Rimini e il pasticciaccio brutto sull’arenile. Cronistoria
Rimini e il pasticciaccio brutto sull’arenile. Cronistoria
E’ un pasticciaccio brutto quello del demanio marittimo, non solo a Rimini, ma anche e abbastanza. Una matassa ingarbugliata. A partire dalle autorità che sulla sabbia interagiscono (non solo Comune, Regione, Capitaneria di porto, Autorità doganale e Agenzia demanio, ma anche polizia giudiziaria, carabinieri, guardia costiera, polizia municipale, polizia di Stato, corpo forestale, guardia di finanza per acquisire notizie di reato e impedire che reati vengano portati avanti) per finire alle norme che regolano anche l’arenile (Codice della navigazione, Piano spiaggia comunale, Codice civile, legge Agenzia delle dogane, regolamenti attuativi e tutte le norme che valutano le rilevanze edilizie a partire dal Testo unico). Il demanio marittimo, in pratica, non è avulso dalla regolamentazione che vale per le altre parti del territorio, in cui rientra ad uso e diritto.
Rispetto al demanio marittimo in Italia si può segnalare una cesura temporale. Fino al 1998 la competenza sull’arenile era in esclusiva di guardia costiera e capitaneria di porto (ovviamente, in nome e per conto dello Stato). Poi un decreto legislativo (112/98, in attuazione del dpr 616/77) ha delegato la competenza del rilascio delle concessioni alle Regioni che a loro volta la hanno subdelegata con varie leggi regionali ai Comuni, che quindi a oggi hanno la titolarità del rilascio delle concessioni demaniali marittime a uso e scopo turistico ricreativo.
Quello del passaggio delle competenze non è un fattore secondario per capire i problemi sulla spiaggia riminese. Andare a togliere competenza allo Stato su una materia così delicata ha comportato, per esempio, enormi difficoltà per via del fatto che, essendo state forti, fino alla fine degli Ottanta, le prerogative della capitaneria, non esisteva una giurisprudenza del demanio marittimo. Tradotto in termini più semplici vuol dire che le autorità marittime locali hanno fatto per un bel po’ il buono e il cattivo tempo.
Con il passaggio di competenze, gli enti locali, chiamati a rispondere ai cittadini in maniera diretta, hanno cominciato a verificare quali problematiche effettive si potessero riscontrare sull’arenile. Visto che fino al 2005 rispetto a quello che si costruiva sulla spiaggia la procura della Repubblica aveva avuto un atteggiamento di massima tolleranza, perché determinate situazioni che oggi vengono considerate rilevanti dal punto di vista edilizio prima non lo erano, anche gli amministratori se ne sono stati tranquilli.
I problemi sono nati quando la magistratura ha cominciato a interessarsi dell’arenile, stabilendo cosa avesse bisogno di titolo edilizio e cosa no. Chioschi, tende, coperture, ampliamenti, sono tra le costruzioni che fino a quel momento lì per la giurisprudenza locale non avevano avuto rilevanza edilizia. Tanto che il Comune, per permetterne il montaggio, si accontentava di una semplice richiesta conforme al regolamento di arredo urbano. Via via la magistratura ha iniziato a chiedere i permessi di installazione anche per le vasche idromassaggio, e in generale, sono partiti i primi sequestri.
Più tardi, accanto alla rilevanza edilizia, è subentrata una problematica più noiosa ancora, quella che oggi è il vero motivo di tensione politico-sociale tra amministrazione e balneari, fra operatori e ordinamento giuridico.
C'è un altro anno da ricordare e coincide con il 1985. Entra in vigore la legge Galasso che introduce la necessità di autorizzazioni per modifiche in fascia paesaggistica protetta (rispetto al demanio marittimo rientra tutto quello che è a 300 metri dalla battigia), dove diventa per l'operatore necessario essere in possesso di permesso paesaggistico oltreché edilizio e demaniale. Non finisce qui. La legge Galasso viene confermata e inasprita nel 2004 dal Codice Urbani, che dà impronta penale considerando reato tutto quello che viene installato senza autorizzazione paesaggistica.
In virtù della nuova e severa legislazione, nel 2005 si muove qualcosa. Entro l’agosto sono stati in ottanta gli operatori che hanno chiesto al Comune l’autorizzazione paesaggistica. Questo perché intanto l'amministrazione riminese aveva adottato il nuovo Piano spiaggia che nella sua prima stesura vietava il rilascio di nuove autorizzazioni paesaggistiche (con decorrenza dal 4 agosto 2005) a meno che non si creassero i comparti (l’accorpamento di più operatori per la realizzazione di interventi di riqualificazione). A presentare domanda quindi furono i bagnini che sapevano di non poter creare il comparto. Alcuni, però, non tutti.
Qualcuno è rimasto scoperto, ma vista la determinazione della magistratura nel contestare anche in spiaggia violazioni non solo edilizie, ma anche paesaggistiche, ha chiesto di poter sanare quello che aveva costruito abusivamente. Il Codice Urbani lo permette, ma al prezzo di costi troppo alti a carico dell’amministrazione dovuti alle perizie di stima per accertare la compatibilità di ogni costruzione. Si sarebbe andati incontro a un enorme sperpero di denaro pubblico e si è scelto, come anche in altri Comuni, una strada diversa: quella di lavorare a un regolamento che quantificasse astrattamente, con una casistica generale, il quadro degli abusi commessi. Una patata bollente lanciata di mano in mano, fino all’amministrazione attuale. Nessuno in Comune, infatti, ha nel corso degli anni voluto prendersi la responsabilità di andare a dire agli operatori cosa e quanto dovessero pagare rispetto a tutto quello che col tempo avevano tirato su in maniera abusiva sull'arenile.
Rispetto alla sanatoria richiesta dai bagnini si delinea presto anche un’altra difficoltà. La Regione, che continua ad avere funzioni di controllo e vigilanza sulle concessioni e sui piani spiaggia, viene interpellata sul tema dall'amministrazione nel 2006 e a domanda risponde che quanto considerato considerato opera stagionale non si sarebbe potuto sanare, ma doveva essere smontato e rimontato a fine e inizio di ogni stagione con autorizzazione (quella paesaggistica vale comunque cinque anni). Nella lista delle cose non sanabili rientrano tutti i giochi, tranne i campi da bocce (che possono quindi essere sanati).
Al regolamento e alle tariffe comunque si arriva lo scorso anno. Nascono nuovi problemi. Il primo ha riguardato i prezzi: troppo alti secondo i bagnini; a norma di legge secondo l’amministrazione che parla di maggior somma tra il presunto guadagno del soggetto che ha compiuto l’abuso o il maggior danno recato al paesaggio e che ha anche il problema di non creare un danno erariale dato da una possibile svalutazione dei beni. La seconda difficoltà ha riguardato i tempi. Il regolamento è stato approvato il 19 aprile 2012. Forse un tantino tardi, perché i bagnini hanno dei termini precisi per andare a installare tutto sull’arenile da piano spiaggia: l’ultimo week end di maggio. così gli operatori si sono regolati non pagando e non smontando, cioè non regolarizzando la loro posizione. Hanno scelto di rischiare.
La procura da parte sua ha continuato il lavoro di verifica, allora i gestori degli stabilimenti hanno iniziato a preparare le richieste per la sanatoria. A questo punto si aggiungono altri due problemi. Uno. I balneari si sono accorti di non essere in possesso delle autorizzazioni per le modifiche demaniali e sapevano che una richiesta di sanatoria paesaggistica mancante di autorizzazione demaniale avrebbe significato la denuncia alla procura da parte del Comune. E’ per questo che lo scorso anno la sanatoria ha avuto uno scarsissimo successo. Due. Il piano spiaggia adottato nel 2005 (tra l’altro impugnato dagli operatori) divide l’arenile in quattro fasce: fascia A destinata al verde e attrezzature, fascia B destinata ai servizi, fascia C destinata all’ombreggio e fascia D quella libera, dove i bagnini mettono i lettini.
Sia in fascia A sia in fascia B il piano spiaggia impone che non possa essere pedanizzato più del 20 per cento dell’area. Invece, già allora c’erano, e ci sono attualmente, delle zone che hanno il 90 per cento di pedanizzazione. Questo significa che per avere l'autorizzazione i bagnini non solo devono pagare il sanabile, ma devono anche distruggere l’insanabile, cioè buona parte di quello che c’è.
Insomma, un bel gomitolo ingarbugliato per un giro di affari posibile grazie a un bene dato in concessione a poco più di un euro a metro quadro di canone, che però avrebbe trovato in parte una soluzione. Rispetto ai servizi stagionali, tra cui i giochi, il Comune di Rimini ha fatto la sua proposta, diverse settimane fa. Le strutture per lo sport sono da iscrivere in un procedimento ex articolo 8 dpr 160 del 2010 che permetterebbe agli operatori balneari di installare ex novo i giochi come opere di urbanizzazione secondaria. I nuovi campi potranno essere installati e restare lì per tre anni, fino al 2015, a disposizione anche in inverno. A oggi, però, nessuna richiesta in tal senso è arrivata agli uffici del Comune.
Rimini | Spiagge e sport, nessuna richiesta per nuovi impianti
Rimini | Giochi in spiaggia, nessuno chiede di costruire impianti 'legali'
E’ scarso, o meglio nullo, il successo tra gli operatori balneari per la proposta del Comune di Rimini di autorizzare la costruzione di nuove strutture sportive in spiaggia considerandole di pubblica utilità allo scopo di escluderle dai vicoli paesaggistici del Codice Urbani. Nonostante l’interesse dei gruppi di sportivi riminesi (oggi su LaVocediRomagna), infatti, l’idea sembra essere destinata a rimanere tale perché, evidentemente, non trova una uguale utilità agli occhi dei gestori degli stabilimenti (che i campi da gioco li hanno già su).
La direttiva Bolkestein fissava al 31 dicembre 2015 il termine massimo per le concessioni demaniali in essere (termine spostato dal Parlamento italiano al 2020). Rispetto ai servizi stagionali, tra cui i giochi, il Comune di Rimini ha fatto la sua proposta, diverse settimane fa. Le strutture per lo sport sono da iscrivere in un procedimento ex articolo 8 dpr 160 del 2010. Ciò permette agli operatori balneari di installare ex novo i giochi che vengono secondo il procedimento considerati opere di urbanizzazione secondaria. I nuovi campi potranno essere installati e restare lì per tre anni, fino al 2015, a disposizione di desidererebbe usarli anche in inverno. A oggi, però, nessuna richiesta in tal senso è arrivata agli uffici del Comune, da parte dei concessionari. Così come nullo resta anche l’interesse per la sanatoria paesaggistica.
20 12 2012 | Popolazione, dati Istat: Rimini cresce ma grazie agli immigrati, saldo naturale a -122
Popolazione, dati Istat: Rimini cresce ma grazie agli immigrati, saldo naturale a -122
Rimini come il resto della penisola, cresce grazie ai flussi migratori. Secondo i dati ufficiali dell’ultimo censimento della popolazione diffusi ieri dall’Istat, al primo gennaio 2012 la popolazione della provincia registrava 332.070 unità e un saldo demografico positivo (+2.826 unità pari al 0,9 per cento rispetto all’anno precedente) dovuto essenzialmente alla componente migratoria (flussi provenienti da comuni extra provincia e dall’estero). Il saldo naturale, infatti, ha segnato una perdita di 122 unità: 226 nascite in meno e 151 decessi in più rispetto all’anno precedente.
Nel corso del 2011, nel territorio provinciale, sono entrati 5.498 nuovi residenti (di cui il 43 per cento di cittadinanza straniera) e ne sono usciti in 3.761 (di cui 20,5 per cento stranieri). Nel dettaglio la popolazione è composta dal 57,5 per cento di cittadini italiani che risiedono nel territorio provinciale fin dalla nascita, dal 32 per cento da cittadini italiani immigrati da un altro comune italiano o dall’esterno, dal 9,3 per cento da cittadini stranieri immigrati da altro comune italiano o dall’estero, dall’1,2 per cento da cittadini stranieri residenti in provincia dalla nascita.
Nella provincia di Rimini gli stranieri residenti al 1 gennaio 2012 sono 33.278, provenienti da 129 diversi paesi, per il 56,4 per cento per cento femmine e per il 43,6 per cento maschi. Complessivamente il 21,2 per cento della popolazione straniera proviene da un paese dell’Unione Europea, ma l’analisi per nazionalità evidenzia che la nazionalità prevalente è quella Albanese (23,4 per cento), seguita da: Romania (15 per cento), Ucraina (12,2 per cento), Marocco (5,4 per cento), Cina (5,1 per cento). L’Albania, per mantiene il primo posto (23,4 per cento degli stranieri) nel 1999, mentre la Romania è al secondo posto conquistato nel 2008, occupato dal 2005 al 2007 dall’Ucraina. I sammarinesi residenti in provincia sono scesi a quota 465 (1,3 per cento) dai 1.238 (37,7 per cento) registrati nel 1993. L’incremento della popolazione straniera, rispetto all’anno precedente, è stato di 1.788 unità, un incremento al di sotto della media annuale (2.387) registrata nell’ultimo decennio.
20 12 2012 | Rimini | Primarie Pd, Petitti si candida. Pronte le regole
Rimini | Primarie Pd, Petitti si candida. Pronte le regole
Parte oggi con l’avvio della raccolta delle firme, dopo la riunione della direzione provinciale di ieri, la campagna per le primarie del Pd per la scelta dei candidati riminesi alle Camere. Emma Petitti, ha sciolto il silenzio dei giorni scorsi, ha firmato per la sua candidatura e inizierà a raccogliere le firme anche lei.
Dopo quelle per la scelta del nome del premier, di venti giorni fa, quelle del 30 dicembre saranno primarie ‘anti-porcellum’ e cadono in un “quadro politico generale nuovamente in movimento, ricordiamoci che il Pd non ha ancora vinto le elezioni e che Bersani con le primarie non è già premier”, chiama all’ordine la Petitti, segretario provinciale e favorita tra gli aspiranti.
Tempi brevi per presentare le candidature. Hanno già firmato anche Tiziano Arlotti, Roberto Biagini, Daniele Imola, Elisa Marchioni. Gli aspiranti parlamentari per il territorio riminese dovranno depositare almeno 120 firme tra gli iscritti del Pd entro domani alle 20. Il Pd dell'Emilia Romagna ha, infatti, deciso all'unanimità di abbassare dal 5 al 3 per cento la quota di firme degli iscritti. La rosa dei candidati da sottoporre alle primarie per i parlamentari sarà, quindi, deliberata questo sabato, nella seduta della direzione provinciale.
Dopodiché via alla campagna fino alla riapertura delle urne, il 30 dicembre dalle 8 alle 21 (un’ora in più rispetto ai due turni delle primarie di coalizione). I seggi saranno 60 su tutto il territorio provinciale. Potranno votare tutti gli iscritti al Pd e ai Giovani democratici e chi si è registrato per ‘Italia bene comune’ del 25 novembre e 2 dicembre, quindi anche gli immigrati che hanno partecipato alle primarie. Potranno votare anche i minorenni, quelli iscritti al Pd e ai Giovani democratici, in regola con i pagamenti.
Salvate il soldato Marchioni
Salvate il soldato Marchioni
La parabola discendente dell’onorevole Elisa Marchioni, del Pd, induce a qualche riflessione su ciò che davvero rappresenta il nuovo in politica o, meglio ancora, su come questo nuovo si manifesta e viene propugnato.
Sessanta notabili, praticamente tutto il partito, hanno scritto una lettera per sostenere la candidatura di Emma Petitti e, di conseguenza, per mandare a casa la Marchioni. I notabili hanno intonato una sorta di peana per il loro segretario: «Riteniamo che la tua figura sia l'espressione autentica e genuina di questo percorso di innovazione e di radicamento, e che rappresenti la massima sintesi di unità che il partito e questo territorio possono esprimere. Una sintesi fra rinnovamento generazionale, innovazione programmatica, competenza, cultura politica, genere e rappresentanza territoriale». Quindi si arguisce che la Marchioni su tutti questi argomenti (rinnovamento, competenza, cultura, ecc.) non c’è. Un curioso e ingeneroso ben servito per chi, solo cinque anni fa, era stata scelta dal segretario Andrea Gnassi come simbolo del rinnovamento. Cinque anni sugli scranni di Montecitorio bastano a far “invecchiare” una promessa della politica locale? È pur vero che oggi i tempi della politica sono velocissimi e tutto si brucia e si consuma in un batter d’ali, ma a ben guardare si intravede anche una logica diversa. In quel momento Gnassi aveva bisogno di un simbolo del rinnovamento per frenare le ambizioni dei vecchi (Chicchi e Vichi). La Marchioni non aveva vita e autorevolezza proprie, serviva solo a lasciare a casa la vecchia classe dirigente. Assolto il compito, ora le viene dato il benservito senza troppi complimenti. Ringrazi il destino che le ha permesso di vivere questa esperienza e lasci fare agli esperti manovratori.
La sua penosa vicenda fa pensare. Cos’è un simbolo del rinnovamento in politica? È qualcosa che esiste nella realtà e che viene semplicemente rivenuto, riconosciuto, o è una “creazione” di chi sta abilmente dietro le quinte e quindi con consumata esperienza ad ogni stagione cambia tutto perché tutto resti uguale? Se è vera la seconda ipotesi, c’è da dubitare anche sul “nuovo” rappresentato dalla Petitti. A parte l’età, non si vedono nella sua biografia e nei suoi padrini politici elementi che possano proiettarla nei territori sconosciuti della politica nuova. Anzi, le consigliamo di guardarsi le spalle, perchè fra cinque anni non le tocchi il destino della Marchioni.
Queste primarie del Pd segnalano anche un altro aspetto. È l’occasione per liquidare quel ceto politico cattolico ex margheritino (Ravaioli, Marchioni) usato per consolidare il consenso nei settori dell’elettorato distanti dalla tradizione comunista e post-comunista. Ora il Pd della cura Bersani non sente più questa esigenza, ritiene di avere la forza per rendere vincenti anche persone marcatamente di sinistra. Pare che a cercare di tenere alta la bandiera rimanga l’ex assessore Arlotti ma con un apparato di partito teso a far vincere Petitti e Biagini il suo appare solo come un generoso canto del cigno.
Valerio Lessi
l'infanzia di Gesù
Andrea Mantegna, Presentazione al Tempio (1460 ca., Berlino, Staatliche Museen)
L’infanzia di Gesù
MUSICHE D’ORGANO E BRANI SCELTI DAL NUOVO LIBRO DI BENEDETTO XVI
venerdì 21 dicembre 2012 · ore 21.15
Rimini | Chiesa del Suffragio | piazza Ferrari | INGRESSO LIBERO
Il Portico del Vasaio | via Clerici, 7 · 47924 Rimini RN | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. · www.porticodelvasaio.org
GIORNALAIO 20.12.2012
Primarie Pd, i nomi per il Parlamento. La Provincia, salva per un anno, approva il bilancio e attende il taglio definitivo. Aeradria, domani il progetto di concordato dal giudice. Fogne, il punto sui lavori
Primarie Pd, “la quaresima dei cattolici”
“Ravaioli che lascia sbattendo la porta. Elisa Marchioni congedata con una lettera di licenziamento firmata da sessanta notabili del Pd. Stefano Vitali praticamente ‘abolito’, in attesa che il prossimo governo si ricordi di liquidare le Province. C’era una volta la Margherita. Contavano parecchio, i cattolici transitati nel Pd. Sindaci, onorevoli e presidenti”, ilRestodelCarlino (p.1) che però avvisa anche (p.2): “NELLE STANZE segrete del Pd l’indicazione è stata chiara: «I due candidati da sostenere a tutti i costi sono Emma Petitti e Roberto Biagini». Ma alla fine sarà una sfida a cinque. Oltre a Elisa Marchioni, pronta a ricandidarsi nonostante il clima ostile, in corsa per il Parlamento ci sono anche Daniele Imola e Tiziano Arlotti. Sono loro i candidati in lizza per Roma. Tramontate le candidature dell’ultima ora (Claudia Montanari, il vice sindaco di San Giovanni, così come il ‘renziano’ Alessandro Belluzzi)”. Ravaioli. “Ci sono state, spiega, «situazioni, atteggiamenti e prese di posizione che hanno fatto scemare questo desiderio di correre in una gara priva di quelle regole adatte a scegliere con discernimento una classe politica che deve rappresentare il territorio e il paese»” e annuncia una maggiore partecipazione alla vita civile riminese come buon proposito per il 2013.
Marchioni, intervista del CorriereRomagna (p.5). “«Io credo di essere il candidato naturale del Partito democratico: non devo neppure raccogliere le firme. Dal gruppo parlamentare ho avuto una buona valutazione e non è successo a tutti. Penso di avere lavorato bene, ho rappresentato il Pd, i cittadini di Rimini ». Alcuni parlamentari, nonostante la pagella positiva, non vengono ricandidati: bocciati dal territorio. «Anche questo a me non è successo. La lettera dei cinquanta a favore del segretario, non è contro di me. Chiedono a Emma di scendere in campo per rendere vere le primarie.Sono d’accordo anch’io: con questa legge elettorale abbiamo bisogno di una legittimità popolare»”.
Tiziano Arlotti. Dopo qualche giorno di riflessione ha deciso di scendere di nuovo in campo. "Lo faccio con spirito lieve, nella logica di dare ancora una volta il mio contributo disinteressato a un progetto politico e sociale che più degli altri ha lo scopo di traguardare il Paese fuori da una crisi drammatica, attraverso le leve di uno sviluppo equilibrato, della protezione sociale diffusa, della competitività garantita a tutti, della trasparenza, della scuola e della cultura. In questo senso, sono sicuro che il territorio riminese, con le sue potenzialità, le sue eccellenze, le sue relazioni, può e potrà avere un ruolo strategico nella ripresa dell’Italia. Un territorio che però ha bisogno di potere contare su maggiore attenzione da Roma, soprattutto in ordine a non più rinviabili investimenti infrastrutturali. Mi metto dunque a disposizione, conscio che qualunque cosa accadrà e in qualunque ruolo, la sera del 30 dicembre sarò subito al lavoro per il Partito democratico. Come ho sempre fatto e come farò". Non mancano però i malumori all’interno del Pd. Il renziano Alessandro Belluzzi li riassume per tutti: “Avevamo chiesto rinnovamento. Non mi sembra che ci sia stato”, NuovoQuotidiano (p.7).
La Provincia approva il bilancio…
“Il presidente annuncia anche, da gennaio, la ripartenza della campagna dell’anno scorso sul fisco, quella dei manifesti ‘Futuro scomparso per evasione fiscale’. Altre priorità: l’efficienza delle partecipate e dei costi dei politica: questi ultimi nel bilancio 2013 non vanno oltre i 233 mila euro contro i 511 mila del 2008 e spiccano meno 430 mila euro per il personale; un taglio del budget dei singoli assessorati del 50% sul 2012. Nel bilancio 2013 ci sono 41 milioni di spesa corrente (48 l’anno scorso): finanziate le opere di viabilità già previste e i lavori di edilizia scolastica al Valgimigli di Rimini e al Savioli di Riccione”, ilCarlino (p.7).
...e si organizza in attesa di sapere di che morte morire
“Con il congelamento del decreto, la Provincia è per ora salva, ma incontrando la stampa ieri mattina il presidente Stefano Vitali ha previsto «la cancellazione dell’ente» nella prossima legislatura, benché «con tempi un po’ più lunghi, attraverso una riforma costituzionale». Questo perché «l’accorpamento è diventato il vero ostacolo alla riforma»”, LaVoce (p.21).
Università
“Il magnifico rettore è assolutamente convinto che il nuovo dipartimento, che ha riunito in sé 9 corsi di laurea (da farmacia a scienze motorie, da moda a ostetricia) dal 2013 avvierà un master e un dottorato di ricerca, non potrà che giovare all’università di Rimini. «Rimini non ha ottenuto il secondo dipartimento, ma non è uscita depotenziata. Anzi, il saldo è stato positivo dopo la riforma. Non si sono persi corsi di laurea, tutti sono stati mantenuti». IL VERO PROBLEMA semmai (e non riguarda solo Rimini) è il fatto che «non potremo fare nuovi investimenti, visti i nuovi tagli previsti dal governo, ma riusciremo a garantire gli standard attuali». Intanto il nuovo dipartimento di Scienze per la qualità della vita è già partito bene. «Dai 42 docenti iniziali siamo già arrivati a 49 — sottolinea Giovanni Matteucci, direttore del dipartimento — a cui si aggiungono 7 assegnisti di ricerca, 6 amministrativi e 2 tecnici di laboratorio. Stiamo per lanciare molti progetti, per coinvolgere la città e le imprese del territorio»”, ilCarlino (p.11).
Aeradria
“Aeradria depositerà infatti il progetto di concordato in continuità che il giudice dovrà approvare. La società che gestisce l’aeroporto Fellini avrà quindi tempo fino a fine febbraio per rendere concreto il progetto industriale presentato”, NQ (p.9).
“Entro quella data, dunque, bisognerà impegnare i soldi per pagare i creditori, che dovranno approvare a loro volta (almeno al 51%) il concordato. Vitali ha aggiunto che si sta procedendo con la razionalizzazione delle attività all’aeroporto: «Taglieremo alcune compagnie che non possiamo più permetterci in termini di sostegno di marketing»”, LaVoce (p.21).
Treni
“A questo punto è certo, il 2013 porterà sui binari della linea Adriatica i treni dell’alta velocità. La certezza viene dalle dichiarazioni rilasciate ieri dall’ad del Gruppo Fsi, Mauro Moretti, a Bologna per presentare il mockup, ovvero il modello in dimensioni reali, del Frecciarossa 1000, già in mostra a Rimini in occasione del Meeting. Ecco cosa riporta FsNews. Quanto al nuovo collegamento adriatico Milano - Ancona, annunciato dal competitor, Moretti ha sottolineato che «questo collegamento non c’è ancora. Quando ci sarà lo vedremo. Noi lo stiamo studiando da un po’ di tempo e avremo presto novità»”, LaVoce (p.19).
Spiagge
Adesso anche gli sportivi si lamentano. “Tutti se ne stanno infischiando della spiaggia, nella guerra fra bagnini e Comune gli uni danno la colpa agli altri, e viceversa. Il paradosso è che le reti non sono fuorilegge, ma i pali che le sostengono sì, ma con gli smontaggi le reti sono state tolte, i pali invece sono rimasti! Ci sembra una doppia presa in giro. Sta a vedere che gli unici a dare fastidio, in questa Rimini venuta su con mille abusi, siamo noi sportivi”, LaVoce (p.17), mentre Corrado Paolizzi (Cuore di Rimini) difende il cemento balneare. “Penso sia ormai arcinoto - dice Paolizzi in una nota - che i bagnini debbano smontare o pagare o smontare e pagare insieme per il suolo occupato da pedane e scivoli di immissione dal marciapiedi alla spiaggia, installati forse senza autorizzazione. Io vi chiedo, avete mai provato a spingere o tirare un passeggino con bambino sulla spiaggia? Avete mai provato ad immedesimarvi in un portatore di handicap con difficoltà gravi alla deambulazione? No? Bene, fatelo!”.
Fogne
“Siamo alla fine del 2012, l’ennesimo anno trascorso in discussioni a non finire sul sistema depurativo. «Siamo l’amministrazione delle fogne», sostiene la maggioranza. Abbiamo chiesto conto al Comune dei lavori fatti, o almeno iniziati, rispetto a quanto previsto nel piano annuale dei lavori pubblici. Su 6,2 mln euro preventivati a carico di palazzo Garampi, i lavori finiti ammontano a 494.956 euro, il 7,9% del totale. Su sette opere, due sono finite e una in partenza «questa settimana». La quarta è ferma «per il patto di stabilità», le rimanenti tre sono in corso di progettazione o di aggiudicazione”, il punto su LaVoce (p.15).
Turismo, l’indagine di Trademark
“Novembre: Rimini tiene. Lo dice l’osservatorio di Trademark Italia che rileva per l’undicesimo mese dell’anno un’occupazione delle camere pari al 52,60 per cento con una flessione di 2,9 punti rispetto al 2011.La camera doppia, in un quattro stelle riminese, vale 95,22 euro contro i 98,51 del novembre 2011... «Il problema è che internet uccide i prezzi. Stiamo assistendo a una contrazione generale dei listini, perché la gente vive di comparazioni e oggi la prima cosa che fa un cliente è piazzarsi sulla rete per vedere se c’è qualche hotel che chiede meno. In più c’è la crisi e la gente cerca soprattutto sconti e occasioni». Ben altra cosa è invece la qualità. «Quella non si può verificare su internet ma soprattutto è molto soggettiva. Problemi come l’insonorizzazione, l’aria condizionata, la tv più o meno grande dipendono dai singoli gusti. In più da quando si è scoperto che in rete e sui social network si pasticcia con ditte che vendono commenti sull’affidabilità di una struttura, è davvero difficile»”, Corriere (p.10).
Natale
Musiche e letture sull’Infanzia di Gesù, dal nuovo libro di papa Benedetto, LaVoce (p.12).
Auguri sindacali. “La Maggioli invita i dipendenti alla festa di auguri di fine anno e i sindacati rispondono facendo... festa alla Maggioli. Si sono presentati volantini alla mano, ieri, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, davanti all’hotel Holiday Inn (proprietà di Manlio Maggioli) dove si celebrava il rito degli auguri di Natale. Ma troppo fresca è la “ferita” legata ai licenziamenti in tronco di due lavoratrici, perché le tre sigle rimanessero in silenzio”, Corriere (p.10).
Facebook
La ‘guerra’ del generale Enrico Cecchi, ilCarlino (p.10).
19 12 2012 | Rimini | Aeradria, entro due giorni in tribunale il progetto di concordato
Rimini | Aeradria, entro due giorni in tribunale il progetto di concordato
Aeradria, tra due giorni scadrà il termine per la consegna del progetto di concordato in tribunale. Da qui il giudice competente si prenderà un po’ di tempo, qualche giorno, per asseverare (oppure no) il progetto del concordato, cioè certificarne l’aderenza con la realtà, la verità dei fatti sostenuti dalla società.
Dopo e in caso di risposta positiva del giudice, scatterà un nuovo conto alla rovescia. Ci sarà tempo fino alla fine di febbraio per rendere realizzabile quanto sostenuto. Si parla in particolare della capacità di Aeraria di recuperare i sette milioni di aumento capitale e i sei milioni di prestito dei soci, ma il documento ha in sé altre voci in prospettiva, numeri e azioni realizzabili che la società fornirà al giudice per permettergli di presentarsi davanti ai creditori e concordare (i creditori dovranno votare la proposta di Aeradria, che passerà col 51 per cento). Questo significa che entro fine febbraio i soci pubblici, quelli che ancora non l’hanno ancora fatto, dovranno deliberare l’aumento di capitale per quanto gli spetta.
Tuttavia, il tesoretto dei soci non basterà al giudice per valutare positivamente il salvataggio di Aeradria ed è per questo che il progetto di concordato va oltre la sola attività volativa. Bisognerà dimostrare che nei prossimi anni l’azienda riuscirà a raggiungere non solo il pareggio di bilancio, ma anche a pagare i debiti. Ci sarà, quindi, bisogno anche di una revisione della struttura e non solo.
Se da un lato, si punta a mantenere il numero dei passeggeri (e quindi il rispettivo indotto), che per quest’anno si è attestato sugli 800mila, dall’altro si inizia a prevedere in futuro lo sfrondamento di alcune compagnie troppo costose dal punto di vista del marketing, quasi una tassa obbligata per tutti gli aeroporti turistici affinché le compagnie vi facciano scalo, ma che può essere gestita meglio. Un esempio, per capirsi, può essere quello del collegamento con Roma. Fino a poco tempo fa costava ad Aeradria più di 700mila euro di passivo. Si tratta di una linea che si è valutato di tenere per una logica di continuità dell’aeroporto (una volta a Roma da Rimini si può raggiungere tutto il mondo) o anche perché di servizio alle fiere.
E’ prevedibile che in situazioni simili in futuro i soci chiedano ad Aeradria di individuare l’ente o chiunque tragga un beneficio dal collegamento, in modo da garantire una partecipazione più adeguata. Nel frattempo, invece, è più probabile che il giudice (che non terrà conto dei vantaggi dell’indotto del Fellini per la provincia di Rimini e San Marino) chieda ad Aeradria di tenere in piedi solo i contratti che palesemente non siano sproporzionati rispetto all’attività.
19 12 2012 | Rimini | Riordino Province, Vitali: Decreto congelato per un anno, poi riforma costituzionale. Intanto, salve le giunte
Rimini | Riordino Province, Vitali: Decreto congelato per un anno, poi riforma costituzionale. Intanto, salve le giunte
Congelato il decreto sulla riorganizzazione istituzionale, e salve le giunte per un anno, a Rimini intanto ci si organizza per arrivare preparati a una riforma costituzionale che non accorperà nulla e cancellerà tutto. “Tutto quindi per ora - conferma il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali - va avanti come prima, anche se sappiamo già che tutte le forze politiche lavoreranno sulla prossima campagna elettorale sulla chiusura delle Province, che quindi è solamente rimandata”.
Si torna quindi per un po’ a respirare. “L’anno che abbiamo davanti ci permette di lavorare finalmente con la dignità dell’istituzione. Fino a ieri eravamo chiusi, oggi siamo aperti. Questo ci servirà per portare a casa i risultati legati alla nuova identità che dobbiamo dare alle amministrazioni. Credo che questa consapevolezza da parte dei sindaci ci sia”.
Dopo di ché, la tendenza “molto probabile” sembra dunque quella della cancellazione dell’ente tout court e dunque la ridistribuzione delle funzioni. “E’ chiaro che questo dovrà passare per una riforma costituzionale e non per un decreto e i tempi saranno più lunghi, ma se c’è un accordo bipartisan non ci metteranno molto”. Se l’intuizione di Vitali è vera, quella che sta guidando sarà quindi, comunque, l’ultima legislatura per la Provincia di Rimini. “L’ultima piena”, dice Vitali. “Se ci dovessero essere strascichi, probabilmente li farebbero gestire a un commissario”.
Sarà esclusa dal prossimo esecutivo, secondo Vitali, la strada degli accorpamenti “che sono stati il vero ostacolo al decreto. Non tutti i territori sono maturi con il nostro, che ha già messo in campo collaborazioni nella gestione dei servizi”.
Rispetto al ruolo dei comuni e all’era post Province (quando sarà), l’altra questione sul tavolo è quella della riorganizzazione delle autonomie locali da parte della Regione, da portare in assemblea entro dicembre. “C’è un po’ di confusione – dice al proposito Vitali – perché l’aspetto amministrativo del nostro territorio non è legato esclusivamente agli enti locali. C’è una miriade di altri enti regionali e non che insistono sulla vita di un territorio e se non si prende sul serio in mano la riforma regionale complessiva sulla base di quanto il prossimo governo farà delle Province si rischiano risultati deludenti e di incidere su comuni in ginocchio. Il problema non si risolve facendo riforme politiche o di accorpamento”.
Un esempio è quello delle Province romagnole prima e dopo l’annuncio della fusione (scongiurata). “Fino a quando non ci è stato imposto da nessuno abbiamo lavorato tranquillamente e abbiamo portato a casa dei risultati che in nessun altro territorio ci sono, come trasporti, area vasta sanità, Romagna Acque. Nel momento stesso che ci è stato imposto sono cominciate le preoccupazioni. Ed è veramente rischiato di saltare tutto, anche le cose su cui si era più avanti, come la sanità. I campanili non verranno smontati con una legge, che non darà risorse o le darà limitate, c’è bisogno di una volontà di fondo da parte dei sindaci, altrimenti il rischio di caos istituzionale è molto alto”.
Curiosità. Nell’incertezza di quel che ne sarà, la Provincia ha intanto perso “tanti dipendenti”. “I più bravi, quelli che hanno trovato altro”, conclude Vitali.
19 12 2012 | Rimini | Provincia compatta a bilancio: spesa nel 2013 da 41 mln (-8mln trasferimenti erariali)
Rimini | Provincia compatta a bilancio: spesa da 41 mln per il 2013 (-8mln di trasferimenti erariali)
Previsione 2013 approvata con 7 milioni di contrazione della spesa per la Provincia di Rimini. Un bilancio da 41 milioni (contro i 48 del 2012) approvato in un’assemblea (quasi) unanime: tutti a favore e il Pdl astenuto (e non contro). “Ieri sera in Consiglio anche i più anziani hanno detto che una cosa così non era mai successa e che ci si sentiva un po’ a disagio ad essere così buoni”, la dice così il presidente Stefano Vitali. Sarà il Natale.
La situazione non è facile con tagli nei trasferimenti che vanno da quelli regionali (8,5 milioni in meno nel confronto con la previsione 2012 e 6,6 in conto capitale) a quelli erariali. Dal 2012, infatti, la Provincia non incassa più da irpef e addizionale Enel perché lo Stato dovrebbe versare una somma pari (mediamente tra i 9 e gli 11 euro l’anno). Invece, questa somma compensativa era stata prevista nella cifra di 9,5 milioni nel preventivo 2012, si è poi rivelata più che dimezzata nel bilancio assestato ed è scesa a 2 milioni per il preventivo 2013.
Un calo “mostruoso” dei trasferimenti, quindi “con il passaggio da 10 milioni del 2011 a 2 del 2013. Si tratta di 8 milioni su un bilancio da 40. E’ un bel pezzo che se ne va”. “Il governo ha congelato la legge sugli accorpamenti, ma con questo taglio dei trasferimenti ha decretato la morte sociale delle Province perché il 20 per cento di bilancio in meno significa che colerà sangue quest’anno”. A rendere più difficili i conti per la Provincia anche i proventi dalle nuove immatricolazioni auto, che a causa della crisi, prevedono le flessioni di 400mila euro per l’rc auto e di 200mila per ipt.
“Di positivo c’è – aggiunge Vitali – che avendo un bilancio sano possiamo contrarre mutuo. Posso dare per certa, quindi, la gara per il Valgimigli e una risposta anche per il Savioli di Riccione. Insomma, nonostante la situazione daremo delle risposte concrete al territorio”.
A rischio, invece, sono “le prospettive infrastrutturali”. “Dovendo avere cura delle scuole superiori, delle strade, è chiaro che noi con bilanci così saremo sempre meno efficaci. Per esempio, sulle strade provinciali nell’arco di pochissimi anno con gli interventi che abbiamo fatto abbiamo raggiunti importanti obiettivi nell’abbattimento dell’incidentalità e dunque della mortalità. E’ chiaro che questo nei prossimi anni mancherà, e la mia non è una minaccia. E’ un dato di fatto. Su questo ci dovremo interrogare”.
E’ però in virtù della mancanza di soldi che si sta delineando secondo Vitali l’”identità precisa” della Provincia, finché vivrà. “Trovare un ruolo nuovo degli enti locali in mancanza di risorse. Noi quest’anno saremo una spina nel fianco (con proposte concrete) per tutti quegli enti, sono 36, che stanno attorno a una conferenza di servizi per una pratica di qualsiasi azienda e che creano inefficienza, o stop. Il ruolo nuovo delle amministrazioni locali sarà quello di creare la semplificazione. Su questo saremo inflessibili”.
Altro punto già in agenda per il 2013 è continuare la lotta all’evasione fiscale, “con azioni non solo pubblicitarie, alla Oliviero Toscani, ma anche concrete”, che saranno definitive già nelle prossime settimane e che si affiancheranno all’affissione di manifesti, tra gennaio e febbraio.