(Rimini) “Quello che ha detto Morra (presidente della commissione anti mafia) in questi giorni (almeno avendo il coraggio di dirlo) io l'ho subito anni fa da persone che non hanno avuto neanche il coraggio di esporsi pubblicamente. E queste persone sono ancora lì a decidere il futuro di questa città”. E’duro l’attacco che oggi ha affidato al suo diario su Facebook l’ex presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali.
“Le riunioni che non riuscivo a fare in ufficio le facevo in ospedale. Ecco, proprio in quei giorni, mi arrivo la proposta di candidarmi alla presidenza della provincia. Dovevo decidere subito, prendere o lasciare. Per i miei detrattori fu facile mettere in giro la voce che non avrei potuto sostenere quel ruolo per motivi di salute. Si sparse anche la voce, inarrestabile, che la malattia fosse tornata. Ancora una volta venne in mio soccorso Alberto Ravaioli che, nella sua doppia veste di sindaco e di primario, dovette certificare ufficialmente il mio stato di sana e robusta costituzione racconta Vitali citando il suo libro ‘Vivo per miracolo’.
“Era dicembre del 2008, qualche mese dopo sarei diventato Presidente della Provincia. Ma anche se la malattia fosse stata ancora nel mio corpo, sarebbe stato corretto fermarmi? Non avrei potuto combatterla da Presidente curandomi? Sarebbe stato giusto? Non lo so, io penso che l'eredità che ha lasciato la presidente Santelli nel suo poco tempo di presidenza in pochi siano riusciti a farlo. Ogni tempo vale la pena di essere vissuto, in ogni situazione lasciamo cose di noi che possono servire da esempio. Vale più un anno della Santelli o cinque di un incapace anche se fisicamente sano?”. Si domanda (retoricamente) Vitali.