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Rimini | Urbanistica, variante Santa Giustina bocciata in commissione. Domani ‘appello’ in consiglio, poi azioni legali


La terza commissione consiliare ha bocciato anche la variante al piano particolareggiato di Santa Giustina, ovvero la richiesta di un piano in più, il quarto, per le sei palazzine previste in via Borghi. La riunione di maggioranza di ieri sera deve aver giovato se è vero che i consiglieri del Pd si sono dichiarati tutti contrari. E questo nonostante il pesante intervento, con espliciti riferimenti al sindaco, del consigliere Giovanni Pironi. In maggioranza contrario anche Savio Galani (Fds), ha votato invece a favore Bertino Astolfi (Rimini per Rimini) ed è uscito per motivi familiari Stefano Brunori dell’Idv (salvo dichiarare che se ci fosse stato avrebbe dato parere favorevole). In minoranza hanno votato a favore le due donne del Pdl, Liliana Cingolani e Giuliana Moretti, contrario Fabio Pazzaglia (Sel), astenuto Luigi Camporesi (M5S). Domani in consiglio si voterà sia per la variante di Santa Giustina sia per quelle del piano particolareggiato delle Celle, il commerciale da trasformare dall’ingrosso al dettaglio. Probabilmente la linea è segnata, anche se le divisioni nel Pd, tra chi ha dichiarato già di votare contro come Pironi e chi potrebbe astenersi, non sono state del tutto cancellate. Intanto, sabato i privati del piano di Celle, la ditta Paesani, hanno denunciato l’amministrazione riminese alla Procura attraverso il legale Antonio Zavoli per abuso di ufficio, rifiuto e omissione di atti di ufficio. Anche a Santa Giustina pensano ad azioni legali, ma solo dopo l’esito del consiglio di domani.


“Il danno che avremo ricevuto se il piano sarà bocciato è ingente, si parla di milioni. Qualcuno dovrà dirci se abbiamo diritto ad essere risarciti. Ci stanno facendo passare cose se noi fossimo dei palazzinari”, è il commento del cavaliere del lavoro Enzo Montanari, uno dei privati che sta investendo nel piano di Santa Giustina. “Sono state dette molte cose inesatte (tecnicamente e non solo) rispetto al nostro progetto. E i consiglieri in generale sono molto poco informati sulla materia di cui stiamo parlando”.  Montanari si spiega meglio. “Hanno cercato di far passare tante inesattezze. Hanno cercato di sminuire e mistificare. Innanzitutto asserendo che noi abbiamo presentato il piano nel 2009. Non è vero: lo abbiamo presentato il 27 luglio del 2007. Si è cercato con giri di parole di nascondere il fatto che noi paghiamo l’imu su 8mila metri quadrati. Si è cercato di nascondere, ma poi siamo riusciti a far fare chiarezza, il fatto che il piano nostro dirimpettaio (il 6.2), identico a noi, ha avuta approvata la stessa variante che noi chiedevamo (noi siamo il 6.1). Con quel piano lì siamo partiti insieme, ma siamo arrivati in modi e tempi molto diversi”.


In generale da Santa Giustina fanno notare come, “la discussione non abbia riguardato il nostro progetto, ma le linee generali della politica del sindaco: la scelta fatta oggi dalla commissione è politica e non ha niente a che fare con il nostro piano. Una scelta che si gioca sulla pelle di noi poveri cittadini che abbiamo speso soldi per tanti anni”. Montanari parla di “decisioni prese a tavolino e non per coscienza, senza aver valutato per correttezza, giustizia e buon senso. Quello che alla fine risulta ridicolo è che il Pd alla fine della fiera voglia sostenere questa lotta alla fine contro soli quattro piani, tra cui noi ultimi poveri diavoli. Ci stanno strumentalizzando per portare avanti la loro demagogia. E lo fanno facendo passare noi per quelli del mattone quando invece il nostro progetto parla di riqualificare solo un pezzo di terra abbandonato facendo sei palazzine, un grande parco pubblico, la pista ciclopedonale e allargando la strada”.


Visibilmente preoccupati i residenti hanno assistito alla bocciatura del loro piano (non è ancora del tutto chiaro se la bocciatura della variante pregiudicherà anche il progetto preesistente; pare di no, ma col vento che tira…), secondo un soggetto che sarà replicato probabilmente domani in consiglio. “Mi viene da dire che forse sarebbe stato meglio per questi cittadini cercare di ottenere un po’ di meno e così portare a casa quello che era possibile”, commenta Pazzaglia. “La differenza tra i due piani di Santa Giustina è frutto di uno scenario politico che nel giro degli ultimi mesi è decisamente, dico io fortunatamente, cambiato”. Rispetto ai ritardi con cui questi piani stanno arrivando in commissione e in consiglio, “noi ufficialmente la delibera l’abbiamo vista oggi per la prima volta. Il discorso sui tempi quindi – ci tiene a precisare Pazzaglia - è un addebito che si può fare agli uffici del Comune e non a noi consiglieri”.


Molto critico rispetto al ruolo giocato dal sindaco di Rimini in tutta questa faccenda è il Movimento 5Stelle, di per sé contro il cemento che però nella vicenda dei particolareggiati sta mantenendo la posizione di astensione. In commissione questa mattina c’era Luigi Camporesi. “In questi giorni la domanda che ci viene fatta più spesso è: ma non è che fate l'inciucio vero? La domanda ovviamente si riferisce al consiglio comunale di martedì 26 dove il primo punto all'ordine del giorno sarà il piano particolareggiato di iniziativa privata denominata "Immobiliare Celle". La "paura" dell'inciucio deriva da una interpretazione approssimativa del nostro programma, che dice no al consumo del territorio da sempre, e dalle dichiarazioni del nostro sindaco che sembra cercare la nostra alleanza, non riuscendo più a giocare di sponda con la sua maggioranza”, spiegano i grillini.


Dal mov precisano, quindi, che “non ostante le presunte affinità di intenti tra quello che è nella nostra cultura e ciò di cui il Sindaco si dichiara alfiere, non siamo mai stati coinvolti, né prima né adesso, nella compilazione di nessun piano attuativo” e anche che “questa decisione di cui ci si vuol fare partecipi con lo strumento del consiglio comunale non è sostanziale, ma solo normativa e dunque non impedirà di costruire un bel niente”. Quindi spiegano che sia nel caso di Celle sia nel caso di Santa Giustina gli immobili si costruiranno “lo stesso”. Spiegano che nel caso di Celle c’è l’accordo sull’esproprio per la realizzazione di una strada e nel caso di via Borghi la questione riguarda semplicemente l’altezza delle palazzine. Ai tempi dell'accordo in questione (quelle delle Celle, ndr), Gnassi non aveva nulla in contrario, cosa cambia oggi? E cosa c'è di diverso dalle torri di 30 metri che con la benedizione di questa maggioranza andranno a sostituire la colonia Murri (se trovano i soldi)?”, si domandano. Quelle del sindaco di Rimini “non sono vere battaglie al cemento, sono incongruenze della politica determinate dalla poca trasparenza. Le vere battaglie al cemento passano per riqualificazione e innovazione. A Milano e a Firenze si stanno progettando e costruendo stabili condominiali totalmente in legno, ecosostenibili autosufficienti ed altamente antisismici, finanziati dai comuni e dal Ministero delle Infrastrutture. Queste sono azioni reali di riqualificazione e innovazione che migliorano il profilo ecologico delle città, non l'agire con cipiglio da "Azzeccagarbugli"”.


Fin qui i motivi dell’astensione dei 5Stelle, che secondo Savio Galvani hanno avuto un atteggiamento “pilatesco”. Ma il consigliere di Fds ne ha anche per Brunori dell’Idv. “Ci sorprende molto la posizione espressa del consigliere Brunori sulle questioni urbanistiche e nel caso specifico sulla variante votata oggi in commissione, dove, pur senza reprimerlo per assenza al momento del voto, ha voluto stigmatizzare che avrebbe votato a favore. Non oso pensare a cosa succederà quando si tratterà di votare la variante al prg che taglierà il cordone ombelicale, liberando così da vecchi vincoli il nuovo psc e rue, che anzi sollecitiamo a portare definitivamente in approvazione”. Galvani si riferisce alla super delibera che il sindaco sta imboccando da qualche settimana alla sua maggioranza prima di portarla in consiglio e che vuole tagliare le linee transitorie del vecchio prg.


In difesa dei cittadini di Santa Giustina scende il consigliere del Pdl Nicola Marcello, assente oggi in commissione ma presente domani in consiglio (così annuncia). “Non mi pare proprio un consumo del territorio, in quanto trattasi del recupero di una zona “lontana da Rimini” da sempre abbandonata dalla pregresse amministrazioni, senza una piazza, un centro sportivo vero per una comunità di 4mila persone, senza marciapiedi di protezione, senza una circonvallazione ed un attraversamento pedonale protetto ( es. sottopasso) per mettere in continuità i vari abitanti che sono segregati ai lati della Via Emilia. La costruzione di 114 appartamenti in sei palazzine con il 20% di edilizia popolare a favore dei cittadini meno abbienti, dovrebbe essere una iniziativa da tutelare e non da bocciare a priori solo per problemi di immagine di un Sindaco che vuole apparire in questo momento “green” dimenticando il suo passato lontano e recente”.

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Rimini | Turismo, gli alberghi non aprono per Pasqua. Galli: Sarà un “anno da combattimento”


Turismo, arriva la Pasqua, ma “le stesse richieste di apertura straordinaria in deroga durante questo periodo da parte delle strutture ricettive con licenza stagionale sono lievemente in calo rispetto agli anni scorsi (non saranno più di 300 ad aggiungersi agli ‘annuali’), a dimostrazione del clima un po’ tiepido che, tra crisi e maltempo, avvertono gli stessi operatori”, fa notare l’assessore al turismo della Provincia Fabio Galli. Di fatto c’è in molti casi l’iter per l’adeguamento antincendio, o anche il semplice limite di alberghi che essendo stagionali con non dispongono di impianto di riscaldamento per questa Pasqua in una primavera acerba.


Se da un lato l’accoglienza pre estiva si sta muovendo generosamente verso la Pasqua, fa notare l’assessore, dall’altro il panorama attuale di “richiami altrettanto confortanti ne lancia pochi, pochissimi”. Colpa innanzitutto delle condizioni meteo per domenica e lunedì prossimo “disastrose”. Ma non solo. “Le avvisaglie dipingono un quadro non felicissimo, dunque, per le festività pasquali. Che il 2013 fosse un anno particolarmente difficile sul fronte dell’industria dell’accoglienza, e non a causa della pioggia, gli osservatori avevano messo in guardia. La diminuita capacità di spesa soprattutto sul fronte interno, notoriamente il mercato più incidente per la Riviera di Rimini, determina senza dubbio più di una preoccupazione alla vigilia della stagione. A ciò si aggiunge l’incertezza per lo sviluppo futuro di infrastrutture strategiche che hanno dato un contributo enorme, negli ultimi 24 mesi, ad ammortizzare la lenta decrescita del turismo italiano tramite l’incremento sensibile del mercato estero”.


Galli non usa mezze parole e annuncia “un anno da combattimento per il turismo riminese, un periodo non facile, in cui il rischio è anche quello che si manifesti con maggiore virulenza quella tentazione di trasformare il logico dibattito in un contesto polemico tutto interno, con scambi di accuse e controaccuse, con scarso costrutto per il sistema. Il quale ha primaria necessità che dal Governo, qualunque sia il colore, arrivi un ‘piano di salvataggio’ fatto non di 50 punti ma 3-4 al massimo, di immediata esecutività (Iva turistica da uniformare a quella dei Paesi europei concorrenti, rilancio vero dei ‘buoni vacanza’ sin qui poco più di briciole, defiscalizzazione degli interventi di riqualificazione delle strutture ricettive e turistiche in generale, razionalizzazione della rete dei trasporti potenziando le tratte aeroportuali e ferroviarie ad alto flusso turistico). In attesa di tutto questo e nonostante la Pasqua che cade ‘bassa’, la Riviera di Rimini apre i battenti con la sua offerta piena, non con un ‘saldo di fine stagione’”. Il calendario degli eventi pasquali su www.riviera.rimini.it

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Rimini calcio, fine settimana importante in campo e poi davanti al notaio


Altro fine settimana importante per le tre formazioni del nostro territorio, impegnate nell’ultima giornata di campionato prima della sosta pasquale. Il Rimini, dopo il derby vittorioso contro il Santarcangelo della settimana scorsa, sarà di scena a Fano contro la formazione allenata da Massimo Gadda che, per usare una delle frasi che vola sul calcio da sempre, si trova all’ultima spiaggia per evitare di precipitare ancora in classifica, andando incontro alla retrocessione diretta. Partita difficile per i biancorossi, perché i marchigiani, per restare aggrappati al calcio professionistico, a gennaio hanno rivoluzionato la squadra e nelle ultime partite hanno raccolto troppo poco rispetto al gioco espresso. Cinque, i punti che dividono le due formazioni, quindi va da sé che il Fano farà di tutto per aggiudicarsi forse l’ultima possibilità di riavvicinare la zona play out. I biancorossi, rinfrancati dal convincente successo a spese dei cugini gialloblù, sono in cerca di continuità per puntellare il vantaggio nei confronti degli avversari e avvicinare la zona salvezza distante al momento due punti. Mister Luca D’Angelo sarà però costretto ad alcuni cambiamenti sulla linea di difesa rispetto alla formazione di una settimana fa a causa della squalifica di Fabio Vignati (fermato dal giudice sportivo per due turni) e dell’assenza di Mirko Palazzi, impegnato con la nazionale sammarinese.
Sul fronte societario intanto, sabato scorso il presidente Biagio Amati ha firmato con Antonio Esposito, riminese di origini napoletane, un preliminare di contratto per la cessione dell’80% delle quote biancorosse. Si è infatti interrotta la trattativa con il Gruppo BSE che aveva chiesto tempo prima dell’acquisizione del Rimini, per portare a termine la pianificazione del piano industriale relativo all’apertura di alcuni supermercati sulla dorsale adriatica tra Marche e Romagna. Gli imprenditori riminesi, che non sono più in grado di fare fronte alle scadenze economiche della Rimini Calcio, hanno fretta di liberarsi della maglia a scacchi, così hanno deciso di accettare l’offerta di Antonio Esposito, quarantaduenne con interessi nella telefonia (ha alcuni negozi con i marchi Tre e Wind) e nell’immobiliare. Il riminese sarà affiancato da altri due imprenditori uno napoletano e uno romano, che al momento vogliono restare anonimi, come ha spiegato Esposito che si definisce il frontman della cordata. Il possibile nuovo presidente biancorosso, era da tempo che cercava la vetrina calcistica (nell’ultimo anno è stato avvicinato ad almeno setto-otto squadre) ma non era mai riuscito a portare a termine l’operazione che pare essergli riuscita con il Rimini. La firma sul preliminare di contratto dovrà essere adesso ratificata davanti al notaio. L’incontro era previsto in questa settimana ma impegni hanno trattenuto Esposito, atteso comunque prima di Pasqua per definire il passaggio. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.
Per tornare al calcio, il Santarcangelo riceverà al Mazzola il Forlì per un altro derby della via Emilia ma con obiettivi completamente diversi. I padroni di casa dopo la sconfitta del Romeo Neri, sono alla ricerca di punti salvezza mentre i galletti hanno nel mirino la zona play off e sino alla fine proveranno a centrare l’ingresso nelle posizioni nobili della classifica. Trasferta difficile invece per il Bellaria che farà visita al Renate, terzo in classifica sconfitto a sorpresa in casa la scorsa settimana dal Casale, penultimo. La formazione allenata da Marco Osio è però carica a mille dopo la vittoria di domenica contro il Savona seconda forza del campionato e sconfitto al Nanni con un convincente 3-1.
Francesco Pancari

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Rimini | In spiaggia la via Crucis di Cl


L’appuntamento è come sempre al pomeriggio della Domenica delle palme. Domani alle 16 partirà dal bagno 22 sulla spiaggia di Rimini, Marina Centro, la via Crucis guidata dal vescovo Francesco Lambiasi, proposta da Comunione e Liberazione.
“Seguiamo la Croce secondo l’invito di Papa Francesco: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio di camminare in Presenza del Signore, con la Croce del Signore»”, spiegano da Cl. Il gesto terminerà al porto.

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Rimini | Sindacati Fossati primo segretario della Cisl Romagna


Massimo Fossati è il primo segretario generale della Cisl Romagna. È stato eletto ieri, giovedì 21 marzo, con 126 voti su 130 presenti dei componenti del nuovo Consiglio generale ‘unito’. E’ stato segretario della Cisl di Rimini dal 2003 a oggi. Al suo fianco in questa nuova avventura siederanno Antonietta Aloisi, Antonio Cinosi (ex segretario generale Cisl Ravenna), Filippo Pieri (ex segretario generale Cisl Forlì-Cesena), Daniele Saporetti e Vanis Treossi.


«Le proposte che abbiamo avanzato nel congresso – spiega così Fossati le linee guida della segreteria unificata – riguardano quattro direttrici (combattere le disuguaglianze e generare lavoro e innovazione, sostenere le autonomie locali a costruire un efficiente governo del territorio, costruzione di un welfare di territorio, un’economia verde e sostenibile a favore dei cittadini e delle imprese). Questi quattro punti rappresentano i cardini del futuro programma di azione della Cisl Romagna, che va sicuramente meglio declinato nei futuri organismi e che oggi lanciamo quale proposta di lavoro a tutti».
Dal punto di vista operativo, «l’impegno assunto dal congresso è quello di stare più vicino ai lavoratori e ai delegati sul territorio e nei luoghi di lavoro, e di offrire un servizio migliore a quanti si rivolgono a noi, attraverso una semplificazione dell’attuale struttura organizzativa».


Fossati ha un passato da metalmeccanico alle spalle, quando nel 1977 inizia a lavorare per una azienda di Piacenza, e da sindacalista in giro per l’Italia. Nel 1983 a soli 25 anni assume la carica di segretario generale della Fim-Cisl di Sondrio, divenendo così il più giovane segretario generale in Italia.

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Rimini | Tavolo anticrisi, Lombardi (Pdl): Il nodo è l’edilizia pubblica


Dopo l’annuncio del prefetto di Rimini Claudio Palomba, che dietro richiesta degli industriali ha creato un tavolo anticrisi, il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi offre una sua analisi della delicata situazione economica. “Una delle criticità economiche e sociali della nostra Provincia è la crisi del settore abitativo. Nel settore abitativo la crisi produce due esiti negativi, da un lato l’emergenza di quelle famiglie che non trovano un alloggio adeguato a prezzi sostenibili e dall’altro le difficoltà di quelle imprese che hanno sul mercato un patrimonio immobiliare invenduto che li mette in difficoltà con le banche”, fa notare subito Lombardi.


In questo ambito la sua proposta al prefetto. “Tempo fa come Consigliere regionale ho presentato due progetti di legge per razionalizzare il settore degli alloggi pubblici gestiti dall’Acer ed ora come mio contributo alla partecipazione al tavolo anti crisi proposto dal prefetto Palomba, chiederò che questi progetti di legge vengano portati in aula per la discussione”. Sul tavolo proposte per “abbassare il tetto di reddito familiare previsto per l’uscita dalle case Acer (che oggi è di 51.462 euro) in modo da agevolare un turn over più massiccio”, ma anche “la possibilità di destinare solo una quota di alloggi disponibili agli extra comunitari stabilendo anche un punteggio particolare alla anzianità di residenza, agevolando in questo modo i riminesi”.


Soluzioni utili secondo Lombardi potrebbero essere, da un lato, “promuovere ed incentivare sul nostro territorio l’housing sociale mettendo assieme istituzioni e privati ed accedendo agli ingenti fondi della cassa depositi e prestiti anche per acquistare immobili già sul mercato” e, dall’altro, “accertare la possibilità per l’Acer di acquistare alloggi anche dalle imprese del territorio che oggi, trovandosi con un notevole patrimonio immobiliare invenduto potrebbero accettare i prezzi previsti per gli alloggi popolari”.

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Rimini | Sciopero tpl, adesione al 75 per cento


Sciopero trasporto pubblico locale. Adesione del 75 per cento oggi a Rimini allo sciopero proclamato Filt Fit UilTrasporti Ugl e Faisa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2007.
Tra le motivazioni “Filt Cgil Fit Cisl e UilTrasporti ritengono che l’assenza prolungata di un piano nazionale strategico dei trasporti sia per il Paese una grave carenza e persiste una notevole incertezza sulle risorse finanziarie previste per il settore, mentre la vertenza contrattuale non ha registrato i necessari passi in avanti”.

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Rimini | Urbanistica, stallo piani: commissario per via Secchiano


Urbanistica. Nell’annosa vicenda dello stallo piani particolareggiati e soprattutto della volontà dei privati di darci un taglio, è di oggi la notizia che la Provincia di Rimini ha nominato il secondo dei commissari ad acta richiesti. Dopo via Popilia, Rimini nord, pioniera dell’arbitrato urbanistico, anche per il piano residenziale di via Secchiano, zona Padulli, “il dirigente del servizio ‘Progetti di area vasta, di pianificazione territoriale e mobilità di sistema’ della Provincia di Rimini, ha nominato- ai sensi dell’articolo 22 della Legge 136/99- il commissario ad acta per la definizione del procedimento relativo all’approvazione”. Questo dice la nota della Provincia, precisando anche che “l’atto di nomina del commissario è intervenuto a seguito dell’istanza formale inoltrata dai privati interessati all’intervento”.
In attesa di commissario ad acta restano, ma solo perché le richieste sono state inoltrate successivamente, il piano commerciale delle Celle e quello residenziale di Santa Giustina.

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Rimini | Asili comunali, le educatrici negoziano per il loro contratto


Le educatrici e le insegnanti del Comune di Rimini si dichiarano stupite da alcune conclusioni tratte dal vice sindaco Gloria Lisi in occasione dell’assemblea sugli asili, domenica scorsa. Anzi, “speriamo – dicono – di avere frainteso le sue parole”. E chiedono un incontro, questa volta un appuntamento, per un chiarimento.


Dal racconto delle educatrici sembra che il vicesindaco arrivando al nocciolo della questione, quello della situazione contrattuale (le maestre chiedono il tempo indeterminato, anche quelle delle suole in vista di esternalizzazione), abbia fatto notare che al giorno d’oggi certi privilegi del passato non possano più essere concessi. “Sembrerebbe – scrivono le maestre – che, di questi tempi, "godere" dei diritti previsti dai contratti collettivi di lavoro equivalga a detenere dei privilegi di cui nessuno vuole farsi carico. Come educatori ma anche come genitori (sopratutto madri) crediamo che il diritto alla maternità non debba essere messo in discussione; che a farlo siano proprio donne (magari anche madri, e persone che ricoprono ruoli istituzionali) ci lascia ancor più perplessi. Il fatto che le colleghe dei servizi privati non fruiscano dei legittimi diritti previsti dalla contrattazione dimostra solo che sono più ricattabili. Non ci sono privilegi da abbattere, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, quanto piuttosto diritti da tutelare per i dipendenti del privato sociale, a cui va garantita pari dignità professionale”.


Imputabili, secondo le maestre sarebbero invece “sacche di inefficienza all'interno dei nostri servizi, ma ci auguriamo di aver mal interpretato le sue parole, siamo noi per primi a richiedere che vengano eventualmente individuate e sanzionate: esistono organi istituzionali preposti allo scopo”. Su questo poi qualche mese fa è stato lo stesso vice sindaco vittorioso a presentare i numeri incoraggianti dell’indagine di custumer satisfaction su asili e scuole comunali.

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Rimini. Alberghi, gli adeguamenti antincendio e i problemi per l'apertura stagionale


Adeguamento alle norme antincendio. “Tra Rimini e Riccione ottimisticamente parlando non c'è più del 30 per cento di alberghi che potranno aprire per Pasqua”, spiega un tecnico riminese esperto di norme antincendio. “Una proroga al 31 ottobre 2013 potrebbe essere utile, se non addirittura ovvia”. Una proroga giusto per salvare la stagione. La situazione negli studi tecnici in questi giorni è simile a una corsa contro il tempo che si è destinati a perdere.


Agli uffici del comando provinciale dei vigili del fuoco risultano oltre 300 domande di adesione al piano di adeguamento dal 31 ottobre 2012 ad oggi. Il numero va ad aggiungersi a quello di chi aveva già regolarizzato la propria situazione precedentemente. Del resto la tiritera dell’adeguamento antincendio, tra proroghe last minute e connivenza tra albergatori e politici, va avanti da almeno dieci anni. Comunque, se si contano gli alberghi in riviera, tra i 1.500 e i 2mila, si capisce che le previsioni dei tecnici sono abbastanza vicine alla realtà.


Il rischio di questa situazione, sottovalutata sotto diversi fronti, fanno notare i tecnici, è che non solo gli alberghi restino chiusi per la Pasqua, ma anche in vista della prossima stagione balneare. Porta data 15 marzo, infatti, la lettera che il comune di Riccione ha inviato a tutti gli albergatori (una simile è arrivata anche agli imprenditori cattolichini e con grande probabilità arriverà in aprile anche a quelli di Rimini). La missiva si rifà al decreto ministeriale del 16 marzo 2012 che, spiega molto gentilmente in poche righe, “concede alle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre venticinque posti letto esistenti alla data di entrata in vigore del decreto ministeriale 9 aprile 1994 che non abbiano completato l’adeguamento alle vigenti disposizioni di prevenzione incendi, la possibilità di accedere al piano biennale di adeguamento”. Fin qui nulla di strano, anzi.
Appena poche righe più sotto la lettera chiede che gli albergatori consegnino all’“amministrazione comunale la ricevuta del deposito della documentazione tecnica presentata presso il comando provinciale dei vigili del fuoco per l’adeguamento della struttura”. “La mancata presentazione di detta attestazione non consente l’esercizio dell’attività”. Quindi alberghi a rischio chiusura non solo per la Pasqua ma anche per l’estate. Ed è solo qui che molti imprenditori hanno capito che è ora di darsi una mossa. Il fatto è però che “adesso succede come nelle volate di gruppo, nel ciclismo. Anche gli albergatori, prima erano tutti tranquilli, adesso sono tutti in linea allo steso livello e vogliono arrivare per primi perché vogliono aprire. E qualcuno è disperato”, racconta un tecnico.


I tempi stringono, anche se non ci sono scadenze fisse. L’unica è l’incombere della stagione. I Comuni vogliono dagli albergatori la copia della richiesta depositata ai vigili del fuoco. Dal momento della consegna della carta l’albergo può aprire. “Un bravo tecnico, e qui in zona non sono molti, per presentare il fascicolo a posto ai vigili del fuoco impiega tra i 15 e i 20 giorni, ma solo se l’albergatore collabora e se gli impianti sono a posto. Ad allungare i tempi anche il fatto che servono competenze molto diverse e si deve spesso ricorrere a più di una consulenza”. Facendo un po’ di conti un tecnico bravo da qui alla fine di maggio riuscirebbe a portare sul banco dell’ufficio di via Varisco a Rimini non oltre 3 casi, al massimo 4, da istruire. Quattro moltiplicato per una settantina di tecnici, quelli che seguono la vicenda, fa 280 ulteriori alberghi pronti. E tutti gli altri? “Sto lavorando da marzo scorso quando è uscito il decreto e sono riuscito a portare avanti solo una trentina di pratiche”, spiega un tecnico. Trenta pratiche complete in un anno (considerando però nel mezzo la stagione estiva).


La situazione è molto complessa, per i costi che l’adeguamento richiede all’imprenditore e per i lavori veri e propri richiesti dalla normativa. “Per esempio – ci spiega il tecnico - un albergo di 50 camere può arrivare a spendere 40 mila euro solo per mettere a norma l’impianto elettrico. La sola rilevazione antincendio può costare sui 25 mila euro, quella wireless (usata in alberghi storici dove rompere un soffitto impreziosito da stucchi, non è consigliabile) costa almeno un 25 per cento in più. Poi ci sono le porte tagliafuoco 750 euro. Cucine, rimesse e centrali termiche da rifare, le scale esterne. In generale, si può arrivare a spendere dai 40mila ai 150mila euro, ma la stima è molto difficile”. Somme che prese pian pianino, e non tutte d’un fiato come sta invece accadendo, dal 2003 (anno della normativa in vigore) ad oggi, avrebbero pesato di meno sui bilanci in crisi degli alberghi.


I lavori di adeguamento, inoltre, non riguardano appena le scale e le vie di fuga. Questo sfugge a molti degli imprenditori che si apprestano a riqualificare il proprio albergo. “Tutti gli alberghi hanno la cucina e le centrali termiche che dovevano essere messe a norma dieci anni fa. Ci vuole tempo, bisogna smontare tutti gli elettrodomestici, rifare le pareti con materiali ignifughi e sostituire le porte tagliafuoco”. Quindi, così come nel caso delle scale esterne per chi ha la sala da pranzo in un piano diverso da quello terreno, gli adeguamenti richiedono un grande sforzo di progettazione per tutte le realtà rivierasche.


C’è anche, e come sarebbe potuto mancare, l’aspetto burocratico ad appesantire il tutto, la semplificazione non funziona. “Bisogna fornire venti documenti all'ufficio prevenzione incendi dei vigili del fuoco per dare in via alla pratica. I documenti per accedere al piano sono i più disparati e riguardano certamente l’impianto elettrico a norma, la rivelazione incendi, le vie di fuga congrue con il numero di ospiti dichiarati in licenza, gli estintori a norma, tutta la segnaletica dei presidii antincendio in regola, le istruzioni al personale, le planimetrie dietro le porte, e chi più ne ha ne metta. Se non hai tutte queste carte in regola non puoi riscaldare in inverno e dare acqua calda d'estate, se hai la cucina non puoi cucinare, se hai autorimesse da oltre nove automobili non puoi usarle”. Qualcuno sarà costretto a sperare solo in un'altra proroga.

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