Ieri il Sole 24 ore ha offerto una fotografia "sconfortante ma non certo sorprendente della crisi demografica e dello spopolamento che interessa le aree interne del nostro paese", sottlinea il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad.
"Secondo lo studio del quotidiano economico, l’Italia ‘si sta svuotando’ a doppia velocità nei territori periferici alle città italiane, con una perdita di residenti che si attesta al 5% sul 2014, contro il 2,2% della media nazionale. Nelle cosiddette “aree interne” si trova quasi la metà dei comuni italiani (il 48%) dove vivono 13,6 milioni di persone (cioè poco meno di un quarto della popolazione del Paese), la nostra provincia ne conta una decina, distribuite tra le due splendide vallate della Valconca e della Valmarecchia. Guardando alla mappatura offerta dal ‘Sole’ emerge come la nostra provincia e gran parte della nostra regione sia più ‘resistente’, con un trend di spopolamento che non segna picchi che invece si registra in altre zone di Italia, per una serie di fattori tra cui ad esempio il potere attrattivo in chiave turistica delle nostre aree collinari".
Ciò non toglie che, "seppur la situazione del nostro territorio sia migliore di altre zone del Paese, il tema dell’abbandono dell’aree collinari ci riguardi da vicino. Ho già avuto modo di sottolineare come da anni stiamo assistendo ad un inesorabile scivolamento a valle della popolazione con un progressivo spopolamento della collina e della montagna che rischiano già oggi di essere considerate solo come mete di svago per i cittadini che vivono nelle metropoli: un luogo ideale per le seconde case o per le case vacanza, popolato per un paio di settimane e qualche week end all'anno e poi silenzioso e spento. Una tendenza alimentata probabilmente anche dall’accentuarsi della crisi economica e dall’impatto della pandemia del 2020, che ha fatto emergere il divario tra chi non aveva i servizi a relativa portata di mano e chi invece si trovava ancor più isolato nel bel mezzo di una condizione di isolamento forzato generale".
Ed è qui il punto: "per far vivere le aree interne, per far sì che non diventino aree abbandonate e quindi lasciate a sé, occorre prioritariamente non impoverirle di servizi. E’ prima di tutto un tema di uguaglianza: abbiamo il dovere di far sì che chiunque possa accedere a servizi di base come quelli sanitari, scolastici, di trasporto pubblico, senza dover fare centinaia di chilometri o più di mezzora di auto. E’ un tema prima di tutto di uguaglianza sociale per chi in quelle aree ancora ci vive, ed è un aspetto dirimente se si vuole davvero tentare di renderle appetibili per chi lì vuole crescere la propria famiglia".
Occorre, per il sindaco Sadegholvaad, "una visione forte e consapevole, quella che ancora manca a livello nazionale. Anche le diverse azioni e interventi portati avanti a livello legislativo ed istituzionale sconta una mancanza di una prospettiva allargata, iniziative spot slegate tra loro, talvolta anche in contraddizione, che rischiano di portare ad una dispersione di risorse, senza produrre risultati. Se dunque su base nazionale serve mettere il tema della crisi demografica delle aree interne al centro di una politica organica di medio termine abbandonando soluzioni estemporanee, sul piano locale occorre allo stesso modo una pianificazione strategica concreta, che tenga insieme sostenibilità ambientale ed economica, valorizzazione delle vocazioni e dell’identità dei luoghi, occupazione e ritorno dei servizi e delle funzioni imprescindibili, con un collegamento sempre più saldo tra costa e aree montane".