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VITALI E GNASSI ALL’UFFICIALITA’ DEL TAGLIO DELLA PROVINCIA DI RIMINI: OBBEDIAMO, MA QUESTO GOVERNO E' SUPERFICIALE


Tanti punti i punti interrogativi del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, e del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, alla lettura della riforma delle province emanata dal governo. “I centri per l’impiego, le scuole superiori, la formazione, il trasporto per l’handicap, i piani sovraordinati di urbanistica, l’agricoltura, che fine faranno? Passeranno ai Comuni e se sì con quale personale? Non solo: le partecipazioni negli asset strategici dello sviluppo del territorio riminese (fiera, palas, aeroporto, università) a chi verranno trasferiti con tutto il carico, anche economico, di tale partecipazione azionaria?”.


Non si tratta di questioni secondarie, soprattutto guardando alle partecipate. “Ci auguriamo che questi problemi vengano affrontati con meno superficialità e improvvisazione di quanto fatto finora dal Governo, altrimenti il rischio è quello di creare danni talmente seri al nostro territorio da squilibrare anche il patto sociale che sinora è stato la chiave della nostra fortuna”.


Due, invece, le certezze che restano negli amministratori. “La prima è quella della scelta di parametri statici (popolazione-territorio) che non leggono il dinamismo del territorio che nel nostro caso 16 milioni di presenze, un altissimo rapporto tra cittadini e imprese e altro di cui abbiamo parlato in questi giorni”.


Il secondo aspetto: “Crediamo che non sfugga a nessuno che sembra sparita dal dibattito e dall’azione del Governo ogni ipotesi di razionalizzazione ed efficentamento dei vari Enti, Agenzie, e articolazioni varie dell’apparato Statale”. Che fine faranno, cioè, tra l’altro, gli stipendi d’oro dei manager pubblici?


Cosa faranno, adesso? “Con senso di responsabilità, collaboreremo lealmente con il Governo italiano in questa fase molto difficile e delicata ma tenendo ben saldo il principio della tutela di un territorio che dovrebbe essere importante anche per il Paese”.

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PROVINCE: FORLI’-CESENA, RAVENNA E RIMINI SONO TRA QUELLE DA ACCORPARE (SOTTO RAVENNA)


Sono 43 le province che resistono. In Emilia Romagna restano Bologna, Parma, Modena e Ferrara. Da accorpare sono, da un lato Reggio Emilia e Piacenza, dall’altro, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini. Per ora, sembra, sarà Ravenna capoluogo della nuova provincia di Romagna. Il governo, infatti, mantenuto i due criteri relativi al numero degli abitanti (almeno 350mila) e all’estensione territoriale (non inferiore a 2500 chilometri quadrati): chi non riuscirà a raggiungere questa soglia per creare un nuovo ente potrà fare anche una sorta di ‘campagna acquisti’, leggasi accorpamento.


La fase successiva è quella della riorganizzazione degli uffici territoriali di governo, il dimezzamento delle prefetture, il quasi dimezzamento delle questure, degli uffici scolastici provinciali e dell'Inps.


Cambieranno anche le competenze delle attuali e delle nuove Province, che continueranno ad esercitare competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità mentre non si occuperanno più di mercato del lavoro e di edilizia scolastica. Saranno i Consigli delle autonomie locali (Cal) a predisporre un progetto di accorpamento che sarà presentato alla Regione e da questa al Governo. Il tutto deve avvenire entro il 1 gennaio 2014 ma il governo spera di concludere il tutto il procedimento molto prima.

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PIZZOLANTE: “I CRITERI DEL GOVERNO SPALANCANO LE PORTE ALLA PROVINCIA UNICA ROMAGNOLA”


“Con la definizione dei nuovi criteri di dimensionamento delle Provincie si spalancano le porte alla Provincia unica romagnola”, annunciano i deputati Sergio Pizzolante e Giancarlo Mazzuca (Pdl). Un risultato che “consente ai Romagnoli di unire le forze” nella “sfida per far contare di più la Romagna a Bologna, Roma e Bruxelles”.


I parlamentari chiedono “una prova di maturità delle classi dirigenti romagnole affinché si possano definire in maniera unitaria assetti e collocazioni delle nuove funzioni di area vasta, dalla sanità, ai trasporti, ai comandi di Polizia, alla Camera di Commercio e agli insediamenti statali. Tenendo conto, in maniera responsabile, dei ruoli e delle vocazioni di ciascun territorio”.


SecondoMazzuca e Pizzolante “affinché non sia una fusione a freddo, occorre convocare gli Stati generali, per costruire un profilo strategico unitario della Romagna. La Romagna deve diventare perno e collante di una più ampia Regione adriatica, che va da Venezia ad Ancona, per far uscire il medio-alto Adriatico da un imbuto logistico e per disegnarne un nuovo protagonismo verso i grandi mercati dell’Est e dell’Oriente, dalla Russia alla Cina”.

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HOSPICE: 10 NUOVI POSTI (COSTO, 1,1 MILIONI)


Inaugurati stamani all’Infermi i 10 nuovi posti letto dell’hospice. Vanno ad aggiungersi ai 10 già esistenti e ai 2 posti letto di terapia antalgica. L’investimento di 1,1 milioni (poco più di un milione dallo Stato, il resto da Ausl), sostiene il programma aziendale di adeguamento dell’offerta nel la sua traiettoria di allineamento con i parametri previsti dalla legge delle cure palliative. Ogni anno a Rimini tra hospice e terapia antalgica sono ricoverati circa 380 pazienti, e sono 8000 circa sono i pazienti visitati e seguiti ambulatorialmente.


Nel corso della cerimonia non sono mancati riferimento alla spending review (per la sanità la provincia di Rimini dovrà rinunciare a 22 milioni di euro). “E' vero, in futuro dovremo mettercela tutta per difendere l'esistente, e non escludo che alcune aspirazioni professionali, anche legittime, non possano avere immediatamente seguito”, ha detto, tra l’altro, il direttore di Ausl Rimini Marcello Tonini.


Fino a domenica il reparto sarà impreziosito dalle opere pittoriche degli “Artisti Riministi” (Guido Acquaviva, Germano Ceschi, Luciano Filippi, Enzo Maneglia, Giuliano Maroncelli, Mario Massolo, Maurizio Minarini, Aurora Pandolfini, Giorgio Rinaldini, Secondo Vannini). Il week end inaugurale prevede anche letture di Alda Merini e padre David Maria Turoldo, Simone Felici e Francesca Accardi, il dottor Marco Balestri ed il suo gruppo di Jazz Vocalese.

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MINI ASPI, BONDONI (PD): UNA SBERLA ALLA RIVIERA. IL GOVERNO TORNI INDIETRO


La ‘mini aspi’? “Dopo anni di fatiche da parte dei sindacati e delle istituzioni per regolarizzare successivamente al boom economico degli anni ’60, su tutta la costa romagnola e in particolare a Rimini, la cosiddetta prestazione stagionale, oggi si rischia di mandare tutto in fumo”, sostiene Marcella Bondoni, responsabile regionale turismo del Pd. “Chiediamo al Governo di ritornate sui suoi passi. La riviera romagnola non può permettersi una ‘sberla’ di questo genere in un momento così delicato come quello che sta attraversando”.


A Rimini nel 2011 sono state quasi 11mila 500 le persone che hanno presentato la domanda di disoccupazione a requisiti ridotti (7.870 a Ravenna, 6.949 per Forlì-Cesena, dentro a un totale regionale di oltre 53mila 500). Se è vero che a Rimini gli impiegati nel settore turistico sono stati, sempre nel 2011, circa 23mila 435, il 61 per cento donne e il 50 per cento giovani sotto ai 34 anni allora si può dire che “di questi, oltre la metà hanno goduto del fondo”. L’allungamento a 91 giorni del periodo di occupazione per maturare il diritto ha due implicazioni. Sotto l’aspetto economico perché in riviera “è evidente che le uniche opportunità di lavoro vengono dal settore turistico che rappresenta una boccata di ossigeno per le tante famiglie in difficoltà”. L’altra implicazione è l’aumento del “lavoro sommerso”.

Venerdì, 20 Luglio 2012 15:41

domenico scarlatti

63° Sagra Musicale Malatestiana


La rassegna prenderà il via il 2 agosto con il ciclo K. Scarlatti, un viaggio nell’opera del clavicembalista e compositore partenopeo attraverso tre programmi appositamente creati per la Sagra Musicale Malatestiana.


Il concerto inaugurale (2 agosto) vede protagonista l’Ensemble La Risonanza diretto da Fabio Bonizzoni che assieme al soprano Emanuela Galli proporrà un suggestivo itinerario nelle pagine vocali di Scarlatti junior accostate a quelle del padre Alessandro.


Toccherà poi al pianista Andrea Bacchetti (5 agosto) presentare un originale ritratto del genio tastieristico scarlattiano, mentre il clavicembalista Francesco Cera (13 agosto) proporrà una scelta di Sonate confrontate con antiche canzoni napoletane eseguite dal soprano Letizia Calandra, con la partecipazione di Michele Pasotti alla chitarra barocca, ritrovando sorprendenti fonti popolari all’ispirazione del grande musicista.


I concerti sono ospitati nel Complesso degli Agostiniani (via Cairoli. 42) ed hanno inizio alle ore 21.30. Il biglietto d’ingresso è 10 euro interi e 6 euro ridotti Cultcard, l’abbonamento all’intero ciclo costa 30 euro intero e 18 euro ridotti Cultcard.
Prevendite attive al Teatro Novelli dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 14 o sul circuito Vivaticket a partire dal 4 agosto. Nei giorni dei concerti la biglietteria agli Agostiniani apre alle roe 19.


Per informazioni:
Istituzione Musica Teatro Eventi via Cavalieri 26 47900 Rimini
tel. 0541.704294 – 704295 - 704296.


Per informazioni di biglietteria:
tel. 0541 793811 dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle 14.00
I biglietti sono in vendita anche su www.vivaticket.it


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FOTOVOLTAICO: RIMINI SETTIMA NELLA TOP NAZIONALE DI UBISOL. VISINTIN: "E' NECESSARIA UNA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA"


Rimini settima nella classifica delle città per il numero di installazioni fotovoltaiche. Nella classifica stilata da Ubisol il capoluogo rivierasco con 1.060 impianti è preceduta da Roma (capitale dunque anche del fotovoltaico), Perugia (realtà più o meno simile a Rimini per numero di abitanti, ma probabilmente con meno tetti), Padova, Ravenna, Trento, Forlì.


“E’ importante adesso – ha detto l’assessore Sara Visintin, assessore comunale per l’ambiente e l’energia – partire con un lavoro di semplificazione amministrativa, se è vero che l’obiettivo è quello di condurre il nuovo delle costruzioni verso ‘emissioni zero’, ma anche con uno sguardo all’esistente, alla grossissima fetta di edifici privati e pubblici e al comparto turistico, per incentivare le qualificazione energetiche”. Ed è proprio sulla questione incentivi che potrebbe arrivare la nota dolente con il 27 agosto, data di avvio del v conto energia.


“Cambierà il sistema incentivante – spiega Marco Polazzi, direttore commerciale di Ubisol – che ha consentito l’impennata. Ci sarà un leggero calo, ma guardando al fatto anche il costo dei materiali e al fatto che gli incentivi da noi restano comunque tra i più alti, speriamo che il trend possa andare avanti”. “Il dato è straordinario – dice Francesco Rinaldi, amministratore di ubico – ma limitativo. Guardando a quanti tetti ci sono a Rimini, guardando a quanti di questi sono vecchi e vanno rimessi a posto mi viene da penare che il lavoro da fare nei prossimi anni è tanto. Adesso accanto agli incentivi serve un lavoro a livello politico a supporto delle scelte dei cittadini. La vera sfida è la condivisione di una nuova cultura, una nuova consapevolezza nei cittadini”.


Per quel che riguarda la città di Rimini la crescita in questi ultimi due anni e mezzo è costante. A dicembre 2009 gli impianti attivi nel comune erano 209, sono diventati 403 a dicembre 2010 (+194 in un anno), 883 a dicembre 2011 (+480 in un anno), per arrivare infine ai 1.060 di giugno 2012 (+177 in sei mesi). I dati sono confortanti, considerato che la potenza installata da inizio 2012 in provincia di Rimini è aumentata di 15.109 chilowatt picco, ossia una crescita in un semestre del 27 per cento, un trend con valori più che doppi rispetto alla media italiana e a quella regionale.


IL REPORT UBISOL
(elaborazione dei dati ufficiali del Gse, Gestore dei servizi energetici, al 28 giugno 2012)


I DATI DEL FOTOVOLTAICO IN ITALIA
Il 97 per cento dei comuni italiani ha sul proprio territorio un impianto fotovoltaico, un dato che sfiora il 100 per cento in Emilia Romagna, dove solo un comune su 384 non ha pannelli solari nei suoi confini.
In Italia, secondo le elaborazioni Ubisol su dati Gse, al 28 giugno 2012 risultano attivi 378.743 impianti fotovoltaici, per una potenza di 13.682 megawatt. Nel primo semestre di quest’anno, in Italia sono stati installati 68.548 nuovi impianti, per una nuova potenza di 1.799 megawatt. Le regioni più virtuose rafforzano la loro posizione di leadership: a fine giugno 2012 prima per potenza installata è ancora la Puglia (con un totale di 2.270 megawatt di potenza da fotovoltaico per 26.563 impianti); al secondo posto la Lombardia (1.449 MW per 55.879 impianti); terzo posto per l’Emilia Romagna con una potenza totale installata di 1.357 megawatt generata dai suoi 35.820 impianti.
Da esaminare l’evoluzione del settore delle energie rinnovabili: in Italia la potenza fotovoltaica installata in questi primi sei mesi dell’anno è cresciuta del 13,14 per cento (giungendo, come si diceva, a 13.682 MW, con 1.799 nuovi megawatt installati in questo semestre).
Tra le tre regine del solare, l’andamento della crescita in questo primo semestre 2012 è stato il seguente: in Puglia aumento della potenza installata del 10,22 per cento (con 232 MW in più rispetto alla fine del 2011 e 5.121 nuovi impianti); in Lombardia un più 14,35 per cento (+208 MW e 9.863 nuove installazioni, sempre in sei mesi); in Emilia Romagna in sei mesi aumento della potenza fotovoltaica del 12,96 per cento (+176 MW) e, sempre in questo primo semestre 2012, si è registrata la nascita di 6.773 nuovi impianti.
Oltre alla classifica delle città italiane per numero di impianti, con cinque emiliano romagnole tra le prime dieci, c’è un altro dato che segnala la sensibilità ambientale della regione: sui 348 comuni dell’Emilia Romagna, solo uno non ha sul proprio territorio un impianto fotovoltaico attivo. A ben vedere, l’assenza di pannelli solari è ben giustificata: il paese che ancora aspetta il primo impianto è Zerba, posto a mille metri di altitudine sulle montagne di Piacenza, il comune meno popoloso dell’intera regione con i suoi 94 abitanti.
Per quel che riguarda l’intero territorio italiano, al 28 giugno 2012, su 8092 comuni sono 7789 quelli che hanno almeno un impianto fotovoltaico. Solo in 303 paesi italiani non ci sono pannelli fotovoltaici attivi. In termini percentuali, ciò significa che nel 97 per cento dei comuni del Belpaese si produce energia pulita con il sole e solo nel restante 3 per cento non ci sono ancora impianti.


I DATI DEL FOTOVOLTAICO IN EMILIA ROMAGNA
Per approfondire lo sguardo sull’Emilia Romagna, dalla ricerca Ubisol risulta che l’impianto fotovoltaico di maggiori dimensioni è quello attivo ad Alfonsine, in provincia di Ravenna: 24.792 chilowatt picco, in produzione da agosto 2011. Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, l’impianto di Alfonsine è in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 7.500 famiglie, ossia gli abitanti di una cittadina di medie dimensioni. Il secondo impianto per dimensioni è nato - sempre nel 2011 - a Ferrara, con una potenza di 11.248 kWp.
Tra le nove province dell’Emilia Romagna, primo posto per potenza installata a Ravenna con 319.471 chilowatt picco installati, seguita da Bologna (204.767 kWp) e Forlì-Cesena (160.150 kWp).


I DATI DEL FOTOVOLTAICO IN PROVINCIA DI RIMINI
Arrivando in provincia di Rimini, secondo il report Ubisol l’impianto di maggiori dimensioni è attivo dall’aprile del 2011 nel territorio di Pennabilli: 2.792 chilowatt picco, ossia energia sufficiente a soddisfare i fabbisogni energetici di 800 famiglie. Analizzando il primo semestre del 2012, i due impianti più grandi della provincia hanno una potenza di 1.124 kWp ciascuno e sono stati attivati nel territorio comunale di Rimini, uno a maggio e l’altro a giugno scorsi.
Tra i comuni della provincia di Rimini, primo posto per potenza fotovoltaica installata al capoluogo con 20.346 chilowatt picco. Sul podio, al secondo e terzo gradino, ci sono due centri della Valmarecchia: Pennabilli con una potenza di 5.755 kWp e San Leo con 2.871. Va fatta una considerazione: a Rimini gli impianti attivi, come detto, sono più di mille (al settimo posto tra le città italiane per numero di installazioni), segno di una buona diffusione della cultura della sostenibilità tra famiglie e imprese. A Pennabilli e San Leo la potenza da fotovoltaico arriva soprattutto da grandi impianti realizzati come veri e propri investimenti, un’ottima risorsa per il paese che, però, non deriva da una diffusione capillare delle installazioni: basti pensare che a Pennabilli gli impianti attivi sono in tutto 19, e si arriva a 31 a San Leo. In quest’ultimo centro va ricordato che è attiva l’installazione solare pubblica più grande della provincia: l’impianto fotovoltaico del Comune di San Leo (864 kWp) consente alle casse del municipio di incassare alcune centinaia di migliaia di euro all’anno con la vendita dell’energia prodotta, una manna dal cielo per il bilancio dell’ente e, di conseguenza, per i suoi residenti.


 

Venerdì, 20 Luglio 2012 09:02

GIORNALAIO 20.07.2012

Rubriche

CARIM: LA FONDAZIONE VUOLE ETICREDITO. IL LUNGOMARE DI RIMINI NON VA IN FERIE, IL DEMANIO SI’. LA FONDAZIONE FELLINI IL MUSEO SE LO FA DA SOLA. MINIASPI: COSA CAMBIA. CHIESA: COME LA PENSANO I LEFEBVRIANI


Carim, un progetto per incorporare Eticredito


Fusione per incorporazione: è questo il progetto cullato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che vorrebbe Eticredito inglobata nella Carim. I primi messaggi in questo senso erano stati lanciati dall’ente di controllo della banca di piazza Ferrari al consiglio d’amministrazione di Eticredito in maggio, ma allora si posero solo le basi per una discussione. Si è entrati nel vivo del progetto in un incontro svoltosi una settimana fa, senza tuttavia arrivare ad una conclusione... La Fondazione è socia di Eticredito al 14%, la Carim al 10%. Ma per effettuare una fusione occorre una decisione a maggioranza nell’assemblea straordinaria dei soci, e ancora non c’è un accordo”, La Voce di Romagna (p.13).


Il lungomare


Il sindaco è pronto per il restyling, ma il funzionario del demanio che segue la questione della locazione è in ferie (il sindaco scrive una lettera di protesta, su tutti i quotidiani). “Si ricorda che l’affitto del lungomare non è proprio a buon mercato per le casse di Palazzo Garampi: 250mila euro all’anno di concessione più circa 500mila di manutenzione stradale. Dopo i progetti firmati dalle archistar (dai grattacieli alla suggestioni arabe) l’attuale giunta ha scelto un profilo più basso, più in linea con le direttive del Piano strategico: parcheggi sotterranei, palestre a cielo aperto, esercizi commerciali e di ristorazione. Come? Bando e project financing”, Corriere Romagna (p.3).


La Fondazione Fellini


La nipote Francesca. «Se le istituzioni non riescono a uscire da questo impasse, tanto vale che non si faccia nulla. Inutile aprire la Fondazione in queste condizioni. Piuttosto apriremo noi un museo Fellini, privato: siamo perfino disposti ad acquistare le opere e il patrimonio che oggi appartengono al Comune», il Resto del Carlino (p.7). I problemi. “Ci sono i 90mila euro che Aeradria deve ancora versare. Ci sono gli oltre 50mila euro di multa da pagare all’Agenzia delle Entrate per aver fatto passare la vecchia associazione come una ‘onlus’, mentre era un ente di tutt’altra natura. Il contenzioso è aperto, ma intanto l’Agenzia chiede di pagare. Ci sono i problemi di rapporti con gli eredi Fellini e Masina (non c’è soltanto Francesca) sui diritti di sfruttamento d’immagine e delle opere di Fellini. E senza più la figura di Pierluigi Celli, passato all’Enit, e coi dipendenti ancora in cassa integrazione, il quadro per la Fellini si fa ancora più fosco”.


Provincia unita


Va bene per la Regione, che ieri ha convocato tutti gli interessati a Bologna, ma ci sono sei paletti temporali da seguire. “Dall’Upi emerge l’intenzioni di chiedere al governo un po’ più di tempo per organizzarsi e definire gli accorpamenti. L’iter ad esempio prevede che sia la Regione a dare il parere definitivo entro il 30 settembre, viene chiesto un posticipo al 31 dicembre. Inoltre si chiede di subordinare l’u n ificazione alla scadenza dei mandati elettorali: 2014 per la Provincia di Rimini”, Corriere (p.6).


Bagnini scioperanti


Dalla Regione corrono ai ripari. “L’authority ha stabilito che «in caso di sciopero del servizio di assistenza ai bagnanti», «dovrà comunque essere garantito il salvataggio». Inoltre si è stabilito che gli scioperi non potranno essere svolti in alcun modo tra il 13 e il 16 agosto, a cavallo di Ferragosto. «La Commissione di garanzia — spiega poi Melucci — rimanda alla nostra ordinanza. Ordinanza in cui noi diciamo chiaramente che in caso di sciopero spetta ai concessioniari, quindi ai bagnini, garantire il salvamento»”. I bagnini rispondono. “«Melucci stavolta non può salire sul carro dei vincitori... — attacca il presidente dei bagnini di Oasi-Confartigianato, Giorgio Mussoni — La Commissione, e noi abbiamo il dispositivo in mano da giorni e l’abbiamo già studiato in maniera approfondita, dice che in caso di sciopero chi fa il servizio, ovvero i marinai di salvataggi, deve garantire comunque l’assistenza ai bagnanti, in quanto si tratta di un servizio essenziale, primario della spiaggia». «Diro di più — aggiunge Mussoni — L’anno scorso io sono stato uno dei bagnini multati, ma l’ho fatto apposta. Quando sono comparso davanti al giudice, mi hanno dovuto dare ragione. Non spetta a noi garantire il servizio»”, il Carlino (p.9).


Revisori dei conti


“Nonostante lo sforzo di Fabio Pazzaglia (Sel-Fc) che aveva chiesto di adottare il metodo del sorteggio, Pd e Pdl non hanno voluto sentire ragioni. La votazione è stata chiara: Partito democratico a favore, Pdl astenuto e contrari Pazzaglia, Carla Franchini del Movimento cinque stelle, Stefano Brunori dell'Idv e Marco Casadei della Lega”, Nuovo Quotidiano (p.11).


Miniaspi, cosa cambia


“Per maturare il diritto alla Mini Aspi saranno necessari non già 78 giorni di lavoro nell’anno solare, come in precedenza, ma 13 settimane di lavoro nell’anno cosiddetto ‘mobile’”… “la domanda per ottenere la Mini Aspi andrà presentata entro 60 giorni dal licenziamento e non più entro il 31 marzo dell’anno successivo, mentre i contributi cominceranno a essere erogati a partire dall’ottavo giorno dalla cessazione del rapporto lavorativo. Cambia anche l’entità dell’importo percepito, che non corrisponderà più al 35% della retribuzione percepita nel periodo di riferimento, ma al 75% per i primi 1.180 euro e al 25% dell’eccedenza. Quello che potrebbe inizialmente sembrare un vantaggio è pero bilanciato dal fatto che l’erogazione dei contributi non sarà più calcolata su un periodo di tempo corrispondente a quello in cui si è effettivamente lavorato, bensì alla metà di quello stesso periodo”, La Voce (p.11).


Banditi


Far west in centro. “DUE CRIMINALI d’assalto e dai nervi d’acciaio, capaci di sfondare con l’auto la vetrata di una gioielleria del centro per mettere a segno una razzia sotto gli occhi di tutti. Professionisti che avevano calcolato un colpo folle sull’orlo dei secondi, ma i poliziotti delle Volanti sono stati più veloci di loro, arrestandone uno e recuperando l’intero bottino, oltre 200mila euro in orologi. Dell’uomo in carcere si sa soltanto che è uno sloveno, di poco più di 40 anni. Ha 24 alias e ci vorrà tempo per scoprire la sua vera identità”, il Carlino (p.3).


Maxi frode. “FATTURE false per oltre 20 milioni di euro e beni sequestrati per otto. E’ l’operazione ‘Sponsor laundering’, messa a segno dalla Guardia di finanza che ha svelato una maxi frode organizzata a regola d’arte, utilizzando le sponsorizzazioni per le gare di rally. I soldi venivano poi riciclati tra la Svizzera e San Marino. Tre gli arrestati e un quarto ricercato, ma i protagonisti principali sono due, Paolo Romano, 53 anni, un ex pilota originario di Fano, ma residente a Borghi e titolare della Errepi-Racing srl di Coriano, e Pier Giuseppe Corrotto, 48, originario di Ivrea ma residente a Lugano. Corrotto è un ex appuntato scelto della Guardia di finanza”, il Carlino (p.5).


Lefebvriani


Paolo Facciotto intervista per La Voce (p.18) don Pier Paolo Pietrucci reduce, con don Paolo Pagliarani, dall’ultimo capitolo generale della Fraternità sacerdotale San Pio X.

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LA RIQUALIFICAZIONE DEL LUNGOMARE DI RIMINI NON PUO’ PIU' ASPETTARE, IL SINDACO SCALDA I TELEFONI DEL DEMANIO


Dal Comune di Rimini cercano per telefono gli uffici regionali del demanio. A Bologna, però, sembrano tutti in ferie (forse è la stagione giusta). Per lo meno chi segue “la richiesta, per tempo inoltrata e sollecitata dall’ente locale, di ottenere in locazione l’area antistante l’hotel Waldorf di proprietà statale, al comune capoluogo, in modo da dare finalmente impulso concreto alla non più rinviabile riqualificazione e ammodernamento di una parte turistica della città”.


Nessuno con cui parlare (“neanche un prete per chiacchierar”, faceva la canzone). Per questo il sindaco Andrea Gnassi e l’assessore alle risorse finanziarie Gian Luca Brasini scrivono un’altra lettera, dopo quella indirizzata al ministro Piero Gnudi alla vigilia della notte rosa. Questa volta senza un preciso destinatario, ma sempre sulla riqualificazione del lungomare.

“Per essere ancora più chiari della assurdità della questione si deve sapere che per far transitare la gente sugli assi stradali dei lungomari il Comune di Rimini paga un canone di affitto all’agenzia del demanio pur avendo a proprio carico tutte le spese di manutenzione ordinaria, straordinaria e quelle dei servizi relative ai lungomari stessi. Così da un lato lo Stato taglia i trasferimenti con i quali il Comune sostiene manutenzioni e servizi, dall’altro lato si pretende un canone annuo per la ‘concessione’ dei lungomare negando al Comune la possibilità di averli nelle proprie disponibilità per riqualificarli”.


La questione è strategica. “Stiamo parlando di un pezzo strategico nel puzzle che compone la città, inserito in un contesto di non più rimandabile riqualificazione di una Rimini che vuole continuare a mantenere la leadership nazionale dell’industria dell’accoglienza anche nei prossimi venti anni. E’ persino banale constatare come la comunità riminese si giochi il proprio futuro sulla possibilità di dare o meno consistenza ai progetti di restyling di un ‘waterfront’, obiettivamente obsoleto e dunque necessitante di sintonizzarsi con la migliore tensione alla creatività e all’innovazione che caratterizza la città”.

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PROTOCOLLO ANTIDISCRIMINAZIONE, IL COMUNE DENUNCERA’ ALL’IAP LE COMUNICAZIONI COMMERCIALI LESIVE


Il Comune di Rimini s’impegna, anche su segnalazione dei cittadini, a denunciare all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria di Milano, le comunicazioni commerciali che vengano ritenute lesive della dignità dei generi. E’ tra quanto previsto dal protocollo d’intesa pattuito oggi tra l’amministrazione riminese e le agenzie di pubblicità.


“L'impegno delle parti – spiega l’assessore Nadia Rossi – è verso una comunicazione attenta e responsabile, che non utilizzi i corpi o le immagini di genere in modo degradante, perpetuando, così, gli stereotipi ed i luoghi comuni ad esse collegati; il protocollo mira a tutelare i generi, contrastando, quindi, ogni comunicazione che contenga anche elementi di omofobia e transfobia”.

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