2Rimini | Privatizzazione fiera e palas, l'emendamento bocciato 

 

Bocciato ieri sera in consiglio comunale l'emendamento a firma Eraldo Giudici, gruppo misto, "che indica - spiega il consigliere di Ncd - le linee essenziali del bando per la scelta dell’advisor incaricato di procedere, in collaborazione con gli uffici, alla predisposizione del bando di gara con tutti i documenti allegati, alla lettera di invito, all’assistenza al data room per consentire ai potenziali concorrenti l’esame dettagliato della situazione societaria delle controllanti e delle controllate".


La bocciatura da parte della maggioranza di un emendamento che non sarebbe affatto dispiaciuto all'assessore comunale alle partecipate, Gian Luca Brasini, (così riferisce Giudici) ha un significato preciso: il Comune non vuole davvero privatizzare.
"L'emendamento intendeva fissare criteri più precisi e contenuti", spiega Giudici. "Riteniamo infatti che dall’incarico all’advisor, che l'ente pubblico dovrebbe effettuare con un bando, possa discendere da subito un vero percorso di privatizzazione".


Secondo il consigliere di Ncd "la delibera inizia con una errata impostazione, che non corrisponde alla realtà dei fatti, in quanto l’oggetto dichiarato sarebbe perseguito “subordinando l’effettiva futura decisione e l’effettivo tentativo di privatizzazione all’esito del lavoro dell’advisor …”". Si tratterebbe di "una posizione singolare in quanto la proprietà, oltre ad essere soggetta (come pare risulti da recenti articoli di stampa) alla volontà del management (il che è tutto dire) si dovrebbe rimettere alla decisione di un soggetto terzo, quale è l’advisor".
Poco rassicurante, fa notare Giudici, anche il fatto che "la stessa relazione dirigenziale che accompagna la delibera indica tra le “Considerazioni ed elementi utili per la discussione”, che “Con questo atto non si decide ancora di privatizzare……”". Insomma, "la decisione del Consiglio Comunale sarebbe rinviata all’esito del percorso dell’advisor, che dovrà procedere “alla verifica della concreta praticabilità della suddetta privatizzazione e dell’individuazione delle relative modalità e tempistiche”".


Considerando che "l’advisor non può essere un studio professionale operante sul territorio locale, ma una struttura di tipo aziendale, che operi anche a livello internazionale, con dimostrate pregresse esperienze", fa notare Giudici come "avremo pertanto un advisor esploratore e/o promotore che dovrà verificare la disponibilità di eventuali concorrenti. Un procedura che lede il principio fondamentale della parità di trattamento fra i potenziali concorrenti, e che potrebbe dar luogo a segnalazioni alla Corte dei Conti ed all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato".


Della poca decisione in giunta in merito alla privatizzazione non fa mistero lo stesso Brasini. "L’avvio del percorso di privatizzazione non è la soluzione a tutte le difficoltà - dichiara l'assessore - che il mercato ci sta restituendo e non è l’unica soluzione possibile. Non a caso abbiamo sotto gli occhi esperienze di fiere a maggioranza privata, come quelle di Padova e Torino, che sono in evidente crisi e che sono agli ultimi posti in Italia. Rimini, al contrario, in un contesto nazionale che presenta molte criticità e su un mercato molto concorrenziale, resiste ed è al quarto posto in Italia per numero di presenze, oltre ad aver avuto negli anni una redditività che ha consentito un autosostentamento del debito, senza ricapitalizzazioni pubbliche. Ma certo non va sminuita la novità dello sblocco formale del cammino della privatizzazione".
Brasini parla di "cambio culturale" e rispetto all'advisor precisa che "si darà mandato a Rimini Congressi di pubblicare un bando ad evidenza pubblica per la ricerca di un advisor che faccia un’attività di verifica sul mercato nazionale ed internazionale. L’advisor sarà libero di sondare il mercato, ma il bando ovviamente prevederà prescrizioni fondamentali, due su tutte: la massima trasparenza e la precisazione del ruolo dell’advisor, che non avrà il compito di servirci su un vassoio un acquirente, ma capire il valore sul mercato del nostro sistema fieristico congressuale e le possibilità che questo ci offre".

tortora-scuroRimini | In corso cantieri per 95milioni, Biagini: La città è in movimento

 

Se ne è parlato questa mattina in commissione controllo a Rimini. Il presidente Carla Franchini ha voluto fare il punto della situazione in merito ai cantieri aperti in città dopo l'approvazione del bilancio. A relazionare l'assessore ai lavori pubblici del comune di Rimini, Roberto Biagini. "Carta alla mano tra i cantieri attualmente aperti e quelli che apriranno entro fine anno mettiamo in moto opere per oltre 90 milioni", risponde l'assessore con sotto gli occhi i dettaglio di una quarantina circa di interventi.


"Se si guarda semplicemente a quanto stiamo facendo in fatto di mobilita, qualità urbana ed edilizia pubblica abbiamo sul fuoco lavori per 33,6 milioni di euro", spiega Biagini. "Se a questi aggiungiamo i 32milioni per il teatro Galli e i 30mila per lo sdoppiatore de depuratore superiamo ampiamente la cifra. Una cifra che ci permette di dire che la città, nonostante il periodo di crisi, è in movimento".


A proposito del cantiere del teatro Galli, attualmente fermo a causa della buco dell'impresa appaltatrice, la cooperative Cesi di Imola, messa in liquidazione, Biagini annuncia che "la Cooperativa costruzioni si è impegnata a trovare una nuova mandataria. Quindi non si rende necessaria una risoluzione del contratto".


Nel dettaglio si stanno investendo 10,7 milioni in mobilità (tra cui i lavori per la fluidificazione dell'asse mediano, ma anche il ponte di via Coletti), 1 milione in qualità urbana, 15,2 in edilizia pubblica e 6,7 in edilizia scolastica (tra cui quelli per l'edificio della nuova scuola primaria di Villaggio Primomaggio).

Venerdì, 25 Luglio 2014 14:56

ladri di biciclette

Ladri di biciclette, il film di Vittorio De Sica, in cartellone per il cinema alla corte degli Agostiniani domani alle 21,30 (ingresso libero), sarà introdotto dallo scrittore riminese Marco Missiroli

10b Consiglio su fiere, congressi e privatizzazione. La Regione resta l'ospite atteso

 

Il sindaco Andrea Gnassi è sempre sorprendente. Nei giorni scorsi, dopo la conferenza stampa di Lorenzo Cagnoni, era intervenuto nel dibattito sulla privatizzazione del polo fieristico congressuale con una proposta che aveva tutta l’aria di svelare il piano alternativo del presidente di Rimini Fiera. Gnassi in sostanza aveva detto che la Regione doveva intervenire per ricapitalizzare le fiere di Rimini e di Bologna: una immissione di denaro fresco che avrebbe dato ossigeno ai soci pubblici alle prese con il mutuo da pagare a Unicredit.  Ieri, concludendo il dibattito svoltosi in consiglio comunale, non ne ha fatto minimamente cenno. Si è limitato ad osservare che ad un confronto con Bologna Rimini non va con il cappello in mano ma con la forza della sua presenza positiva nel mercato fieristico.  Qualcuno lo ha consigliato di essere più prudente?
Per il resto Gnassi è apparso come una sorta di megafono di Cagnoni. Ha ripercorso la vicenda del polo fieristico congressuale esattamente negli stessi termini e con gli stessi passaggi usati dal presidente di Rimini Fiera per sostenere che parlare di rischio default è ridicolo. E’ stata tutta un’esaltazione del modello Rimini rispetto ad altre situazioni, a partire da Milano. Fra l’altro Gnassi ha sostenuto che la fiera di Milano è nata grazie ad un gigantesco motore immobiliare, lasciando intendere che così non è stato a Rimini. In realtà anche a Rimini c’è stato il motore immobiliare: basta osservare tutti gli insediamenti su via Turchetta.
Gnassi ha concluso che la privatizzazione non è una ideologia su cui dividersi o schierarsi, ma la ricerca di un partner strategici in relazioni a progetti industriali.  I soci pubblici esamineranno le risultanze del sondaggio dell’advisor e si vedrà.  
Alle delibere in votazione la minoranza dell’ex Pdl aveva proposto un emendamento che impegnava a fare subito un bando per la privatizzazione, senza aspettare la ricerca preventiva dell’advisor. È stato respinto dalla maggioranza.
il Consiglio era chiamato a discutere ed approvare due delibere, quella per le “modifiche degli statuti di Rimini congressi s.r.l., Rimini fiera spa (con la possibilità dei privati di avere la maggioranza), e Società del Palazzo dei congressi spa” e quella per l’ “Avvio del percorso di privatizzazione del settore fieristico-congressuale riminese (con la ricerca dell’advisor). Mentre la prima è stata approvata col voto favorevole della maggioranza, quello contrario del M5S e Sel e l’astensione del Pdl, Noi per la Romagna e i consiglieri del gruppo misto Renzi e Giudici; la seconda è stata votata per appello nominale: 18 i voti favorevoli, 7 quelli contrari (M5S, Sel Gruppo misto), 3 astensioni (Pdl).
Oggi si riunisce l’assemblea di Rimini Fiera spa per approvare le modifiche statutarie decise dai soci pubblici (Provincia, Comune e Camera di Commercio).

 

1Rimini | Privatizzazione fiera e palas, via libera del consiglio comunale

 

Approvate ieri da un consiglio comunale affatto unanime le delibere per la privatizzazione di fiera e palas. Alle “modifiche degli statuti di Rimini congressi s.r.l., Rimini fiera spa, e Società del Palazzo dei congressi spa” favorevole la maggioranza, contrari 5Stelle e Sel, astenuti Pdl, Noi per la Romagna e gruppo misto. Appello nominale per la delibera che sancisce l'"Avvio del percorso di privatizzazione del settore fieristico-congressuale riminese", ovvero la ricerca dell'advisor: 18 i voti favorevoli, 7 quelli contrari (M5S, Sel Gruppo misto), 3 astensioni (Pdl).


A seguire si sono votate: la convenzione di Anthea srl, approvata con maggioranza favorevole e minoranza astenuta; la mozione Tamburini su “Creazione di un registro patologie del territorio su standard georeferenziato” ha conquistato un pareggio (7 voti favorevoli, altrettanti quelli contrari, 4 le astensioni) e con esso il diritto ad essere ripresentata per un nuovo voto nella prossima seduta; la mozione Renzi per "Istituire i nuclei cinofili nella Polizia municipale di Rimini per la tutela della legalità e della sicurezza nella nostra città" respinta col voto contrario della maggioranza, l’astensione del M5S e del consigliere Brunori e il voto favorevole del proponente Renzi, dei consiglieri Casadei e Mauro.

Venerdì, 25 Luglio 2014 08:58

giornalaio, 25 luglio 2014

giornalaioEnac, dubbi su Campana e Maniscalco. Turismo: si potesse sciogliere il cemento. Vitali chiede un nuovo metodo per il Pd 

 

Aeroporto, i dubbi di Enac. La cordata che secondo indiscrezioni desterebbe le preoccupazioni della commissione per il riaffidamento della gestione sarebbe quella formata dal consorzio per l'aeroporto e Abn (Sole24Ore). Non piacciono i nomi di Pier Francesco Campana e Giovanni Maniscalco. "Campana è stata più volte al centro di importanti inchieste, per riciclaggio e altri reati. Il suo nome è noto alla cronache, così come quello di Giovanni Maniscalco, che è il vice presidente del Consorzio ed ex amministratore degli aeroporti di Palermo e Trapani" (ilCarlino).


Turismo, sciogliere il cemento. Ieri il sindaco di Rimini Andrea Gnassi all'assemblea Anci sul decreto Cultura turismo. "Dobbiamo liberare gli 8mila chilometri di coste dal cemento e utilizzare quel territorio in maniera che sia effettivamente attrattiva", ha detto il sindaco, indicano poi a tutti Rimini com esempio su come aggredire l'Expo per via della manifestazione Al meni (ilCarlino).


Il sindaco di Rimini a capo della nuova Provincia. Ieri il presidente Stefano Vitali ha parlato dell'elezione del suo successore. Sarà scelto il 28 settembre tra i sindaci della provincia da sindaci e consiglieri comunali secondo un indice che pondera gli aventi diritto al voto delle città. Un voto su tre spetterà a Rimini (ilCarlino).
Un nome condiviso. E' quello che chiede Vitali, dopo i primi endorsement in casa Pd. Nulla contro l'amico Gnassi proposto dal segretario Magrini, anzi. Ma il metodo deve essere diverso. Su questo come su tutti gli altri temi che spetteranno alla nuova provincia: basta con il Pd che decide e poi va dagli altri, in altre parole (Corriere).

rossoRimini | Economia, provincia lenta nell'export con 0,56% di incremento. Ecco perché nasce Casia

 

Tra il 2011 e il 2013 la Provincia di Rimini ha registrato il più basso incremento delle esportazioni (+0,56%) rispetto alle altre Province dell’Emilia Romagna, fatta eccezione per Ferrara. Tale incremento dell’export è inferiore alla variazione media registrata in Emilia Romagna (+5,89%), nel Nord Est (+3,63%) e, più in generale, in Italia (+3,71%). Il dato è stato fornito oggi in Comune a Rimini nel corso della presentazione di Casia, un nuovo ufficio in seno a Itinera, società partecipata che si occupa della formazione in ambito turistico.


Se si va ad analizzare i flussi di commercio estero per macroaree, le esportazioni delle aziende della Provincia di Rimini verso l’Asia Orientale registrano una crescita del 28,95% (con un picco del + 36,9% nel periodo 2011-2012). Le quote delle esportazioni relative alla Provincia di Rimini l’Asia Orientale rappresentano solo il 7,2% del loro totale. Tale percentuale è di poco inferiore alla media italiana (circa il 7,7% del totale delle esportazioni) ma molto più bassa rispetto alle Province più industrializzate.


Per esempio, nel 2012 l’Asia Orientale rappresentava la seconda area di sbocco per le esportazioni della Provincia di Bologna: le esportazioni verso quest’area ammontavano al 12.5% del totale. Anche a livello nazionale, i flussi commerciali verso queste aree sono ridotti. La quota delle esportazioni della Germania verso i paesi dell’Asia è pari al 16% del totale (l’ammontare complessivo delle esportazione per il 2013 ammontano a 1.387 miliardi di euro contro i 475 miliardi di euro di esportazioni italiane).


Il problema è di natura culturale: a volte mancano le conoscenze o le competenze per identificare e valutare le minacce e le opportunità offerte da Paesi lontani. E' per questo che è nata Casia con il fine di supportare le imprese italiane nel loro oramai imprescindibile percorso di avvicinamento ai Paesi dell’Asia Orientale. Tra le iniziative anche il master per neolaureati, imprenditori, dirigenti e funzionari di impresa desiderosi di acquisire le competenze specialistiche necessarie per prendere parte a iniziative di internazionalizzazione nell’Est Asiatico. Le lezioni si svolgeranno in italiano dal 7 novembre 2014 al marzo 2015 per la durata di 115 ore complessive (costo di iscrizione: 1300 euro più iva) al venerdì e al sabato per tre week end al mese.

Giovedì, 24 Luglio 2014 16:27

rotonda tra le vie savonarola e ravegnani

Concluso nella notte, da questa mattina una nuova rotatoria regola la viabilità all’incrocio tra via Savonarola – via Ravegnani, il primo dei 21 cantieri che caratterizzano l’intervento complessivo progettato dai Lavori pubblici del Comune di Rimini che mira a snellire il traffico lungo l’asse parallelo alla Ferrovia e alla Statale 16, da nord a sud della città

tortora-scuroRimini | Turismo, Petitti e Gnassi all'assemblea dell'Anci

 

Assemblea Anci (associazione nazionale dei comuni italiani) questa mattina a Roma sul decreto Cultura Turismo. A rappresentare Rimini c'erano il sindaco Andrea Gnassi, anche in qualità di presidente della commissione turismo dell'Anci, e il deputato del Pd Emma Petitti.


"Abbiamo scarpe e abiti ma ancora troppe toppe. Dobbiamo capire se il Paese vuole investire sul serio su assi strategici come cultura e turismo. Il decreto Franceschini segna di certo un cambio di marcia per valorizzare nostri giacimenti, ora occorre che questi giacimenti producano economia, sviluppo e posti di lavoro", ha detto Gnassi. "Bene il decreto – ha sottolineato il sindaco di Rimini – ma siamo ancora nella situazione del vorrei ma non posso. Il turismo in Italia porta 161 miliardi al pil e quasi tre milioni di occupati. Le prospettive degli spostamenti ci dicono che nei prossimi anni viaggeranno 2 miliardi di persone. E’ questa la cifra su cui dobbiamo muoverci per capire come rilanciare il turismo in Italia".
In conclusione il primo cittadino riminese ha anche esortato i Comuni italiani a chiedere "di aumentare la consapevolezza del Paese sul sistema culturale e turistico. I Comuni ci sono e sono a disposizione per partecipare a tutte le decisioni incisive che vadano in questo verso".


Secondo l'onorevole Petitti, "il decreto Franceschini rappresenta solo un primo tassello: su turismo e cultura serve una legge più strutturata anche in vista della revisione del titolo V della Costituzione. Ma il provvedimento governativo è un buon punto di partenza".
"Il provvedimento, come licenziato dal governo, lo abbiamo migliorato in diversi punti, come sul tema dei distretti turistici e dei progetti pilota di semplificazione amministrativa", ha ricordato la parlamentare.
Tuttavia, al di là di questo decreto, "il lavoro da fare è ancora enorme anche se segnato da quanto è già stato fatto. Sono certa che, specie grazie all’apporto degli enti locali, riusciremo a contribuire alla costruzione di un nuovo modo di utilizzo della cultura come volano strategico per lo sviluppo”, ha concluso Petitti che, a margine ha indicato nella riqualificazione urbana, nelle concessioni demaniali, nella riqualificazione degli assi commerciali e nella riorganizzazione e potenziamento delle reti delle città turistiche i temi da mettere ancora maggiormente a fuoco, "indispensabili per il rilancio del turismo".

2Stop Murri, Giudici: Comune dovrà risarcire lavori eseguiti

 

Se fossero confermate le indiscrezioni secondo cui la Valdadige fosse in liquidazione volontaria cosa ne sarebbe della riqualificazione della colonia Murri? E che responsabilità avrebbe il Comune di Rimini? Se lo domanda, e lo domanderà in consiglio comunale questa sera al sindaco di Rimini Andrea Gnassi, il consigliere di minoranza Eraldo Giudici.


Le indiscrezioni a cui fa riferimento il consigliere dell'opposizione riguardano sia la possibilità che i lavori vengano affidati a un altra ditta, che acquisterebbe la colonia dai proprietari in liquidazione, sia l'effettiva messa in liquidazione della società con annesso accordo per la cassa integrazione guadagni straordinaria per la maggioranza dei dipendenti. Di tutto ciò, qualora fosse vero, sarebbe allo scuro il Comune.


"Temo ci sia il rischio che il Comune, qualora i lavori non proseguissero, possa essere tenuto a risarcire i lavori eseguiti sui fabbricati della ex colonia Murri", dice Giudici. "Fin dal settembre 2010, prima in commissione 3 e 5, e poi in Consiglio, durante la discussione per l'approvazione della nuova Convenzione per la Murri, posi la questione della penale per l’impresa di 3,5 milioni di euro, e dell’obbligo per il Comune di rifondere tutti i lavori eseguiti, il cui importo non era stato compiutamente determinato".