(Rimini) “Quello che ha detto Morra (presidente della commissione anti mafia) in questi giorni (almeno avendo il coraggio di dirlo) io l'ho subito anni fa da persone che non hanno avuto neanche il coraggio di esporsi pubblicamente. E queste persone sono ancora lì a decidere il futuro di questa città”. E’duro l’attacco che oggi ha affidato al suo diario su Facebook l’ex presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali. 

“Le riunioni che non riuscivo a fare in ufficio le facevo in ospedale. Ecco, proprio in quei giorni, mi arrivo la proposta di candidarmi alla presidenza della provincia. Dovevo decidere subito, prendere o lasciare. Per i miei detrattori fu facile mettere in giro la voce che non avrei potuto sostenere quel ruolo per motivi di salute. Si sparse anche la voce, inarrestabile, che la malattia fosse tornata. Ancora una volta venne in mio soccorso Alberto Ravaioli che, nella sua doppia veste di sindaco e di primario, dovette certificare ufficialmente il mio stato di sana e robusta costituzione racconta Vitali citando il suo libro ‘Vivo per miracolo’.

“Era dicembre del 2008, qualche mese dopo sarei diventato Presidente della Provincia. Ma anche se la malattia fosse stata ancora nel mio corpo, sarebbe stato corretto fermarmi? Non avrei potuto combatterla da Presidente curandomi? Sarebbe stato giusto? Non lo so, io penso che l'eredità che ha lasciato la presidente Santelli nel suo poco tempo di presidenza in pochi siano riusciti a farlo. Ogni tempo vale la pena di essere vissuto, in ogni situazione lasciamo cose di noi che possono servire da esempio. Vale più un anno della Santelli o cinque di un incapace anche se fisicamente sano?”. Si domanda (retoricamente) Vitali. 

(Rimini) Il tribunale di Rimini ha emesso un decreto penale di condanna per diffamazione nei confronti di una persona che sui social aveva scritto “Rimini ha un mare di merda”. E’ l’esito della denuncia per diffamazione presentata dall’Associazione italiana albergatori di Rimini, presieduta da Patrizia Rinaldis.

Ne dà notizia il sindaco di Rimini Andrea Gnassi che commenta: “Una sentenza da rimarcare perché tutela la comunità riminese, i suoi operatori turistici, l’amministrazione comunale, che sul risanamento ambientale hanno investito e stanno investendo come nessun altro nel Paese. Perché è con il PSBO e con il Parco del mare che si valorizza e si difende la nostra risorse naturale primaria, e non con altre proposte che non c’entrano nulla con le nostre spiagge e quei luoghi straordinari. Quindi, adesso, giù il cappello e rispettate il nostro mare”.

Per Gnassi “accadono fatti, apparentemente secondari, che però indicano snodi e punti di svolta importanti. E’ accaduto, ad esempio, nei giorni scorsi quando il Parco del Mare di Rimini si è aggiudicato il premio di miglior progetto green in Italia, doppiando l’analogo successo dello scorso anno sul Piano di Salvaguardia della Balneazione e facendo sponda con i riconoscimenti internazionali per il Galli, per il Fulgor, per il Part. Testimoniano la traiettoria complessiva che ha preso la nostra città, al di là di progetti spot o estemporanei”.

(Rimini) “I parcheggi Scarpetti e Area Fox quando saranno realizzati?”. E’ la domanda che si fa il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi che sottolinea come le due strutture siano “urgenti per la sopravvivenza dei negozi e del centro storico (di Rimini, ndr). Con i lavori di riqualificazione attorno a Castelsismondo e in Piazza Malatesta, sono diminuiti 450 posti auto (-280 Piazza Malatesta, -80 Rocca, -90 Campone)”. Renzi ricorda “la Convenzione stipulata il 26/05/2011 tra il Comune di Rimini e la Società Parking Gest Srl, prevedeva la realizzazione, con la procedura del Project Financing su aree di proprietà comunale, di un parcheggio nell’area di Via Italo Flori e di un parcheggio multipiano nell’area Scarpetti”.

Il parcheggio “Italo Flori” è stato inaugurato nel febbraio 2014 con 254 posti a rotazione (+72 rispetto ai precedenti 173). “Mentre, il parcheggio multipiano “Scarpetti” (comprendente piano terra e primo piano), con 433 posti auto (+146 rispetto ai 287 esistenti), dopo ormai 10 anni dall’approvazione, non è ancora stato realizzato. Neppure con la nostra interrogazione consigliare al Sindaco di giovedì, abbiamo ricevuto risposta in merito a quali siano le ragioni che hanno impedito la sua realizzazione, quando inizieranno i lavori e quando il nuovo Parcheggio Scarpetti sarà finalmente disponibile, al di là dei ripetuti annunci dell’Amministrazione Comunale”. 

Così come, “non è stata fatta luce sull’iter amministrativo del progetto di riqualificazione dell’area “Fox”, tra la Circonvallazione Meridionale e Via Bramante. Il progetto, approvato nel 2018, prevede la realizzazione di un parcheggio pluripiano (piano interrato e due piani superiori) di uso pubblico con circa 300 posti auto, a ridosso del Centro Storico, rispetto agli attuali 54 posti auto su area comunale. Anche per il Parcheggio dell’area “Fox”, siamo rimasti senza risposte, riguardo a quando potranno iniziare i lavori e quando sarà a disposizione per consentire un altro importante ingresso al centro storico”. 

Proprio per la “necessità di garantire adeguata accessibilità al Centro Storico e consentire la sopravvivenza delle attività economiche, abbiamo ri-chiesto all’Amministrazione Comunale l’aggiornamento del Piano della Sosta, essendo trascorsi 11 anni dall’ultima approvazione del 2009! I provvedimenti sui parcheggi sono divenuti tanto più urgenti dinnanzi alle difficoltà contingenti, conseguenti la pandemia Covid19, la concorrenza e-commerce e dei centri commerciali. Basta con gli annunci: chiediamo all’Amministrazione Comunale risposte concrete, il rischio è la desertificazione commerciale, l’impoverimento dei servizi, la perdita d’identità della nostra città, scongiuriamo il rischio di un Centro Storico fantasma”. 

(Rimini) Due minorenni e una ragazza appena maggiorenne sono stati sanzionati dalla polizia locale di Rimini in violazione delle disposizioni governative a prevenzione del contagio da Covid-19, che come noto prevedono il divieto di circolazione dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Erano circa le 23 infatti quando gli agenti della squadra della polizia giudiziaria durante il servizio di presidio serale svolto in borghese hanno sorpreso i tre giovani in giro senza ragione a Viserba, nell'area della Galleria Commerciale "Sacramora". I tre ragazzi sono stati quindi sanzionati (come previsto dal decreto legge 19/2000) due con un verbale da 281 euro poiché circolavano a piedi, mentre al terzo giovane è stato elevato un verbale da 401 euro in quanto sorpreso alla guida del suo ciclomotore su via Sacramora. Al momento dell'identificazione però gli agenti hanno scoperto che il ragazzo, oltre ad aver violato il 'coprifuoco', guidava il mezzo senza avere la patente di guida. Una violazione questa che gli è costata una multa ben più salata, di oltre 5 mila euro.  

Sempre nell'ambito dei servizi di presidio del territorio, la polizia locale del distaccamento di Miramare ha fermato un veicolo alla cui guida veniva identificata una persona per cui era stato emesso un provvedimento di revoca della patente il primo settembre 2010. Il conducente, alla domanda degli agenti ad esibire il documento di guida, ammetteva candidamente di continuare ad usare il veicolo di sua proprietà, per motivi di necessità nonostante la patente gli fosse stata tolta. Dal controllo dei terminali attraverso la centrale radio operativa, gli agenti venivano poi a conoscenza del provvedimento di revoca a carico della persona. L'autista è stato quindi sanzionato ai sensi dell'articolo 116 del codice della strada, che prevede una sanzione di 5.110 euro, a cui si è aggiunta la sanzione accessoria del fermo del veicolo per tre mesi. 

(Rimini) “Forza Italia è pronta a prendere le proprie posizioni politiche sul territorio collocandosi seriamente in quella parte politica moderato e centrista rappresentativo di elettori che cercano risposte serie e concrete non solo da chi amministra ma anche da parte di chi è all’opposizione”. Così Roberto Maggioli, vice coordinatore vicario forza Italia provinciale Rimini. “Non abbiamo bisogno di auto accreditarci come moderati perché lo siamo da sempre senza trasformismi o captatio benevolentie pubbliche. Vogliamo che il centro si ripopoli e sia fondamentale con il proprio insieme di valori e capacità”. 

Oggi “competere con un candidato come Emma Petitti, che conta 8mila preferenze pochi mesi fa, e ha maturato esperienza politica e amministrativa a vari livelli, oppure un altro di derivazione pd riminese, non può essere considerata una passeggiata”, sottolinea Maggioli. “Per questo il centrodestra deve lavorare, oltre che alla definizione del nome evitando auto proclamazioni di parte, alla creazione di un progetto forte di crescita e sviluppo di Rimini oggi diversa da quella di 10 anni fa e fare i conti con le difficoltà del periodo per dare un respiro ed una unicità alla propria offerta turistica, produttiva e alla crescita sociale”.

Ribadisce Maggioli, “siamo pronti e disponibili a giocare una partita importante e difficoltosa su Rimini ed anche in altri comuni come Cattolica, Riccione e Novafeltria. Esperienze di rappresentatività e comunione di intenti tra noi moderati insieme ad altre forze del centrodestra come a Bellaria Igea Marina, hanno dato e continuano a dare buoni risultati all’insegna della coerenza e della capacità amministrativa. Con senso di responsabilità e maturità da parte di tutti, gli obiettivi si possono centrare, in primis a Rimini con la collaborazione del tessuto sociale ed economico che è linfa del territorio. Noi ci siamo con idee, uomini e responsabilità, la stessa che dimostriamo, con proposte e richieste precise, anche a livello nazionale; vediamo chi vuole seriamente e consapevolmente giocare di squadra per vincere”.

(Rimini) Italia Nostra si mette a fianco delle istituzioni locali  contro la realizzazione del progetto di parco eolico offshore davanti alla costa di Rimini. “Noi ci saremo. Italia Nostra condivide il netto no espresso a nome del Comune di Rimini dal suo sindaco e ribadisce che sarà a fianco della comunità riminese, delle sue istituzioni e dei suoi rappresentanti contro il tentativo di realizzazione di un impianto industriale offshore davanti alla costa della Riviera Adriatica, da Bellaria a Cattolica, per le ricadute negative che avrebbe su tutto il territorio oggi e sul suo futuro”, ribadiscono dall’associazione.

“E’ inaccettabile che due società, una di Brescia, una di Foggia, si costituiscano in una società di scopo con un capitale irrisorio per un investimento il cui obiettivo è solo il profitto. Non vi è niente di etico tra le ragioni che le spingono a realizzare questo ecomostro di 50 - 60 aerogeneratori alti 235 metri a soli 10 km dalla riva, ma solo la volontà di massimizzare il profitto. Questo è chiaro, e lo è ancor di più alla luce delle ridicole modifiche fatte al progetto iniziale - da 59 a 51 gli aerogeneratori, di meno di 600 metri (da 5,4 miglia marine a 6) la maggior distanza dalla costa - che in sostanza non lo modificano di una virgola”.

Per Italia nostra, inoltre, “è inaccettabile che vengano a dire - a mettere i puntini sulle “i” è stato scritto - come la comunità riminese non abbia nessun ruolo nel decidere il proprio destino ‘nel mare territoriale e in particolare per ciò che concerne la produzione di energia, in quanto tali attività ricadono nelle esclusive competenze dello Stato’. E’ inaccettabile che, come Energy Wind 2020 scrive, si consideri ‘il Paesaggio - il nostro paesaggio, quello che ci ha visto crescere, biglietto da visita della nostra comunità nel mondo -  solo come uno dei potenziali effetti del progetto da valutare’”. Una “superficialità arrogante” e “superficiale oltreché sconcertante che ci fa essere più che mai convinti di affrontare questo pericolo in maniera ancor più determinata contro un pericolo  che, come ha ribadito il Presidente della Provincia Riziero Santi in occasione della Commissione Politiche economiche della Regione Emilia Romagna, chiedendosi: cosa ci guadagniamo da questo impianto? Nulla”.

Gentile Direttore, 

non più tardi di 3 giorni fa è giunta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla Capitaneria di Porto di Rimini e, per conoscenza al Comune di Rimini, il riscontro alle osservazioni del Comune di Rimini sul progetto di parco eolico al largo della costa riminese da parte della Energia Wind 2020. 

Comunicazione tecnica, cortese, molto formale che provo qui a riassumere: 

  • Regioni, Province e Comuni possono dire la loro, possono essere critici o contrari, possono magari consultare le comunità 'ma non nel mare territoriale e in particolare per ciò che concerne la produzione di energia, in quanto tali attività ricadono nelle esclusive competenze dello Stato'; 
  • La riconfigurazione del posizionamento degli aerogeneratori 'consente di liberare più spazio per altri usi del mare e le distanze tra gli stessi 'sono tali da garantire ampi spazi liberi per altri usi e da consentire il transito, la navigazione e la pesca senza particolari limitazioni, al netto delle disposizioni che verranno impartite dalle Autorità marittime competenti'; 
  • C'è preoccupazione per l'impatto dell'impianto sul turismo? 'Non vi è alcun dato oggettivo che possa dimostrare che la realizzazione di impianti eolici offshore abbia creato indirettamente danni al settore turistico'. E a sostegno di questa tesi si porta l'esempio dell'HornsRev in Danimarca nel Mare del Nord; 
  • Quindi sull'impatto ambientale, Wind Energy 2020 scrive che 'il Paesaggio è solo uno dei potenziali effetti del progetto da valutare; la discussione sulla compatibilità ambientale del progetto non può essere dunque ridotta esclusivamente all'interno di questo tema, ancorché rilevante'. 

Il documento è naturalmente molto più articolato e accenna anche il tema dei benefici indiretti che ricadrebbero sul territorio riminese, dicendosi la società disponibile a valutare interventi di efficientamento energetico degli edifici di proprietà e/o pertinenza del Comune, nonché altri interventi di efficientamento della pubblica illuminazione. Conclude invitando il Comune di Rimini a rendere il proprio contributo istruttorio, 'pur nell'ambito del ruolo assegnato dal procedimento di competenza ministeriale in oggetto'. 

La sintesi che faccio io è questa: potete opporvi ma non avete potere per farlo; difficoltà alla pesca limitate ma una volta ubicato l'impianto eolico potrebbero arrivare nuove aree interdette all'attività, cioè sono possibili/probabili nuovi divieti; è un vantaggio per il turismo perché così è avvenuto nel Mare del Nord; il paesaggio non è un valore assoluto. 

Ho già dato mandato agli uffici di ribadire per ogni via il nostro 'no' al progetto. 

Noi abbiamo una partita davanti, siamo ad un bivio. Abbiamo bisogno di terra e di sogno, di coste e di mare, abbiamo bisogno che la green economy non sia la vocazione in cui rifugiarsi dietro i dibattiti, ma sia applicato sul campo. Prendiamo la discussione sul parco eolico davanti alla costa riminese. Non ci vuole la scienza per dimostrare come la vocazione produttiva della Danimarca, affacciata sul Mare del Nord dalle peculiarità industriali, siano tutt'altro cosa rispetto alla costa riminese. Il nostro mare, e ci scusino i 'padroni del mare' se ci si permette di dirlo, le sue spiagge, la bellezza, la riqualificazione in essere dei lungomari e gli investimenti sulla tutela della balneazione, i 27 milioni di presenze turistiche, sono cose ben differenti da caratteristiche territoriali legate all'off shore, all'estrattivo, all'industriale. È questione di economia, di lavoro, di relazioni. Si parla di 'Green new deal'. Allora diciamo chiaramente che il Green new deal trova il suo vero senso e significato se mette assieme sviluppo, lavoro, vita, pianeta, natura, salute.  

Non si può rinunciare scappare dalla transizione energetica che ha bisogno più che di una scorciatoia mostruosa e ammazza turismo in un territorio vocato, di un Piano Energetico anche romagnolo dove si individuano più azioni più forti, più siti per produrre i megawatt necessari per l'intera Romagna. O vogliamo trovare anche qui scorciatoie? Mettiamo impianti eolici nelle terre malatestiane di Piero della Francesca o nelle meravigliose foreste Casentinesi perché anche lì c'è vento?   

Stupisce infine la considerazione sul valore del paesaggio. Oggi, in Italia. Abbiamo già sacrificato tanto, troppo, nel nostro Paese alla 'necessità' o alla 'urgenza' delle cose da fare, quasi sempre estemporanee e fuori da qualsiasi pianificazione. I sacrifici si chiamano consumo del suolo, utilizzo improprio della natura, deforestazione, fogne a mare, che hanno portato con sé una crescita squilibrata e una enorme fragilità dei nostri territori, purtroppo drammaticamente evidente ogni giorno.  

Il paesaggio, per la comunità riminese, è un valore non negoziabile. E questa comunità vuole avere e avrà sicuramente ruolo per dire la propria su un progetto così sfregiante. Ci dite 'dite la vostra' e poi decidono gli altri? Non andrà così. Questo è certo.  

Garantito  

  

Andrea Gnassi 

Sindaco di Rimini 

 

(Rimini) “Se il mercato settimanale di Riccione non si è svolto non è per colpa dei commercianti, ma di un’amministrazione locale che ha preferito lasciare a casa 280 operatori con i loro dipendenti anziché provvedere alla sicurezza degli accessi alla zona mercatale". Lo sostengono in totale accordo Fiva e Anva, leassocizioni di categoria di Confcommercio e Confesercenti. "Una cosa che riteniamo gravissima soprattutto perché frutto di un vero e proprio ultimatum del giorno prima: o pagate la sicurezza, o il mercato non si fa".
Con i provvedimenti di novembre per contrastare il contagio da Covid-19, "sono state imposte regole più stringenti per i mercati ambulanti, anche con l’obbligo di steward per monitorare gli ingressi, che comportano maggiori spese. A differenza di altri Comuni che si sono fatti carico direttamente di questi oneri aggiuntivi, il Comune di Riccione ha tenuto un comportamento negativo e inspiegabile, pretendendo di scaricare i maggiori costi sugli ambulanti. Ricordando che il Comune istituisce e gestisce i mercati, che hanno anche una valenza sociale perché permettono a tutti i cittadini di avere luoghi all’aperto fruibili, sicuri e vicini per fare acquisti, riteniamo che non possa esimersi dai costi per la sicurezza degli accessi all’area".
Martedì "l’amministrazione di Riccione ci ha fatto sapere di non essere riuscita a reperire volontari per vigilare sugli accessi e ci ha chiesto di richiedere preventivi ad alcune agenzie per questo servizio. Preventivi arrivati mercoledì pomeriggio e valutati troppo gravosi da pagare per operatori che già per ogni giornata di lavoro corrispondono le imposte sul suolo pubblico e rifiuti, che già si occupano della sanificazione e della sicurezza delle loro postazioni e che sono già fortemente provati da un netto calo degli incassi dovuto alla scarsità di affluenza e alla risicata capacità di spesa dei clienti in questo periodo di pandemia".
Nella riunione indetta per giovedì alle 13, "abbiamo spiegato le nostre difficoltà e le perplessità per la proposta avanzata dall’amministrazione di inserire questa “quota sicurezza” nei prossimi bollettini Cosap. Anche perché nessuno può sapere se la Zona Arancione finirà davvero il 3 dicembre o verrà prorogata e dunque nessuno può sapere quanti mercati andranno fatti in questa condizione, con il rischio che la spesa si sommi per tante settimane lievitando a dismisura. Nessun accordo era stato sottoscritto al termine della riunione, nella quale era stato chiesto un po’ di tempo per un confronto con i soci su una questione così delicata. Arrivati subito alcuni dinieghi a questo aumento dei costi e data l'impossibilità di contattare il resto degli associati a causa dei tempi strettissimi, nel pomeriggio abbiamo avvertito l’amministrazione, che anziché farsi carico della sicurezza ha preferito chiudere il mercato prendendosi la responsabilità di lasciare a casa i lavoratori e avvantaggiando di fatto gli altri canali commerciali".
La "forzatura" che "ci ha imposto l’amministrazione riccionese non è accettabile, anche tenendo conto di come la situazione è gestita su altri territori, in cui le amministrazione pensano a loro spese al servizio di sicurezza. Riteniamo l’atteggiamento del Comune di Riccone scorretto e sorprendente, dopo che alla riapertura dal lockdown di primavera avevamo fatto di tutto per venire incontro alle problematiche, reclutando volontari tra i commercianti, restringendo le aree e cambiando la collocazione dei banchi con una forte penalizzazione di molti operatori. Non possiamo credere che Riccione, non certo parca nelle iniziative e negli eventi, non riesca a far fronte ad una cifra così esigua per la sicurezza. Per questo mercato cancellato, chiederemo il rimborso delle imposte Tari e Cosap. In vista di venerdì prossimo torneremo ad incontrarci per trovare un accordo che possa soddisfare tutti, ma che non può arrivare sotto forma di ultimatum”.

(Rimini) Definiti in Emilia-Romagna, d’intesa tra assessorato alle Politiche per la salute e Aziende sanitarie e ospedaliere, i centri di stoccaggio regionale del vaccino e anche le strutture sanitarie che somministreranno le prime dosi, destinate nella fase iniziale agli operatori sanitari e ai presidi residenziali per anziani. Come richiesto dal ministero della Salute, la Regione si è immediatamente attivata per contribuire alla predisposizione del piano nazionale, individuando i luoghi idonei alla conservazione - in particolare congelatori che permettono temperature fino a -85 gradi - e allo stoccaggio dei vaccini anti-Covid (di Pfizer-Biontech).

Luoghi che, per ragioni di sicurezza come peraltro richiesto a livello nazionale, non vengono resi noti. Ad effettuare la ricognizione dei centri di stoccaggio e delle strutture sanitarie scelte per la somministrazione delle prime dosi, sono stati oggi, con i vertici dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute, i direttori generali di tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere, in un incontro in videoconferenza da viale Aldo Moro. Per quanto riguarda i criteri di scelta, le strutture sanitarie sono state individuate, da Piacenza a Rimini, in base ai bacini di utenza, al personale sanitario impiegato, oltre a quello operante sul territorio e in grado di raggiungere il presidio entro 30-60 minuti.

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 100.344 casi di positività, 2.533 in più rispetto a ieri, su un totale di 22.307 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi dell’11,3%, stabile rispetto a ieri (1,4%). E, secondo la rilevazione settimanale della Cabina di Regia nazionale, l’indice di trasmissione del contagio (Rt), in Emilia-Romagna scende a 1,14. E’ il quarto calo consecutivo, dopo quelli delle tre settimane precedenti (rispettivamente: 1,63, 1,57, 1,4).

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.036 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 259 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 431 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,8 anni.

Su 1.036 asintomatici, 391 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 161 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 10 con gli screening sierologici, 16 tramite i test pre-ricovero. Per 458 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Modena con 625 nuovi casi, Bologna con 534, Reggio Emilia con 363, Piacenza (309), Ravenna (158), Parma (125), Rimini (109) e Ferrara (101). Poi l’area di Imola (80), Cesena (68) e Forlì (61).

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 22.307 tamponi, per un totale di 1.957.785. A questi si aggiungono anche 3.776 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 62.934 (1.928 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 60.156 (+1.883 rispetto a ieri), il 95,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 47 nuovi decessi: 13 in provincia di Reggio Emilia (7 uomini di 72 anni, 73 anni e gli altri rispettivamente di 75, 80, 85, 88 e 92 anni e 6 donne di 74, due di 82, 88, 92, 95 anni), 10 a Modena (8 uomini di 68 anni, 74, 77, 78, due di 79, 92, 95 anni e 2 donne di 74 e 79 anni), 2 a Ravenna (1 donna di 83 anni e un uomo di 95), 2 a Piacenza (2 uomini di 100 e 70 anni), un decesso in provincia di Forlì Cesena (una donna di 89), 12 a Rimini (6 donne di 77, 84, 93, due di 94 anni, 99 anni e 6 uomini di 58, 79, 84, 85 anni e due di 89 anni), 3 a Parma (3 uomini di 73, 85, 86), 3 a Ferrara (3 donne di 77, 86, 96 anni), nessuno a Bologna. Un uomo di 85 anni deceduto a Modena era residente fuori Regione. Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 5.265.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 244 (stabili rispetto a ieri), 2.534 quelli in altri reparti Covid (+45). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 13 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 14 a Parma (invariato rispetto a ieri), 29 a Reggio Emilia (+1), 61 a Modena (+1), 63 a Bologna (invariato), 5 a Imola (invariato), 17 a Ferrara (-3),12 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 23 a Rimini (-1). Le persone complessivamente guarite salgono a 32.145 (+558 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 10.763 a Piacenza (+309 rispetto a ieri, di cui 74 sintomatici), 8.719 a Parma (+125, di cui 77 sintomatici), 14.706 a Reggio Emilia (+363, di cui 270 sintomatici),18.109 a Modena (+625 di cui 452 sintomatici), 20.001 a Bologna (+534, di cui 337 sintomatici), 2.477 casi a Imola (+80, di cui 40 sintomatici), 4.858 a Ferrara (+101, di cui 17 sintomatici), 6.073 a Ravenna (+158, di cui 97 sintomatici), 3.729 a Forlì (+61, di cui 40 sintomatici), 3.112 a Cesena (+68, di cui 47 sintomatici) e 7.797 a Rimini (+109, di cui 46 sintomatici).

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