(Rimini) Comincia il percorso verso la candidatura di Rimini quale capitale italiana della cultura 2024. In considerazione delle necessarie attenzioni e precauzioni richieste dall'attuale situazione sanitaria, per sancire il via simbolico di questo ambizioso progetto si è scelto di rinunciare ad un incontro pubblico, così come originariamente previsto e comunicato, rimandando ad un secondo momento quando le condizioni lo permetteranno con maggiore sicurezza.

La macchina organizzativa si è comunque già messa in moto: il lancio della candidatura sarà quindi presentato domani, mercoledì 17 febbraio, in un appuntamento riservato ai soli organi di informazione. La conferenza stampa è convocata per le ore 12, negli spazi del Teatro Galli, e vedrà la partecipazione del sindaco di Rimini Andrea Gnassi, dell'assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia, dell'assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna Mauro Felicori, della vicepresidente della Provincia di Rimini Alice Parma, del Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi. Interverranno inoltre due rappresentanti dei Sigismondo d'oro riminesi, Piero Meldini (Sigismondo d'oro 2005, che interverrà con un contributo video) e uno dei tanti volontari dell'Associazione Mare di Libri (Sigismondo d'oro 2016). A moderare la conferenza stampa sarà il giornalista caporedattore del Tgr Rai Giorgio Tonelli, il primo a lanciare l'iniziativa di Rimini capitale della cultura 2024.

(Rimini) La pandemia in atto determina dati negativi per il movimento turistico nel 2020, rispetto al 2019, nell'area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini; decreti restrittivi sui movimenti delle persone, riduzione della capacità di spesa degli italiani e diminuzione degli spostamenti per timore del contagio, le cause principali che hanno determinato il decremento di arrivi e presenze. In fortissima diminuzione, soprattutto, il turismo proveniente dall'estero. Tutti i mesi, eccetto gennaio e febbraio, vedono risultati negativi, anche se agosto e settembre, e in parte luglio, riescono a contenere le perdite.

 I dati provvisori relativi al movimento turistico nell'anno 2020, per l'area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, rilevano una forte diminuzione annua degli arrivi (2.719.756 unità) del 44,9% e delle presenze (12.253.505 unità) del 43,5%: la clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -67,3% negli arrivi e un -67,9% nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-39,3% di arrivi, -36,4% di presenze).

 "Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo, a causa della pandemia da Covid-19, nel 2020 il settore ha perso, a livello globale, 1.300 miliardi di dollari e, rispetto al 2019, il 74% degli arrivi internazionali. Dati questi che fanno dello scorso anno il peggiore nella storia del "turismo moderno". Un anno anche che rappresenta un vero e proprio "punto di caduta" perché interrompe una crescita che durava da decenni, se si eccettua il rallentamento dovuto alla crisi globale del 2008-2009 – dichiara Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna -. Anche i dati dei nostri territori fanno registrare forti diminuzioni negli "arrivi" e nelle "presenze", con ricadute molto pesanti sugli operatori del settore, sulle filiere a monte e a valle e su gran parte dell'economia territoriale. Per favorire la ripresa occorre ridare impulso alla realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali di supporto, a partire da quelle che migliorano la capacità di apertura e scambio e, di fatto, rendono più competitivi e attrattivi i nostri territori. Va anche, poi, ricordato che la scorsa estate, appena gli effetti della pandemia hanno iniziato a rallentare, i turisti italiani sono tornati a premiare le nostre località con una crescita sensibile di arrivi, che ha rappresentato un segnale particolarmente incoraggiante. Ovviamente la capacità di risposta contingente non basta. Il "rilancio", che dobbiamo essere in grado di innescare e di consolidare, passa attraverso ogni forma di innovazione e, soprattutto, passa attraverso forti iniziative di valorizzazione del Made in Italy. Aggiungo che tutto il settore turistico deve potersi giovare delle nostre specializzazioni strategiche, a partire dalle filiere più collegate e tradizionali, che rappresentano uno degli assi portanti del nostro mix economico. Detto con parole semplici e chiare, occorrono nuovi investimenti e nuove politiche di utilizzo dei Fondi Europei, che sono funzionali ad una visione sinergica. Penso, per esempio, a una "Ristorazione" e a un'"Industria dell'Alimentazione" che siano concretamente integrabili con "Cultura" e "Sostenibilità ambientale".

 Movimento turistico in provincia di Rimini. I dati provvisori relativi al movimento turistico nell'anno 2020, per la provincia di Rimini, rilevano una forte diminuzione annua degli arrivi (2.052.571 unità) del 45,9% e delle presenze (9.030.695 unità) del 44,4%: la clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -66,7% negli arrivi e un -67,3% nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-40,3% di arrivi, -37,2% di presenze).

Eccetto gennaio e febbraio, dove gli effetti della pandemia non si erano ancora manifestati, tutti i mesi registrano risultati negativi; nel periodo estivo si riscontrano le perdite minori, con agosto che fa segnare "solo" un -5,8% degli arrivi e un -16,0% delle presenze, settembre che chiude con un -27,8% di arrivi e -28,3% di presenze e luglio con un -25,0% negli arrivi e un -40,1% nelle presenze.

Presenze in calo, ovviamente, in tutti i comuni. Riguardo alle località balneari: -47,7% a Rimini, -37,5% a Riccione, -45,3% a Bellaria-Igea Marina, -45,1% a Cattolica e -41,4% a Misano Adriatico. In diminuzione anche le presenze nei comuni cosiddetti collinari (-39,9%) e negli altri comuni (località dell'Appennino comprese, -35,1%).

(Rimini) Rimini si unisce alle centinaia di città che, in Italia e nel mondo, ricorderanno anche quest'anno l'anniversario della morte di don Luigi Giussani (22 febbraio 2005) e del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione (11 febbraio 1982). Per l'occasione, a Rimini, la comunità di Cl si ritroverà presso la Chiesa di San Giuseppe al Porto, nel rispetto delle vigenti disposizioni anti Covid,  il 22 febbraio alle ore 19,30, per la celebrazione della Santa Messa presieduta da Sua Eccellenza Reverendissima, il Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi. La comunità cittadina è invitata a partecipare.

La celebrazione, come nel resto del mondo, sarà accompagnata da un'unica comune intenzione di preghiera: "Nelle difficili circostanze che siamo chiamati a condividere con i fratelli tutti, chiediamo al Signore una coscienza vigile e grata del dono ricevuto nell'incontro con il carisma di don Giussani per servire sempre meglio la Chiesa, nel riconoscimento che ogni istante che passa è abitato da Cristo presente, perciò non c'è niente di inutile e tutto è segno di una indistruttibile positività".


Martedì, 16 Febbraio 2021 11:54

16 febbraio

Vaccini, prenotazioni in tilt | Pd in cerca di pace | FdI scalpita

(Rimini) Il nuovo Governo appena formato vede, tra le fila dei ministeri, uno dedicato al turismo e dotato, "finalmente, di portafoglio". A commentare la noizia, oggi, è Marcella Bondoni, responsabile Pd Turismo Provincia di Rimini. "Non è cosa da poco né tantomeno banale. Il nostro territorio ha sempre spronato Roma ad intraprendere questa strada. Oggi più che mai, in un tempo sospeso dove ancora non ci siamo lasciati alle spalle la Pandemia, è necessario un cambio di passo. Il 2020 ha chiuso con un impietoso dato negativo in termini di presenze e arrivi e il 'conto invernale' che ancora deve essere presentato sarà salato".

Per la Bondoni, "non è eccessivo il paragone con l'anno orribile delle mucillagini, 1989, che avevano invaso l'Adriatico mettendo in ginocchio per primo, vista la sua importanza, il turismo romagnolo. Sembrava che tutto fosse azzerato, che non ci fosse futuro. Eppure ce l'abbiamo fatta. Abbiamo saputo vedere oltre al contingente. Si è cominciato a pensare alla destagionalizzazione, alla riqualificazione delle strutture ricettive, all'idea di una Riviera di Rimini diversa dal modello balneare che fino a quel momento ci aveva guidato plasmando l'immaginario collettivo. Poi è intervenuto il Governo raccogliendo le istanze portate avanti con tenacia dai Sindaci , con la legge Carraro – Vizzini, una boccata di ossigeno, 245 miliardi di lire, in conto capitale e in conto interesse, per riqualificare i servizi e innovare gli alberghi. Dobbiamo riprendere quello spirito e quella marcia".

E oggi, "l'unico vaccino, dopo quello sanitario, in grado di fare uscire il settore dall'orlo del baratro, è quello di sfruttare con mirata intelligenza le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea. Abbiamo, infatti, una nuova occasione di rinascita: le risorse del Recovery Plan. L'ultimo Piano di distribuzione, prima della caduta del Governo per intenderci, prevedeva per Turismo e Cultura tre macro aree di intervento, che riguardano principalmente il rilancio degli elementi trainanti, tra siti, città e musei – un progetto specifico riguarda esclusivamente Roma – ma anche lo sviluppo di una "nuova frontiera", con i piccoli borghi e le aree rurali in prima linea, per promuovere un turismo lento e sostenibile. Totale dei finanziamenti: 8 miliardi di Euro. Di questi, 1,5 miliardi destinati al miglioramento delle infrastrutture di ricettività e dei servizi turistici".

È "ovvio che i denari destinati su questo capitolo non possono andare a coprire il mancato reddito di questo terribile anno. Essi sono lo strumento per innovare la nostra offerta in termini di qualità strutturale, ambientale, tecnologica: dagli alberghi agli stabilimenti balneari, dai campeggi alle attività di ristorazione. Il turismo non può rimanere fuori dalle priorità dell'Italia. Un fondo rotativo, a sostegno degli investimenti delle imprese, come afferma il presidente di Federalberghi Regionale Sandro Giorgetti, è una proposta interessante che va sostenuta. Tuttavia voglio aggiungere un ulteriore elemento di riflessione: perché non utilizzare una parte robusta dei finanziamenti, per lavorare su premialità anche in conto capitale (sulla scia di quello che avvenne nel 1989) rispettando, ovviamente, i parametri europei?"

Se "si costituiscono reti d'impresa di strutture ricettive (alberghi, stabilimenti balneari, ecc.), se si presentano progetti innovativi che segnano un cambio di passo della nostra offerta, perché non premiarli con tutti gli strumenti, che oggi possono essere messi in campo? Non possiamo rimanere passivi e registrare ad ogni stagione la chiusura di decine alberghi o, ancora peggio, il passaggio di proprietà poco trasparenti. L'occasione del Recovery Plan è troppo importante per coglierla come ordinaria distribuzione di risorse. Non basta. Può e deve essere la leva per scrivere un'altra pagina della lunga e preziosa storia del turismo romagnolo. Ora occorre, però, non perdere tempo e rivolgere una particolare attenzione ai progetti specifici, velocizzando il processo prima che lo facciano i nostri competitor internazionali. Forza allora passiamo presto dalla poesia alla prosa".

(Rimini) Sono pari a 5.295.645,80 euro le entrate legate all'imposta di soggiorno nel 2020 nel Comune di Rimini, perfettamente coerenti con le previsioni che, a causa dell'emergenza sanitaria, erano state cautelativamente riviste al ribasso durante la scorsa primavera, rispetto ai 10 milioni di euro ipotizzati in linea con i risultati del 2019. Il dato dell'imposta di soggiorno 2020 se da una parte conferma come la stagione estiva, nonostante le grandi incertezze iniziali, sia andata meglio di quanto ci si aspettasse inizialmente, dall'altra mette in evidenza che se c'è un settore industriale che ha pagato l'effetto della pandemia più degli altri per la sua natura, questo è proprio il turismo.

Il risultato dei movimenti turistici inevitabilmente ha avuto un impatto sulle entrare legate all'imposta di soggiorno, anche se, grazie ai mesi di luglio e soprattutto di agosto, è stato registrato un volume di presenze inimmaginabile a giugno, quando si temeva il collasso del sistema turistico ed era impossibile avere una percezione di come si sarebbe evoluta la situazione.

"Nel 2020 – commenta l'assessore Gianluca Brasini - tutte le strutture ricettive del Paese hanno subito un profondo shock a causa della pandemia, ma va rilevato che, appena gli effetti dell'emergenza sanitaria hanno iniziato a registrare una ripresa, gli italiani in particolare hanno subito premiato Rimini e la vacanza sicura e 'open space', registrando una progressiva crescita che, nel mese di agosto 2020, ha visto un segno +1,3%, sul fronte degli arrivi italiani rispetto all'anno precedente. Per questo mai come quest'anno le risorse che sono entrate a disposizione dell'Amministrazione grazie all'imposta di soggiorno hanno un valore simbolico decisivo a far sì che Rimini, a differenza di tanti altri competitor, possa uscire prima e meglio da questa crisi. Rimini, che ha introdotto la tassa di soggiorno nel 2012, ha destinato i suoi ricavi per finanziare via via il Piano di salvaguardia di balneazione, la cura del verde, il restauro dei contenitori culturali, l'organizzazione di eventi e la loro sicurezza, l'illuminazione delle zone turistiche, la nascita della Dmc Visit Rimini. Risorse che servono per sostenere e alimentare i progetti e le iniziative che hanno elevato e stanno elevando la qualità della nostra destinazione svolgendo un ruolo di straordinario moltiplicatore di ricchezza e benessere per la città. Questa condivisione di obiettivi ha consentito anche di rafforza l'azione di tax compliance nei confronti degli albergatori che ha consentito di avere buone performance nella riscossione. Nessuno pensa che si uscirà rapidamente da questa congiuntura, e l'ultimo segmento a ripartire sarà quello dei mercati esteri verso i quali stavamo, anno dopo anno, guadagnando significative fette di mercato. Però in questi anni, anche grazie all'imposta di soggiorno, abbiamo investito sulla bellezza e sostenibilità della nostra destinazione: Rimini è già una città più bella, più verde, più blu, pienamente in linea con le nuove esigenze di un turismo che oggi, anche a causa della pandemia, è molto più attento ad elementi nuovi e sostenibili. Quando gli effetti della campagna vaccinale ci consentiranno di lasciarci alle spalle l'emergenza sanitaria, una città come Rimini oggi, sarà pronta ad essere ancora turisticamente più competitiva".

 

(Rimini) Quasi 54mila prenotazioni (53.976) nel pomeriggio, a giornata non ancora conclusa. Quindi il 30% dei cittadini dagli 85 anni in su dell’Emilia-Romagna - in totale 178.000 - ha già prenotato, nel giorno di avvio, il vaccino contro il Covid-19. È partita infatti questa mattina sull’intero territorio regionale la campagna vaccinale per le persone con 80 anni e più, con la possibilità di prenotare da oggi per coloro che hanno dagli 85 anni e oltre e dal 1^ marzo per i cittadini nati dal 1937 al 1941 (compresi).

“Questa è una giornata importante, possiamo infatti concentrare la campagna vaccinale sulla popolazione più vulnerabile alla quale dobbiamo dimostrare tutto il nostro amore e la nostra riconoscenza- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Con un numero così alto di prenotazioni in una sola giornata, pari al 30% del target complessivo, l'immunizzazione degli anziani segnerà nei prossimi giorni un importante passo in avanti. Parliamo infatti di persone che già da domani inizieranno a ricevere la somministrazione del vaccino".

“Le prenotazioni proseguiranno anche nei prossimi giorni, tutti potranno farlo e nessuno resterà escluso- aggiunge Donini-. Stiamo cercando di mettere a disposizione più canali di prenotazione possibile per cittadini che non sempre hanno facilità di muoversi, contando anche sull’aiuto di chi sta loro vicino. Grazie a tutte queste persone per la disponibilità a vaccinarsi, davvero importante per l’intera collettività. Di fronte ad un inedito e grandissimo afflusso di utenti - chiude l’assessore- il sistema ha retto ad un numero di prenotazioni senza precedenti e nella mattinata, con un lavoro di squadra fra Regione, Aziende Territoriali e Lepida, si sono risolti in corsa i problemi di gestione informatica registrati nelle primissime ore della giornata”.

Rispetto ai territori, sono già state effettuate 17.681 prenotazioni a Bologna1.965 a Imola2.500 a Piacenza4.643 a Parma4.670 a Reggio Emilia8.429 a Modena4.642 a Ferrara. Infine, 9.446 i prenotati nel territorio di competenza dell’Ausl Romagna: a Cesena 2.175, Forlì 1.702, Ravenna 2.914, Rimini 2.655. Per prenotarsi, bastano i dati anagrafici o il codice fiscale, nient’altro. Tutte le informazioni sulle modalità di prenotazione sono consultabili a questo link: http://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/

(Rimini) “Siamo imprenditori del turismo e capiamo quanto sia stata pesante per i nostri colleghi delle località sciistiche la decisione del governo di non riaprire gli impianti di risalita e dunque la stagione". E' la Confcommercio di Rimini a manofestare solidarietà nei confronti degli imprenditori del turismo sciistico. "Ancora una volta – dice il presidente Gianni Indino – è arrivata una decisione dal giorno alla notte, una di quelle che, ahinoi, abbiamo dovuto subire con i pubblici esercizi non più di qualche settimana fa, con attese, annunci e provvedimenti di apertura posticipati al lunedì quando le aziende avevano già fatto spese per la domenica. Questo significa altri pesantissimi danni per imprese già in ginocchio. Una situazione inaccettabile, per la quale hanno tutti la nostra solidarietà. Si dia subito il via a ristori efficaci e congrui per queste imprese chiuse da un anno, bistrattate e mortificate".
Da Confcommercio Rimini comprensione per gli operatori della montagna, "capiamo la loro frustrazione e la loro rabbia, non solo per la decisione in sé, ma per come è arrivata. Pubblici esercizi, alberghi, trasporti, impianti di risalita, maestri di sci: in un attimo si è perso davvero tantissimo in termini economici. Un danno nel danno. Con il governo Draghi speriamo davvero in un cambio di marcia, soprattutto per quanto riguarda chiarezza e capacità, ma se questo è il buongiorno, torniamo ad essere seriamente preoccupati anche per i mesi a venire. Tenendo nella massima considerazione gli aspetti sanitari che vengono prima di tutto, serve un cambio di metodo. Ora abbiamo finalmente il ministero del Turismo, che tanto abbiamo voluto, desiderato per il quale siamo battuti: si adoperi subito per evitare che si ripetano ancora situazioni di questo tipo".
"Non si può firmare un provvedimento la sera per la mattina seguente: le imprese hanno bisogno di un preavviso congruo. Lo sottolineiamo anche pensando alle dichiarazioni rilasciate dal professor Ricciardi sulla necessità di un lockdown totale. Sarebbe il de profundis per il sistema impresa, metterebbe il Paese a rischio di tensioni sociali e usando questo metodo tutto sarebbe ampliato: il settore del turismo e tutte le sue imprese meritano rispetto”.

(Rimini) Nonostante il Covid, Rimini risulta in controtendenza rispetto alle grandi città metropolitane per la differenza fra le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche. L'inchiesta del "Sole 24 ore", pubblicata oggi infatti pone un problema serio sul fatto che il virus abbia fatto calare l'interesse per gli spostamenti nelle grandi città. Un fenomeno che a Rimini non è accaduto in quanto, si conferma debole ma positivo il saldo migratorio con un aumento del 0,51% rispetto al 2019.

Sono 15 le città metropolitane prese in esame nella ricerca del quotidiano economico-finanziario che riporta l'andamento dei residenti registrati in anagrafe negli ultimi 5 anni. Uno spaccato da cui emerge come 13 di queste città portino un segno negativo sui trasferimenti di residenza. Risultato statistico che si raggiunge al netto dei fenomeni naturali (nascite e decessi) e che mette in luce i segni di una crisi le cui origini sono da imputare anche all'emergenza sanitaria.

Il trend negativo però non si riflette nelle città con vocazione turistica che evidentemente sono state in grado di attrarre più cittadini, probabilmente per una maggiore offerta di servizi e una migliore qualità della vita. Rimini è fra queste città. Anche se non è stata presa in esame nell'inchiesta del quotidiano, Rimini, come risulta dai dati dell'ufficio statistica, è fra le località che continuano a confermare il segno positivo davanti al tasso di attrattività.

L'indice di attrattività residenziale o anche tasso di attrattività che indica la differenza tra le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche, nel periodo dicembre 2019 – dicembre 2020 è cresciuto del 0,51%. Una percentuale che si riferisce esclusivamente ai nuovi residenti e non tiene conto del saldo negativo sull'andamento natalità / decessi del 2020 che, anche a Rimini, (con 1022 nascite e 1951 decessi) nell'anno appena trascorso ha raggiunto il suo picco massimo a causa degli eventi luttuosi dovuti alla pandemia.

Il 2020 ha segnato un saldo migratorio di 774 cittadini in più rispetto al 2019 che ne aveva registrati 703 rispetto all'anno recedente. Una crescita che - ad esclusione del 2020 - risulta comunque sempre positiva negli ultimi 5 anni, anche se si includono i dati derivati dall'andamento natalità / decessi, che come noto è negativo da oltre 10 anni. Questa variazione percentuale generale dei residenti registrati in anagrafe negli ultimi 5 anni infatti è cresciuta di 0,84% nel 2016; 0,33 nel 2017; 0,79 nel 2018; 0,11% nel 2019 e risulta invece negativa nel 2020 con un valore di -0,07%.

"Una crescita, anche se leggera, nell'indice di attrattività - dichiara Anna Montini Assessore alla statistica - nonostante l'anno difficilissimo che ha attraversato la nostra città è un segnale positivo che testimonia come Rimini risulta una località di grande interesse regionale e nazionale e non solo per le motivazioni turistiche ma per l'offerta dei servizi e della qualità della vita che è in grado di offrire ai suoi residenti. Una conferma del lavoro che in questi anni ha fatto l'Amministrazione comunale."

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 237.123 casi di positività, 1.391 in più rispetto a ieri,su un totale di 12.058 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’11,5%, non indicativa dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati che la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, oltre che gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni. Inoltre, da oggi lunedì 15 febbraio, i cittadini emiliano-romagnoli di 85 anni e oltre (dunque, i nati nel 1936 o negli anni precedenti) possono prendere appuntamento per la vaccinazione, con le prime che saranno effettuate già da domani, martedì 16. Dal 1^ marzo sarà la volta dei nati tra il 1937 e il 1941, quindi di coloro che hanno dagli 80 agli 84 anni. Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 288.937 dosi; sul totale, 126.698 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 630 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 388 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 459 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 40,3 anni. Sui 630 asintomatici, 315 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 43 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 21 con gli screening sierologici, 11 tramite i test pre-ricovero. Per 240 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 400 nuovi casi; poi Modena (291), Cesena (110), Rimini (103), Imola (94); quindi Reggio Emilia (85), Ferrara (72), Parma (70), Ravenna (66). Seguono le province di Piacenza (51), e Forlì (49). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.706 tamponi molecolari, per un totale di 3.186.022. A questi si aggiungono anche 11 test sierologici e 3.352 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.718 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 189.406. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 37.570 (-348 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 35.426 (-410), il 94,3% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 21 nuovi decessi: 3 in provincia di Parma (una donna di 89 anni e due uomini di 72 e 77 anni); 1 nella provincia di Reggio Emilia (un uomo di 84 anni); 3 nella provincia di Modena (due donne - di 90 e 94 anni - e un uomo di 80); 1 in provincia di Bologna (una donna di 94 anni); 5 nella provincia di Ferrara (tre donne - rispettivamente di 83, 90 e 92 anni - e due uomini, entrambi di 83 anni); 2 in provincia di Ravenna (una donna di 96 e un uomo di 91 anni); 5 in provincia di Forlì-Cesena (due donne di 95 e 96 anni; tre uomini di 77, 82 e 88 anni); 1 nel riminese (una donna di 90 anni). Nessun decesso nella provincia di Piacenza. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.147.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 172 (+1 rispetto a ieri), 1.972 quelli negli altri reparti Covid (+61). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 12 a Piacenza (+2), 9 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 17 a Reggio Emilia (-2), 33 a Modena (-2), 51 a Bologna (+2), 10 a Imola (invariato), 17 a Ferrara (invariato), 3 a Ravenna (invariato), 2 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (+1) e 15 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 19.287 a Piacenza (+51 rispetto a ieri, di cui 29 sintomatici), 16.458 a Parma (+70, di cui 49 sintomatici), 30.796 a Reggio Emilia (+85, di cui 37 sintomatici), 41.576 a Modena (+291, di cui 189 sintomatici), 47.340 a Bologna (+400, di cui 178 sintomatici), 7.995 casi a Imola (+,94 di cui 43 sintomatici), 13.873 a Ferrara (+72, di cui 11 sintomatici), 17.752 a Ravenna (+66, di cui 38 sintomatici), 9.060 a Forlì (+49, di cui 38 sintomatici), 10.559 a Cesena (+110, di cui 94 sintomatici) e 22.427 a Rimini (+103, di cui 55 sintomatici). Nel riminese segnalati inoltre 166 guariti.

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