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HERA APPROVA BILANCIO. RICAVI A 4,1 MILIARDI, IN CRESCITA DEL 12%. DIVIDENDO A 9 CENTESIMI


Un 2011 in crescita per Hera. Ricavi a 4,1 miliardi di euro con un incremento del 12 per cento e un utile prima delle imposte a 221 milioni con un aumento del 7,6 per cento sull’anno precedente. Si attesta a 104,6 milioni il risultato netto con un più 5,3 per cento. Il consiglio di amministrazione ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,09 euro per azione, invariato rispetto all'anno scorso.


“La crescita dei risultati in tutte le aree di attività fin dalla costituzione del Gruppo, anche in periodi di difficoltà economica e finanziaria, dimostrano la validità delle scelte strategiche perseguite e la solidità dei vantaggi competitivi consolidati fin qui”, spiega Tomaso Tommasi di Vignano, presidente Hera. “Ciò conferma anche l’efficacia dell’originale modello di aggregazione su cui è stata costruita l’esperienza di Hera. Questi risultati, uniti a una solida struttura finanziaria, ci consentono di proporre anche quest'anno la distribuzione di un dividendo di 9 centesimi per azione, confermando la politica mantenuta in tutti questi anni”.


In particolare l’ultimo anno ha portato una sensibile crescita commerciale su energia elettrica e gas, un positivo impatto dell'impianto a biomasse di Faenza e del termovalorizzatore di Rimini, la crescita equilibrata di idrico e igiene urbana, grazie a recupero efficienza e incrementi tariffari in relazione agli investimenti effettuati.


L’offerta multiforme della società “ha permesso di compensare i negativi effetti esterni tra le diverse attività gestite in quasi tutti i 10 anni di storia, evidenziando il basso profilo di variabilità dei risultati anche grazie al rilevante contributo in termini di Mol, pari al 52 per cento, delle attività regolamentate”, spiega Maurizio Chiarini, amministratore delegato Hera. “Il costante controllo degli investimenti e del circolante hanno garantito, nell’ultimo triennio, il mantenimento di una posizione finanziaria netta stabile, a fronte di un margine operativo lordo in crescita del 6 per cento annuo, determinando così un miglioramento dei ratio finanziari”.


Giovedì, 22 Marzo 2012 19:04

MUSICA DI STAGIONE 4

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"Senza musica, la vita sarebbe un errore" Friedrich Nietsche




TORNERA' L'INVERNO



Niccolò Fabi - La bellezza
- Memorare, piissima Virgo Maria -
Io di giorno dormo.
La sera
piango
di vita.
- Nei secoli dei secoli -
Questo pensi e scrivi, ascoltando La Bellezza.

Greg @gregfacciotto

 



 


Damien Rice - Dogs


E' quasi primavera. Esce il sole, portando con sé voglia di vivere e immensi cieli azzurri.
Grazie Damien, che ci strappi un sorriso e una lacrima, in quest'aria di promessa, in quest'aria che sa di gioia inattesa in un giorno qualunque, che quasi ti vien voglia di abbracciare le cose.
Quanto ti mancava l'amore.
"And she gives
I get
Without giving anything to me
Like a morning sun
A good good morning sun."

Greg @gregfacciotto


 



 


Pearl Jam - The Fixer


“Quando i segnali attraverseranno
voglio metterli in ordine
se non c’è amore
voglio provare ad amare nuovamente
dirò le tue preghiere
starò al tuo fianco
brucerò in modo da illuminare tutto quanto
scaverò la tua tomba
balleremo e canteremo
ciò che è rimasto (che si è salvato) potrebbe essere
un’ultima possibilità di avere una vita”
Per tutti quelli che vogliono adesso una
fantastica nuova possibilità di vita.

Enrico


 



 


Tom Waits - OI' 55


“Ora albeggia
e io guido la mia Lady Luck
autostrada, auto e camion
io capobanda di una parata di stelle
che si spengono
avrei voluto rimanere ancora
ih Signore, ho il cuore gonfio”
Per tutti quelli che quando sono in macchina si sentono un po’ “capobanda di una parata di stelle”.
Thanks Tom!

Enrico


 




info > flavors.me/arcabook

Giovedì, 22 Marzo 2012 20:04

Tonino Guerra

Nostalghia è un film di Andrej Tarkovskij del 1983. Vinse il Grand Prix du cinéma de création al festival del cinema di Cannes di quell'anno, ex æquo con L'Argent di Robert Bresson. Soggetto di Tonino Guerra.



Mercoledì, 21 Marzo 2012 08:48

IL GIORNALAIO 22.03.2012

Rubriche

PD: ASPIRANTI SEGRETARI, I SINDACI COL BUCO DELLA MOBILITA’, I PARLAMENTARI E L’ANTINCENDIO. MAGGIOLI PRESIDENTE, GLI ALTRI FACCIANO COME GLI PARE. IN RICORDO DI TONINO GUERRA


Tonino Guerra (1920-2012)


Grande spazio su tutti i giornali alla scomparsa dell’artista romagnolo Tonino Guerra, che si è spento ieri mattina nella sua casa di Santarcangelo. Segnaliamo i commenti più interessanti. Il Resto del Carlino ospita quelli di Piero Meldini e Filiberto Dasi alle pagine 3 e 7. A pagina 4 del Corriere Romagna sono raccolte alcune dichiarazioni di personaggi della cultura nazionale. Su la Voce di Romagna Gianfranco Angelucci e Davide Brullo alle pagine 3 e 4. Sul Nuovo Quotidiano di Rimini a pagina 10 Sergio Zavoli.


Segreteria Comunale del Pd, spunta Zerbini


Scadeva ieri il termine per la presentazione delle candidature e racconta il Carlino a pagina 9: “Spunta a sorpresa il nome di uno sfidante (e di peso), Samuele Zerbini che contenderà lo scranno al sinora candidato unico, il 23enne Federico Berlini”.


Trasporto pubblico, il Pd chiude i rubinetti


È il Corriere Romagna a pagina 13 a dare notizia di una riunione dei sindaci Pd sul trasporto pubblico. “Si chiudono i rubinetti per Agenzia mobilità e per il trasporto pubblico. I sindaci del Pd sono tutti d’accordo: le spese da affrontare per le casse martoriate dei Comuni non sono più sostenibili (...). Tutti d’accordo davanti alle inquietanti voci di bilancio di Agenzia mobilità, che anche per il 2011 hanno visto un buco di 2 milioni e 800mila euro. Denaro che dovrà essere ripianato, come sempre, da Comuni e Provincia in base alle quote detenute. La mazzata più pesante arriverà proprio a Rimini, che dovrà coprire 1 milione e 800mila euro; Riccione dovrà darne invece 237mila e la Provincia 177mila. Poi a seguire tutti gli altri”.


Maggioli: “Non vengono? Problemi loro”


Il presidente della Camera di commercio risponde a chi non si presenterà all’incontro sull’economia locale. “Anche ieri il leader della Camera di commercio è stato di poche parole. Ma il concetto, critiche o non critiche, è chiaro: io continuo a fare il mio lavoro, se non vogliono venire, sono problemi loro. «Vedranno loro, prederanno le decisioni che ritengono più opportune », ha detto il cavaliere del lavoro. Insomma, dice il presidente di se stesso: Maggioli non è più in discussione, dopo che il consiglio ha deciso così, e nemmeno la sua presenza al convegno del 28, con o senza gli invitati”, scrive Annalisa Boselli sul Corriere Romagna, pagina 15.


Alberghi e antincendio


“Una proposta di legge e una risoluzione alla X Commissione attività produttive della Camera. Sul decreto antincendio non è rimasta con le mani in mano l’onorevole del Pd Elisa Marchioni. Anzi si era già attivata dal 28 febbraio scorso non appena il Comitato tecnico scientifico di prevenzione incendi del ministero dell’Interno, aveva approvato il decreto attuativo dopo il Milleproroghe. «Perché da subito - spiega l’onorevole - era evidente che alcuni aspetti andavano migliorati». Marchioni sottolinea: «Ho depositato la risoluzione sull’antincendio proprio ieri mattina. Nel documento, firmato anche da altri deputati, chiediamo regole certe e applicabili, oltre che condizioni e tempi realistici per mettersi a norma»”, scrive Luca Cassiani a pagina 17 del Corriere Romagna.

Giovedì, 22 Marzo 2012 14:42

Bellaria. Banche, cultura e territorio

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Bellaria. Banche, cultura e territorio


Sabato 17 marzo al Palaveleno di Bellaria Igea Marina si è parlato di giovani, ospiti Mario Calabresi (direttore della Stampa e scrittore), Simona Atzori (la ballerina senza braccia, presente a San Remo quale ospite), l’outsider Franco Nembrini (professore, scrittore ed educatore che la sera prima a Rimini, di fronte a 1200 persone, aveva incollato l’attenzione sul tema dell’educazione) e i giovani Gualazzi (pianista) e Lastrico (comico, direttamente da Zelig).


L’abbrivio l’ha dato Nembrini e l’incontro si è trasformato in un evento. Lo si è capito subito, dopo i primi dieci minuti di eloquio, come sempre ruvido e diretto, esperienziale ma pieno di ragioni, di un prof. che non si rassegna a fare semplicemente il prof. L’applauso del pubblico, tra cui i più entusiasti proprio quei 500 ragazzi provenienti da scuole del territorio, era un segnale chiaro. Così Calabresi e tutti gli altri sono stati al livello, abbandonando schemi e scalette, per gettarsi nell’agone di una scoperta di sè e del vero di sè. Senza rete. Ne è uscita una mattinata dove la Atzori ha esclamato, “Mi sento a casa”, e il dialogo sembrava intessuto da amici di sempre. Un vero evento.


Dietro a questo convegno troviamo la Bcc Romagna Est, che organizza un convegno a marzo da quasi dieci anni (tra gli ospiti, Oscar Giannino, Aldo Cazzullo, Navarro Vals, Giancarlo Mazzuca, Enrico Franceschini, Mario Giordano, i bocconiani prof. Piantoni e Preti,, …). L’occasione dell’incontro di sabato 17, ci permette così di riprendere un tema particolarmente importante e sentito anche sul nostro territorio, quale sia cioè il compito di una banca, in questo caso una piccola banca, nel tempo della crisi e dei grandi rovesci finanziari.


Lo abbiamo chiesto al Vice Presidente Corrado Monti, da anni ai vertici della banca.
Il compito di una banca locale, almeno per noi, è quello di affiancare le persone che vivono sul territorio, permettendo loro di fare al meglio quello che già stanno facendo, secondo una logica di sussidiarietà reale, che giunge fino al sostegno economico, visto la natura della nostra attività. Si aiutano le persone in quello che fanno, ovvero sia nell’attività imprenditoriale, che in quella culturale o sociale, e si aiutano i giovani a venir fuori e a farli emergere per quello che sono. Senza etichette.


Quale la differenza con le grandi banche?
Qualche anno fa, prima della crisi, ci davano per morte. Oramai, si diceva, gli strumenti della finanza era tali da decretare la fine di banche tutte tese a reinvestire sul territorio e a dare valore al lavoro. Si diceva che il problema era l’avere raffinati strumenti finanziari. Si è visto come è andata a finire. Si è compreso inoltre, che la crisi è una crisi antropologica, ovvero che si è perso il senso del lavoro e il rapporto con la realtà territoriale. Le Bcc sono solide, generalmente parlando, proprio perchè non hanno seguito tali trend, ma sono rimaste legate alla loro tradizionale attività.


Sì, ma numerose altre realtà finanziarie si stanno diffondendo sul territorio.
Vero, ma attenzione a chi drena risorse al territorio per poi scomparire, oppure per reinvestire altrove. Noi e il territorio siamo invece un’unica cosa. Più cresce l’uno, più cresciamo noi. C’è una dinamica di convergenza di interessi che garantisce una sanità economica e una solidità. Per Statuto e per legge, dobbiamo mantenere certi parametri.


Ma proviamo a dare qualche dato… Patrimonio? Volume d’affari?
Siamo una piccola banca, fino a un certo punto. Si parla di 105 milioni di patrimonio e di impieghi e raccolta per 750 milioni di euro. E va detto che per noi tutto ciò che è raccolto va in impieghi. Ovvero nessuna pratica speculativa ci è permessa per Statuto. Inoltre, sempre per Statuto non ci sono dividendi. Poi c’è il capitolo del bilancio sociale, che per noi è punto di verifica della bontà di un anno sociale tanto quanto il bilancio d’esercizio. Impossibile rendere l’idea della miriade di iniziative di associazioni, realtà no profit, scuole che beneficiano di queste risorse.


Rimane una domanda. Oggi, come lei diceva, le Bcc anche da organi finanziari che non le hanno mai amate troppo, sono indicate come un esempio di finanza virtuosa. Ma, come è stato possibile resistere in un momento di tale difficoltà? Cosa ha permesso di presentarsi addirittura come realtà solide?
Va detto che la crisi ha colpito tutti, ed anche le nostre realtà. Tuttavia credo che nel rispetto del mercato, nella conoscenza degli imprenditori locali, una conoscenza spesso non parametrabile in dati freddi, ma reale ed effettiva proprio perchè localizzata, e nella patrimonializzazione di cui dicevo prima, stiano gli elementi che ci hanno permesso di tenere duro. Con un nota bene.


Cioè?
Che seguendo la Dottrina sociale della Chiesa, abbiamo sempre creduto che fosse il lavoro, inteso come attività eminentemente umana, il valore che costruisce la ricchezza. E non invece le attività meramente speculative. E’ questa, una cosa di non poco conto. Ed oggi, in questi anni di crisi, alimentata da una finanza leggera e spregiudicata, ce ne rendiamo ben conto.


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CONGRESSO PD: TRE I CANDIDATI ALLA SEGRETERIA COMUNALE. TRA BERLINI E KUMARAKU A SORPRESA SPUNTA ZERBINI


Rimini, chiuse oggi a mezzogiorno le candidature per la segreteria comunale del Pd. Sarano in tre a concorrere al congresso del 20 aprile. Due i nomi annunciati ovvero Federico Berlini, 23 anni, segretario del circolo Pd Viserbella e Torre Pedrera, ed Edmund Kumaraku, 46 anni, presidente dell'associazione Agimi. Uno a sorpresa: Samuele Zerbini, 36 anni, consigliere comunale Pd a Rimini.


“Mi sono candidato un po’ a sorpresa. Ho deciso in questi ultimi tre giorni chiedendo sostegno ai miei amici”, dice lo stesso Zerbini, “e ho comunque superato i quorum sia per la Direzione (con oltre il 10 per cento: ho 20 firme e me ne sarebbero bastate 15) sia per gli iscritti (ho 60 firme e me ne sarebbero bastate 50)”.


Si è candidato, dice, per proporre a tutti la sua idea di Pd, “un partito che include, che punta a essere dentro la società moderna, in sintonia con essa, che torni nelle scuole, nelle imprese, nelle piazze, che sia molto visibile, che sappia collegare i quartieri con l’amministrazione e che sappia soprattutto raccogliere i riminesi attorno al progetto di fare una Rimini più grande e migliore”.


Giovane e forte delle 247 firme ottenute dagli iscritti Federico Berlini (che sembrava essere unico candidato almeno fino a qualche settimana fa). “La mia candidatura – spiega Federico – arriva dalla base, da un percorso fatto assieme ai segretari di circolo con l’obiettivo di dare voce ai territori e ricaptare l’interrese dei giovani per la politica”.


Risale, invece, al 7 marzo scorso la riunione animosa del Pd che convinse Edmond Kumaraku a presentare la sua candidatura, grazie a 70 firme raccolte. “Voglio difendere – spiega Edmond – gli interessi di tutta la comunità residente riminese, non di una sola categoria, voglio portare nuove proposte, cambiare le vecchie. Mettere il Pd riminese al fianco dell’amministrazione comunale, e non lasciarla da sola come lo stiamo facendo fin ora. Compito che io credo che debba avere un segretario del Pd comunale dell’amministrazione comunale”.


Ai tre candidati spetta ora il compito di incontrare gli iscritti dei quattordici circoli di Rimini, che tra il 26 marzo e il 16 aprile si riuniranno in assemblea per l'elezione dei delegati che voteranno il nuovo segretario comunale. Componenti di diritto sono già il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, il capogruppo in consiglio comunale Marco Agosta, gli assessori comunali Pd, i consiglieri comunali Pd, il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali e i componenti della giunta provinciale e i consiglieri provinciali Pd residenti a Rimini, i parlamentari Pd eletti a Rimini, i consiglieri regionali Pd e i membri Pd della giunta regionale, i segretari di circolo di Rimini e di San Vito, una rappresentante della Conferenza permanente delle donne Pd e il coordinatore comunale dei Giovani democratici.

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STAZIONI ECOLOGICHE, LA PROVINCIA DI RIMINI RINUNCIA AI PROGETTI E A 625MILA EURO

Rimini deve rinunciare, almeno per ora, alla nuova stazione ecologica che avrebbe visto la luce nella zona del multiplex. La Provincia ha infatti deliberato a fine febbraio di rimandare indietro i soldi


La storia è semplice. Riguarda un aggiornamento dell’accordo tra Provincia e Regione sul Piano di azione ambientale. Un piano nel suo complesso finanziato con 26milioni di euro per cui la Provincia di Rimini avrebbe potuto avere un potenziale cofinanziamento di 1milione 740mila euro ma ha presentato a suo tempo progetti per 1milione 595mila.


“A suo tempo – spiega il consigliere provinciale Claudio Di Lorenzo (Pdl), che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione per chiedere maggiore chiarezza – il contributo per Rimini sarebbe dovuto andare a finanziare nove progetti”.


I progetti sono suddivisi in tre misure a seconda che riguardino la conservazione della biodiversità, la riduzione dei rifiuti e l’ottimizzazione della gestione, la bonifica di siti inquinanti oppure azioni per la qualità dell’aria o dell’acqua). La storia però non finisce qui. A fine febbraio una nuova delibera provinciale ha scombinato le carte.


“Nei giorni scorsi in seguito a comunicazioni trasmesse da Hera si è rinunciato a 3 dei 6 interventi per la riduzione e gestione dei rifiuti (si sarebbero dovute realizzare aree di trasbordo di rifiuti urbani differenziati e adeguare alcune stazioni ecologiche). La perdita complessiva è di 624mila 960 euro di cofinanziamento regionale, che corrisponde al 40 per cento del finanziamento complessivo”. Niente da fare dunque per una nuova stazione ecologica che avrebbe dovuto vedere la luce nella zona del multiplex nè per le stazioni di Bellaria, Cattolica e Rimini da risistemare.


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DANNI NEVE, LOMBARDI E BARTOLINI (PDL): “QUANDO SARANNO DISPONIBILI I 2MILIONI PER LE PRIME EMERGENZE?”


Quando e come i Comuni potranno accedere ai due milioni di euro messi a disposizione della Regione per l'emergenza neve? Quali altre procedure sono state avviate per ottenere risorse da destinare agli enti locali e ai privati colpiti dall'eccezionale ondata di maltempo?


Sono queste le perplessità alla base dell’interrogazione presentata dai consiglieri regionali del Pdl Marco Lombardi e Luca Bartolini, in rappresentanza delle province di Rimini e Forlì-Cesena (le più colpite dal nevone di febbraio).


L’ultimo atto in merito della Regione stato quello di inoltrare allo stato civile la conta dei danni postumi e dell’emergenza che ammonta a una cifra che supera i 470milioni di euro. Obiettivo: accedere al fondo di solidarietà dell’Unione europea.


I consiglieri pidiellini ricordano però che “per far fronte alle prime emergenze, molto opportunamente la Regione aveva stanziato un fondo di due milioni di euro”. La situazione sarebbe tuttavia “confusa” a causa della difficoltà nell’individuazione delle competente, chi deve pagare cosa, cioè, e in che tempi. “Ai Comuni non è chiaro se quelle risorse saranno subito disponibili perché messe a disposizione della Regione o se rientreranno nel novero complessivo dei danni conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza, che a quel punto sarebbero a carico dello Stato con i tempi però che tutti conosciamo”.


Alla Regione i consiglieri chiedono chiarezza sulle modalità d'accesso ai 2 milioni, di capire l'entità e i presumibili tempi d'erogazione dei fondi statali conseguenti alla dichiarazione dello stato di calamità e infine chiarimenti procedura per accedere al fondo di solidarietà.


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“Alle 8,30 della mattina del 21 marzo 2012, in piazza Ganganelli, a Santarcangelo, nella casa di Tonino Guerra è entrato il silenzio”.


La moglie Lora e il figlio Andrea


Venerdì, 23 Marzo 2012 00:42

Il punto debole delle Camere di Commercio

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Il punto debole delle Camere di Commercio


Le Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura (CCIAA) sono enti pubblici locali non territoriali dotati di autonomia funzionale. Il loro compito, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza e sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, consiste nello svolgimento di funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, assicurando un quadro favorevole al loro sviluppo (p.e.attraverso l’erogazione di fondi ai Confidi, promuovendo l’export etc..).
Esse rientrano tra le amministrazioni pubbliche definite come "autonomie funzionali", ma ciò che non ha impedito che fossero anch’esse assoggettate, come tutte gli organismi della P.A. ai tagli lineari che hanno caratterizzato l’operato degli ultimi governi, soprattutto per opera del ministro Tremonti.


Le CCIAA sono governate da un consiglio, una sorta di parlamentino composto da un numero (fra 20 e 30 membri) di rappresentanti delle categorie economiche (industria, artigianato, commercio, cooperazione, sindacati dei lavoratori etc..) il quale nomina una giunta e all’interno di essa, il Presidente. Il consiglio, nel caso riminese, accoglie vari rappresentanti dell’economia del territorio, dagli albergatori ai bagnini, dal SILB alla CdO. La Giunta rappresenta il vero e proprio organismo di governo della Camera, poiché sceglie come destinare i fondi di cui ogni CCIAA dispone. Nel caso di Rimini la Presidenza è assegnata al rappresentante di Confindustria, Maggioli: per la parte restante riflette, con maniacale proporzionalità, tutte le principali sigle di associazioni di categoria presenti sul territorio (dalla CNA all’Ascom, dall’AIA alla Confapi).


Al riguardo deve essere anzitutto lamentata la scarsa accountability degli organismi camerali, che non pubblicano un vero e proprio bilancio ma, in ossequio alle varie leggi di riforma della P.A., un cosiddetto “piano della performance” preventivo e consuntivo, che non brilla per ampiezza e trasparenza informativa. Sotto questo profilo, se le Camere rispettano senza dubbio il dettato della Legge (è bene ricordare che il Collegio dei Revisori è di nomina pubblica), è indubbio che maggiore potrebbe essere la chiarezza sulla destinazione dei fondi di cui dispongono.
In proposito è bene sottolineare che le risorse di cui dispongono le CCIAA provengono soprattutto dai contributi versati dalle imprese sia per diritti annuali di iscrizione all’apposito registro, sia per i servizi ad essi relativi (certificazioni etc…), sia dallo sfruttamento economico di diritti, quote o partecipazioni possedute in altri enti o società (per esempio Fiere, società per la promozione dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese etc…). Lo Stato, infine, corrisponde alle Camere di Commercio diritti per la gestione che ad esse viene demandata di attività o organismi pubblici (p.e.Albo dei promotori finanziari).


Anche una sommaria trattazione come quella svolta finora evidenzia i pregi ed i limiti degli organismi camerali. Se da un lato, infatti, essi svolgono un’ampia e diversificata attività di promozione del sistema economico locale, dall’altro tale attività rischia di risultare eccessivamente dispersiva, dal momento che le risorse sono sempre distribuite avendo come criterio il rispetto della rappresentanza nei consigli e nelle giunte. Per questa stessa ragione il sostegno ai Confidi, che pure in questo momento storico dovrebbe essere prevalente, rischia di essere depotenziato o inadeguato, causa la necessità di rispettare i vincoli che il sistema di governo delle camere impone ispo facto, in una sorta di stanza di compensazione di diverse istanze territoriali.


Fra i principali limiti delle CCIAA si deve senza dubbio annoverare quello territoriale. Camere insediate in province ricche saranno a loro volta generose di contributi e di ritorni verso sistemi produttivi già ricchi in partenza; viceversa, Camere insediate in Province dal basso PIL rifletteranno, nella loro attività, la scarsezza di risorse disponibili. Il sistema, sotto questo profilo, appare squilibrato e, per certi versi, pro-ciclico: d’altra parte ipotizzare che le Camere siano promotrici di sviluppo ove questo sia carente sarebbe solo velleitario, poiché in questo gli organismi camerali sono come le banche, ovvero collaborano alla crescita delle imprese. Se queste mancano, sono troppo piccole o poco sviluppate, ovvero se manca la cultura d’impresa, difficilmente potrà essere imputato alle CCIAA di non aver fatto il proprio mestiere.


L’altro limite, peraltro superabile, soprattutto ove le associazioni di categoria rappresentate nelle Camere si pongano in modo più costruttivo e collaborativo verso il sistema bancario (presente sia in giunta, sia in consiglio), è individuabile nel sistema informativo sulle imprese censite, in particolare per quanto riguarda le informazioni contabili (bilanci annuali etc…). Attraverso il Cerved le CCIAA italiane collaborano non solo alla tenuta del registro delle imprese ma consentono di gestire l’insieme delle informazioni contabili sulle imprese stesse. Come emerso di recente nel corso di un dibattito sul rapporto banca-impresa la filiera camerale (CCIAA, Unione regionale, Unioncamere nazionale, Cerved) potrebbe frapporsi profittevolmente fra Pmi e banche, ampliando la conoscenza degli istituti di credito, gestendo l’informazione a livello settoriale, consentendo una migliore percezione del rischio, specialmente riguardo alle Pmi stesse. Il sistema camerale, in buona sostanza, potrebbe realizzare, in ottica certamente più costruttiva, ciò che il sistema dei rating realizzato dal fallimentare accordo di Basilea 2 non è stato capace di ottenere: una relazione di clientela seria, impostata secondo criteri non meccanicistici e tuttavia oggettivi, che consenta a tutti i protagonisti del rapporto banca-impresa una conoscenza reciproca in grado di generare rispetto, comprensione, sviluppo. Se, infatti, grazie al sistema informativo di filiera, le Pmi per prime fossero messe in grado di valutare le loro performances, il rapporto con le banche potrebbe divenire meno conflittuale e più improntato alla partnership, grazie alla conoscenza reciproca raggiunta e ad una consapevolezza che, al momento attuale, sembra ancora difettare per tutti i protagonisti, soprattutto le imprese.


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