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Chiusura positiva per opas Hera Acegas, un premio per Tommasi


Chiusa positivamente l'offerta pubblica di acquisto e di scambio di Hera su AcegasAps Spa. Hanno aderito all'opas oltre 16,5 milioni di azioni ordinarie Acegas-APS, pari a circa il 30 per cento del capitale sociale e a circa l'81 per cento delle azioni ordinarie oggetto dell'offerta. Al termine dell'operazione Hera raggiunge poco meno del 93 per cento del capitale di AcegasAps.
Intanto, a Milano questa mattina Tomaso Tommasi di Vignano, presidente di Hera, si è aggiudicato il Premio Manager Utility 2012 (sezione Servizi Pubblici Locali) proprio grazie alla fusione. “L’aggregazione fra Hera e AcegasAps si inserisce in una strategia di consolidamento della leadership nei servizi pubblici a livello nazionale”, si legge nelle motivazioni. “Tommasi è stato premiato per avere dato vita, con l’aggregazione di AcegasAps in Hera, a una realtà al servizio di 3,5 milioni di cittadini con un valore della produzione di oltre 4,5 miliardi e un margine operativo lordo di oltre 750 milioni”.

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Rimini | I teleriscaldati e l'autogestione del chilowatt


“Le proposte del Comune le abbiamo accettate, ma ci sembrano ben poco, e soprattutto non sono la soluzione del problema”, spiega Davide Cardone, referente del comitato dei teleriscaldati riminesi, 1.700 famiglie, 5 mila persone circa. In attesa, entro il mese, della sentenza del Tar di Bologna sul loro ricorso rispetto al bando di assegnazione, continuano chiedere a Comune e Sgr la possibilità di gestirsi da sé il gas. A convincerli non bastano la riduzione dal 1 aprile della tariffa minima del 4,5 per cento elevabile fino al 9, né il totale delle riduzioni a regime (nel 2015) da un minimo del 5 a un massimo dell'11 per cento, proposto dall'assessore Sara Visintin ieri in commissione.


Vogliamo che il sindaco di Rimini e l’amministratore delegato di Sgr firmino un documento che certifichi la loro disponibilità ad accogliere il progetto per l’autogestione della rete, richiestoci dall’assessore Visintin, affinché essa stessa possa valutare la nostra richiesta”, spiega Cardone. “Si tratta di un progetto molto serio e complesso, che è in fase di studio e che prevede un grosso lavoro”. In pratica, facendosi due conti, i teleriscaldati hanno scoperto che se si organizzassero in “una cooperativa che usi il ricavo della produzione di energia per la gestione dell’impianto potremmo ridurre la nostra spesa a 7 o 8 centesimi a chilowatt ora rispetto ai 12 centesimi che paghiamo ora”.


Il teleriscaldamento, ribadiscono, “è un servizio pubblico, ma questo nessuno lo dice”. Il problema è che a parità di esigenza energetica, “noi spendiamo di più, ma anche se spendessimo come gli altri sarebbe troppo perché essendo sottoposti a monopolio dovremmo spendere il 30 per cento in meno. Ci sono tutta una serie di agevolazioni che il gestore ha e che non riversa come dovrebbe su di noi. Paga il gas il 30 per cento in meno, per esempio. Sgr può disporre di tutta una serie di incentivi e certificati (quelli verdi e bianchi previsti dal protocollo di Kyoto) proprio per la natura dell’impianto e che differentemente dovrebbe comprare. C’è anche da ricordare che tutti i futuri piani di edilizia popolare sono legati al teleriscaldamento e che quindi c’è un mercato in espansione”.


I proprietari hanno chiesto perché lo sconto del 30 per cento non si riversa su di loro. “Non abbiamo avuto nessuna risposta”, spiegano. Hanno anche chiesto di sapere non appena perché, ma anche di quanto, le loro tariffe sono superiori. Anche qui non sono riusciti a cavare un ragno da un buco. “Purtroppo, spesso, il tavolo tecnico è il posto dove si scontrano i calcoli fatti dai nostri tecnici (che comunque lì ricavano preziose informazioni per portare avanti il nostro progetto di autogestione) con quelli dei tecnici di Sgr. La tariffa è più alta, ma non si riesce nemmeno a capire di quanto perché chi ha un sistema di riscaldamento classico con caldaia calcola il consumo in metri cubi di gas, il teleriscaldamento in chilowatt ore. Per la conversione da metri cubi a chilowatt ora serve un coefficiente che tenga conto di un rendimento. Lo scontro sul tavolo tecnico riguarda lo strumento di comparazione: noi proponiamo di calcolare i rendimenti con una caldaia abbastanza in linea con i tempi, Sgr prende a esempio una caldaia degli anni in cui l’impianto è stato fatto (a Viserba 7 anni fa, sulla Marecchiese molto più tempo addietro). Il risultato è che Sgr calcola dei rendimenti molto più bassi”.


Ma sulla tariffa non pesa solo la discordia sulla caldaia. “Noi in bolletta abbiamo una tariffa con il 10 per cento di iva, non riusciamo a visualizzare, come per gli altri sistemi, se paghiamo stoccaggio o altro. Se, per esempio, loro ci fanno pagare una dispersione noi non riusciamo a capirlo dalla bolletta”. Sull’oscurità della bolletta un altro enigma (non più tale, in realtà) per i teleriscaldati. “Per ammissione dell’ingegner Coppola dell’ufficio Peep del Comune sono stati trovati 1,1 milioni di euro che noi abbiamo versato e che devono essere restituiti. Nella nostra tariffa, infatti, sono stati spalmati anche i costi per oneri di urbanizzazione. I problemi qui sono due. Il primo è che noi gli oneri li abbiamo versati acquistando le nostre abitazioni. Il secondo è che la tariffa è la stessa a Viserba, sulla Marecchiese e a Gaiofana, mentre gli oneri ci sarebbero solo per Viserba. Vale a dire che anche i proprietari della Marecchiese e di Gaiofana pagano gli oneri, comunque non dovuti, per Viserba. Ma vi sembra normale?”.


Cittadini alle prese con la (normale?) pubblica amministrazione. In Comune a dare loro manforte il consigliere dell’Idv Stefano Brunori. “Sua la mozione sul provvedimento congiunto per il tar dello scorso maggio. Ricordiamo bene quel famoso consiglio comunale dove i nostri bambini, le nostre donne e i nostri anziani, c’era anche qualche disabile, sono stati costretti ad aspettare fino alle 11,30 di sera che il consiglio si decidesse a votare. Cercavano di prendere tempo per vedere se fossimo andati via. Noi siamo rimasti. Poi è stato chiesto il voto nominale e la mozione è stata approvato all’unanimità”. E poi ci sono i consiglieri del 5Stelle. “In quella seduta Carla Franchini ha anche chiesto le commissioni sul teleriscaldamento”.

Venerdì, 01 Marzo 2013 11:15

Rimini Calcio. La bidonville biancorossa

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La bidonville biancorossa


Salvezza o fallimento, la Rimini Calcio è arrivata nei pressi del bivio e non c’è più molta strada da percorrere prima di imboccare la direzione definitiva. Siamo ormai all’epilogo del tentativo fatto dal presidente biancorosso Biagio Amati che, all’indomani dell’uscita di scena della Cocif, era ripartito caricandosi il peso della credibilità dell’imprenditoria riminese per riuscire a dare continuità alla maglia a scacchi che ha da poco festeggiato i cento anni di storia. Poca cosa forse sportivamente, perché nella sua lunga vita la maglia biancorossa, a parte qualche stagione di serie B, ha sempre calcato i polverosi campi di terza fascia, ma grande cosa simbolicamente. Sì perché l’idea del presidente Biagio Amati, era quella di coagulare attorno a sé i tanti imprenditori della nostra zona (voleva arrivare a una cinquantina e più o meno è arrivato a una trentina) per fare fronte alla gestione - del resto contenuta - di una squadra composta per la maggior parte da ragazzi del nostro territorio. Il volano sarebbe dovuto essere il settore giovanile biancorosso e quindi il senso di appartenenza che affondava la radice nell’aspetto sociale di tutto il progetto. E’ finita male invece, senza avere campioni costosi e senza follie particolari il pallone biancorosso è disastrato come nient’altro quasi. Siamo qui sul ciglio di un precipizio, con gli stipendi dei tesserati pagati qualche giorno fa all’ultimo secondo utile per evitare un corto circuito sul bilancio: la Lega avrebbe ritirato i contributi federali segnando di fatto la fine. Ci sono poi i fornitori che battono cassa, qualche settimana fa il rischio di non aprire lo stadio per i mancati pagamenti alla Best Union che gestisce gli steward. E’ tutto? No ovviamente, è solo la punta di un fenomeno di un’anomalia, di una degenerazione. Dovendo fissare la situazione in una fotografia, l’immagine che spiega è quella dei dipendenti che escono dalla sede con gli scatoloni in mano come quelli della Lehaman Brothers. Possibile? Possibile, nel disinteresse dei tanti imprenditori, senza il sostegno della politica e della gente stessa. Buchi su buchi, piccoli, considerate le cifre da ripianare se ognuno avesse fatto la sua parte ma che si sono allargati perché riempiti di nulla da parte dei più. Qualcuno ha provato a tamponare le perdite ma non è bastato e da capire c’è se si riuscirà ad arrivare a fine stagione. Il presidente Biagio Amati è stato sconfitto dalla sua stessa idea che non è mai decollata davvero, aveva torto d’altronde, perché in questa città l’imprenditoria è arida così come le varie associazioni, e l’aspetto sociale dello sport è roba da ridere considerati gli impianti sportivi in circolazione. La salvezza adesso è la cessione e da mesi si parla del Gruppo BSE, una holding romana che ha interesse a sviluppare il proprio piano industriale sul territorio. Si parla di business per adesso, di pallone meglio non parlarne più perché già la confusione creata è sufficiente. Si gioca lo stesso, ovvio ma ci si diverte di meno e i simboli di questo disastro che vestono la maglia biancorossa domenica affronteranno il Casale in una sfida per sopravvivere. La classifica racconta infatti di una squadra che deve alzare gli occhi verso l’alto se vuole trovare la salvezza sportiva distante tre punti. A guardare come andrà a finire c’è Rimini che forse osserverà distratta ma dovrebbe vergognarsi almeno un po’ di se stessa.
Francesco Pancari

Venerdì, 01 Marzo 2013 11:12

01 03 2013 | Flop Pd, Renzi frena i suoi

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Flop Pd, Renzi frena i suoi


Matteo Renzi tira le briglie ai suoi sparsi in giro per l’Italia e che anche a Rimini dopo il flop elettorale del nuovo Pd hanno rivendicato la leadership negata dalle primarie al sindaco di Firenze. Dai renziani parole che lui stesso non esita a definire “incredibili”. Lo fa con un post, enews, su Facebook.
“Ho evitato di fare dichiarazioni dopo il voto perché non volevo finire nel festival di chi la spara più grossa e nei pastoni degli addetti ai lavori”, spiega Renzi. “Adesso – aggiunge – leggo incredibili interpretazioni, ricostruzioni, commenti. Mettiamola così, allora: quello che volevamo per l'Italia lo abbiamo proposto alle primarie. Dagli Stati Uniti d'Europa fino all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, noi ci abbiamo messo la faccia, presentando un progetto serio. Ho perso le primarie. Adesso faccio il sindaco perché la serietà non è un optional. Capisco i rimpianti, ma preferisco vivere di progetti. E ora scrivo una enews per essere ancora più chiaro”.

Venerdì, 01 Marzo 2013 10:15

Rimini Ailoviù

Oggi alle ore 21 presso l'auditorium dell'Istituto G. Lettimi (via Cairoli – 44), serata di presentazione dello spettacolo “Rimini Ailoviù”, scritto diretto e interpretato da Tamara Balducci e Linda Gennari, che debutterà al Teatro degli Atti il 19 marzo.
L'incontro condotto da Lia Celi, vedrà la partecipazione dell'illustratore Roberto Grassili, dei musicisti Riccardo Amadei e Paolo Angelini. Durante la serata le attrici Tamara Balducci e Linda Gennari leggeranno testi tratti dal loro spettacolo e articoli della stessa Lia Celi. Ingresso Gratuito.


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Rimini | Traffico invivibile a Santa Giustina, i residenti dal sindaco


Non ne possono davvero più del traffico e dei mezzi pesanti a Santa Giustina e ieri i residenti lo hanno ripetuto ancora una volta. In Comune a ricevere il comitato guidato da Giuseppe Fabbri c’erano il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, insieme agli assessori all’ambiente Sara Visintin e alla pianificazione territoriale Roberto Biagini e ai dirigenti Alberto Fattori e Massimo Totti.


Due le richieste dei cittadini. “La principale riguarda la realizzazione della nuova Circonvallazione sulla base del progetto approvato dal consiglio comunale nel gennaio del 2011 e poi sospeso su richiesta della Provincia. In secondo luogo si è espressa la preoccupazione per l’eccessivo numero di transiti previsti verso l’azienda di biogas per l’estate (quando l’impianto sarà a regime)”, spiega la nota del Comune.


Legittime – secondo il Comune – le preoccupazioni dei cittadini, il problema della congestione del traffico nella frazione è serio e si protrae ormai da tanti anni”. Dall’amministrazione l’idea di creare un gruppo di lavoro con i cittadini per elaborare e confrontare alcune ipotesi di tracciato per la Circonvallazione, valutando costi, sostenibilità, vincoli.


Rispetto al problema del depuratore, “l’amministrazione comunale si è resa disponibile ad applicare lo stesso modello utilizzato per il biodigestore di Ca’ Baldacci: prima si farà una stima del numero reale dei transiti con gli impianti a regime e della tipologia di mezzi usati per i trasporti, poi si cercherà di capire come ottimizzare la gestione dei flussi e utilizzare mezzi di trasporto meno inquinanti”.

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Rimini | Il Ponte sul Conca e i nodi al pettine


Ponte sul Conca, ieri consiglio comunale congiunto di San Clemente e Morciano di Romagna per fare il punto sui lavori bloccati. C’erano sia il presidente della Provincia Stefano Vitali e l’assessore Meris Soldati, sia il Pdl provinciale con Fabrizio Miserocchi.


“Come è noto – spiega la Provincia – i lavori per la realizzazione del ponte sul Conca e della viabilità accessoria (costo 9 milioni di euro) sono stati consegnati a marzo 2012 e quindi proseguiti con gli interventi preparatori (tracciamento, movimento terra, bonifica bellica) sino alla fine dell’estate. Quindi l’emersione di alcune criticità riguardo il tracciato e il vero e proprio manufatto hanno determinato, al fine di procedere con gli opportuni approfondimenti, la sospensione in via cautelativa del cantiere”.


In pratica, spiegano dalla Provincia, “per quanto concerne il tracciato, è scaturita la necessità di correggere errori relativi soprattutto alla quota stradale della rotatoria per l’immissione in una carreggiata e alla sistemazione di alcune curve di raccordo. Più complessa la questione riguardante il ponte. La Provincia di Rimini ha chiesto per ben due volte il parere formale al Ministero delle Infrastrutture circa i dubbi del consorzio di imprese costruttrici sul rispetto delle misure di sicurezza del progetto appaltato”.


Il Ministero ha risposto “che il progetto non solo rispettava la normativa vigente ma addirittura “si può ritenere che possa costituire un innalzamento del livello di sicurezza” rispetto alla stessa. A questo punto, l’ultima parola spettava al Provveditore alle opere pubbliche dell’Emilia Romagna che, seppur subordinato al Ministero, è autonomo nelle proprie decisioni. Dopo una fase di confronto protrattasi da novembre a fine gennaio, il Provveditore ha inviato a metà febbraio 2013 il proprio parere formale, disponendo una correzione del progetto del ponte”.


Quindi? Vitali e Soldati hanno spiegato che “verrà definita e approvata entro 40 giorni dalla Provincia di Rimini una variante progettuale complessiva (su cui la Direzione lavori sta già lavorando) per correggere tutte le criticità presentatesi. Ciò consentirà peraltro la realizzazione della pista ciclabile in ambo i sensi di marcia, così come richiesto dalle comunità di San Clemente e Morciano. Tale variante, che si rende necessaria per correggere errori progettuali, ha un costo aggiuntivo di 500 mila euro che potranno essere recuperati grazie al contenzioso che apriremo con i progettisti”. C’è di più. “Riteniamo di poter affermare che entro 2 mesi saremo in grado di aver completato tutte le fasi previste, compresa l’adozione della variante e riprendere immediatamente dopo i lavori, che quindi andranno avanti spediti sino alla fine. L’intervento sarà completato entro la primavera 2014. Non vi è dubbio che come stazione appaltante, la Provincia di Rimini abbia commesso degli errori, il principale dei quali è stato l’aver sottovalutato la discrasia tra Ministero e Provveditore”.


Il Pdl provinciale ieri sera era presente per dare manforte ai locali. “Quello a cui abbiamo assistito ieri sera al Consiglio Comunale aperto di San Clemente/Morciano è l’ennesimo balletto del Presidente della Provincia Vitali”, dice il coordinatore Fabrizio Miserocchi. “Il Ponte sul fiume Conca che doveva essere inaugurato a giorni, oggi non c’è e questo è il primo fatto. Il secondo fatto è che il progetto aggiudicatario del bando è sbagliato. Il terzo fatto, il più grave, è stata un ammissione di responsabilità senza conseguenza: troppo semplice dire abbiamo sbagliato, ma l’ammenda qual è? Chi paga? Sempre e solo i cittadini”.


Secondo Miserocchi, “è apparso evidente a tutti i presenti che oltre alla burocrazia in generale ci sono degli errori frutto di una cattiva amministrazione tecnica e politica, che non aveva neppure chiaro quali erano gli enti competenti per visionare il progetto (Ministero o Provveditorato Regionale)”. Rispetto alle tempistiche prospettate da Vitali, Miserocchi fa notare come siano “state date delle scadenze e dei termini dei quali facciamo fatica a fidarci, visti i precedenti perché si potrebbero aprire dei contenziosi che rallenterebbero a tempo indeterminato lo svolgimento dei lavori, ma vogliamo sperare per tutta la Valconca che questa volta sia la volta buona, che finalmente il ponte sia fatto che è l’unica cosa che conta”.

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Rimini | Tsunami 5Stelle, Pizzolante (Pdl) chiama Vitali e Gnassi (Pd) a rispondere dei risultati alle politiche


“Ho nostalgia per il vecchio Pci”. Non lo dice un elettore che per protesta ha crociato domenica la faccia di Grillo. Lo dice Sergio Pizzolante deputato del Pdl fresco di rielezione a Montecitorio. E richiama all’ordine i suoi avversari politici locali, rei secondo il deputato del Pdl di aver aperto le porte al 5Stelle.


Caro Vitali – chiede Pizzolante al presidente della Provincia – a quando una riflessione seria sul tuo moralismo contro bagnini, commercianti, albergatori, artigiani, accusati di evadere quando in realtà non producono più reddito? Certo, lo sappiamo tutti, nei decenni passati c'è stato un eccesso di lassismo, ma ti pare questo, con la crisi che morde come mai, il momento di mostrare la faccia feroce dello Stato, che fa anche la morale a chi è in grave difficoltà e chiude l'attività perché non riesce a pagare dipendenti e fornitori? E sul Trc, sono cinque anni che vi dico che è un mostro che divorerà tutti. E così l'aeroporto: da quanto tempo sostengo che non si può investire tutto e di più sulle infrastrutture di sviluppo (fiera e palazzi dei congressi) e quasi nulla sulla mobilità perché così il sistema è destinato a collassare?”.


Il deputato non le risparmia neanche al sindaco di Rimini. “Caro Gnassi, la ricetta può essere ancora "niente mattoni"? Ne sei sicuro? Si può uscire dalla crisi paralizzando gli investimenti, facendo fallire l'edilizia e fermando una moltitudine di nuovi insediamenti artigianali, turistici, commerciali e residenziali? O smontando gli stabilimenti balneari? Naturalmente occorre costruire o ricostruire bene, ma ricorda che il contrario di costruire è distruggere. E distruggeranno voi e noi, senza distinzione. Noi molte cose le abbiamo dette e fatte, ma la sofferenza è più forte della riconoscenza”. E conclude lo sfogo da dove aveva iniziato: “Il problema non è la Petitti, siate seri”.


Incipit dell’esternazione facebookkiana è il “processo” al segretario provinciale del Pd. “E' un record. Cinque anni fa, dopo due anni di legislatura, fecero fuori Chicchi e Vichi, la Marchioni dopo qualche mese già non la sopportavano e accusavano il sottoscritto di difenderla, la Petitti non ha ancora messo piede in Parlamento ed è già il sacco delle botte di tutti, complimenti! Dovrei essere contento per lo stato di confusione del Pd ma non posso”.


E’ così che Pizzolante arriva a dichiarare sul suo diario di Facebook “nostalgia del vecchio Pci, della sua classe dirigente, alto profilo culturale, capacità di analisi politica e di lettura dei fenomeni e degli umori sociali. Non posso essere contento, considero il grillismo un fenomeno prefascista, non si curano le sofferenze con l'estremismo, con il rifiuto di ogni dialogo. Gli italiani che non votano Grillo sono ancora la maggioranza e non hanno la peste. Quindi sono preoccupato, molto, da una parte i grillini e dall'altra la sinistra in coma profondo”.

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Un centinaio di riminesi all’ultima udienza di Benedetto, don Battaglia: Che cosa è che attira tutta questa gente?


Alle 5,30 del mattino di ieri a Roma fuori dal colonnato di San Pietro era tutto già pieno di gente. Non se l’aspettava così don Roberto Battaglia parroco di Montescudo che con un po’ di parrocchiani e qualche amico aveva dormito nella capitale la notte prima per essere presto in piazza al mattino successivo, entrare tra i primi e posizionarsi abbastanza avanti. E, invece, “arrivati abbiamo trovato chi era lì dalla sera prima. Quei ragazzi inglesi e spagnoli hanno dormito lì fuori. Tu arrivi, li vedi e ti domandi: cos’è che attira tutta ‘sta gente?”.
Già, cos’è. Ieri a piazza San Pietro centinaia di migliaia di fedeli, tra cui più di cento riminesi (anche una trentina di parrocchiani delle Fontanelle di Riccione). Gente che ha assecondato il desiderio di essere lì in quel momento per salutare un’ultima volta papa Benedetto e si è organizzata e mossa spontaneamente.


Per me è stata un’esperienza forte. Eravamo tutti lì per manifestare affetto, gratitudine e vicinanza al papa, quando lui con la sua testimonianza personale, parlando di sé, ci ha inchiodati davanti a Gesù. E alla fine a dominare la piazza, oltre l'entusiasmo e il desiderio dei fedeli di cose belle e vere, la vicinanza, l’affetto e la gratitudine al papa, ha vinto un’altra cosa. Ha dominato la sua vicinanza nel rapporto con Cristo, la sua certezza che la barca della Chiesa non è di Pietro ma è di Gesù. Che Gesù opera e che la chiesa non è un’organizzazione o un’associazione con fini religiosi, ma comunione che nasce da Cristo. Ha dominato la certezza che Gesù è presente sulla barca con la Chiesa”.


Il dono lasciato da Benedetto in eredità è “questa sua certezza di essere in dialogo con Cristo, questa sua vita tutta presa dal sì al ministero di Pietro, che continua ad esserlo nella stessa rinuncia al ministero, e che non cessa di essere affascinante e attrattiva. E’ impressionante cosa può suscitare questo uomo di ottant’anni tutto preso da Gesù. E’ di questo che si è riempita la piazza, dell’attrattiva della presenza di Gesù per come lui lo testimoniava attraverso la sua esperienza, raccontando del suo personale rapporto con Cristo in questa ultima circostanza”.


Un ultimo saluto che ha rispecchiato gli otto anni di magistero. “Tutto il suo pontificato – spiega don Roberto – è stato un continuo rimettersi davanti alla presenza di Cristo. Ho un ricordo. Alla conclusione dell’anno sacerdotale, nel 2011 (anno sconvolto dai casi di pedofilia, ndr) ci fu una giornata conclusiva con a sera la veglia di preghiera in piazza San Pietro. A un certo punto lui si è alzato e si è inginocchiato davanti al Santissimo e con il suo gesto, e il modo con cui lo ha fatto, ha portato tutti i preti a inginocchiarsi sui sampietrini, tutti catturati da lui. Ci ha inchiodati al suo rapporto con Gesù. Ieri lui ha detto che la chiesa è viva. Lo ha fatto in virtù della sua esperienza di otto anni. Noi, invece, abbiamo visto che la chiesa è viva da come domina in lui la presenza viva di Cristo”.


Alla fine, per Benedetto, un lunghissimo giro in jeep e nessun baciamano, ma soprattutto “un attimo di silenzio in cui non ha dominato un’assenza, ma quella presenza che lui stava testimoniando. Non è che io non percepisca il distacco umano, i suoi continui interventi sono stati per me una compagnia quotidiana. C’è una gratitudine e un dolore per il distacco dalla forma che ha avuto questa paternità. Ieri abbiamo visto come si sia realizzata in modo estremo anche nella sua rinuncia. Nel suo trascinarci dentro l’attrattiva di Gesù, lo ha fatto così tanto che quando è andato via non ci ha lasciati orfani, ma pieni della presenza che lui ha testimoniato. Una paternità che nel gesto estremo del distacco si è compiuta”.


“Silenzio, letizia, certezza e stupore” hanno dominato, infine, il viaggio di ritorno dei pellegrini riminesi guidati da don Roberto.

Giovedì, 28 Febbraio 2013 10:39

i maestri e il tempo

Arrigoni, Cristo dona le chiavi a san Pietro


Lo storico dell’arte Pier Giorgio Pasini, venerdì, 1 marzo 2013 ore 17,30, è il protagonista del nuovo appuntamento con “I Maestri e il Tempo. Arte e Pensiero a Rimini, tra l’Europa e l’Oriente”. Si soffermerà sul tema “Giovanni Laurentini detto l’Arrigoni. Pittura e devozione al tramonto del Manierismo

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