26 03 2013 | Rimini | Comune, si sfiora quota 1,9 mln in incarichi e collaborazioni
Rimini | Comune, si sfiora quota 1,9 mln in incarichi e collaborazioni
Bilancio 2012. Incarichi, da oggi online gli elenchi dei collaboratori del comune di Rimini. L’ammontare degli incarichi assegnati nel 2012 per parte corrente passa da 986mila euro a 878mila, con un risparmio 108 milioni, fanno notare dal Comune. Un po’ più difficile il discorso per la parte straordinaria che supera di 11mila euro il milione.
“La cifra - assicurano da palazzo Garampi - comprende un incarico per il Palazzo di giustizia di 280.988,31 euro che, oltre che ad essere a totale carico dello Stato, non è che un subentro di altro professionista ad incarico già assegnato e finanziato negli anni precedenti. Una "duplicazione" di costi dovuta a un adempimento previsto dalla Funzione Pubblica che ne comporta la ricontabilizzazione”.
E quindi dal comune precisano che “il dato 2012 è di 730.113,61 euro e quindi inferiore rispetto al 2011 (778.530,38 euro). Si deve inoltre considerare, per una corretta lettura dei dati, che nel 2012 l’incarico più rilevante è stato assegnato per la ristrutturazione del complesso storico del Leon Battista Alberti, totalmente finanziato dall'Università per 227.175,20 euro. Dunque la spesa effettiva a carico del bilancio comunale ammonta a 502.938,41 euro”.
26 03 2013 | Rimini | “Io, sindaco in bilico per fermare il cemento”, Gnassi editorialista per laRepubblica
Rimini | “Io, sindaco in bilico per fermare il cemento”, Gnassi editorialista per laRepubblica
Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi racconta a laRepubblica (parte da un colonnino in prima sull’inserto bolognese) la sua versione della sua crociata contro i piani particolareggiati del vecchio prg. Parla di “riminizzare” parola entrata nel vocabolario italiano per indicare il consumo indiscriminato del suolo e della volontà di andare avanti e far dimenticare ai linguisti che Rimini esiste, perlomeno sotto questa luce.
“Nel tortuoso passaggio da piano regolatore a piano strutturale e masterplan, l’amministrazione comunale di Rimini sta tentando di fermare il milione e 200mila metri quadrati di nuove richieste di ‘capacità edificatoria’ avanzate con le osservazioni. Sono circa 20mila nuove case o uffici o negozi che calerebbero in un contesto che già si fregia del titolo onorario di cui sopra e che in questo momento conta già su 15mila abitazioni sfitte. Secondo pareri, normative, prassi, non si può dire ‘no’. C’è quindi chi pensa che il Comune non debba che vidimare le precedenti scelte o assecondare le nuove richieste. A questa apparente inevitabilità ci siamo opposti”, scrive Gnassi su laRepubblica.
Per ricapitolare un po'. In questi giorni, il sindaco si sta impegnando con il suo gruppo di maggioranza in consiglio sia ad affossare varianti a piani particolareggiati che avrebbero già avuto parere positivo (e che così invece sembra decadano in toto) sia ad approvare una delibera che depotenzia a posteriori il vecchio prg (passando sopra diritti acquisiti), una delibera retroattiva. Da parte loro i privati, non solo grandi costruttori, ma anche cittadini in attesa da anni di costruirsi una casa, stanno iniziando a ricorrere alle vie legali. Un pensiero molto diffuso, per carità non verificato né provato, è che il sindaco possa avere per mesi e mesi tenuti bloccati i piani negli uffici comunali e nel frattempo possa avere cercato l’arma con cui li avrebbe soppressi.
“Il risultato? Dubbi affioranti in maggioranza causa intimidazioni legali dei costruttori, una denuncia per abuso d’ufficio nei miei confronti, la pressione ormai insostenibile ormai di chi ti sbatte in faccia anche i drammi occupazionali per giustificare la resa alle antiche consuetudini. Da parte mia andrò fino in fondo, sino alle estreme conseguenze, legali e politiche. Non mi troverei a mio agio nella parte di chi, come il mio collega di Parma, dopo una campagna elettorale fiammeggiante ha alzato le mani davanti all’inceneritore acceso, dicendo “non potevo fare altro”. E non voglio nemmeno rifugiarmi nello speakers’ corner tanto di moda del riformismo: a Rimini e in Emilia Romagna, sull’urbanistica non basta più dirsi riformisti, occorre una determinazione più alta e soprattutto più coraggiosa. Altrimenti anche nei prossimi 50 anni basterà sfogliare il dizionario e andare alla lettera R, sicuri di ritrovarci, incancellabili”, conclude Gnassi su laRepubblica.
26 03 2013 | Rimini | Frontalieri, Arlotti chiede proroga franchigia fiscale a Grilli
Rimini | Frontalieri, Arlotti chiede proroga franchigia fiscale a Grilli
Proroga ed estensione della franchigia fiscale per i lavoratori frontalieri e per sollecitare l'equità del trattamento fiscale nei loro confronti. È questo il contenuto dell’interrogazione del deputato Pd Tiziano Arlotti al ministro dell’economia e delle finanze Vittorio Grilli, a vantaggio dei 6mila lavoratori in Repubblica di San Marino, il totale dei frontalieri in Italia è sugli 11mila (con esclusione della Svizzera e di Città del Vaticano).
La situazione allo stato attuale, spiega Arlotti, “a fronte del progressivo aumento del costo della vita e dell’inasprimento fiscale prodotto dalla doppia tassazione” vede i frontalieri “costretti per quest'anno e per il 2014 ad anticipare le imposte senza tener conto delle reali tasse dovute in relazione alla franchigia fiscale di 6700 euro, prorogata con la Legge di stabilità 2013. Inoltre permane la differenza di trattamento dell’indennità di fine rapporto, tassato come una normale mensilità”.
L’unica soluzione, per ora, è quindi una proroga. Arlotti chiede anche il limite di inclusione dei redditi da pensione, e nei casi di malattia, maternità, cassa integrazione e disoccupazione, di ristabilire una tassazione del trattamento fine rapporto egualitaria tra i lavoratori frontalieri e la tassazione più bassa dell’indennità prevista per i lavoratori italiani, di applicare la franchigia anche nel computo dell’acconto Irpef dei frontalieri, per evitare che i lavoratori debbano anticipare le imposte.
26 03 2013 | Rimini | Bilancio 2012 gruppo fiera, fatturato da 71,6 milioni
Rimini | Bilancio gruppo fiera, nel 2012 fatturato da 71,6 milioni
Riminifiera, cresce il fatturato e si dimezza la perdita del gruppo. Oggi il cda ha approvato il bilancio consuntivo 2012. “Il fatturato del Gruppo Rimini Fiera ammonta – annunciano da RF – a 71,6 milioni di euro (+0,5% rispetto al 2011) con un margine operativo lordo (mol) di 8,1 milioni. Il risultato netto consolidato del Gruppo evidenzia una perdita di 570 mila euro sostanzialmente dimezzata rispetto a quella del 2011. Il valore della produzione di Rimini Fiera spa si attesta a 41,5 milioni di euro (+1,6% rispetto al 2011) con un mol di 7,3 milioni e un utile di 910mila euro, che permette alla società di coprire integralmente la perdita dello scorso anno”.
Il gruppo ha anche calcolato l’indotto sul territorio in funzione del moltiplicatore europeo che va dai 10 ai 12 euro per ogni euro ricavato. Si parla quindi “di una ricaduta sull’economia della provincia riminese tra i 720 e gli 860 milioni di euro”.
Nota dolente il debito del gruppo “derivante in larghissima parte dalla realizzazione e dagli interventi sul nuovo quartiere (costato complessivamente 300 milioni di euro, di cui solo 40 milioni provenienti da fondi pubblici) continua a scendere e si attesta a 19,4 milioni di euro (contro i 21,3 milioni del 2011)”.
Infine qualche numero sull’attività del quartiere fieristico. “Nel 2012, Rimini Fiera ha registrato in totale 7.854 espositori, 1.801.551 visitatori, 969.392 metri quadri venduti”.
25 03 2013 | Rimini | Presentato il rapporto economia. I numeri. Disoccupazione al 9,8%
Rimini | Presentato il rapporto economia. I numeri. Disoccupazione al 9,8%
E’ 19esima edizione per il rapporto sull’economia della Provincia di Rimini, studio promosso da Camera di commercio e fondazione Carim. La presentazione ufficiale dei numeri del 2012 dell’economia riminese si è svolta questo pomeriggio nell’aula magna del polo universitario riminese. Numeri che non lasciano spazio a dubbi. E’ crisi.
MERCATO DEL LAVORO
Nel 2012, in provincia di Rimini, ci sono stati 63.538 avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno), con un decremento, rispetto al 2011 (64.601 avviati), dell’1,6 per cento, e 106.759 avviamenti (numero dei rapporti di lavoro dipendente instaurati nell’anno), con un incremento, rispetto al 2011 (102.503 avviamenti), del 4,1 per cento.
Il settore del turismo, inteso come alberghi e ristorazione, raccoglie il 51,5 per cento degli avviamenti, e ciò conferma la forte propensione a questo settore dell’economia riminese; ovviamente ciò incide, da un lato, sul periodo di assunzione, nel senso che si parla di “stagionalità” degli avviamenti, confermato dal fatto che tra aprile e giugno si sono verificati il 45,3 per cento degli avviamenti complessivi e, dall’altro, sul tipo di contratto; riguardo quest’ultimo punto, infatti, il 54,5 per cento degli avviamenti risulta essere a “tempo determinato” e il 25,0 per cento degli stessi assunto con contratto di lavoro “intermittente”.
Rispetto a genere, età, residenza e nazionalità degli avviati, il 53,3 per cento risulta essere di sesso femminile, il 28,8 per cento compreso nella classe di età 25-34 anni, il 67,2 per cento risiedere in provincia e il 70,7 per cento essere di nazionalità italiana. In particolare, riguardo alla classe di età, aumentano dell’8,1 per cento gli avviati over 45 e dell’1,7 per cento gli avviati tra i 35 e i 44 anni mentre diminuisce del 3,6 per cento il gruppo dei 25-34enni e del 12,7 per cento i lavoratori under 25; all’interno di quest’ultima classe, si evidenzia il “crollo” delle assunzioni dei ragazzi fra i 15 e 19 anni (- 33,9 per cento); riguardo alla nazionalità è utile rilevare l’incremento del peso dei lavoratori stranieri sul totale; nel complesso, la presenza dei lavoratori provenienti dall’estero è cresciuta dal 26,4 per cento del 2007 al 27,8 per cento del 2009 sino al 29,5 per cento del 2011, mentre nell’ultimo anno questo valore si attesta al 29,3 per cento.
Per ciò che concerne la Cassa Integrazione Guadagni, intesa come Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria (rappresentanti i due strumenti di intervento previsti dalla legislazione ordinaria), nel 2012, in provincia di Rimini, si è avuto un incremento complessivo del numero di ore autorizzate dell’82,5 per cento (da 3.111.648 ore del 2011 a 5.677.306 ore del 2012); nello specifico, aumenta la CIG Ordinaria del 31,2 per cento (da 909.462 ore del 2011 a 1.193.355 ore del 2012) e la CIG Straordinaria del 103,6 per cento (da 2.202.186 ore del 2011 a 4.483.951 ore del 2012). Per ciò che riguarda, invece, la cosiddetta Cassa Integrazione in Deroga (espressamente prevista sulla base dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna, UPI, ANCI e parti sociali del 18 maggio 2009), si riscontra una diminuzione del numero di ore autorizzate del 10,4 per cento (da 3.916.849 ore del 2011 a 3.509.602 ore del 2012).
Il “settore” che maggiormente ha risentito del ricorso alle tre tipologie di CIG è stato quello manifatturiero con oltre 5,7 milioni di ore autorizzate (in particolar modo quello dell’abbigliamento e della meccanica con più di due milioni di ore ciascuno) mentre quello che fa registrare la più alta variazione percentuale, sul 2011, è quello del commercio (+180,7 per cento) seguito dall’edilizia (+64,0 per cento); la “tipologia di occupati” maggiormente interessata alla CIG è quella degli operai con oltre 5,6 milioni di ore autorizzate, mentre il maggiore incremento percentuale, sul 2011, riguarda gli impiegati (+51,2 per cento).
Nel complesso, nel 2012, in provincia di Rimini, l’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (Ordinaria, Straordinaria e in Deroga) aumenta, rispetto al 2011, del 30,7 per cento, passando da 7.028.497 ore autorizzate del 2011 a 9.186.908 ore autorizzate del 2012. Il dato veramente preoccupante è quello relativo alla CIGS, la cui crescita esponenziale evidenziata nel 2012 in provincia di Rimini costituisce un’anomalia sia rispetto al lieve aumento rilevato in Emilia-Romagna (+3,1 per cento), sia rispetto alla variazione negativa riscontrata a livello nazionale (-5,5 per cento)
Altro dato che fotografa l’andamento dell’occupazione è rappresentato dai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (lavoratori cioè che hanno subito, a seconda dei casi, un licenziamento individuale o collettivo), che nel 2012, in provincia, sono risultati essere 2.470 (dato provvisorio) rispetto ai 2.176 iscritti nel 2011, con una variazione percentuale del +13,5 per cento.
Nel dettaglio, il 60,1 per cento dei lavoratori iscritti alla mobilità durante il 2012 non ha più avuto avviamenti alle dipendenze mentre il restante 39,9 per cento è, invece, riuscito a farsi assumere (il 26,4 per cento è rimasto occupato sino alla fine del 2012 e il 13,5 per cento ha concluso il rapporto di lavoro entro il mese di dicembre).
Il rapporto offre i dati sui cosiddetti “scoraggiati”, cioè di quelle persone che hanno smesso di cercare lavoro dopo che a lungo non lo hanno trovato; secondo le stime provenienti dall’Ires (l’istituto di ricerca della Ggil) risulta che, in provincia di Rimini, nel 2012, ve ne sono 5.099, in crescita, rispetto al 2011 (4.721 unità), dell’8,0 per cento; gli “scoraggiati” sono soprattutto giovani (dai 25 ai 35 anni) e spesso si tratta di donne.
Secondo ISTAT Forze Lavoro, il tasso di occupazione in provincia di Rimini si è attestato, al 63,7 per cento (era al 64,6 per cento nel 2011), con valori più alti riguardo al genere maschile (73,5 per cento) e più bassi per il genere femminile (54,1 per cento); nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori inferiori a quelli dell’Emilia- Romagna (67,6 per cento) e superiori a quelli dell’Italia (56,8 per cento). Riguardo invece al tasso di disoccupazione, in provincia di Rimini questo si è attestato al 9,8 per cento (era all’8,1 per cento nel 2011), con valori più bassi per i maschi (6,9 per cento) e più alti per le femmine (13,5 per cento); nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori superiori a quelli dell’Emilia-Romagna (7,1 per cento) e inferiori a quelli dell’Italia (10,7 per cento).
Anche in questo caso a soffrire maggiormente sono i giovani, con un tasso di disoccupazione che arriva in provincia di Rimini al 15,8 per cento nella fascia di età 15-29 anni (8,5 per cento maschile e 26,4 per cento femminile) e addirittura al 20,5 per cento nella fascia di età 15-24 anni (13,7 per cento maschile e 29,0 per cento femminile); in questo caso, però, in provincia si ha una situazione migliore rispetto sia all’Emilia- Romagna (17,4 per cento nella fascia 15-29 anni e 26,4 per cento nella fascia 15-24 anni) che all’Italia (25,2 per cento nella fascia 15-29 anni e 35,3 per cento nella fascia 15-24 anni).
SISTEMA BANCARIO
A fine dicembre la consistenza degli impieghi bancari totali ammonta a 11.800 milioni di euro con una variazione percentuale, rispetto a dicembre 2011, del -5,8 per cento (da 12.532 milioni di euro a dicembre 2011 a 11.800 milioni di euro a dicembre 2012); nello specifico, si è avuto un calo degli Impieghi alle Imprese (che rappresentano il 68 per cento degli Impieghi totali), quantificabile in un -8,5 per cento (da 8.761 milioni di euro a dicembre 2011 a 8.020 milioni di euro a dicembre 2012).
Consistenza dei Finanziamenti per cassa, in provincia di Rimini, questi ammontano, al 30/09/12, a 11.092 milioni di euro, con una variazione percentuale negativa, rispetto al 30/09/11 (12.947 milioni di euro accordati), del 14,3 per cento; tale calo risulta essere superiore a quello di tutte le altre province emiliano-romagnole, dell’Emilia-Romagna e dell’Italia. Nel contempo, anche le garanzie reali che assistono tali finanziamenti sono diminuite, passando dai 5.967 milioni di euro del 30/09/11 a 5.280 milioni di euro del 30/09/12 (-11,5 per cento); occorre però evidenziare che la quota delle suddette garanzie sui medesimi finanziamenti, in presenza di un calo di quest’ultimi, aumenta (dal 46,1 per cento al 47,6 per cento).
Per ciò che riguarda la consistenza dei Finanziamenti oltre il breve termine, in provincia di Rimini, si passa da 8.656 milioni di euro del 3° trimestre 2011 a 7.726 milioni di euro del 3° trimestre 2012 (di cui il 99,0 per cento a tasso non agevolato), con una diminuzione del 10,7 per cento; come per i finanziamenti per cassa, anche in questo caso è il territorio riminese che fa registrare il maggior decremento percentuale rispetto alle province emiliano-romagnole, all’Emilia-Romagna e all’Italia.
Anche per ciò che concerne, infine, la consistenza dei finanziamenti agevolati la situazione, in provincia, non è confortante, passando da 89 milioni di euro del 3° trimestre 2011 a 79 milioni di euro del 3° trimestre 2012, con una diminuzione dell’11,2 per cento.
I dati dicono che, in provincia di Rimini, al 30/09/12, le Sofferenze bancarie ammontano a 835 milioni di euro, con un incremento, rispetto al 30/09/11, del 23,3 per cento. Secondo i dati derivanti dall’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna, implementato da Unioncamere E.-R. ed Istituto Tagliacarne, nel 2012, in provincia di Rimini, le imprese che nel corso della propria attività hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario rappresentano il 21,3 per cento del sistema imprenditoriale riminese, un valore che risulta leggermente superiore a quello rilevato nell’intera Emilia-Romagna (20,0 per cento).
IMPORT-EXPORT
In provincia di Rimini, nel corso del 2012, i dati sull’Import fanno segnare, rispetto agli stessi periodi del 2011, un lieve incremento al 31/03 (+0,3 per cento) e decrementi nei trimestri successivi (-3,6 per cento al 30/06, -2,9 per cento al 30/09, -2,5 per cento al 31/12); i dati sull’Export, invece, sempre con riferimento alle variazioni percentuali annue, registrano sempre valori positivi, ma in costante diminuzione: +9,7 per cento nel 1° trimestre, +5,2 per cento nel 1° semestre, +3,0 per cento nel 3° trimestre e +0,2 per cento nell’anno.
In sintesi, nell’anno 2012, in provincia di Rimini, l’Import ammonta a 666.283.680 Euro mentre l’Export fa segnare 1.852.364.718 Euro: il saldo della bilancia commerciale risulta essere del +1.186.081.038 Euro.
Per ciò che riguarda l’import, i tre principali prodotti sono: Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati (16,2 per cento sul totale delle importazioni), Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia (13,9 per cento) e Altri prodotti in metallo (bidoni in acciaio, imballaggi leggeri in metallo, articoli di bulloneria, prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle) (6,4 per cento). Per ciò che concerne, invece, l’export, i tre principali prodotti sono: Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia (30,2 per cento sul totale delle esportazioni), Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (12,0 per cento) e @avi e imbarcazioni (10,3 per cento).
DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE
In sintesi, il trend dell’anno 2012 è stato il seguente:
- 35.724 imprese attive al 31/03/12 (+0,6 per cento rispetto al 31/03/11)
- 36.148 imprese attive al 30/06/12 (+0,6 per cento rispetto al 30/06/11)
- 36.138 imprese attive al 30/09/12 (+0,0 per cento rispetto al 30/09/11)
- 35.781 imprese attive al 31/12/12 (-0,5 per cento rispetto al 31/12/11)
Le imprese individuali, pur costituendo la forma giuridica principale del nostro territorio (con 19.804 unità, il 55,3 per cento sul totale), rappresentano anche quelle che maggiormente hanno risentito dell’anno poco felice dell’imprenditoria, in quanto risultanti in calo sia nel 3° trimestre (-0,7 per cento) che nel 4° trimestre (-1,1 per cento), mentre le società di capitale (con 5.768 unità, il 16,1 per cento sul totale) evidenziano un incremento sia al 30/09 (+1,3 per cento) che al 31/12 (+0,5 per cento).
Il saldo tra imprese iscritte e cessate è negativo. Infatti, nell’anno 2012, in provincia di Rimini, le cessazioni (2.940 unità) hanno superato le iscrizioni (2.851 unità), determinando un saldo nati-mortalità delle imprese negativo (-89 imprese). I settori con un saldo maggiormente negativo sono risultati essere, nell’ordine, il Commercio, cioè il principale settore economico provinciale con 9.355 imprese attive (26,1 per cento sul totale) (537 iscrizioni e 780 cessazioni: -243 imprese), i Servizi di alloggio e ristorazione (223 iscrizioni e 411 cessazioni: -188 imprese), le Costruzioni (421 iscrizioni e 549 cessazioni: -128 imprese), l’Industria Manifatturiera (121 iscrizioni e 201 cessazioni: -80 imprese) e l’Agricoltura (72 iscrizioni e 148 cessazioni: -76 imprese); l’unico settore con un saldo positivo è stato quello relativo ai Servizi di informazione e comunicazione (56 iscrizioni e 48 cessazioni: +8 imprese).
ANNATA AGRARIA
Il totale della produzione lorda vendibile, nel 2012, ammonta a 136.761.006,93 Euro (-1,7 per cento rispetto al 2011).
Il maggiore contributo alla plv è dato dalle Produzioni Vegetali con 109.861.542,73 Euro (80,3 per cento sul totale della P.L.V., -2,0 per cento rispetto al 2011), dove spicca il comparto delle “coltivazioni orticole” con 49.343.874,00 Euro; le Produzioni Animali danno invece come risultato 26.899.464,20 Euro (19,7 per cento sul totale della P.L.V., -0,1 per cento rispetto al 2011), in cui emergono i “prodotti degli allevamenti avicunicoli” con 12.125.296,00 Euro.
CONGIUNTURA MANUFATTURIERA
Il settore manifatturiero in provincia di Rimini ha manifestato, nell’anno 2012, rispetto all’anno 2011, una diminuzione delle principali variabili: produzione: -4,5 per cento, fatturato: -5,5 per cento e ordinativi: -4,6 per cento; i relativi andamenti trimestrali dell’anno 2012, rispetto ai rispettivi periodi del 2011, mostrano delle dinamiche negative in tutti e quattro i trimestri considerati, con la situazione più critica nel 3° trimestre, laddove la produzione, il fatturato e gli ordinativi calano, rispettivamente, del 6,6 per cento, dell’8,2 per cento e del 7,7 per cento, mentre il successivo 4° trimestre, pur con valori decisamente negativi, fa segnare un lieve miglioramento rispetto al precedente (produzione: -5,4 per cento, fatturato: -6,8 per cento, ordinativi: -3,3 per cento).
MOVIMENTO TURISTICO
I dati provvisori elaborati dall’Ufficio Statistica della Provincia di Rimini ci dicono che nell’anno 2012, in provincia di Rimini, si sono registrati 3.196.584 arrivi – 2.462.977 arrivi italiani (77,1 per cento sul totale) e 733.607 arrivi esteri (22,9 per cento) – e 15.983.745 presenze – 11.968.098 presenze italiane (74,9 per cento sul totale) e 4.015.647 presenze estere (25,1 per cento).
In termini di variazioni percentuali 2012-2011, per ciò che riguarda gli arrivi, si evidenzia un aumento dell’1,8 per cento mentre per ciò che concerne le presenze, si rileva una diminuzione dell’1,6 per cento; nello specifico: +0,1 per cento gli arrivi italiani e +8,2 per cento gli arrivi esteri, -3,8 per cento le presenze italiane e +5,7 per cento le presenze estere.
Entrando nel dettaglio della “principale clientela estera”, si registrano incrementi di turisti russi (arrivi: +19,7 per cento, presenze: +17,5 per cento), tedeschi (arrivi: +7,0 per cento, presenze: +5,5 per cento), svizzeri (arrivi: +11,3 per cento, presenze: +9,0 per cento), austriaci (arrivi: +3,0 per cento, presenze: +3,5 per cento), belgi (arrivi: +7,8 per cento, presenze: +4,4 per cento) e olandesi (arrivi: +5,8 per cento, presenze: +9,4 per cento); calano, invece, i turisti francesi (arrivi: -1,8 per cento, presenze: -3,9 per cento), gli arrivi polacchi (-7,0 per cento, presenze: +4,0 per cento) e le presenze rumene (-0,2 per cento, arrivi: +11,8 per cento).
Interessante è il dato riguardante i giorni di permanenza media (rapporto presenze/arrivi) del turista: il rapporto, che si assesta a 5,0 giorni, risulta essere maggiore per il turista straniero (5,5 gg.) rispetto al turista italiano (4,9 gg.) e decisamente più alto nelle strutture complementari (6,2 gg.) rispetto a quelle alberghiere (4,9 gg.).
SCENARI PREVISIONALI
Tra il 2013 e il 2015 il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto in provincia di Rimini sarà del +0,6 per cento, inferiore al valore atteso medio annuo del +0,9 per cento per l’Emilia-Romagna e sostanzialmente in linea con il tasso di crescita annua dell’Italia (+0,7 per cento). A livello provinciale, la crescita investirà tutti i macrosettori; quello che ne beneficerà maggiormente sarà l’industria manifatturiera, con un tasso medio annuo del +1,1 per cento, a cui seguiranno, nell’ordine, l’agricoltura (+0,7 per cento), i servizi (+0,5 per cento) e le costruzioni (+0,4 per cento).
- Tra il 2013 e il 2015 l’export aumenterà in provincia di Rimini in misura media annua del 2,2 per cento, presentando però una crescita inferiore rispetto al trend regionale (+3,8 per cento) e nazionale (+3,8 per cento). La propensione all’export (export/valore aggiunto x 100), in provincia, crescerà leggermente (dal 22,0 per cento nel 2012 al 23,0 per cento nel 2015), in misura decisamente minore rispetto all’incremento che si avrà in Emilia-Romagna (dal 38,4 per cento nel 2012 al 41,8 per cento nel 2015) ed in Italia (dal 26,7 per cento nel 2012 al 29,2 per cento nel 2015).
- Nel mercato del lavoro riminese si evidenzierà, tra il 2013 ed il 2015, una minima crescita delle unità di lavoro, quantificabile in un +0,3 per cento medio annuo, variazione in linea con a quella che si registrerà in ambito regionale (+0,4 per cento) e superiore a quella che si avrà a livello nazionale (+0,1 per cento). Nel 2015, inoltre, in provincia di Rimini si attende un tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100) pari al 9,3 per cento (in diminuzione rispetto al 9,8 per cento del 2012), valore superiore a quello che ci si aspetta per l’Emilia-Romagna (6,5 per cento) e inferiore a quello che si avrà in Italia (11,2 per cento).
Rimini, rapporto sull’economia 2013
Rimini, rapporto sull’economia 2013
Nello scenario della crisi globale Rimini non è un’isola felice, anche se presenta qualche reazione vivace che fa ben sperare. Non è una grande novità e nemmeno un’analisi particolarmente brillante ma è ciò che passa il convento del Rapporto sull’economia riminese presentato oggi in Università.
L’occasione e la vasta platea hanno fornito ai presidenti degli enti promotori (Manlio Maggioli, Camera di Commercio, e Massimo Pasquinelli, Fondazione Carim) l’opportunità di lanciare qualche messaggio. Maggioli, dopo aver lodato la capacità di coesione del vescovo e del prefetto, ha lamentato un clima di contrapposizione fra imprese e pubblica amministrazione, auspicando che a distribuire torti e ragioni non sia la magistratura. Evidente il riferimento alle attuali vicende dell’urbanistica e dei piani particolareggiati. Questo è stato l’ultimo Rapporto presentato da Maggioli: ad aprile cominceranno le consultazioni fra le categorie per la designazione del nuovo presidente di Camera di Commercio.
Pasquinelli ha invece esultato perché questo è il primo Rapporto con la “Carim liberata”, mentre nei due precedenti era commissariata. Il presidente della Fondazione ha messo in fila alcune affermazioni: è valsa la pena “dissanguarsi” per il risanamento della Carim, utile ad un mercato non drogato; si è chiuso definitivamente un ciclo storico che ha visto la Fondazione erogare 23 milioni al territorio; occorre ripensare a chi essere e a cosa fare, acquistando la capacità di fare le nozze coi fichi secchi, ovvero di puntare sulle risorse immateriali (intelligenza, relazioni, creatività, ecc.) quando quelle economiche scarseggiano.
Veniamo all’economia riminese. Alcuni dati sono i linea coi bollettini di guerra che ascoltiamo ogni giorno: ricorso alla cassa integrazione +82%; ricorso alla mobilità +350%; tasso di disoccupazione intorno al 10% che sale al 16 per i giovani; crisi del credito: gli impieghi, cioè i prestiti, sono calati del 6%; le sofferenze (quando un creditore non paga) sono cresciute del 24%; ko anche per il mercato immobiliare, -30%.
In mezzo a tante ombre, è giusto parlare anche dei segnali positivi. Questi vengono dalle esportazioni. Non solo la bilancia commerciale è positiva ma in alcuni settori Rimini anche in questi tempi di crisi ha conquistato quote di mercato estero. Torneremo a riparlarne.
Per tutto il 2013 Rimini resterà in purgatorio, riuscirà a riveder le stelle nel 2014 e ancora meglio nel 2015.
25 03 2013 | Rimini | Stallo urbanistico, Ance e Cgil in campo
Rimini | Stallo urbanistico, Ance e Cgil in campo
Urbanistica. In realtà, la miccia è già accesa, ma adesso l’Ance di Rimini visti i risultati delle due ultime commissioni dedicate ai piani particolareggiati e con l’orecchio teso ai rumors dalla maggioranza (con la proposta di variante al prg che potrebbe arrivare a dimezzare la portata del piano) sente di dover fare una precisazione. “Non è escluso che i singoli imprenditori per i quali dovessero essere applicate tali modifiche retroattive del prg, adiranno le vie legali, come consigliato dai loro avvocati, per veder riconosciuti i loro diritti e chiedere il ristoro dei danni patiti”, spiega la categoria.
L’Ance di Rimini scende in campo accanto alle imprese impegnate nei piani particolareggiati del vecchio prg in questi giorni in ridiscussione per volontà del sindaco. “Le imprese associate stanno vivendo un momento drammatico che mette in gioco la loro stessa sopravvivenza”, spiega Ance. L’associazione “ritiene che una revisione retroattiva del prg metta a rischio gli ingenti valori investiti non solo direttamente, ma anche quelli ottenuti a credito dalle banche”. E così Ance richiama tutti a riflette un po’ di più sulla vicenda.
Di segno opposto la posizione di Graziano Urbinati della Cgil. “Affermare che non bisogna ridurre la capacità edificatoria del piano regolatore come sostengono i locali costruttori, e non solo loro, significa non aver capito da dove arriva la crisi e continuare ad alimentare e drogare il mercato immobiliare, pertanto condividiamo la scelta del Sindaco e dell’amministrazione comunale di Rimini di riduzione delle aree edificabili. La crisi, gli immobili invenduti, gli appartamenti restituiti alle banche creditrici dei mutui non pagati, i crediti accumulati dalle aziende costruttrici che i committenti non pagano, forse non sono ancora sufficienti per far desistere dall’ulteriore cementificazione? Noi pensiamo di sì, pensiamo che si debba cambiare rotta e aggiungiamo anche qualcosa di più e di più importante che riguarda la qualità del vivere e la salvaguardia dell’eco-sistema al di là del valore di mercato: diciamo sì alla riqualificazione e no alla cementificazione”.
25 03 2013 | Rimini | Carabinieri. Due ladri arrestati, traditi dal flessibile
Rimini | Carabinieri. Due ladri arrestati, traditi dal flessibile
Usavano il flessibile per forzare le casse forti delle abitazioni che svaligiavano. Questo li ha traditi. Due ‘topi d’appartamento’ sono stati arrestati sabato dai carabinieri di Rimini mentre tentavano un furto in una villetta in zona fiera.
E’ successo, infatti, che un uomo impegnato nella sua corsetta serale da quelle parti si sia insospettito dai rumori che venivano fuori da una villetta isolata. Il runner ha subito chiamato il 112 e allertato i carabinieri che sono arrivati sul posto con due pattuglie.
Davanti alle finestre buie, i militari si sono accorti che i ladri stavano ancora armeggiando attorno alla cassaforte con il flessibile grazie ai fasci incandescenti dello strumento e alle torce accese. Approfittando della stessa finestra forzata dai ladri, i carabinieri hanno fatto irruzione sorprendendoli alle spalle con il flessibile elettrico in mano. Colti in flagrante mentre tagliuzzavano la cassaforte, si sono subito arresi senza tentare né la fuga né alcuna resistenza.
I due, con precedenti di vario genere, sono stati giudicati questa mattina con rito direttissimo e hanno patteggiato una pena di 8 mesi di reclusione. Adesso sono ai Casetti.
25 03 2013 | Rimini | Lungomare, incontro con demanio la prossima settimana
Rimini | Lungomare, incontro con demanio la prossima settimana
Lungomare, la prossima settimana il sindaco di Rimini Andrea Gnassi incontrerà il direttore dell’agenzia del demanio. L’annuncio arriva dal primo cittadino in persona che “questa mattina a Roma per la conferenza di Italiadecide dedicata alle “politiche del turismo come uno degli assi di una strategia per rilanciare l'economia e per riqualificare le città"” ha avuto “anche il modo di incontrare il direttore dell'agenzia del Demanio e gli ho ribadito la situazione del nostro lungomare. Abbiamo fissato un incontro per la prossima settimana, in modo da poter affrontare la questione in maniera concreta”, scrive su Facebook.
25 03 2013 | Rimini | Banche, Carim approva bilancio 2012: utile 0,6mln
Rimini | Banche, Carim approva bilancio 2012: utile 0,6mln
E’ stato approvato oggi dal cda il bilancio consuntivo 2012 della Cassa di Risparmio di Rimini con un utile di esercizio di 600mila euro e un patrimonio di 269,6 milioni. Il margine operativo lordo è pari a 7 milioni. I dati, relativi al periodo dal 1 ottobre al 21 dicembre (perché prima vigeva l’amministrazione straordinaria) sono stati resi noti oggi dal presidente di Carim Sido Bonfatti. A quella data Carim conta 755 dipendenti e 106 filiali. I costi amministrativi di banca Carim sono state pari a 18, milioni: 10,2 milioni per il personale, i restanti 8 milioni per tutte le altre spese.
La raccolta diretta supera i 2.913,4 milioni con decremento del 3,5 rispetto al 30 settembre 2012. Cala del 3,1 anche la raccolta indiretta che si attesa sui 1.598,1 milioni. In totale raccolta si attesta quindi sui 4.511,5 milioni con un decremento del 3,4 per cento. Pari a 2.764,7 milioni gli impieghi verso i clienti, per un meno 1,2 per cento che pesa di più nelle operazioni e medio e lungo periodo con flessione del 2,3 per cento. Le operazioni a breve termine si posizionano, invece, su 801,9 milioni ovvero con un incremento dell’1,6 per cento rispetto al 30 settembre.
Rispetto ai risultati economici, il margine d’interesse è pari a 12,9 milioni, l’aggregato delle commissioni nette e di proventi e oneri di gestione è pari a 10,1 milioni, il risultato netto dell’attività di negoziazione e copertura si posizione sui 2,1 milioni, mentre il margine di intermediazione si posiziona sui 25,1 milioni.