Lunedì, 21 Maggio 2012 20:28

Analisi dolorosa dei numeri di Aeradria

10b

Analisi dolorosa dei numeri di Aeradria


Nei giorni scorsi si è molto dibattuto circa la scelta della Società che gestisce lo scalo bolognese G.Marconi di non procedere ad alcuna aggregazione con le altre due società che a livello romagnolo gestiscono gli scali di Forlì e di Rimini.


In questo genere di decisioni è lecito dubitare che contino solo le logiche di tipo industriale o aziendale, che in linea di principio fisserebbero nella crescita, anche per linee esterne tramite fusioni o acquisizioni, il raggiungimento di una soglia dimensionale elevata, in grado di ottenere economie di scala, risparmi di costo, sfruttamento di sinergie. Si tratta tuttavia di logiche che spesso soccombono di fronte alle esigenze di mantenere o rafforzare i rapporti che sul territorio i vari soggetti politici, locali e non, possono mettere in campo. E quando tali esigenze fanno premio sulla logica industriale dei progetti, difficilmente le scelte effettuate saranno davvero trasparenti e, in qualche modo, verificabili da parte dei cittadini. D’altra parte le ragioni addotte dalla SAB sono molto serie, almeno in prima battuta, e riguardano la situazione economico-finanziaria delle due società potenzialmente oggetto di aggregazione. Poiché siamo abituati a guardare i numeri e possiamo vantare una certa qual tradizione di valutazione analitica delle situazioni aziendali, siamo andati a prendere i conti di Aeradria spa, pubblicati su Cerved e non solo, e li abbiamo commentati per i pazienti lettori di queste note.


Una premessa si impone, tanto più doverosa in tempi come questi, nei quali le finanze pubbliche svuotate dalla crisi si rivolgono ai cittadini; l’interesse pubblico, o presunto tale, non può giustificare in nessun modo sprechi, inefficienze, perdite e gestioni deficitarie, neppure per ragioni di bandiera, di orgoglio territoriale, di “strategie di lungo periodo”.


I conti di Aeradria, disponibili fino al 2010, dicono che la società, pur cresciuta significativamente in termini di fatturato, non è riuscita a conseguire una redditività sufficiente neppure a livello di margine operativo lordo. In altre parole, esaminando i bilanci degli ultimi 5 anni, si può concludere che Aeradria non è mai stata in grado neppure di pagare gli stipendi, a tacere della mancata copertura degli ammortamenti e degli accantonamenti (costi c.d. ”esterni”) e dell’incapacità di reggere il costo del debito, ovvero gli oneri finanziari. In sintesi, la società difetta completamente di capacità di reddito, non possiede equilibrio economico, non dovrebbe avere un solo euro di finanziamenti bancari.


Di seguito è possibile apprezzare il trend negativo del MOL nel corso del periodo considerato, che rivela un valore medio finale negativo.


mol


Si deve tenere presente, del resto, che non esiste una via finanziaria per risolvere il problema delle perdite gestionali: il capitale di rischio è necessario perché le perdite non abbiano ripercussioni sulla continuazione della società, ma non è sufficiente perché i conti aziendali si sorreggano da soli. Per questo occorre avere un prodotto, clientela, idee che abbiano gambe per camminare, che in Aeradria non ci sono ancora o non ci sono abbastanza.


Quanto alla situazione finanziaria, la stessa riflette quella economica. Poiché un’azienda che non si regge sotto il profilo reddituale (costi vs/ricavi) distrugge ricchezza anche sotto il profilo finanziario (uscite vs/entrate), l’autofinanziamento di Aeradria spa, che misura in termini monetari la ricchezza generata attraverso l’attività svolta, appare negativo per tutto il triennio 2008/2010. In particolare, dal 2007 fino al 2010 l’attività di gestione dell’aeroporto ha distrutto ricchezza per 4,529 mln.di Euro. Ciò rende evidente l’assoluta incapacità dell’impresa di creare flussi di cassa utili per la crescita.


autofin


La pessima performance economica resta peraltro attribuibile all’insufficiente redditività generata tramite i servizi offerti ai propri clienti, poiché la gestione della liquidità, penalizzante per i fornitori, di per se stessa apporterebbe vantaggi in termini di flussi di cassa, limitando gli effetti sull’equilibrio finanziario prodotti dalle perdite annuali.


Infine, ai risultati negativi riscontrati in termini reddituali, si associa inoltre un progressivo e notevole aumento dei debiti finanziari il cui ammontare, come illustrato nei grafici che seguono, giunge addirittura a sorpassare il valore del fatturato nel 2010, segnale quest’ultimo che non può che allarmare chiunque esamini la società al fine di valutarne le possibilità di sopravvivenza.


debiti

andamento


Nel periodo 2007 / 2010, all’aumento dei debiti pari, in termini cumulati, a 11,2 mln.di Euro si accompagna una variazione positiva del capitale sociale, segno che gli stessi azionisti, coscienti della gravità della situazione, hanno contribuito per oltre 6,1 mln.di Euro al ripianamento del deficit gestionale.


Da ultimo, si tenga presente che è stato necessario impiegare più di un quarto dell’ammontare delle fonti di finanziamento assorbite negli ultimi cinque anni (oltre 17,4 mln.di Euro) per coprire le perdite accumulate di recente. Solo la parte residuale di queste risorse è stata destinata alla crescita aziendale, poiché il valore degli investimenti tecnici effettuati nel periodo risulta, infatti, pari a 10,6 mln.di Euro.


Dunque la scelta di Bologna, stando ai conti, sembrerebbe giustificata. Difficile non convenire con questa conclusione: anche immaginando un ritorno di lungo periodo degli investimenti effettuati, si avrebbe un rapporto capitale investito/fatturato onerosissimo, senza che si intravveda, al momento, alcun tipo di redditività prospettica che sia in grado non solo di ridurre il peso del debito ma, soprattutto, di generare utili e ritorni adeguati. Il rischio per l’acquirente potrebbe essere, in effetti, quello di diluire i propri utili a copertura delle perdite della società acquisita, Aeradria appunto, in ipotesi: senza che vi siano prospettive di un rientro in tempi non biblici, non è realistico ipotizzare l’impegno di investitori.


Infine, per quanto detto, appare chiaro che la fusione molto probabilmente converrebbe a Rimini, bisognosa di generare maggiori volumi di traffico, ma non a Bologna, la cui gestione ha raggiunto il break even e che non vuole imbarcare perdite e debiti. L’aeroporto di Rimini, allora, alla stregua della gestione strutturalmente deficitaria degli impianti di risalita per le località alpine, dovrebbe forse essere ripensato come infrastruttura probabilmente necessaria per lo sviluppo dell’industria turistica, ma con un coinvolgimento molto maggiore di tutti i soggetti e le categorie interessate, in chiave di vera e propria pianificazione strategica. Il che, con un Comune che dichiara di non avere chiesto la bandiera blu (cattiva coscienza?) negli stessi giorni in cui organizza massicci scarichi fognari a mare, equivale a cercare un fidanzato stando chiuse in casa. Mission impossible.


Alessandro Berti
http://johnmaynard.wordpress.com
twitter@profBerti>


2

LICENZIAMENTO MARR, CONFINDUSTRIA ESPRIME SOSTEGNO ALL’AZIENDA


Licenziamento Marr, Confindustria esprime il suo sostegno all’azienda sottolineando “le dichiarazioni espresse dal dipendente interessato dal provvedimento disciplinare vanno ben oltre il legittimo diritto di critica”.
Si tratta, secondo Confindustria di “dichiarazioni palesemente infondate” che “risultano particolarmente lesive rischiando di compromettere la buona immagine aziendale con grave danno anche per tutti i dipendenti del gruppo”.


Urbinati, secondo l’azienda, “ha avuto tutte le opportunità di esercitare il diritto di rettifica a mezzo stampa, nonché la possibilità di fornire idonee giustificazioni nell’ambito delle procedure di legge e contrattuali attivate a sua tutela dall’azienda”.
Lo svolgersi degli eventi ha quindi “irrimediabilmente incrinato il rapporto fiduciario e ha costretto l’azienda a procedere con il licenziamento nel pieno rispetto della normativa vigente”.


Confindustria si rivolge anche ai sindacati. “Possiamo comprendere, sebbene senza condividere, che l’organizzazione sindacale di riferimento abbia messo in campo iniziative in favore del dipendente in questione, ma ci risulta difficile capire l’intervento delle Istituzioni in merito ad una vicenda che riteniamo debba trovare soluzione nell’ambito della Sede competente sulla base dei reali riscontri di fatto e diritto”.


Infine accenna alla ragion del contendere. “Riteniamo importante sottolineare che le aziende associate a Confindustria Rimini e Marr non fa certamente eccezione, prestano molta attenzione al tema della sicurezza del lavoro. La nostra associazione da anni, nell’ambito delle azioni per la promozione del ruolo sociale dell’impresa, porta avanti un’intensa politica di sensibilizzazione per diffondere la cultura della prevenzione. A dimostrarlo anche i dati degli infortuni sul lavoro che nella provincia di Rimini negli ultimi dieci anni sono in continuo calo collocandola fra le province più virtuose dell’Emilia Romagna. Non sfugge a questa condizione la sicurezza negli appalti che sicuramente deve essere monitorata in modo adeguato sia nel pubblico che nel privato”.

2

FEDERFARMA: “TONINI VENGA PER UNA SETTIMANA A LAVORARE IN UNA FARMACIA RURALE, POI DICA SE SONO O NO ‘SOGGETTI ECONOMICAMENTE DISAGIATI’”


“Le dichiarazioni del direttore generale dell’Asl di Rimini sono inaccettabili”. Giuseppe Rasponi, presidente delle farmacie rurali di Federfarma, risponde alle dichiarazioni rilasciate da Marcello Tonini, direttore della Ausl di Rimini, a un quotidiano locale. “Se il dottor Tonini non riesce a immaginare le farmacie, specie quelle di campagna e di montagna, come ‘soggetti economicamente disagiati’, possiamo capirlo. Lo invitiamo a ‘condividere’ una settimana ‘tipo’ con alcuni nostri colleghi delle nostre (e sue) vallate”.


Secondo Federfarma “non sta ad un semplice direttore di una Asl delegittimare una istituzione come quella della farmacia, cardine fondamentale del servizio sanitario nazionale. Inaccettabile anche la mancanza di rispetto verso il lavoro di professionisti, titolari e non, che servono (loro sì) la popolazione, da sempre, in ogni circostanza. Percepire un compenso di 173mila euro nel 2011 può far perdere di vista che esiste un mondo reale, quello che noi farmacisti viviamo tutti i giorni stando a fianco della popolazione”.

3

PROVINCIA: GLI INCIDENTI STRADALI DIMINUISCONO DEL 1,6% MA ANCHE I SOLDI PER LE INFRASTRUTTURE. ALTO IL COSTO SOCIALE 4MILIARDI IN 12 ANNI


In Provincia a Rimini da inizio anno si è arrivati già a 4 milioni e mezzo di fondi in meno rispetto a quelli messi a bilancio per il 2012. Di mezzo c’è la questione del costo sociale per gli infortuni stradali, dicono, appesantita dai tagli del governo Monti. Il tutto a discapito delle strade della provincia e della loro manutenzione.


Nel 2011 il costo sociale degli incidenti in provincia – spiega l’assessore Yuri Magrini – è stato di circa 260 milioni di euro” (il calcolo deriva dai parametri del Piano nazionale della sicurezza stradale che valuta 1 milione e 394mila euro per i decessi e 73mila euro per ogni ferito). La cifra, comunque in diminuzione costante a partire dal 2000 del 36,51 per cento, se sommata a quella degli anni passati per 12 anni arriva a 4 miliardi di euro. “Un costo che deve far guardare in maniera diversa le politiche che si mettono in campo anche in riferimento alle polemiche che a volte si fanno sulle infrastrutture che le amministrazioni cercano di realizzare: andrebbero analizzate non solo da un punto di vista ambientale, ma anche dei costi sociali”.


Di contro sono molto più incoraggianti i numeri relativi agli incidenti (in calo). Nel 2011 in provincia di Rimini si sono registrati 2.215 incidenti con 24 decessi. La riduzione degli incidenti è dell’1,6 per cento rispetto al 2010 (35 in meno) mentre i morti sono ahimè lievitati del 4,3 per cento (uno in più). Diminuito il numero dei feriti dello 0,8 (3.068 in valori assoluti).
“Il trend positivo – nota Magrini – fa capire come le politiche messe in atto abbiano funzionato portando frutti importanti”.


La strada provinciale a maggiore rischio di incidenti è la Marecchiese con 76 incidenti, mentre tra le strade statali è l’Adriatica con 184. I punti ‘neri’ delle strade’ sono i rettilinei (37,4 per cento degli incidenti) e gli incroci (31,2 per cento). Cause: l’alta velocità e la disattenzione.
La dinamica tipica degli incidenti vede in genere coinvolti due veicoli, con scontro frontale laterale (37,4 per cento), un tamponamento (17,5 per cento) o scontro laterale (16,6 per cento). In caso di veicoli sono isolati, generalmente si tratta di  sbandamento del mezzo o di una fuoriuscita dall’asse stradale.


Le più diffuse cause di incidenti sono: mancanza di rispetto dello stop o dei segnali di precedenza (26,4 per cento), manovre azzardate (20,0 per cento), guida distratta o un andamento indeciso(18,2 per cento), l’eccesso di velocità (11,8 per cento). Tra le altre cause si segnala un 2,1 per cento di casi che deriverebbe da una stato psico-fisico del conducente (dato secondo i ricercatori sottostimato) cui sono riconducibili anche ebbrezza e positività a stupefacenti.


E’ agosto il mese con il maggior numero di incidenti e feriti, mentre marzo quello con il maggior numero di morti (forse perché si tirano fuori le moto) con 3,88 decessi ogni 100 incidenti. Gennaio, febbraio, ottobre e novembre sono stati gli unici mesi senza decessi, tuttavia con l’indice di lesività più elevato.


Venerdì è un giorno nero anche per gli incidenti stradali, è quello in cui se ne registra il maggior numero (così come di feriti assieme al sabato), mentre la domenica è il giorno più tranquillo. Per strada si muore soprattutto di mercoledì e sabato. L’ora x è tra le 17 e le 19 anche se, pur con meno incidenti, la notte resta la parte del giorno più pericolosa.


Nel 2011 l’83,3 per cento dei morti e il 73,6 per cento dei feriti a seguito di incidente stradale ha visto coinvolti i conducenti dei mezzi, i passeggeri rappresentano il 20,8 per cento dei feriti e un 4,2 per cento dei morti, mentre i pedoni sono stati il 4,8 per cento dei feriti e il 12,5 per cento dei morti. Il 50 per cento dei morti deceduti sono conducenti di veicoli a 2 ruote. I maschi sono più a rischio di mortalità con il 92 per cento (59 per cento di feriti).


Sulle due ruote nel 2011 sono morte a seguito di incidenti 12 persone, tutti maschi, la metà tra i 36 e 55 anni.
Nel 2011 sono stati 368 gli incedenti che hanno visto coinvolti ciclisti (3 i morti, 353 i feriti e 25 illesi). Dal 2000 al 2011 sono stati 53 i ciclisti deceduti e 3.704 i feriti.
Per quanto riguarda i pedoni, nel 2011 143 sono stati investiti (il 47 per cento ha più di 55 anni), 3 di loro sono morti. Lo scorso anno il numero di pedoni feriti e morti è stato il più basso degli ultimi 12 anni. Dal 20100 al 2011, infatti, sono stati 86 i pedoni deceduti dopo esere stati investiti (2.328 i feriti).

2

LICENZIAMENTO MARR, LA CGIL RINGRAZIA I POLITICI: “ADESSO LA MARR REINTEGRI URBINATI”


Parole di assoluto buon senso” secondo Filcams Cgil quelle espresse da presidente della Provincia Stefano Vitali e assessore comunale Nadia Rossi in merito al licenziamento di Antonio Urbinati.


“Crediamo possano essere utili per sollecitare Marr spa ad una revoca immediata del licenziamento di Antonio Urbinati e perciò al reintegro nel posto di lavoro. Filcams Cgil ribadisce lo sconcerto per una decisioneche appare sproporzionata rispetto ai fatti. In una fase economica e sociale come quella attuale è più che mai importante sottolineare l’importanza del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. La nostra organizzazione sindacale sarà sempre a fianco di chi quotidianamente stimola la discussione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro ed, all’interno degli stessi, vigila sulle situazioni potenzialmente rischiose”.

2

CIMITERI: I MUSULMANI A SAN MARTINO DA OGGI HANNO IL LORO


Il Comune ha consegnato ufficialmente oggi un’area del cimitero di San Martino Monte l’Abate alla comunità musulmana. “E’ giusto – ha detto il sindaco Andrea Gnassi scoprendo la targa – una città sensibile e pluralista come la nostra riconosca tutti i suoi cittadini”.


Sono 16.983 i cittadini riminesi provenienti sia da paesi dell’Europa dell’Est che dai paesi extracomunitari. Oggi rappresentano l’11,72 per cento dell’intera popolazione residente continuando a crescere con un sostanziale bilanciamento numerico tra uomini e donne: nel 1992 i residenti stranieri a Rimini erano 1.848.


La cerimonia di oggi a San Martino arriva a compimento di un percorso che è venuto incontro alla necessità del rispetto dei principi e delle pratiche previste dai diversi culti religiosi, così come già avvenuto per la comunità ortodossa nel Cimitero monumentale della città nel 2010.


"Alcune religioni, infatti, richiedono l’organizzazione dei campi per la sepoltura delle salme in modo differente dalle prassi consolidate, come, a titolo di esempio, la religione ebraica che richiede che il sedime di sepoltura divenga perpetuo, mentre nel caso dei musulmani che le salme siano orientate verso La Mecca. Modalità operative che consigliano quindi l’assegnazione a determinati praticanti di altre religioni di porzioni di strutture cimiteriali”.

3

MISSIONE BRASILE PER 30 AZIENDE ROMAGNOLE. NEL 2011 EXPORT CRESCIUTO DEL 12 PER CENTO


Sono 30 le aziende dell’Emilia Romagna che dal 21 al 25 maggio saranno in Brasile alla conquista del mercato sudamericano nel settore delle macchine agricole. Un mercato affatto sconosciuto agli imprenditori emiliani e romagnoli: in 54 sono già stabilmente presenti in Brasile con uffici di rappresentanza, distributori e stabilimenti produttivi. Occasione della reunion sarà la rassegna del made in Italy denominata ‘Momento Italia Brasile 2011-2012’, missione coordinata dal governo. La Regione in questa occasione sarà affiancata da Alma Graduate School dell’Università di Bologna, Università di Parma, Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara (insieme a 9 aziende del settore), Confindustria Emilia-Romagna, Confartigianato Modena, Caab di Bologna e Comune di Ravenna.


Il mercato brasiliano è uno dei più grandi del Bricst (Brasile, Cina, India, Russia, Sud Africa e Turchia). Nel 2011 l’import dell’Emilia–Romagna dal Brasile ha raggiunto un valore di 230 milioni di euro (-20 per cento rispetto al 2010 ), mentre l’export ha raggiunto i 677 milioni di euro (+ 12 per cento sul 2010) pari all’1.5 per cento del totale export dell’Emilia-Romagna (che è stato di 48 miliardi di euro).


L’Emilia-Romagna in Brasile è presente ben oltre la missione. Le aziende coinvolte nelle attività promozionali dallo sportello internazionalizzazione della Regione sono complessivamente 300 unità. Sui progetti promozionali sono coinvolte circa 100 imprese, sui progetti per le aggregazioni d’imprese (Ati e reti) sono 70, sui progetti per consorzi export sono 37, nella missione istituzionale (Governo, Regioni e sistema camerale) sono 6 le imprese interessate (CFT, Caab, Coppini arte olearia, Ferretti, Gruppo Edilvalmarecchia, Tas ), per le manifestazioni d’interesse per accompagnamento Pmi regionali in Brasile le imprese sono 23. La maggior parte delle aziende provengono dalla provincia di Bologna (35 per cento), seguita da Modena (20 per cento), Ravenna (18 per cento), Reggio Emilia (15 per cento). Le filiere più rappresentate sono quella meccanica (43 per cento), quella agroalimentare (26 per cento) e quella dell’abitare-costruire (14 per cento).

1

INDENNITA’ MUNICIPALE, NIENTE RICORSO DEL COMUNE. SADEGHOLVAAD: “ADIAMO AVANTI ALL’INSEGNA DI COMUNANZA E CONDIVISIONE”


Era già venuto fuori in commissione, ma solo ieri la Giunta comunale ha deciso in via definitiva di non costituirsi in appello dopo la sentenza in primo grado del Tribunale di Rimini nella causa promossa dagli agenti nei confronti dei quali di fatto il primo marzo scorso il giudice del lavoro si è pronunciato in favore dichiarando la legittimità degli accordi sottoscritti dal Comune con le organizzazioni sindacali nel 1999 e nel 2000.


“Una scelta - ha commentato l’assessore alla Sicurezza Jamil Sadegholvaad – che testimonia la volontà dell’amministrazione comunale di superare le conflittualità passate e guardare avanti nell’obiettivo di affrontare con comunanza di intenti e condivisione dello sforzo le sfide future”.

Martedì, 15 Maggio 2012 09:04

GIORNALAIO 16.05.2012

Rubriche

BANDIERA BLU, IL PRESIDENTE MAZZA: “NON CHIEDIAMO SOLDI”. IN SPIAGGIA I BAGNINI TENGONO “IL FORTE”. CASO MARR, ROSSI: “PROVVEDIMENTO SPROPORZIONATO”. FAMIGLIE CHE PERDONO LA CASA. TRC: LE FERROVIE DICONO STOP. CASALINGHI FAMOSI E STUDENTI 'CANNIBALI'


Bandiera blu


Il caso Bandiera blu per il Resto del Carlino è un altro capitolo della guerra Romagna-Marche. “Siamo alle cannonate”, scrive in prima Pierlugi Martelli sul Carlino Nazionale. “Ieri si è messo all’obice il governatore Gian Mario Spacca in persona approfittando della presentazione del programma triennale di sviluppo dell’offerta turistica nelle Marche. SALUTATO il ritorno del testimonial Dustin Hoffman, Spacca è andato giù pari: «Noi abbiamo conquistato 16 Bandiere blu, Rimini l’ha persa e non è una cosa senza significato. Qualità e rispetto del turista significa non offrire un ‘divertimentificio’ standardizzato, ma la nostra identità, ospitando il turista dentro il nostro modello di vita, differente da comunità e comunità, da territorio a territorio»”, continua a pagina 19. Risponde Alessandro Melucci dicendo che “«noi abbiamo un’identità» per l’assessore al turismo dell’Emilia Romagna, Maurizio Melucci, riminese, col pallino delle radici è un’entrata a gamba tesa: «Il presidente Spacca dovrebbe sapere benissimo che il ‘divertimentificio’ è stato ampiamente riconvertito. L’esempio è la Notte Rosa, una festa popolare senza eccessi, per bambini e adulti»”.


Mentre la Voce di Romagna cerca di capire che cosa sia veramente successo riguardo alla Bandiera blu e il presidente della Fee, Claudio Mazza, smentisce in prima alcune affermazioni del Comune come, per esempio, che si paghi per fregiarsi del vessillo, “per avere il riconoscimento non si deve pagare alcunché”, e che, continua a pagina 11, “per le analisi delle acque fanno fede per noi i dati Arpa”. Gli stessi, sottolinea Paolo Facciotto, che saranno usati dal Comune.


Nelle pagine locali il Carlino intervista l’assessore Sara Visintin che fa il punto sugli interventi fognari: “Nuove fogne: in ottobre i primi lavori, ma serviranno anni per completarli”, scrive Mario Gradara a pagina 7.


Ritornando sulla Voce bordate arrivano sempre da pagina 11 da bagnini e grillini verso il Comune.


Caso Maar, il Comune prende posizione


«Il provvedimento appare sproporzionato», le parole dell’assessore Nadia Rossi riportate dal Corriere Romagna. Ricordiamo che il caso nasce perché “in una intervista al Corriere Romagna (in febbraio) denuncia situazioni al limite, senza riferimenti alla Marr, il suo obiettivo è il sistema delle cooperative che lavorano in appalto. Apriti cielo. Nonostante la puntualizzazione la Marr ritiene sia saltato il patto di fiducia fra impresa e lavoratore: licenziato. Il presidente della Provincia Stefano Vitali definisce il provvedimento esagerato. La Cgil lo impugna. E coinvolge i vertici regionali e nazionali”.


La Voce a pagina 14 sottolinea che “ieri mattina erano appena una ventina i presenti al picchetto, tra loro nessuno – se non qualcuno ben nascosto – di lavoratori della Marr. Alcuni operai fuori dallo stabilimento guardano da lontano i manifestanti. Sui cartelli gli slogan abbondano: dal “No al metodo Marchionne” a “Marr 40 anni di storia e un Rls licenziato. Festeggiate pure”. Il diretto interessato, forse vista anche l’esperienza scottante, non rilascia dichiarazioni. Stringe la mano, appare sereno, ma chiede di non mettergli nulla in bocca. Ne ha già passate di ogni per una parola o forse più di troppo”.


Situazione spiaggia


Il Corriere a pagina 11 fa il punto sulla situazione della spiaggia e l’incipit è la conversazione di un bagnino al cellulare: «No, tranquillo, con la polizia municipale è tutto ok, anche con la capitaneria. Bisogna vedere se quelli della Procura fanno gli...». E il Corriere aggiunge “la spiaggia per questa stagione avrà la stessa faccia di sempre. Solo qualche ritocco, nulla più. Chi si aspettava la corsa al ripulisti dovrà aspettare. Certo a Marina centro qualche maquillage è stato fatto ma a sud la cartolina è la stessa. E tale resterà. La filosofia: chiediamo i permessi e aspettiamo, si vedrà. Intanto «teniamo il forte»”.


Albo dei benificiari


La Voce ha spulciato l’albo dei beneficiari del Comune e ha scoperto che “ci sono società per azioni monopolistiche con bilanci miliardari, come la holding Hera”, riporta l’articolo a pagina 15.


Problema mutui


Il Corriere dedica pagina 3 al problema dei mutui raccontando una storia reale. “Lui, 40enne, una bimba nata da poco, una moglie senza lavoro e cassa integrato da qualche mese, ora rischia di perdere tutto: la banca – un istituto nazionale – gli ha appena notificato il precetto. Le banche, loro sì: possono. Quando arriva il precetto, senza decreto di ingiunzione, si prendono direttamente la casa”. Patrizia Cupo passa poi ai dati di Federconsumatori: “«Da un anno a questa parte, circa il 50% delle persone che si rivolge a Federconsumatori, lo fa per richiedere aiuto circa l’accesso al credito o per consigli proprio sul mutuo» spiega l’avvocato Morri”.


Trc, stoppato dalla ferrovie


E’ il Carlino a dare notizia a pagina 8 con un articolo di Manuel Spadazzi che il Trc è al capolinea. “NESSUNO, in Agenzia mobilità, vuole per ora commentare la vicenda, ma il problema c’è. Eccome se c’è. Sì perché le Ferrovie, prima di autorizzare l’inizio dei lavori alla stazione per il Trc (si dovrebbe partire con gli interventi ai sottoservizi, poi con i lavori per la massicciata e il capolinea), vogliono avere rassicurazioni sia sui disagi che il metrò di costa provocherà ai collegamenti ferroviari, sia durante il cantiere sia quando entrerà effettivamente in funzione”.


Casalinghi famosi


Il ministro Elsa Fornero ha richiamato gli uomini ad aiutare più le mogli in casa. Il Carlino a a pagina 3 intervista alcuni personaggi riminesi quali l’ex sindaco Alberto Ravaioli, l’avvocato Salvatore Di Grazia, Il presidente della Fiera Lorenzo Cagnoni, il leader degli industriali Maurizio Focchi.


Da segnalare a pagina 34 della Voce un articolo di Daniele Piccini sul poeta Tonino Guerra e a pagina 35 'il Cannibale' con racconti di alcuni studenti riminesi.

2

NEVONE, DOPO TRE MESI NESSUNA RISPOSTA DAL MINISTERO. ERRANI, VITALI E BULBI SI APPELLANO ALLA CANCELLIERI


“Rimane per me incredibile dover implorare per ottenere quello che ci era stato promesso”, il commento (su Fb) del presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali si riferisce alla trafila che le popolazioni colpite dal nevone dello scorso febbraio sono costrette ad attraversare prima di vedersi riconosciuti i danni subiti. Una trafila così stretta che oggi il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, assieme a Vitali e al suo alter ego forlivese, Massimo Bulbi, hanno inviato al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, una lettera, anzi, un appello.


“L’appello che facciamo al ministro Cancellieri – sottolinea il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani - è quello di dare seguito alla grande opera fatta nei giorni difficili del 'nevone', dove si è sempre mantenuta in contatto con gli organi di governo locali e con i vertici istituzionali e delle forze di sicurezza, affinché possa essere data una rapida risposta e una coerente assegnazione delle risorse attese”.


La lettera, che parte raccontando un po’ la vicenda, pur essendo molto formale non usa parafrasi quando i tre ad un certo punto credono “di poter affermare che sia stato l'enorme impegno pianificato, coordinato e integrato delle Istituzioni ad aver evitato la perdita di vite umane” né lo è quando si arriva al punto.


“Ora, però, signor Ministro, noi temiamo che questa capacità di coordinarci, di far sistema, di aver reso pienamente operativi i nostri efficaci piani d'intervento non abbia la giusta considerazione”.
E’ stato lo stesso governo durante la crisi meteorologica ad assicurare ripetutamente appoggio alla macchina dei soccorsi, che “sarebbe intervenuto un contributo straordinario”.


La rendicontazione dei danni la Regione l’ha inviata al governo il 5 marzo scorso (assieme alla richiesta di ‘stato d’emergenza’) segnalando una spesa straordinaria sostenuta da Regione ed Enti locali - per le sole attività di primo soccorso - complessivamente stimata in oltre 70 milioni di euro sull’intero territorio regionale. Sono passati tre mesi e risposte non ne sono arrivate, dicono e si appellano al Ministro. “Lo riteniamo indispensabile per evitare che alle gravi conseguenze economiche degli eventi atmosferici eccezionali si uniscano ben più gravi fratture sociali”.

Pagina 217 di 273