniche, la ditta di Amati dichiarata fallita l’estate scorsa, Palazzo Garampi non è soddisfatto sostenendo di avere ulteriori crediti per 70mila euro. Da qui il ricorso (ilCarlino).

 

Ponte di Tiberio senza auto. Ieri sono partiti i lavori per lo ‘sfondamento’ di via Tonale sulla Statale adriatica, con la demolizione di alcuni manufatti. I lavori, che dureranno 90 giorni e costeranno 463mila euro, sono propedeutici alla pedonalizzazione del ponte (Corriere).

 

Denuncia il datore di lavoro, l’aiuto cuoco riminese, omosessuale, costretto dall’uomo ad avere un rapporto sessuale con una prostituta rumena. Dimostrami che sei un uomo, ha detto il datore al ragazzo, che ha accettato la sfida per non perdere il lavoro. Ma, vedendo che le pressioni continuavano, il cuoco è andato a raccontare tutto ai carabinieri. Il datore lo è venuto a sapere e ha iniziato con le minacce (Nuovo Quotidiano).

 

Meningite, colpito un neonato di un mese e mezzo. Arriva dalla Valmarecchia il bimbo ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Infermi di Rimini. Da più giorni il piccolo era affetto da febbre a 38, 38 gradi e mezzo, che non andava giù. Il pediatra ha consigliato ai genitori di rivolgersi all’ospedale. Nessuna profilassi per madre e padre: il batterio non è contagioso, si tratta dello pneumococco. Molto diffuso tra i bambini, provoca otiti, polmoniti e anche meningiti (ilCarlino).

 

Prima in classifica Emma Bonino, secondo Silvio Berlusconi, terzo Romano Prodi. I romagnoli hanno risposto così alla domanda della Voce su chi vorrebbero al Quirinale per il ‘dopo Napolitano’.

 

La storia. Fabio Aiuto è il 31enne riminese che dopo una laurea con lode e aver iniziato a lavorare come assicuratore decide di lasciare tutto. In treno legge un libro di Jodorowsky, “Quando Teresa si arrabbiò con Dio”, e a 27 anni decide di prendere i sacramenti. Da allora, zaino in spalla e Bibbia in tasca, vive da pellegrino (LaVoce).

1Rimini | Inchiesta Aeradria, Gnassi: Doccia fredda sulla comunità

 

"L’unica cosa che conti oggi per la comunità riminese, e per me, è che l’aeroporto ‘Fellini’ torni presto alla sua piena operatività. Questo e non altro, adesso, è interesse vero, concreto, necessario, urgente, strategico del nostro territorio". Lo dichiara il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, all'indomani dalla proroga chiesta dalla Procura di Rimini per il termine delle indagini attorno al fallimento della ex società di gestione Aeradria. Il sindaco Gnassi risulta tra gli indagati, tra i reati anche quello di associazione a delinquere.
L'interesse del territorio, sottolinea Gnassi "è stato il solo obiettivo che ha mosso gli Enti locali, la Prefettura, il tessuto economico e sindacale, anche all’indomani del fallimento di Aeradria, da una parte a sollecitare Enac alla redazione del bando pubblico per la ricerca più rapida possibile del nuovo gestore dello scalo; e dall’altra a garantire risorse finanziarie straordinarie in modo da garantire l’operatività dell’aeroporto anche nella fase transazionale".
Le ultime notizie riguardando, precisa il sindaco, "questioni giuridiche aperte, più o meno ‘dovute’ e sottoposte perfino dalla stessa curatela fallimentare", e "rappresentano una discreta doccia fredda sugli interessi della comunità riminese a una rapida ripresa dell’attività aeroportuale. Dopo che in tempi positivamente rimarchevoli Enac aveva completato la procedura di assegnazione della gestione, suscitando quantomeno un clima di fiduciosa attesa traguardato all’inizio del nuovo anno, si è entrati in un limbo in cui, a quanto si intuisce, la ripresa di questa infrastruttura strategica per l’intero tessuto socioeconomico locale è subordinata a impedimenti formali. Impedimenti che sembrano più destinati a tutelare posizioni ‘pro domo’ propria piuttosto che salvaguardare l’interesse comune. A fronte di tutto questo, giudicato esternamente incomprensibile, è a questo punto necessario che tutti gli eventuali problemi tecnici o meno si appalesino e siano messi sul tavolo per una loro subitanea soluzione. Se, a parole, tutti si è concordi che l’aeroporto riparta ‘presto e bene’, bisogna che si operi nei fatti affinché questo avvenga. Non si può neanche generare il sospetto che ci sia chi lavori per l’esito opposto".
Gnassi conclude chiedendo al prefetto di convocare "entro la prossima settimana la conferenza permanente, in modo da stabilire con esattezza il punto in cui siamo".

 

andrea gnassi

tortora-scuroRimini | Via Tonale fino alla Statale, partiti i lavori

 

Via Tonale arriverà sulla Statale 16, questa mattina sono partiti i primi lavori del cantiere con alcune demolizioni. Si tratta, ribadiscono dal Comune, di uno degli interventi prioritari per la fluidificazione del traffico cittadino e per il progetto di riqualificazione urbana previsti per l’area del Borgo San Giuliano. Parla di "intervento strategico" l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Biagini. A lavori ultimati, spiega l'amministratore, diventerà "possibile scaricare parte del flusso d’attraversamento della città dall’asse mediano (via Emilia, via XXIII Settembre, via Matteotti, via Roma fino a Miramare) sulla statale 16 dove già, nel luglio scorso, eravamo intervenuti direttamente in vece di Anas per il miglioramento funzionale della rotatoria davanti allo stadio del baseball, tra la via Emilia e la via Adriatica".
L’intervento progettato dai tecnici dei Lavori pubblici prevede la realizzazione di una bretella di collegamento tra la via Tonale e la Statale 16 e di una rotatoria all’intersezione con via Bagli. Un’intersezione a raso, dotata di corsie specializzate di entrata e di uscita, regolamenterà l’innesto tra la nuova bretella e la Statale 16. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un percorso ciclopedonale sull’argine del fiume Marecchia, dalla nuova rotatoria di Via Bagli fino a unirsi al passaggio pedonale sulla SS 16 Adriatica appena ristrutturato da Anas.
L’intervento, dal costo di 463.230 euro (a cui vanno aggiunti 10.000 euro per la sicurezza), avrà la durata massima di 90 giorni ed è realizzato dalla Cooperativa Braccianti Riminese che con la miglior offerta si è aggiudicata la gara d’appalto.

 

via tonale - cantiere bretella 01

2Rimini | Il riccionese Gregoretti sfida la Patagonia

 

L’ultrarunner riccionese Stefano Gregoretti è l'unico europeo a partecipare alla spedizione internazionale che ha come obiettivo l’attraversata in semi-autosufficienza del deserto della Patagonia, il più vasto dell’intero continente americano e settimo al mondo per estensione. Gregoretti lo percorrerà correndo assieme ad altri due assi dell’ultra trail mondiale: i canadesi Ray Zahab, Ryan Grant.
La sfida prevede 1.200 chilometri da percorrere attraverso il grande altopiano desertico situato al di sotto del 40esimo parallelo. Partiranno dall’Oceano Atlantico e saranno circondati dalla cordigliera delle Ande. Affronteranno condizioni estreme: dal soffocante caldo giornaliero che supera i 40 gradi centigradi al freddo gelido della notte, con temperature che scendono anche di 10 gradi sotto lo 0. A rendere ancor più impervia la missione ci potrà essere il vento forte, con raffiche che raggiungono i 60 Km/h tanto da necessitare di occhiali a maschera per fermare la sabbia e polvere.
I tre ultra runner hanno percorso i primi 50 chilometri di ‘riscaldamento’ per abituare il corpo alle temperature e all’altitudine. Nei prossimi giorni i ritmi accelereranno arrivando a coprire giornalmente circa 70 chilometri. Il tempo stimato per completare la missione è di 21 giorni. A loro disposizione avranno un team che penserà alla logistica come il trasporto e montaggio dell’accampamento, preparazione del cibo e rifornimento di acqua ogni 10 ore circa, considerando che il consumo di acqua va dai 6 agli 8 litri al giorno. Dormire bene, mangiare buoni pasti sarà fondamentale, in particolare si ciberanno di riso, patate, olio e sale, per ottenere carboidrati, sali senza appesantire l’organismo. Durante il tragitto invece dovranno pensare a se stessi, rifocillandosi con barrette e gel energizzanti.L’impresa è seguita anche da una troupe professionale, che fornirà le riprese al National Geographic.

 

Gregoretti in Patagonia - Trio partenza

1Rimini | Il mattone qui rende di più

 

Nuova indagine del Sole 24 ore. Questa volta il quotidiano di Confindustria si è concentrato sulla redditività del mattone. Ne risulta che il peso della tassazione a Rimini è inferiore rispetto alla media nazionale, con una ‘erosione’ più contenuta del rendimento (dal 38% con cedolare al 57% con prelievo ordinario, contro una media italiana che va dal 42% al 60%). Rimini si conferma con un canone medio lordo tra i più alti (12.810 euro annui contro una media nazionale di 8.982). Il ritorno medio annuo sul capitale investito va da 2,75 (con la cedolare) a 1,93% (tassazione ordinaria).


"La continua incertezza che incombe sul tema della tassazione degli immobili, con la conseguente confusione per i contribuenti, e la crisi economica che non accenna a mollare la presa hanno contribuito a indebolire una delle certezze su cui si basa da sempre la nostra economia: la casa come un investimento solido", è il commento dell'assessore al bilancio, Gian Luca Brasini. "L’analisi del Sole 24 ore sul rendimento degli immobili (che, sottolineiamo, riguarda gli immobili diversi dalla prima casa e quindi i possessori di seconde abitazioni) non mette in luce solo quella che ormai è purtroppo diventata un’ovvietà, ovvero che sono aumentate le imposte sulla casa e parallelamente sono diminuiti gli affitti, ma mette in evidenza come ci siano zone in Italia dove possedere un’abitazione da mettere sul mercato per la locazione sia più vantaggioso. Una ‘mappa’ che vede Rimini tra le città in Italia dove da una parte la pressione fiscale sulle abitazioni in affitto è più bassa e dall’altra vanta tra le redditività più alte, almeno a confronto con gli altri capoluoghi di regione".


In definitiva, i numeri e le "percentuali dunque sembrano confermare come a Rimini, grazie all’appetibilità del territorio e anche alle politiche di contenimento della tassazione che stiamo mettendo in campo, i proprietari di immobili siano in condizioni migliori rispetto ad altre realtà del Belpaese. Al di là della statistica però, non ci resta che sperare che si faccia presto ordine sulla tassazione degli immobili, affinché si possa avere maggiori strumenti per dare certezze ai contribuenti e far sì che la casa torni ad essere un investimento in cui credere e non solo una fonte di incognite e riserva di risorse a cui lo Stato può attingere".

 

gian-luca-brasini

tortora-scuroRimini | Edilizia, in commissione si parla di 'rigenerazione'

 

Una commissione comunale molto partecipata quella che si è svolta stamani a Rimini con a tema l'edilizia. Oltre ai consiglieri comunali sono stati presenti l'assessore Roberto Biagini, il dirigente Alberto Fattori e diversi tecnici. Presente anche il presidente dell'Ordine degli architetti, Roberto Ricci. La seduta è stata richiesta dal consigliere comunale di Ncd Nicola Marcello con lo scopo di discutere la mozione derivante da un'interrogazione del 3 ottobre scorso al sindaco. A tema la rigenerazione urbana (fino a qualche tempo fa si parlava di ristrutturazioni).


"Considerando - spiega il consigliere - che nel corso di questa legislatura sono stati in molti a invocare l'emanazione di nuovi strumenti urbanistici, come Rue (Regolamento urbanistico edilizio), Psc (Piano strutturale comunale) e Poc (Piano operativo comunale), mentre di fatto a oggi l'unico nuovo atto che abbiamo è il famigerato 'Master Plan' resta,  da rilanciare l'economia urbanistica locale con il suo indotto. Per farlo si potrebbe, per esempio, rendere operativi i contenuti del Decreto del fare (del giugno del 2013) e approfittare delle novità introdotte dalla Legge regionale 15 del luglio 2013, riguardante la semplificazione della disciplina edilizia". Perché il Comune di Rimini non lo fa?
Il Decreto in particolare, fa notare Marcello, permette di effettuare riqualificazioni libere dalla sagoma esistente (norma che ovviamente non si applicherebbe ai monumenti e ai beni vincolati), ovvero la possibilità di spostare i volumi, magari concentrandoli su più piani e ridurre così le superfici. "Una norma che favorisce la riqualificazione a vantaggio di tutti i cittadini, non solo dei costruttori, e che non favorisce, invece, le speculazioni. Permetterebbe addirittura a chi lo desidera di ricostruire meno rispetto ai metri preesistenti, cosa che senza il Decreto non sarebbe possibile", sottolinea Marcello.


"Il fatto - ha spiegato l'assessore Biagini - è che dal 2013 ad oggi si sono susseguite diverse leggi nazionali e regionali che in fatto di ristrutturazione mantengono delle incongruenze tra loro e non danno ad oggi nessun tipo di certezza. Se lo Stato dice una cosa e la Regione ne dice un'altra, in pratica quale delle due norme si applica?", si domanda l'assessore auspicandosi un intervento della Procura nel dirimere la questione.


Sul tema dell'incertezza normativa si è soffermato anche il presidente degli architetti. "Gli intenti sono buoni, a noi sta a cuore la rigenerazione urbana, la possibilità di demolire e ricostruire, mettendo in sicurezza gli edifici dal punto di vista innanzitutto sismico e poi anche energetico. Siamo tutti d'accordo col fatto che è ora di smetterla di consumare suolo. Ma la questione è che noi abbiamo anche bisogno di certezze da dare ai nostri clienti", sottolinea Ricci. Un'accelerazione dei tempi è indispensabile, hanno fatto notare i professionisti, per ridare slancio all'economia, oltre che per dare risposte adeguate ai cittadini.


Quello della rigenerazione, ha sottolineato il consigliere del Pd, Giovanni Pironi, è un tema che va affrontato anche per la parte rurale, ma è necessario qui l'intervento della Regione. "Sarebbe utile agire sulla legge regionale 20 del 2000 per eliminare il vincolo dei 250 metri per una sola unità immobiliare, dando anche qui la possibilità di frazionare. Le leggi di 14, 15, anni fa sono obsolete e non più aderenti alla realtà. Abbiamo cambiato governatore. Cambiamo, quindi, anche le regole perché il mondo è cambiato. E anche perché bisogna avere cura del forese".


Tra i nodi al pettine anche l'esame delle osservazioni a Psc e Rue, circa 1700 di cui numerose plurime, per un totale effettivo di 2.100 richieste. Il Comune ha promesso di consegnare le risposte entro la fine di marzo. Da qui l'iter per l'approvazione definitiva degli atti che però si prevede, almeno a norma di legge, un po' lunga e ricca di passaggi e rimpalli delle carte tra Comune e Provincia. Sembra che attualmente la stessa Provincia manchi del tecnico che dovrà seguire la questione, affidato part time al Comune di Cattolica. Rientrerà, è stato assicurato oggi in commissione. Ma gli strumenti urbanistici, ottimisticamente e approfittando dell'accelerazione delle ultime ore, non saranno pronti prima della fine dell'anno.


Tornando alla mozione, i tecnici del comune hanno risposto a Marcello di aver già recepito la possibilità offerta dal decreto governativo di venire meno al vincolo di sagoma nelle rigenerazioni. Marcello, però, si è dichiarato insoddisfatto chiedendo che del tema si torni a parlare in consiglio comunale, per una risposta ancor meglio definita e precisa.

 

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