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L'UFFICIO DEL SINDACO, RENZI: “FUNELLI DEVE DIMETTERSI”


Appurato che Sergio Funelli, capo di Gabinetto del sindaco di Rimini, non ha la laurea e dunque non corrisponde ai criteri che definiscono la ‘categoria D’ del lavoratori comunali, allora “sarebbe auspicabile, come nel caso analogo del capo di Gabinetto del Sindaco di Bologna, Lombardelli, costretto alle dimissioni, perché anche lui inquadrato nella ‘categoria D’ senza il possesso della laurea, anche il capo di Gabinetto del sindaco Gnassi rassegnasse le dimissioni per evitare dubbi sul rispetto delle leggi e delle istituzioni”.


La vicenda. Con delibera di giunta a luglio si istituisce la figura del capo di Gabinetto del sindaco inquadrato nella ‘categoria D’. Con determina del segretario generale tre giorni dopo il Comune assume Sergio Funelli, persona individuata dal sindaco, in forza all’amministrazione dal 20 luglio scorso e fino a fine mandato. La cosa non corrisponde totalmente a Renzi che presenta a dicembre “un’interrogazione consiliare di estrema urgenza sulla irregolarità di tale inquadramento che richiede il possesso della laurea, ma che il Funelli non possiede (il regolamento per l’organizzazione degli uffici e dei servizi lo ha approvato la giunta di Gnassi)”.


La risposta del sindaco arrivata a gennaio “confermava che effettivamente il capo di Gabinetto, così assunto e inquadrato è privo della laurea e cercava di giustificare la regolarità dell’inquadramento”. Allora Renzi trasmette “la relativa documentazione alla Corte dei Conti per le opportune valutazioni di regolarità”. Sono partite le indagini del caso.


“Confido che la Corte dei Conti possa emettere al più presto la Sua autorevole sentenza o meno sulle eventuali personali responsabilità amministrative al riguardo e sui probabili danni economici patiti dal Comune di Rimini. Ricordo che Funelli, oltre alla retribuzione contrattuale di 23mila euro, percepisce una indennità ad personam di 38mila euro, per un ammontare complessivo annuo lordo di circa 64mila euro, a cui aggiungendo i contributi e il tfr, il Comune arriva ad una spesa di circa 90mila euro”.

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LA GENDARMERIA VATICANA ARRESTA IL PRESUNTO 'CORVO'


Potrebbe essere lui. A Città del Vaticano ieri pomeriggio un uomo di 40 anni, romano, è stato tratto in arresto perché sospettato di essere il ‘corvo’, artefice negli ultimi mesi di una fuga di notizie riservate, tra cui anche quella secondo cui il pontefice Benedetto XVI avrebbe già deciso di fare un salto a Rimini in agosto per partecipare al Meeting per l’amicizia fra i popoli.
A inchiodare l’uomo, non uno qualsiasi ma il maggiordomo di Sua Santità, l’assistente di camera dal 2006, inserito cioè nella ‘famiglia del Papa’ (fatto che rende difficile si tratti di un ‘capro espiatorio’), è stata mole di documenti riservati trovata dalla gendarmeria vaticana nell’appartamento di via di Porta Angelica, dove P. G. abita con la moglie e i tre figli.

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AERADRIA, VITALI IN CONSIGLIO PER LA RICAPITALIZZAZIONE: “NON E' POSSIBILE RINEGOZIARE I MUTUI”


Oggi Consiglio aperto in Provincia sul destino dell’aeroporto Fellini, gestito da Aeradria spa di cui l’ente è socio di maggioranza con il 36 per cento.
La questione, all’alba di una stagione che dovrebbe far festeggiare all’aeroporto internazionale di Rimini e San Marino il superamento del milionesimo passeggero (“il livello che consente all’aeroporto Fellini di produrre bilanci in attivo”), va al di là del fallimento della Società aeroporti di Romagna (l’asse impossibile tra Riviera, Forlì e Bologna). Seppur Vitali non demorda.


Se prevalgono elementi di rispetto e di chiarezza, io continuo a pensare – dice all’assemblea – che il tema rimanga in campo e che un tentativo di integrazione con l’aeroporto di Bologna vada ulteriormente esplorato. Così come vanno esplorate altre possibilità di partnership che in questi mesi abbiamo congelato in attesa dell’esito dell’azione regionale”.


La vera questione è che i conti di Aeradria, disponibili fino al 2010, parlano di una società che, pur cresciuta significativamente in termini di fatturato, non è riuscita a conseguire una redditività sufficiente neppure a livello di margine operativo lordo (vedi nostro commento). Aeradria è attualmente alle prese con i creditori. Ha ottenuto un prefinanziamento pari al 10 per cento del mutuo di 21 milioni di euro richiesto alle banche. Il buco nel 2010 era di 2,6 milioni, per un volume di affari di 10 milioni.


La situazione debitoria – spiega il presidente – è dovuta sostanzialmente agli investimenti fatti su quell’hardware e quel software che ha consentito in pochi anni di ammodernare le strutture e raddoppiare il numero di passeggeri, coinvolge due soggetti sopra tutti, che hanno fortemente creduto nello scalo e nelle sue potenzialità: le banche locali e i fornitori, anch’essi per la quasi totalità imprese locali. Scegliere la strada della rinegoziazione significherebbe, come è ovvio, provocare pesanti effetti sull’economia riminese”.


Per Vitali, “abbiamo due vincoli inaggirabili per il ‘Fellini’”. Il primo è quello del rinnovo della concessione. “Mettere in discussione la compagine societaria o aprire ora in qualsiasi forma lo stato di crisi significherebbe mettere la pietra tombale su un atto senza il quale lo scalo riminese sarebbe semplicemente un condannato a morte in attesa di percorrere il miglio verde”.
Il secondo vincolo è dato dai contratti di volo, che “contengono clausole che, se non rispettate, metterebbero a rischio destinazioni essenziali per questo territorio, come dimostrano anche i numeri di arrivi e presenze turistiche relativi ai primi mesi del 2012”.


La relazione tocca anche le buone performance dell’aeroporto sull’asse adriatico e a livello nazionale (incremento del 66,5 per cento di passeggeri), parla dell’indotto russo (oltre 700 milioni di euro), parla dell’esclusione di Rimini dall’alta velocità. “Togliere al territorio riminese l’aeroporto – dice ad un certo punto – significherebbe condannarlo a un tramonto più probabile che ipotetico. Tanto più se i numeri attuali e il piano industriale suffragano fiducia e strategicità dello stesso. Non si creda che le infrastrutture dello sviluppo concretizzatesi nell’ultimo decennio in provincia possano prescindere da un ‘Fellini’ solido: questa gamba va portata al livello delle altre, reimpostandone prospettive, cercando alleanze industriali serie e credibili, dandole un respiro che sappia capire e interpretare la dimensione ‘artigianale’ che ne ha sospinto ambizioni e intraprendenza in una fase non facile”.


La conclusione più ovvia allo stato attuale (di cui parlavano i giornali locali questa mattina) per Vitali è quella di un aumento di capitale di 5 milioni di euro. “La soluzione maestra, la più semplice, la più rapida, la migliore per verificare oggi interesse e attenzione, è in questa fase una sola: una ricapitalizzazione societaria che possa incanalare le nuove disponibilità e favorire nel contempo anche un riequilibrio societario in cui possa trovare spazio un diverso impegno dei soggetti locali”.


Salvare il Fellini sarà possibile, in definitiva “solo se il sistema politico, amministrativo, economico, sociale, con piena consapevolezza e assumendo su di sé dosi massicce di responsabilità non lascerà indietro il ‘Fellini’- la sua realtà, le sue potenzialità, i suoi lavoratori che vanno tutelati e salvaguardati-, così come avvenuto per Fiera e rete congressuale. Se si aprisse altrimenti una fase critica, ciò complicherebbe non poco le relazioni: a partire dal rapporto con la Repubblica di San Marino, giunto a un punto di maturazione decisivo. Vale lo stesso per la Regione Emilia Romagna che proprio in queste ore ha dato nuove, incoraggianti disponibilità”.


C’è però da tenere in considerazione anche il fatto che “gli aeroporti esistenti sono a rischio chiusura, secondo i progetti all’esame del Governo” che sta studiano il nuovo Piano degli aeroporti, appunto.

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CREDITO INDUSTRIALE SAMMARINESE, MASSIMO MERLINO A CAPO DEL NUOVO CDA


Credito industriale sammarinese c’è il nuovo consiglio di amministrazione con capo Massimo Merlino, presidente di Banca Partner.


Dopo il contratto per la cessione sottoscritto il 20 febbraio tra Banca Carim e Banca Partner, con l’autorizzazione dell’operazione di cessione del capitale sociale da parte della Banca centrale della Repubblica di San Marino (rendendo compiutamente soddisfatte le clausole sospensive previste nel contratto stesso) e dopo l’effettivo passaggio di proprietà avvenuto lo scorso 18 maggio, oggi si è tenuta la prima assemblea dei soci del nuovo corso per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e del nuovo collegio sindacale.


Presidente del cda è Massimo Merlino, amministratore delegato Daniele Guidi, consiglieri Enzo Barbucci, Vincenzo Ferrini, Marco Micocci.


Presidente del collegio sindacale è Aldo Busignani. Il collegio è composto da Andrea Albertini e Stefano Semprini.


Massimo Merlino è presidente del GITT, Centro di Ateneo per l'innovazione e il Trasferimento Tecnologico dell'Università di Bergamo, presidente di Nanto Protective Coating, presidente di Banca Partner (Repubblica di San Marino).


E’ consulente di Strategia, Change Management e Logistica, direttore della rivista Logistica Management. Dal 2007 al 2009 è stato direttore ghenerale di Sia Conseil Italia. Dal 2002 al 2004 è stato partner di Soges per l'area ICT. Dal 1996 al 2002 ha sviluppato e realizzato Strategie di diversificazione geografica e biotecnologica per il il Gruppo saccarifero SFIR. Dal 1986 al 1995 è stato partner di Andersen Consulting, ha partecipato alla fondazione ed è stato responsabile Italia ed Europa della Divisione Change Management (Sviluppo Organizzativo e Risorse Umane). In questa veste ha operato in grandi imprese quali Sandoz, Alenia, Finmeccanica, Sorin, Olivetti. Dal 1976 al 1986 ha fondato e diretto la Praxis Management, prima Società di consulenza italiana nella Logistica Aziendale, conducendo progetti di riorganizzazione logistica e formazione in Zanussi, Fiat Auto, Grace, GTE, Bull Italia, Unilever. Dal 1970 al 1976 è stato partner e successivamente amministratore delegato della società di consulenza in ricerca operativa ed informatica Praxis Calcolo, operando presso le principali imprese petrolifere italiane, come Eni e Sarom Ravenna.

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FEDERFARMA: PROSEGUE LO STATO DI AGITAZIONE. "PREOCUPANTI I SEGNALI PER L'OCCUPAZIONE"


Prosegue lo stato di agitazione di Federfarma a causa della mal digerita “presa di posizione del direttore generale dell’Asl Marcello Tonini tesa a demolire il servizio farmaceutico territoriale spacciandola per attività meritoria e produttiva di risparmi dichiarati a gran voce ma mai dimostrati”.


Il problema resta quello della distribuzione diretta dei farmaci da parte di Ausl Rimini secondo modalità giudicate dai farmacisti illegittime. “In Italia ci sono 195 Asl provinciali, perché solo la nostra ricorre ad una distribuzione diretta così massiccia?”.
Da tempo Federfarma invita Tonini a rendere pubblici i dati di spesa relativi “non solo all’ acquisto dei farmaci distribuiti direttamente ma anche quelli relativi ai costi di distribuzione, personale addetto, trasporto, logistica, amministrativi, degli scaduti e dei ritirati”, voci che spesso nel bilancio complessivo alla fine incidono.


A fronte della riduzione progressiva della spesa farmaceutica destinata ai rimborsi delle farmacie e che rappresenta circa l’8 per cento del bilancio dell’Asl “cosa si è fatto per ridurre il rimanente 92 per cento? Ci sono preoccupanti segnali riguardo al mantenimento dei livelli occupazionali nelle farmacie, qualche titolare ha già effettuato tagli di personale e riduzione di orario. Abbiamo già parlato con le associazioni sindacali che si sono già allertate”.
Federfarma ha dunque deciso di andare avanti nella protesta “e, se non ci saranno novità, il passaggio alla assistenza farmaceutica indiretta sarà inevitabile”.

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CON ‘IL SENSO DELL’ELEFANTE’ MISSIROLI TORNA A GIOCARSI IL CAMPIELLO


C’è anche Marco Missiroli nella rosa dei cinque finalisti per il 50esimo premio Campiello (il primo premio sarà assegnato il 1 settembre prossimo a Venezia) selezionati dalla giuria presieduta da Massimo Cacciari. Lo scrittore riminese, che ha già vinto il Campiello Giovani con ‘Senza coda’, il suo romanzo d'esordio, si è aggiudicato oggi a Padova un posto in finale con ‘Il senso dell’elefante’ edito da Guanda. In lizza ‘La collina del vento’, di Carmine Abate (Mondadori) con 8 voti; ‘Più alto del mare’, di Francesca Melandri (Rizzoli) con 7 voti parimerito con Missiroli; ‘Tutti i colori del mondo’, di Giovanni Montanaro (Feltrinelli) e ‘Nel tempo di mezzo’, di Marcello Fois (Einaudi) con 6 voti.

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115 MILA VISITATORI PER ‘DA VERMEER A KANDINSKY’. LA MOSTRA A CASTEL SISMONDO CHIUDERA’ IL 3 GIUGNO


Sono 115mila i biglietti staccati per quello che secondo la Fondazione Carim è “uno degli eventi culturali riminesi più importanti degli ultimi anni”, la mostra “Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dai musei del mondo a Rimini”, inaugurata lo scorso 21 gennaio all’interno di Castel Sismondo, a cura di Marco Goldin, e che chiuderà i battenti domenica 3 giugno (visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 19).


Le opere d’arte “di innegabile valore e bellezza, frutto dell’estro di artisti che vanno dal Canaletto al Tiepolo, da Lotto a El Greco, da Monet a Van Gogh, da Matisse a Picasso, solo per citarne alcuni” hanno registrato, eccezion fatta per le due settimane di nevone, una media giornaliera che si è ormai attestata attorno ai 1000 visitatori (in alcune domeniche si è anche superato il numero dei 2000 visitatori) ed è soprattutto “risultata costantemente una tra le prime sei o sette più visitate d’Italia”.

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Erbe di campagna, la passione dello chef Igles Corelli


In questo periodo di crisi stiamo riscoprendo il valore del risparmio, del recupero, del necessario. E allora perché non valorizzare di nuovo la natura e tutto quello che spontaneamente ci offre? Basta andare a fare una passeggiata in campagna per trovare tantissime erbe, ottime per ogni preparazione culinaria.


A questo proposito, ho chiesto consiglio allo chef Igles Corelli dell’Atman di Roma e de La locanda delle Tamerici in provincia di Ferrara, un maestro di creatività, amante di questi ingredienti spontanei, che spesso va a raccogliere insieme ai figli. Lo chef mi ha, per esempio, suggerito di usare la borragine, una pianta dalle proprietà aromatiche e medicinali, come ripieno dei tortelli, mentre i raperonzoli, il cui nome significa piccola rapa, sono ottimi in insalata, «magari insieme alle alici e ad altre erbe come il finocchietto». Allo stesso modo, si possono usare i germogli dei roveri di more, l’aglio orsino o la citosella, una pianta dai fiori bianchi con striature violette. Gli asparagi selvatici danno più gusto a risotti e strapazzate, il cardo selvatico, precedentemente bollito, si usa per saltare la pasta. «Provate il fiore giallo del tarassaco cotto nel micronde in acqua e zucchero: diventa simile a un cappero», aggiunge Corelli. «L’asso di briscola è sempre il sambuco – sottolinea poi lo chef – si fanno facilmente sciroppi fantastici con 450 grammi di fiori di questa pianta, un litro d’acqua e zucchero. Aggiungete a questo sciroppo acqua e limone: è una bibita esagerata in estate. Le bacche ormai scure servono invece per preparare una marmellata, che è meglio della cioccolata, eccezionale con i formaggi piccanti. Oppure, usate il sambuco per i sorbetti».


Per trovare questo immenso e squisito patrimonio culinario basta «camminare lungo i fossi, non lungo le strade, in luoghi non troppo frequentati con in mano un libro che insegna a riconoscere le varie erbe e pian piano si impara. È facile e divertente», spiega lo chef. Altro consiglio: «Meglio andare a raccogliere le erbe di campagna la mattina dopo le 10, così che non siano bagnate dalla rugiada, e la sera». Una volta che avrete riempito il cesto, «lavatele in acqua e bicarbonato» e buon appetito!


Carlotta Mariani




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A proposito del Palacongressi. Numeri e politica


Tra gli elementi critici della gestione del Palacongressi gli amministratori hanno indicato nelle settimane scorse il fatto che oggi il mercato considera “grande” un evento da 500 partecipanti, mentre l’astronave di via della Fiera è stata progettata per i congressi da 1.000 partecipanti in su.
Beh, sfortuna, si potrà dire, fino a qualche anno fa il vento tirava da un’altra parte e adesso che abbiamo la struttura all’avanguardia ha cambiato direzione. Inoltre, ricordano i benevoli, il Palacongressi secondo i primi annunci doveva essere inaugurato nel 2008, ma sappiamo come è andata a finire, fra ritardi cronici e problemi sollevati dalla Lega.


Eppure c’è chi aveva previsto tutto o quasi. In uno studio del dicembre 2001 realizzato da Trademark Italia e Thalia su Rimini e il futuro congressuale si facevano queste osservazioni basate su una ricerca dell’Union des Association Internationales: nel 2000 la dimensione più frequente dei congressi internazionali (54%) va dai 100 ai 550 partecipanti; nel 2001 è in corso una riduzione delle dimensioni internazionali, la media dei convegni si aggira sulle 750 persone; la maggioranza dei congressi internazionali nel 2000 è sotto i 1000 partecipanti; crollano i congressi da 1000 a 3000 persone.
Escludendo che gli estensori della ricerca avessero chissà quali fonti privilegiate rispetto agli autori del business plan del Palacongressi, queste erano informazioni sotto gli occhi di tutti e che potevano indurre ad un ripensamento.


Ma nello studio c’è dell’altro. I timonieri dell’astronave sostengono che il mancato decollo dipenda dallo scarso appeal della destinazione Rimini mentre la struttura e i servizi del Palacongressi sono universalmente apprezzati. È la scoperta dell’acqua calda: già nel 2001 nello studio citato si poteva leggere: «Per avere successo internazionale non basta un edificio prestigioso o un’infrastruttura d’avanguardia. La location resta la prima ragione di scelta: le capitali, i capoluoghi, le grandi città, gli aeroporti, la presenza di grandi alberghi congressuali, sono 5 elementi che vengono prima della forma, del prestigio, della modernità del pala congressi». Purtroppo l’impasse attuale era stato previsto.


Gli estensori dell’indagine avevano ipotizzato quattro scenari, calcolando costi, ricavi e perdite. Vi annoiamo per un attimo, ma vedrete che ne vale la pena.
Primo scenario: semplice revamping dell’attuale Palacongressi (cioè il vecchio). In dieci anni si poteva arrivare a 75 eventi congressuali e 230.500 presenze. La struttura, a parte il primo anno, avrebbe sempre guadagnato.
Secondo scenario: revamping più leggeri interventi di adeguamento più auditorium (quello che non si fa più). Al decimo anno 86 eventi, 281.900 presenze, perdite contenute fino al 10 anno quando la struttura avrebbe ripreso a guadagnare.
Terzo scenario: interventi di ristrutturazione architettonica e funzionale della struttura attuale (sempre di quella vecchia si sta parlando) più nuovo auditorium. In questo caso al decimo anno si arrivava a 92 eventi e 354.800 presenze congressuali. Margine operativo lordo sempre in crescita e al decimo anno il risultato netto sarebbe arrivato ad una perdita di 564 milioni. Commentano gli estensori: «Si tratta di valori accessibili per una comunità che si voglia dotare di un Palacongressi all’avanguardia».
Quarto scenario: costruzione di un nuovo Palacongressi. Qui vale la pena soffermarsi. La ricerca ricorda che il piano allora presentato da Rimini Fiera prevedeva la progressiva conquista di 278 incontri. Aggiungiamo noi che le presenze ipotizzati per il decimo anno erano 840.000. «Le previsioni degli intervistati e le tavole storiche degli altri Palacongressi conducono invece ad una stima di 97 congressi al decimo anno per oltre 400 mila presenze». Tutta un’altra musica! All’epoca Rimini Fiera aveva ipotizzato un costo di 150 miliardi di lire, più o meno 75 milioni di euro. Gli estensori della ricerca giudicano la previsione troppo ottimistica e aggiungono sul piatto altri venti miliardi lire. Anzi, in un altro passaggio parlano di un costo superiore ai 200 miliardi di lire: ci avevano preso, visto che il conto finale è stato di 117 milioni di euro! In ogni caso, il cospicuo investimento e indebitamento per realizzare il nuovo Palacongressi avrebbe portato a perdite di 17 miliardi di lire il primo anno, di 14 miliardi il quinto anno, di quasi 10 miliardi il decimo.


Conclusioni: il primo e il secondo scenario sono fattibili, il terzo e quarto non sono fattibili dal punto di vista economico, salvo che per il terzo ci sono valori sopportabili dalla comunità locale.
Va ricordato che il terzo scenario era stato oggetto anche di un progetto architettonico definito da un gruppo di tecnici riminesi. Si è detto lo studio preso in esame porta la data del dicembre 2001. Ebbene nel mese di settembre i presidenti delle principali associazioni di categoria (Confindustria, Promozione Alberghiera, Confcooperative, CdO, Adria Congrex, Confcommercio e Confartigianato) scrivevamo al presidente della Fondazione Carim chiedendo un contributo per portare a termine lo studio che, ricordano, riguarda la “definizione delle dimensioni d’intervento realisticamente sostenibili”.


Par di capire insomma che la cosiddetta società civile (manca curiosamente nell’elenco il presidente degli albergatori) era d’accordo per un intervento soft.
Ma, come noto, si è fatto quello super hard. «La scelta – è l’ultima frase della ricerca – diventa esclusivamente “politica”, non essendo sostenuta, come si evince da questo studio, da elementi oggettivi di fattibilità economica».


Valerio Lessi


Venerdì, 25 Maggio 2012 09:34

GIORNALAIO 25.05.2012

Rubriche

AERADRIA: I CINESI VOLERANNO SU RIMINI. STANNO PER SBARCARE ANCHE I VIGILI DEI RIFIUTI. CONTROLLI FISCO: BECCATI PROFESSIONISTI. COMUNE: GNASSI ALIENO E IL CONTRATTO DI FUNELLI


Aeradria, la Provincia aumenta il capitale


La compagnia russa che collega Rimini a Mosca, potrebbe collegare in futuro Rimini alla Cina. Lo scrive il Resto del Carlino a pagina 3 con il vicepresidente di Areadria Vannucci: “«Transaero Airlines ha chiesto e già ottenuto i cosiddetti ‘diritti di traffico’ ad Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, e al suo omologo russo, per tre destinazioni italiane: Roma, Milano e Rimini. Per noi si tratta di una grande opportunità, nell’immediato e anche per il futuro». Da Aeradria spiegano che il lavoro in prospettiva guarda non solo a Mosca, ma ancora più a Oriente. Ovvero: Pechino.


Non è un segreto che Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini e organizzazioni economiche siano molto interessate ai 130 milioni di cinesi che il ministero del Turismo prevede in giro per il mondo nel 2015. Nel frattempo i soci aprono i cordoni della borsa: “Ieri mattina la Provincia, socio di maggioranza di Aeradria con il suo 36%, ha convocato il tavolo con gli altri soci e ha deciso un nuovo aumento di capitale, per cinque milioni di euro”, scrive la Voce di Romagna a pagina 15.


Finanza, è ora dei professionisti


E’ il Corriere Romagna a pagina 3 a dare notizia dell’avvio di controlli fiscali su alcuni liberi professionisti. Scrive Patrizia Cupo: “avviate, da settimane, verifiche fiscali su 12 tra avvocati e commercialisti (otto dei quali tra Rimini e Riccione, altri quattro a Cattolica). Le Fiamme gialle non hanno ad oggi ancora inviato nessuna comunicazione di fine rapporto, ma entro una decina di giorni il primo caso verrà concluso. E comunque, nella totalità delle ispezioni, i militari avrebbero già trovato decine e decine di migliaia di euro sottratti al Fisco”.


Arrivano i vigili dei rifiuti


“Sono in arrivo nuove multe, fra i 25 e i 500 euro, a tutti coloro che avranno abbandonato i sacchetti dei rifiuti fuori dai cassonetti, oppure avranno sbagliato la raccolta differenziata, magari mettendo della carta nel raccoglitore riservato alla plastica, o viceversa. Il Comune di Rimini si trasforma in una sezione di Scotland Yard e sguinzaglia “gli operatori del Gestore del Servizio di gestione dei rifiuti urbani”, cioè gli spazzini di Hera, deputati a segnalare agli uffici le situazioni anomale, nonché le pattuglie dei vigili urbani, acquattati dietro i cassonetti per scoprire i colpevoli”, scrive Paolo Facciotto sulla Voce a pagina 11.


Funelli, la Corte dei conti chiede le carte


Continua la querelle sul capo di gabinetto del sindaco, Funelli. Dopo l’esposto di un anno fa di Gioenzo Renzi, ecco la Corte dei Conti chiedere di visionare il contratto dell’uomo di fiducia di Gnassi. Ne dà notizia il Corriere Romagna a pagina 5.


Lombardi su Gnassi: agisca


Duro giudizio di Marco Lombardi (pdl) sul sindaco Gnassi: “sembra un alieno capitato per caso a fare il sindaco della sua città”, riporta la Voce a pagina 13.

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