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Rimini | Asili, 81 posti per i voucher

 
Asili, dal comune 67.500 euro per i voucher mensili. L’importo servirà per venire incontro alle famiglie per l’anno 2013-2014. L’intenzione dell’amministrazione è quella di passare da un welfare comunale ad un welfare di comunità attraverso un sistema integrato tra pubblico e privato.
Sono 81 i posti disponibili negli asili privati per il prossimo anno scolastico, “numero che potrà aumentare – spiegano dal Comune – nel caso i gestori delle strutture che aderiscono all’iniziativa mettano a disposizione ulteriori posti e nel limite del budget stanziato dal Comune”. I voucher sono cofinanziati dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo sociale europeo per un importo che ancora non è stato comunicato.

 

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Rimini | Comune, alla cultura arriva il settore masterplan


Oggi a Roma incontro per il sindaco di Rimini con l’agenzia per il demanio e la ‘liberazione’ del lungomare. In attesa della lieta notizia (il comune ha minacciato di rivolgersi al tribunale se la questione non sarà risolta) gli uffici affilano le armi per portare avanti il masterplan. La giunta ha infatti approvato la riorganizzazione dei servizi che fanno capo alla Direzione cultura e turismo, con due nuovi settori.


Il primo avrà competenza su tutte le materie culturali diverse dai Musei, ma la vera novità sta nel secondo. La struttura sarà denominata “Turismo, Water front e Riqualificazione, Demanio”. Si occuperà di tutte le funzioni in materia di demanio marittimo e delle concessioni di occupazione del suolo e delle aree pubbliche, nonché dei progetti di riqualificazione dei lungomari. A tale settore verranno assegnate anche le funzioni amministrative in materia di turismo. Prevista anche una nuova Unità operativa che si occuperà di tutte le iniziative e dei progetti in materia di rilancio e di rinnovamento dell’offerta turistica.
Ovviamente, “la decisione di concentrare in un unico Settore tutte le attività che si svolgono sulle aree demaniali unitamente ai progetti di riqualificazione dei lungomari e alla gestione dei rapporti con l’Agenzia del Demanio, poi, concretizza la volontà dell’Amministrazione di perseguire su uno degli obiettivi più rilevanti del Masterplan strategico”.

 

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Walter Vitali, il referendum sulle paritarie è un ritorno alla guerra fredda

Era quasi inevitabile che accadesse: a Rimini c’è chi comincia a parlare (vedi Galvani della FdS) di un referendum per togliere i contributi alle scuole paritarie dell’infanzia. Possono essere solo chiacchiere in libertà se il referendum di Bologna del prossimo 26 maggio si concluderà con la vittoria di chi vuole confermare la convenzione con le paritarie. Se invece dovessero vincere quanti combattono la parità, un effetto domino è purtroppo prevedibile, anche perché adesso queste frange minoritarie della sinistra possono saldarsi con il vetero-statalismo dei grillini.
Quanto succederà a Bologna avrà quindi un indubbio valore nazionale. E lo fanno capire anche le parole dell’ex sindaco Walter Vitali che è, per dirla con un termine giuridico, una persona informata sui fatti. È stata una giunta da lui presieduta che nel 1993, giusto vent’anni fa, fece la scelta storica di rispondere alla domanda di scuola per l’infanzia anche con la partecipazione delle scuole che allora si chiamavano private e che oggi, dopo la legge 62 del 2000, sono diventate paritarie.
“Nel 1993 – racconta Vitali – decisi di avviare un confronto con il mondo cattolico di Bologna su vari temi, tra cui anche la scuola. Volevo superare certe contrapposizioni. Non andavo alla ricerca di voti, avevamo una solida maggioranza, la mia era una ricerca culturale”. Vitali ricorda che in città c’erano già esperienze di integrazione pubblico-privato in altri settori, sport, servizi sociali, sanità. “Sulla scuola no, quello era un terreno minato, teatro di scontri fra maggioranza e opposizione democristiana”.
Vitali decise di cambiare musica. “Non pensammo mai di dare semplicemente dei contributi alle scuole private. Realizzammo da subito un sistema pubblico di istruzione, dove all’ente pubblico è demandato il compito di fissare determinati standard di qualità. All’interno di questo sistema, hanno pari dignità le scuole statali e comunali e le scuole gestite dai privati”. Ed è la situazione che vogliono cancellare i promotori del referendum. “Sono mossi dall’idea – afferma Vitali – che sia pubblico solo ciò che è gestito direttamente da un ente pubblico. Questa è un’idea arcaica, anacronistica, da anni Cinquanta. È contraria allo spirito e alla lettera della Costituzione. Si invoca il famoso articolo 33, “senza oneri per lo Stato”, ma si dimentica che quel comma significa solo che non c’è obbligo di finanziamento da parte dello Stato, non pone un divieto. Tanto è vero che tutti i ricorsi al Tar e alla Corte Costituzionale si sono conclusi con la sconfitta dei proponenti. Inoltre oggi c’è l’art.118 della Costituzione che ha introdotto il principio di sussidiarietà. Dico ancora di più: l’identificazione pubblico uguale a statale è contrario allo spirito del tempo, è il ritorno ad uno statalismo che non ha più senso. Non è più l’epoca della crescita della tassazione per garantire i servizi a tutti. È davanti a tutti come l’eccesso di imposizione fiscale finisca per far crescere apparati pubblici e burocratici non più sostenibili. La nostra è l’epoca dello Stato o del Comune leggero, che si limita a indirizzare e non a gestire”.
L’ultima arma dei referendari sembra essere quella economica: in tempi di crisi non si possono dare soldi alle private. “Anche su questo terreno si dicono cose non vere. – ribatte Vitali – Dove starebbe il danno per le finanze pubbliche? Le scuole comunali rispondono al 60 per cento della domanda, il Comune spende 35 milioni, 6.900 euro a bambino. Alle paritarie private, che coprono il 21 per cento della domanda, il Comune dà un milione, cioè 600 euro ad alunno. Se i referendari vincessero, il Comune non potrebbe mai rispondere alla domanda che resterebbe senza servizio, si alimenterebbero le liste di attesa. Molte scuole private dovrebbero chiudere e questo è un male perché il pluralismo scolastico è un valore”.
Vitali osserva anche che lo stesso quesito referendario è capzioso, tale da poter indurre all’errore “perché accredita l’idea che ci siano risorse da dare a qualcuno e si chiede a chi devolverle”. “Se si voleva aprire un dibattito su questi temi – aggiunge – c’erano altri strumenti. Non si fanno test politici sulla pelle delle scuole. Questo referendum ci fa tornare alla guerra fredda, è una regressione grave”.
Valerio Lessi

mattone

 

Rimini | L’imu e il braccio di ferro delle larghe intese. Brasini: Meglio rivedere seconde case e produttivi

 
Imu, “basta con la demagogia”. L’assessore al bilancio del comune di Rimini Gian Luca Brasini (alle prese con le previsioni del 2013) torna nel dibattito sulla rimodulazione della tassa sulla casa. Il braccio di ferro delle larghe intese al governo tiene banco anche a livello locale. Anche il deputato Emma Petitti qualche giorno fa ha ribadito ai riminesi la posizione del Pd. “Bene la sospensione dell’Imu a giugno, con la proroga della rata, ma senza pregiudicare l’attività dei Comuni. Il congelamento dell'imposta sulla prima casa è una risposta alle famiglie in difficoltà, ma se si toglie l'entrata dell'Imu ai nostri enti locali, vanno trovate chiaramente risorse sostitutive: le tasse vanno ridotte senza tagliare i servizi ai cittadini o fare aumentare il debito. Per questo, fra i primi provvedimenti, il Governo dovrà ricontrattare con l'Unione”, ha detto.

 
La risposta dal Pdl locale non si è fatta attendere, per mano dei consiglieri comunali Gennaro Mauro e Giuliana Moretti. Due i concetti. Primo. “Avevamo promesso ai nostri elettori che l’imu prima casa sarebbe stata abolita, e oggi che siamo al governo intendiamo rispettare l’impegno preso. La prima pregiudiziale posta al governa Letta è stata quella dell’azzeramento dell'imu prima casa, assumendoci la responsabilità di non sostenere un governo che non attuasse questa misura. L’onorevole Petitti che questo governo l’ha votato, dovrebbe conoscere bene la nostra posizione, e quindi tutto l’allarmismo lanciato da parte degli esponenti di centro sinistra riminese è del tutto fuori luogo”. Secondo. “A differenza del “ragioniere” Brasini, siano felicissimi che i riminesi si troveranno nelle tasche 13 milioni di euro, risorse che serviranno ad alimentare l’economia riminese e ad aiutare le tante famiglie che lottano per arrivare a fine mese. Sbaglia chi parla di comuni alla sfascio, le risorse che verranno a mancare agli enti locali saranno compensati con altre entrate derivanti da trasferimenti da parte dello Stato, in attesa dell’auspicata introduzione del “federalismo fiscale”.
Secondo il Pdl, quindi, “gli amministratori del centrosinistra sanno bene che i Comuni non verranno lasciati soli, ma pur di polemizzare con il Popolo della Libertà, che sull’imu prima casa ne ha fatta una battaglia di libertà, sono disposti ad allarmare i cittadini”. E invitano gli amministratori a rinunciare all’imu sulla prima casa e piuttosto a fare in modo di tenersi per intero quella sulle secondo.


A questo punto l’assessore Brasini su Facebook fa alcune precisazioni. “Il dibattito sull'imu prima casa diventa vuoto e insensato (oltre che spesso demagogico) se non si prende in considerazione la vera contraddizione di questa imposta assurda. Ai cittadini riminesi l'imu sulla prima casa "costa" circa 13,4 milioni (incassati dal Comune) mentre gli stessi cittadini ne pagano il doppio (26 milioni) allo Stato in seconde case e immobili produttivi. Non sarebbe sufficiente rivedere questo secondo aspetto? Cosa c’entra lo Stato in una imposta municipale? Il vero problema è che la prima casa fa più presa sulla pancia dei cittadini”.

 

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Rimini | Rifiuti, differenziata al 60 per cento

 
Sfiora il 60 per cento (per la precisione arriva a 59,9) il volume della raccolta differenziata nei Comuni della provincia di Rimini serviti da Hera nel 2012. La crescita è di circa un punto percentuale rispetto al 2011. I dati sono forniti da Hera. E’ ovviamente il comune capoluogo ad incidere maggiormente sul risultato con un 61,4 per cento, oltre la soglia traguardo del 60 per cento. A Rimini la crescita è stata di quasi il 3 per cento rispetto al 2011 quando il volume dei rifiuti destinati al riciclo è stata del 58,7 per cento. Buon risultato, anche se i primi della classe, quei comuni che superano la soglia del 70, sono Riccione con il 73 per cento di raccolta differenziata e Santarcangelo con il 72,3 per cento.
Anche in fatto di rifiuti bisogna dire che nonostante la crisi il settore del differenziato tiene. A fronte, infatti, si una produzione in flessione: nel 2011 la somma tra rifiuti urbani indifferenziati e differenziati ha superato le 258mila tonnellate, mentre per il 2012 si parla di 249mila circa, per un meno 3,7 per cento.
Da Hera arrivano, inoltre dati incoraggianti per chi nel suo piccolo è attento a differenziare i rifiuti, oltre il 93 per cento arriverebbe effettivamente al recupero. In provincia di Rimini nel 2012 sono stati raccolti in maniera differenziata 475 chili di rifiuti (quasi il doppio rispetto alla media del nord Italia nel 2010 pari a 262 chili e ben oltre rispetto alla media nazionale di 189). A crescere è la raccolta di plastica, vetro e lattine, ma causa crisi la gente butta meno i beni durevoli, quelli della categoria dei rifiuti ingombranti.

 

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Rimini | Franchini nuovo presidente di Cna industria

 
L'assemblea congressuale di Cna industria ha rinnovato gli organismi dirigenti. Dopo otto anni, il presidente uscente Fabrizio Moretti lascia la guida Pierpaolo Franchini, titolare della Fratelli Franchini di Rimini. Rinnovato anche il consiglio direttivo con Sabrina Vescovi (Eurocom Telecomunicazioni, Riccione), Giulio D’Angelo (Prime Cleaning, Rimini), Quinto Biondi (Isolcasa, San Giovanni in Marignano), Gianni Mariani (Mariani Costruzioni, Rimini), Francesco Rinaldi (Ubisol, Rimini), Morena Guerra (Ricci Sabbiature, Rimini), Mauro Bulgarelli (Maranosolar, Coriano), Gianni Torcolacci (Consorzio Orafi, Rimini), Lara Farotti (Farotti Essenze, Rimini), Henrich Nobili (Sinergy Cosmetics, Misano), Angelo Cit (Cit Metalmeccanica, Santarcangelo). Il consiglio sarà integrato anche da Corrado Palmetti, titolare della Ventilsystem di San Giovanni in Marignano, eletto Presidente di Cna Produzione.

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Rimini | Sagra musicale taglia il nastro il 13 agosto con una produzione

 
Sarà inaugurata con una produzione all’insegna della musica barocca la 64esima edizione della Sagra musicale malatestiana a Rimini. Nel ridotto del teatro Galli il 13 e il 14 agosto andrà in scena Il palazzo d’Atlante, a cura del collettivo teatrale Anagoor. Si tratta della prima riproposizione moderna dell’azione musicale seicentesca ispirata all’episodio del Palazzo d’Atlante dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. A un mese di distanza, il 13 e il 14 settembre, inoltre il secondo inedito della stagione, la Suite Michelangelo, rilettura a cura del gruppo Città di Ebla della Suite sulle rime di Michelangelo composta nel 1973 di Dmitri Šostakovi. Appuntamento in Sala Pamphili, Complesso degli Agostiniani, per l’interpretazione musicale della pianista Shizuka Salvemini e del baritono Riccardo Fioratti.

 
Ovviamente, nel ventesimo anniversario dalla sua scomparsa non poteva mancare un ricordo di Federico Fellini. Due gli appuntamenti proposti dalla Sagra.  Il primo il 31 agosto dal titolo “Omaggio a Fellini-Rota”, il secondo il 21 settembre, “Tributo a Fellini”, un recital che vedrà due giovani pianisti di straordinario e riconosciuto talento, Andrea Bacchetti e Orazio Sciortino interpretare un programma appositamente ideato per quest’occasione con una personale rilettura delle musiche che hanno accompagnato i maggiori capolavori felliniani.

 
Grande attesa per la musica sinfonica che come lo scorso anno sarà ospitata dal 27 agosto nella Sala della Piazza del nuovo palacongressi di via della Fiera. In scena due tra le più importanti formazioni orchestrali italiane, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e prestigiose compagini europee come la Rotterdam Philharmonic Orchestra, la Čajkovskij Symphony Orchestra e la Philharmonia Orchestra. A salire sul podio saranno bacchette del calibro di Zubin Metha, Esa Pekka Salonen, Vladimir Fedoseyev, Juraj Valcuha e Yannik Nezet-Seguin, insieme a celebri solsiti come il soprano Anna Caterina Antonacci e il violinista Julian Rachlin.

 

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Rimini | Aeradria, Dilorenzo (Pdl): Atteggiamento Vitali pregiudica esito concordato

 
Aeradria, il consigliere provinciale del Pdl Claudio Dilorenzo vuole vederci chiaro e ha chiesto alla Provincia di Rimini tutta una serie di documenti per “verificare alcune responsabilità della Provincia”, socia al 38 per cento di Aeradria, nella situazione che potrebbe portare la società di gestione dell’aeroporto Fellini al fallimento. Dilorenzo si riferisce a due questioni in particolare. Quella dei 928mila euro versati da Carim e quella degli oltre 2,9 milioni rivendicati da Aeradria nei confronti di Comune e Provincia di Rimini, ma di cui non esisterebbero accordi scritti.
Così il consigliere del centrodestra martedì scorso in consiglio provinciale ha presentato un’interrogazione che il presidente della Provincia “ha liquidato con le sue solite polemiche verso Banca Carim. Un atteggiamento poco produttivo, vista la situazione in cui versa Aeradria”.


Leggendo la “relazione dei Revisori della Provincia n. 84 del 13 marzo c.a.”, spiega Dilorenzo, si capisce come “la Carim abbia inviato un avviso di escussione per 928.260 euro sulla base di una lettera di Patronage Impegnativa con contenuto fidejussorio a firma del presidente Fabbri”. Al proposito Dilorenzo chiede “se risponda al vero che Aeradria SpA abbia provveduto a scontare il credito presso la Carim di Rimini come sembra capire dalla relazione della Carim pubblicata sui quotidiani riminesi il 10 aprile scorso quando afferma che ‘tali contribuzioni dovrebbero essere versate nelle casse di Carim nella misura in cui la Banca, a suo tempo, le ha già anticipate alla Società, proprio previa assicurazione del rimborso, al momento della erogazione dei contributi da parte dei soci’”.

 
Altro punto da verificare risale all’assemblea dei soci del 27 novembre del 2012 quando a maggioranza è stato approvato “su proposta del presidente Vitali, un ulteriore ed integrativo accantonamento, nell’apposito fondo svalutazioni crediti, dell’importo di 2.962.000 euro (di cui 1.060.000 per il socio Provincia di Rimini) riferiti a contributi per attività di promozione e marketing, contributo, concesso nel primo semestre del 2009, sarebbe stato pagato con un impegno finanziario di 212mila euro per cinque anni a decorrere dal 2010”.


Il consigliere Dilorenzo vuole sapere “se il protocollo d’intesa pluriennale (tra Provincia ed altri Soci ed Aeradria) per il sostegno finanziario delle attività e delle azioni promozionali e marketing di incoming turistico dell’aeroporto, più volte nominato nelle relazioni, sia stato mai formalizzato e firmato dalle parti e se sussista documentazione tra le parti che abbia certificato e confermato il debito della Provincia di Rimini per “attività di promozione e marketing”, sia durante la presidenza Fabbri che nell’attuale Vitali”.
E ancora, questo in linea con le ipotesi che guidano le indagini della procura di Rimini su Aeradria, “se nei bilanci, a partire dal 2010, siano state contabilmente impegnate tali somme a favore di Aeradria ed i motivi per cui la Provincia di Rimini non abbia provveduto a corrispondere quanto dovuto e se altri soci, pubblici o privati, abbiano invece adempiuto” e “il motivo per cui il presidente Vitali, nell’ambito dell’assemblea dei soci, ha chiesto che tale credito fosse imputato al “fondo svalutazione crediti” anziché considerarlo un credito inesigibile (come richiesto dal rappresentante della Regione) e quindi eliminarlo dalle poste attivo di bilancio”.


Secondo Dilorenzo tutti questi elementi, e in particolare “l’atteggiamento contraddittorio assunto dal presidente Vitali non riconoscendo l’esistenza del contributo di marketing, circostanza comunque confermata da Aeradria (Masini e dal Presidente del collegio sindacale), dai revisori conti, dalla società di certificazione, dalla Carim”, concorrono a creare un pasticcio che potrebbe “pregiudicare il buon esito del concordato preventivo di continuità trascinando di conseguenza Aeradria nel fallimento”.

Giovedì, 02 Maggio 2013 15:14

valori aggiunti

Comune di Rimini/Galleria dell’Immagine
Giovanni Aureli / Ivo Gigli
VALORI AGGIUNTI
Rimini, Galleria dell’Immagine
Via Gambalunga 27
4 – 26 maggio 2013
Orario: aperto tutti i giorni 16-19 sabato mattina ore 10-13 chiuso lunedì - Ingresso libero
Info: www.museicomunalirimini.it tel. 0541 704416/704414

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 Rimini | Stipendi Hera, i soci chiedono un nuovo taglio

 
“Facciamo finta di crederci”, il presidente della provincia di Rimini, Stefano Vitali, promotore della fanpage su facebook ‘Devono prendere meno di Obama’ riferendosi ai manager di Hera, apprende con le pinze la notizia del 30 aprile scorso. L’assemblea dei soci riuniti per approvare il bilancio 2012, ha approvato a grande maggioranza (il 91,84 per cento del capitale sociale) una “delibera di orientamento” in cui si chiede alla società di valutare una riduzione della parte variabile dello stipendio di presidente, amministratore delegato e alta dirigenza. Gli stipendi erano già stati tagliati del 25 per cento, ma in tempi di spending review non basta.


“Aspettiamo di vedere il risultato finale. Vi chiedo – dice Vitali rivolgendosi ai sindaci del patto – solo una cortesia: se deve essere solo una operazione di facciata, che alla fine ridurrà lo stipendio di poche centinaia di euro (cosa che credo più probabile), abbiate la dignità di non fare niente, e di difendere le vostre posizioni con dignità”. Proprio dai sindaci del patto di sindacato, quelli dell’area bolognese, è arrivata la notizia attraverso una nota che sottolinea come nel testo della delibera “si dà mandato al comitato di remunerazione del gruppo di avanzare, seppur in presenza di contratti in essere, una proposta in tal senso”.


Nel corso dell’assemblea, inoltre, il sindaco di Imola, Daniele Manca (Pd), presidente del patto di sindacato dell’utility, ha insistito sulla necessità di rivedere anche il numero dei componenti del Cda e relativo compenso, azione che, “assieme a quella deliberata dall’assemblea, si rende necessaria quale segnale di partecipazione da parte di una importante realtà aziendale a maggioranza pubblica, quale è Hera, al difficile momento sociale ed economico che vive il nostro Paese”.

 

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