Aggiornamento coronavirus: 96 positivi, un decesso, + 2 in terapia intensiva
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 320.632 casi di positività, 1.578 in più rispetto a ieri, su un totale di 35.928 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 4,4%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 80 in su; proseguono prenotazioni e vaccinazioni anche per il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Riprese anche le prenotazioni e le somministrazioni vaccinali per le persone dai 75 ai 79 anni, dopo il via libera dell’Agenzia europea dei medicinai (Ema) sul vaccino AstraZeneca e l’autorizzazione di Aifa.Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 707.624 dosi; sul totale, 247.054 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 684 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 418 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 654 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,6 anni. Sui 684 asintomatici, 383 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 26 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 69 con gli screening sierologici, 5 tramite i test pre-ricovero. Per 201 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 356 nuovi casi e Modena (296); poi Reggio Emilia (192) e Parma (187), quindi Ferrara (101), Cesena (99), Rimini (96), Piacenza (80). Seguono le province di Forlì (67), Ravenna (65) e Imola (39). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 20.994 tamponi molecolari, per un totale di 3.858.286. A questi si aggiungono anche 131 test sierologici e 14.934 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.671 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 235.512. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 73.596 (-1.150 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 69.542 (-1.117), il 94,5% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 57 nuovi decessi: 1 in provincia di Piacenza (un uomo di 78 anni); 2 nel parmense (due donne, di 66 e 91 anni); 2 nella provincia di Reggio Emilia (entrambe donne, di 74 e 81 anni); 9 nella provincia di Modena (quattro donne di 53, 73 e due di 79 anni; cinque uomini, di 64, 68, 72, 75 e 92 anni); 23 nella provincia di Bologna (9 donne: di 46, 65, 66, 76, 82, 87, due di 88 e una di 90 anni residente a Imola; 14 uomini - di 65, 70, 72, due di 77, di cui uno residente a Imola, 79, due di 81, 82, due di 84, 86, 89 - residente a Imola - e 92 anni); 4 nella provincia di Ferrara (una donna di 61 anni e tre uomini di 79, 86 e 92 anni); 3 in provincia di Ravenna (due donne, di 86 e 92 anni, e un uomo di 83 anni); 12 in provincia di Forlì-Cesena (sei donne, di 74, 78, 79, 83, 84 e 93 anni; sei uomini, rispettivamente di 61, 68, 73, 77, 83 e 94 anni); 1 nel riminese (una donna di 89 anni). In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.524.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 395 (+5 rispetto a ieri), 3.659 quelli negli altri reparti Covid (-38). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1), 25 a Parma (+1), 33 a Reggio Emilia (+1), 77 a Modena (-1), 119 a Bologna (-1), 32 a Imola (-1), 35 a Ferrara (+2), 19 a Ravenna (+2), 10 a Forlì (+1), 7 a Cesena (numero invariato rispetto a ieri) e 29 a Rimini (+2).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.363 a Piacenza (+80 rispetto a ieri, di cui 52 sintomatici), 21.756 a Parma (+187, di cui 104 sintomatici), 39.064 a Reggio Emilia (+192, di cui 102 sintomatici), 55.204 a Modena (+296, di cui 195 sintomatici), 69.370 a Bologna (+356, di cui 206 sintomatici), 11.216 casi a Imola (+39, di cui 17 sintomatici), 18.728 a Ferrara (+101, di cui 30 sintomatici), 24.839 a Ravenna (+65, di cui 29 sintomatici), 12.734 a Forlì (+67, di cui 56 sintomatici), 15.853 a Cesena (+99, di cui 63 sintomatici) e 30.505 a Rimini (+96, di cui 40 sintomatici).
Prefettura, firmato il protocollo contro la violenza sulle donne
(Rimini) Sottoscritto oggi in prefettura il “Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto delle violenze nei confronti delle donne”, a compimento di un percorso di approfondimento condotto da vari soggetti istituzionali e associativi: Prefetto, Procuratore della Repubblica, Presidente del Tribunale, Presidente della Provincia, Vicesindaco Comune di Rimini (anche in qualità di Comune capofila del Distretto Socio-Sanitario Rimini Nord), Sindaco Comune di Cattolica (in qualità di ente capofila per le tematiche di contrasto alla violenza e in rappresentanza dei Comuni del Distretto di Riccione), Direttore Ufficio Esecuzione Penale Esterna, Direttore Casa Circondariale di Rimini, Direttore Azienda Unità Sanitaria Locale Romagna, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna - Ufficio VII – Ambito territoriale di Forlì-Cesena e Rimini, Questore, Comandante Provinciale Carabinieri, Consigliera di Parità Provincia di Rimini, Sindaci Comuni Distretto Sociosanitario Rimini Nord, Sindaci Comuni del Distretto di Riccione, Centro Antiviolenza del Comune di Rimini “Rompi Il Silenzio” e Centro Antiviolenza distrettuale di Riccione “CHIAMA ChiAMA”
."Il documento, articolato alla stregua della analisi delle molteplici forme di violenza contro le donne nel quadro normativo di riferimento delineato dal 2009, è incentrato sul perseguimento degli obiettivi di tutela e di sostegno delle vittime attraverso il costante monitoraggio del fenomeno, il coordinamento delle azioni e la cooperazione fra soggetti pubblici e privati operanti nello specifico settore", spiegano dalla prefettura. "Nel disegno complessivo di protezione delineato dallo strumento pattizio la realizzazione concreta di tali finalità muove principalmente da una precisa consapevolezza: la necessità di perseguire la tutela delle donne in due direzioni, attivando, da un lato, strumenti educativi ed informativi rivolti a coloro che hanno subito violenza e realizzando, dall’altro, una azione mirata nei confronti degli aggressori. Infatti, l’insieme degli interventi previsti trova un necessario completamento tanto in una operazione di rieducazione mediante il supporto psicologico e terapeutico di gestione del disagio relazionale degli aggressori (soggetti maltrattanti) quanto in una imprescindibile azione di prevenzione che si sostanzia in una serie di interventi diretti alla emersione ed al superamento dei fattori di devianza che generano comportamenti violenti".
Al fine di garantire la concreta attuazione del protocollo, "la attivazione di appositi tavoli tematici tra i sottoscrittori rappresenterà l’occasione per costituire una sede di sintesi e di confronto destinato allo scambio reciproco di informazioni, contributi ed esperienze in una concezione di risposta globale delle istituzioni e del terzo settore. L’accordo, avente la durata di tre anni, rinnovabile tacitamente alla scadenza, è aperto ad ulteriori apporti che potranno essere forniti, anche attraverso specifiche adesioni, da altri Enti locali, Istituzioni o Associazioni operanti nel territorio provinciale. Come ha recentemente ricordato il Presidente della Repubblica, il fenomeno rappresenta ancora oggi una emergenza pubblica”. Per tale ragione, ha evidenziato il Prefetto, “si rivela estremamente rilevante proseguire nell’azione educativa intrapresa per affermare il rispetto pieno ed incondizionato della dignità delle donne e di tutte le persone, rimuovendo schemi e pregiudizi che ancora oggi persistono nella società attuale”.
Appello di Federmoda: riaprire i negozi prima di Pasqua
(Rimini) “Chiediamo di riaprire i nostri negozi prima di Pasqua, mettendo fine alla discriminazione delle aperture che è in corso". Sono le parole di Giammaria Zanzini, presidente di Federmoda-Confcommercio della provincia di Rimini. "Siamo contenti che alcune realtà siano aperte e non vogliamo certo innescare una guerra fratricida tra settori, anzi, ma vediamo che i provvedimenti del governo Draghi finora sono stati sulla stessa scia di quelli del governo Conte, sia per quanto riguarda le chiusure, sia per gli indennizzi a fondo perduto. A calcoli fatti, le imprese a cui è stata imposta la chiusura percepiranno “sostegni” le cui cifre vanno dall’ 1,7% al 5% rispetto alla perdita di fatturato. Ciò significa che chi ad esempio nel 2020, rispetto al 2019, ha perso 40 mila euro percepirà 2 mila euro. È inammissibile e ingiustificabile".
A livello territoriale, "i dati che emergono dal Rapporto sull’economia di Camera di Commercio della Romagna per la nostra provincia, con il crollo del turismo e del commercio e l’impennata di Cassa integrazione e disoccupazione, non fanno altro che fotografare una crisi ben nota a noi commercianti. Ma il -10,7% delle vendite 2020 rispetto all’anno precedente non è un dato che si possa associare direttamente al nostro settore, quello del tessile che comprende abbigliamento, calzature, intimo e pelletteria che di perdite ne conta almeno il quadruplo. Basta dare un’occhiata al saldo delle imprese del commercio al dettaglio nella provincia di Rimini, con un 2020 che ha visto scomparire 174 negozi (269 le aziende cessate a fronte di 95 iscrizioni), di cui 48 sono venute meno nel solo settore calzature e abbigliamento (dati elaborati da Camera di Commercio della Romagna su fonte Infocamere StockView). E le ripercussioni sul 2021 devono ancora arrivare".
Questa fotografia "ci vede in ginocchio, ma che evidentemente non è stata abbastanza chiara per permetterci di avere ristori concreti da parte dello Stato. Anzi, con il nuovo DL Sostegni il nostro comparto viene ulteriormente penalizzato e i motivi sono presto spiegati. A gennaio e febbraio 2020 non eravamo ancora entrati nella pandemia e i negozi hanno lavorato normalmente, pur pagando la crisi dei consumi già in atto, e dunque per fare le cose per bene bisognerebbe calcolare il confronto nei dieci mesi a seguire e non sull’intera annualità. In più la quasi totalità degli esercenti ha trascorso il 2020 cercando di fare fronte agli impegni economici con i fornitori per i contratti firmati precedentemente al Covid, vendendo molta merce sottocosto per ‘fare cassetto’. Questo è accaduto per tutta l’estate. Quindi, se anche i volumi di vendita ci sono stati, anche in quei mesi di apertura è venuta a mancare la marginalità".
Al settore moda "serve un sostegno immediato, reale, congruo e proporzionato alle effettive perdite, soprattutto slegato dalla soglia minima del 30% del fatturato, perché i prodotti di moda seguono le tendenze delle stagioni stilistiche e quindi sono soggetti a rapidissima svalutazione. Cosa che non è avvenuta. I saldi poi sono serviti solamente a pagare affitto, tasse, spese vive, fornitori e personale (per chi ce l’ha fatta…), con margini pressoché azzerati. Così si mette a rischio non solo l’impresa singola, ma addirittura il modello di business. Come commercianti di moda ordiniamo le collezioni anche un anno prima dell’arrivo della merce e spesso gli ordinativi minimi sono imposti dal brand. Per noi si tratta di investimenti di centinaia di migliaia di euro, che come accaduto l’anno scorso rimangono fermi in magazzino. Per questo continuiamo a chiedere con forza anche a questo governo un indispensabile contributo sulle eccedenze di magazzino sotto forma di un credito d’imposta del 30% sulle rimanenze. Riteniamo indifferibile anche un intervengo sulla rimodulazione dei canoni di locazione, per cui come Federmoda-Confcommercio abbiamo portato più di una proposta ai tavoli istituzionali. Abbiamo bisogno di supporto economico a fondo perduto e di un facile accesso al credito, ma in realtà quello che vorremmo è potere tornare ad aprire i nostri negozi. Non si comprende il motivo per il quale un negozio di abbigliamento o calzature – conclude Zanzini – debba essere compreso tra quelle poche attività costrette, in zona rossa, alla chiusura per decreto, nonostante gli investimenti fatti dagli imprenditori del settore nell’ambito della sicurezza e per il rispetto dei protocolli”.
Fototrappole ai cassonetti: le prime sei multe
(Rimini) Sono posizionate vicino ai cassonetti della raccolta differenziata e quando si attivano mediante rilevatori di movimento, iniziano a scattare delle foto. È questo il funzionamento delle foto trappole, posizionate in alcune zone di Rimini (ma che a rotazione copriranno tutto il territorio) nelle adiacenze dei cassonetti dei rifiuti; un meccanismo che consente di individuare e sanzionare chi conferisce i rifiuti in modo irregolare.
"L'abbandono dei rifiuti è un gesto di offesa all'ambiente – sottolinea l'assessore all'Ambiente Anna Montini – e al decoro e alla città. La mancata correttezza della differenziazione di plastica, carta, vetro e rifiuti organici, o per pigrizia o per superficialità, come pure l'abbandono dei rifiuti a terra rappresentano una mancanza di rispetto verso la stragrande maggioranza dei riminesi, i quali si impegnano ogni giorno affinché la raccolta differenziata possa essere una risorsa e anche, in generale, per un corretto conferimento dei rifiuti. Queste nuove tecnologie, come pure la collaborazione con il gestore dei rifiuti e le Guardie ecologiche, ci consentono di attivare un sistema di controllo mirato e diffuso sul territorio che vuole essere un deterrente nei confronti di chi pensa che queste azioni scorrette possano restare impunite e, peggio ancora, tollerate".
Al via al teatro Galli le prove dell'Aroldo, in scena a fine agosto
(Rimini) Le porte del Teatro Galli sono ancora chiuse al pubblico, ma dietro le quinte si ricomincia a lavorare, guardando alla stagione musicale che verrà. In questi giorni il palcoscenico riminese ha ricominciato a vivere grazie alle prime prove di allestimento dell’opera forse più attesa dal pubblico riminese. Si tratta dell’Aroldo, l’opera di Giuseppe Verdi rappresentata per la prima volta il 16 agosto 1857 per inaugurare il “Nuovo Teatro di Rimini” e che ritornerà al Galli il 27 e 29 agosto 2021 in una produzione che vedrà capofila il Teatro Galli.
Un lavoro dal forte valore simbolico, che segnò l’inizio di quel ‘primo atto’ della storia del teatro riminese poi interrotto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, e che oggi si presenta come l’occasione per riaccendere i riflettori sul grande spettacolo dal vivo, dopo il prolungato periodo di chiusura forzata dovuta alla pandemia. Un nuovo inizio dunque per la stagione operistica della città, proponendo l’opera per la quale il Maestro di Busseto decise di trascorrere più di un mese a Rimini e che al suo debutto al Teatro Nuovo raccolse un successo e un entusiasmo ben raccontato dalle cronache dell’epoca. In questi giorni si lavorerà sull’allestimento, la scenografia e i video, mentre l’arrivo dei cantanti a Rimini è previsto dopo le festività di Pasqua. Per questo periodo di prove, che animerà le assi del Galli per diverse oltre un mese, sono adottate tutti i protocolli sanitari necessari per garantire la sicurezza dei tecnici e degli artisti.
“Dopo mesi di silenzio, il teatro torna a riempirsi di vita, seppur in un contesto e in circostanze anomale – sottolinea l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia – Vedere le maestranze al lavoro, sentire il fermento per una nuova produzione, tornare a parlare di spettacoli, di musica è lo stimolo per guardare avanti quando questa drammatica fase sarà archiviata. Ripartire poi con l’Aroldo, per il valore che questa opera verdiana ha per la storia di Rimini e del suo teatro, credo carichi ancor più di significato questo allestimento, che presenteremo nei dettagli nei prossimi giorni”.
Antidroga, un arrestato a Rimini
(Rimini) Quasi 3 etti di cocaina sequestrati, insieme a tutto il materiale per il confezionamento delle dosi, bilancino di precisione, mannitolo - utilizzato per 'tagliare' la sostanza stupefacente - e a circa 3.900 euro ritenuti proventi di spaccio. È il risultato dell'ultima operazione antidroga condotta dal nucleo di polizia giudiziaria della Polizia locale di Rimini, che ha portato all'arresto di un 22enne cittadino straniero, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti.
L'intervento della Polizia Locale è avvenuto ieri pomeriggio, a seguito di informazioni ottenute da fonti confidenziali che hanno portato ad accertare movimenti sospetti fuori dalla struttura alberghiera dove l'uomo alloggiava. Con la collaborazione del gestore dell'hotel e dopo aver avvisato il pubblico ministero di turno, gli agenti hanno perquisito la camera dell'uomo, trovando un panetto di cocaina da 133 grammi nascosto nella tasca di un giubbotto e altri 137 grammi di cocaina suddivisi in dosi da 20 e 15 grammi. Oltre alla notevole quantità di droga, nella stanza gli agenti hanno rinvenuto il materiale per il confezionamento delle dosi e per il sottovuoto, un bilancino di precisione e del mannitolo, sostanza spesso usata per 'allungare' lo stupefacente. Infine, gli agenti hanno sequestrato 3.900 euro in contanti, ritenuto frutto dell'attività di spaccio. L'uomo, classe 1999 risultato irregolarmente presente sul territorio italiano, è stato quindi arrestato e condotto alla casa circondariale di Rimini a disposizione dell'autorità giudiziaria.
23 marzo
Vaccini, prenotazioni in tilt | i bambini e il virus | In spiaggia si lavora
Turismo, i sindaci dell'Anci chiedono subito ristori
(Rimini) Affrontare le questioni legate all'emergenza Covid, il tema dei ristori ma anche interventi strategici e i necessari investimenti da mettere in campo per rilanciare uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Con questi obiettivi si è svolto un incontro tra l'Anci e le associazioni nazionali del settore turismo (in particolare alberghiero e accoglienza) per predisporre un pacchetto di proposte strategiche per il rilancio del comparto economico più duramente colpito dalla pandemia. Un lavoro di ascolto e sintesi fondamentale anche in vista dell'incontro il prossimo 26 marzo con il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia, al quale saranno sottoposte le proposte concertate. "Crediamo - ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro - che questo sia il metodo migliore non solo per rappresentare la grave situazione in cui versa da oltre un anno un comparto così rilevante per il PIL italiano. Ma, in chiave positiva e propositiva, per configurare un concreto e efficace sistema di idee e progetti che vengono da chi il turismo lo fa e vi opera quotidianamente".
Al delegato Anci al Turismo e demanio marittimo, il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, il compito di illustrare alcune delle proposte su cui lavora da tempo l'associazione dei Comuni. "Ci sono misure che possono, anzi devono, essere disposte a breve, medio e lungo periodo. Tra le prime, un piano di investimenti, coordinato con il sistema delle autonomie locali, per l'ammodernamento del sistema ricettivo; sostegni che siano effettivamente calibrati sulla perdita di fatturato; il sostegno alla liquidità delle imprese turistiche con allungamento a 15 anni del tempo di rientro dei mutui fatti dalle aziende; l'estensione del bonus vacanza a tutto il 2021. Sul medio e lungo periodo occorre dare sostegno alla riqualificazione alberghiera per non perdere quote di mercato rispetto ai concorrenti stranieri, attraverso il super bonus 110 per cento: applicato anche agli alberghi e non solo vincolato ai lavori di efficientamento energetico; la necessità della costituzione di un fondo europeo speciale per il Turismo sul modello dei fondi strutturali FESR. Relativamente al PNRR, servono investimenti per collegare i grandi hub di arrivo del turismo internazionale (città d'arte) a tutto lo straordinario patrimonio di bellezza dell'Italia delle destinazioni minori (es. Venezia collegata alle ville Palladiane, i Borghi, ecc.), attraverso il sistema Fly & Rail, per aumentare la permanenza media sul territorio del turista internazionale. Serve inoltre il sostegno a tre grandi assi di collegamento del nostro Paese: 1) la direttrice Milano-Bologna-Bari; 2) il corridoio Adriatico Trieste-Venezia-Bari; 3) la direttrice Milano-Bologna-Reggio Calabria- Sicilia".
Le associazioni di settore che hanno partecipato all'incontro hanno tutte condiviso il metodo del confronto che si sta portando avanti, sottolineando ancora una volta la gravissima crisi in cui versa il settore turismo. Occorrono misure rapide e strutturali sui temi della riqualificazione alberghiera, delle difficoltà nella liquidità e nell'accesso al credito, della necessità di fare rete, dell'opportunità da parte dell'Italia di rinnovare i propri deboli strumenti di promozione internazionale. Soprattutto la considerazione unanime dell'obbligatorietà di procedere speditamente nella campagna vaccinale, l'arma più efficace per rilanciare il comparto turistico.
Durante l'incontro si è concordato l'obiettivo fondamentale di valorizzare non solo le grandi destinazioni turistiche o i circuiti più attrattivi, ma anche l'Italia cosiddetta "più interna", attraverso azioni di coordinamento, rafforzamento e promozione di specifiche filiere (ad es. i Borghi, il turismo enogastronomico, i siti culturali territoriali ecc...). "Il turismo – ha concluso Decaro – è sicuramente una leva essenziale dell'economia del Paese. Ma attraverso di esso si consolida un senso comunità, intorno all'elemento più importante di tutti: quello dell'orgoglio di presentarsi al mondo. Ecco perché è naturale che operatori del settore e sindaci lavorino insieme per una ripartenza necessaria ed essenziale".
Vaccini, sistema Asl Romagna in tilt per le prenotazioni: 11mila richieste in un giorno
(Rimini) Sono partite oggi anche in Asl Romagna le prenotazioni dei vaccini per llepersone “estremamente vulnerabili”. Nel corso del week end tramite sms le eprsone iscritte negli elenchi della Asl erano state avvisate della posivilità e ieri in tantissimi hanno deciso di accogliere la proposta, mandando il sistema in tilt. "Sulla base degli elenchi forniti dalla Regione, in Asl Romagna sono stati recapitati 46.157 sms e già da questa mattina sono partite le prenotazioni che sono arrivate a circa 11.481 (Cesena 2.136; Forlì 2.265; Ravenna 3.848 e Rimini 3.240), esaurendo dalla tarda mattinata la disponibilità delle agende di prenotazione. Si fa presente che la categoria delle persone estremamente vulnerabili , come consultabile dal sito di Ausl Romagna al link https://www.auslromagna.it/vaccinazione-anti-covid-19#persone-estremamente-vulnerabili , contempla specifiche casistiche con particolari caratteristiche e non tutti i cittadini che presentano patologie pur appartenenti alle aree indicate, sono ricompresi nelle specificità identificate. Un esempio, a questo proposito, si è verificato ad alcuni cittadini che questa mattina hanno prenotato attraverso il Fascicolo Sanitario, pur non avendo ricevuto l’Sms dall’Azienda e che a distanza di poco tempo si sono visti recapitare l’annullamento della prenotazione perché non rientranti nella categoria", precisano dalla Asl. E’ in corso la programmazione delle "agende vaccinali e entro domani sarà possibile prenotare per tutto il mese di aprile. Proseguono inoltre le prenotazioni per la fascia di popolazione over 70 e le vaccinazioni per il personale scolastico (12.513 le dosi somministrate dai Medici di famiglia al 20 marzo) e delle Forze dell’Ordine (3519 le dosi somministrate ad oggi)".
Aggiornamento coronavirus: 215 positivi, 4 decessi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 319.080 casi di positività, 2.118 in più rispetto a ieri, su un totale di 19.902 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri – del 10,6%, inferiore al 17,9% dello scorso lunedì – non è comunque indicativa dell’andamento generale, poiché il numero di tamponi eseguiti la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per gli anziani dagli 80 agli 84 anni, per il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Riprese dopo l’autorizzazione di Aifa di venerdì le prenotazioni e le somministrazioni vaccinali per le persone dai 75 ai 79 anni, dopo il via libera dell’Agenzia europea dei medicinai (Ema) sul vaccino AstraZeneca. Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 687.871 dosi; sul totale, 239.433 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.057 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 522 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 849 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,9 anni. Sui 1.057 asintomatici, 645 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 61 con gli screening sierologici, 32 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 3 tramite i test pre-ricovero. Per 316 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 531 nuovi casi, poi Modena (310); seguono Rimini (215), Reggio Emilia (205), Ravenna (199). Poi Ferrara (196), Parma (166), Cesena (135), Forlì (91), Piacenza (38). Infine, Imola, con 32 nuovi casi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 9.760 tamponi molecolari, per un totale di 3.837.292. A questi si aggiungono anche 10.142 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.762 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 232.841. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 74.771 (+312 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 70.679 (+181), il 94,5% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 4 nella provincia di Parma (tre donne di 95,85,77 anni; un uomo di 89 anni;); 4 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 86 anni; tre uomini di 86,81,80 anni); 3 nella provincia di Modena (una donna di 56 anni; due uomini di 79 e 78 anni); 13 nella provincia di Bologna (quattro donne di 92, 86, 78, 74 anni; nove uomini, di cui due di 69 anni e gli altri di 99, 94, 89, 84, 80, 78,79); 8 in provincia di Ferrara (quattro donne di 93, 92, 80 e 78 anni; quattro uomini di 83, 81, 79 e 56 anni), 3 in provincia di Ravenna (una donna di 98 anni; due uomini di 80 e 78 anni); 5 a Cesena (una donna di 78 anni e quattro uomini, di cui due di 83 e gli altri di 91e 82 anni), 4 nel riminese (una donna di 88 anni e tre uomini di 84, 72 e 68 anni). Nessun decesso nel piacentino e nel forlivese. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.468.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 390 (-6 rispetto a ieri), 3.702 quelli negli altri reparti Covid (+137). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (+1), 24 a Parma (-1), 32 a Reggio Emilia (numero invariato rispetto a ieri), 78 a Modena (-5), 120 a Bologna (+1), 33 a Imola (+1), 33 a Ferrara (-1), 17 a Ravenna (-2), 9 a Forlì (invariato), 7 a Cesena (invariato) e 27 a Rimini (invariato).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.283 a Piacenza (+38 rispetto a ieri, di cui 16 sintomatici), 21.569 a Parma (+166, di cui 95 sintomatici), 38.872 a Reggio Emilia (+205, di cui 88 sintomatici), 54.908 a Modena (+310, di cui 191 sintomatici), 69.039 a Bologna (+531, di cui 240 sintomatici), 11.177 casi a Imola (+32, di cui 16 sintomatici), 18.628 a Ferrara (+196, di cui 45 sintomatici), 24.774 a Ravenna (+199, di cui 69 sintomatici), 12.667 a Forlì (+91, di cui 69 sintomatici), 15.754 a Cesena (+135, di cui 113 sintomatici) e 30.409 a Rimini (+215, di cui 119 sintomatici).