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Carim ed Eticredito. Intervista a Linda Gemmani


Sembra che Rimini, con Sido Bonfatti alla presidenza della Carim, abbia trovato un nuovo protagonista della vita cittadina. Riprendiamo alcune sue considerazioni con Linda Gemmani, amministratore e socio di SCM Group.


L’uscita pubblica di Bonfatti, alcuni giorni fa, è stata tutt'altro che retorica e formale ed egli non ha evitato di esporsi con giudizi precisi. Si può dire che, sia nello stile che nei contenuti, abbia da subito voluto rimarcare una netta discontinuità con il passato.
Non so come sia nata la candidatura Bonfatti perché non sono dentro alle logiche della Fondazione e della Banca per saperlo, ma so che il suo nome è stato condiviso e valutato principalmente da Banca d’Italia, poi appoggiato anche dalla Fondazione. Si cercava un uomo autonomo, indipendente da ogni logica politica, soprattutto d’ambito riminese, che facesse banca con estrema professionalità. La mia impressione personale è che sia un uomo determinato e senza troppi “fronzoli”. Potrei definirlo un “tecnico” alla Monti. Non so che obiettivi si sia dato, ma deve portare Carim fuori dagli scogli in mare aperto, e in questo momento non è una cosa facile; tantomeno per una banca che esce da un commissariamento come questo. Sicuramente è il tipo di presidente necessario in questo momento.


Un'altra novità che vale la pena sottolineare è che, con questo intervento, si è probabilmente assistito alla ricomposizione di un corretto rapporto tra Fondazione e Banca. Fino ad oggi, anche in momenti non di crisi, il protagonista cittadino del dibattito è sempre stato il presidente della Fondazione (tanto che, nella spartizione delle cariche, la presidenza della Banca è sempre stata vista come un ripiego). Con questo intervento Bonfatti sembra rimarcare l'autonomia della Banca, sia dalla Fondazione che dalla politica; e la necessità che la città e il suo governo si confrontino "tecnicamente" e non politicamente con essa.
Sono convinta che sia una strada nuova, una novità positiva. Era indispensabile interrompere questo connubio Fondazione / Banca; da tanto tempo era anche una richiesta di Banca d’Italia ed io personalmente la condivido. Al di là di tutto quello che è successo in questi anni tra Fondazione e Banca ed il conseguente commissariamento, il legame con la Fondazione era troppo stretto ed il centro di potere troppo coincidente per curare gli interessi sia dell’una che dell’altra nel migliore dei modi. La Banca è prima di tutto un soggetto che opera in un contesto socio-economico, che deve rispettare obiettivi impostigli da Banca d’Italia e anche dal mercato stesso in cui si trova da operare. È prima di tutto un soggetto finanziario e questo non lo deve mai dimenticare.


Anche sulla vicenda Eticredito la terzietà di Bonfatti è probabilmente ciò che ne ha generato la posizione espressa sulla incorporazione. Una terzietà fondamentale anche perché molte persone impegnate in Eticredito lo sono anche in Carim.
La vicenda della fusione di Banca Etica è un po’ controversa e devo dire che Bonfatti è stato piuttosto netto nella sua posizione. Ma è difficile tenere distinta Eticredito da CARIM perché effettivamente la prima è una costola della seconda: molti soci della prima lo sono anche della seconda, ed anche qualora non lo siano sono comunque tutti ex amministratori di CARIM, o della Fondazione o ex dipendenti…. Insomma, i legami sono molti e molto stretti e così, spesso, le difficoltà della seconda hanno influenzato anche la prima. Credo che le difficoltà di Carim abbiano sicuramente inciso negativamente sullo sviluppo e sulla crescita di Eticredito; e comunque la crisi economico finanziaria ha compromesso il difficile rapporto tra due banche che in apparenza non erano concorrenti (una operante sul mercato del credito locale, l’atra nel rispondere ad esigenze creditizie di chi aveva più bisogno e non riusciva ad avere accesso al credito di banche come Carim), ma che di fatto, forse anche per il momento economico di difficoltà, si sono trovate di fatto a farsi concorrenza. In questa “lotta” naturalmente ne ha fatto le spese la più debole perché più piccola e più in difficoltà. La fusione dovrebbe evitare questo “duplicato”, seppur si dovrebbe salvaguardare la possibilità di preservare i principi di eticità anche nella funzione creditizia: questo dovrebbe essere lo scopo del comitato Etico richiesto dagli attuali soci di Eticredito.


Per entrare nello specifico dell'intervento di Bonfatti, sarebbe interessante capire le ragioni delle due banche per questa incorporazione.
Gli umori in eticredito sono molto contrastanti: c’è chi vede nella fusione la fine di tutto (cioè chi crede che, pur impegnandosi la Carim a costituire il Comitato etico e ad adottare alcuni principi nello statuto, alla fine non ne rimarrà nulla) e chi invece pensa che, con questa fusione, Eticredito possa avere uno sbocco di continuità nelle sue finalità che differentemente non potrebbe perseguire perché destinata ad accorparsi comunque a qualche altra banca.
C’è comunque un fatto oggettivo che pochi considerano: Eticredito non ha le dimensioni e le possibilità di continuare ad operare autonomamente; invano ha cercato compratori interessati ad acquisire una banca con finalità etiche e non ci sono state ad oggi offerte concrete in questo senso, quindi l’operazione di fusione con Carim è l’unica alternativa perseguibile.
Dimenticavo, c’è un terzo schieramento: quello di chi è socio di Eticredito ma, non vedendo risultati soddisfacenti e non vedendo una crescita significativa, vuole uscirne e quindi, a qualsiasi condizione, è interessato ad una cessione o una fusione.


Seconda questione specifica affrontata da Bonfatti: il caso Aeradria. Bonfatti parla di una esposizione di 7 milioni che non ha portato alla Banca alcuna considerazione da parte del management di Aeradria. La richiesta di un maggiore peso nelle decisioni è in sé giustificata, ma soprattutto sembra introdurre nella gestione dei beni (specie di quelli pubblici, cioè con i “soldi degli altri”) una categoria di responsabilità spesso assente, quella legge di causa ed effetto che invece è arte della politica camuffare.
La richiesta di un’azione concertata con le altre banche credo che sia positiva e responsabile, propria di chi non vuole distruggere un bene “pubblico” ma allo stesso tempo non vuole delegare totalmente ad altri iniziative che potrebbero mettere in ulteriore difficoltà chi sta finanziando l’aeroporto. Purtroppo l’azione politica su questo specifico argomento mi è sembrata molto superficiale ed improvvisata. Capisco che nel mestiere di politico è difficile trovare anche capacità manageriali… Mi auguro che nel breve la focalizzazione sulla responsabilità di ognuno cominci presto a portare risultati, ma soprattutto venga compresa ed interiorizzata da tutti.


Infine la parte dell'intervento di Bonfatti sui gruppi industriali. In sintesi il presidente della Carim dice “Non voglio metterli in difficoltà, ma noi dobbiamo differenziare gli impieghi.” Soprattutto questa posizione porta a domandarsi quale sia il ruolo di una banca sul proprio territorio e quale debba essere, oggi, quello di Carim.
Condivido la scelta del Presidente, anche se questo va a nostro discapito; ma la motivazione mi preoccupa un poco: cosa significa differenziare gli impieghi? La Banca ha deciso di riorientare gli impieghi in altri settori diversi da quello industriale? E chi lo sosterrà allora? Chi aiuterà l’economia? Sarei curiosa di sapere quali settori diversi dal nostro sono stati scelti e con quali criteri. Comunque ribadisco che condivido la scelta soprattutto perché condivido che gli impieghi sono da orientare laddove c’è lo sforzo di tutte le parti a farli rendere al meglio o dove l’intenzione di ogni attore è comunque quella di fare di tutto, anche a costo di sacrifici personali. Noi, nel nostro piccolo, stiamo facendo così; prima di chiedere al mondo bancario di sostenerci abbiamo voluto dimostrare tutta la nostra buona volontà sia intellettiva che finanziaria personale in quello che facciamo, poi la banca giocherà il proprio ruolo, come meglio crede. Solo una raccomandazione: frammentare gli impieghi diminuisce il rischio ed accontenta un po’ tutti, ma chi ha dimensioni maggiori dove trova sostegno?

Lunedì, 17 Dicembre 2012 09:16

GIORNALAIO 17.12.2012

giornalaio

Bilancio di fine anno per la semplificazione, Vitali: basta pareri multipli. Arriva in commissione il cemento del sindaco. Primarie Pd: forse si candida anche Petitti


Bilancio di fine anno per prefetto e Provincia


Dice Stefano vitali che “«tra pochi giorni, presenteremo come Provincia di Rimini uno screening ‘sul campo’ di quella che qualcuno mi ha suggerito chiamare ‘macchina del male’, ovvero quel combinato disposto di normative, regolamenti, competenze, deleghe, disposizioni, assunte e prese da diversi soggetti con l’intento singolo della ‘best practice’, che alla prova dei fatti determinano una paralisi totale di ogni procedimento, specie aziendale, con i conseguenti, intuibili effetti sul fronte della concorrenzialità e dell’occupazione delle nostre imprese». E cita il caso delle autorizzazioni che prevedono un parere da parte di più enti, che «è solo una delle storie di ordinaria burocrazia che vengono accettate ogni giorno come ‘normali’. Un prezzo sopportabile alla democrazia? Semmai un irritante monumento all’inefficienza». Ecco perché la Provincia di Rimini presenterà nel 2013 al nuovo Governo e alla Regione «una proposta dettagliata sullo sfrondamento di una serie di normative che bloccano chi vuole fare impresa e dunque crea lavoro»”, LaVocediRomagna (p.11).


“Tornando al 2012, Vitali ha snocciolato qualche dato: «Sei milioni abbondanti di ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nel periodo gennaio/settembre; una proiezione sull’anno che si attesta sui 10 milioni di ore; un tasso di disoccupazione per i giovani sotto ai 25 anni che sfiora il 25 per cento»”, NuovoQuotidiano (p.5).


“Anche il prefetto Claudio Palomba ha partecipato ai saluti, dedicando la sua prima preoccupazione alle «nuove povertà » e alle difficoltà lavorative dei giovani e meno giovani. La crisi economica, per Palomba, si lega ai problemi di sicurezza. «Le difficoltà sociali possono avere dei riflessi: aumenti di furti, rapine e altri reati minori»”, CorriereRomagna (p.7).


Il cemento del sindaco


“Il banco di prova per il sindaco è arrivato, così come il ‘redde rationem’ nel Pd sulle partite urbanistiche ereditate da Ravaioli e Melucci. Andrea Gnassi (foto Migliorini) a una settimana dall’approvazione dell’atto di indirizzo del Masterplan deve fare i conti con cinque piani particolareggiati già pubblicati che ‘cozzano’ coi pannelli in mostra al foyer del Galli. Oggi alle 8.30 i consiglieri della maggioranza di centrosinistra si riuniranno infatti per decidere il da farsi sui due piani che alle 9 saranno in discussione alla commissione 3”, LaVoce (p.15).


«OGGI in Commissione urbanistica e, se non verranno ritirate, giovedì prossimo in Consiglio comunale arriveranno le prime due varianti dell’era Gnassi. Due Piani Particolareggiati (PP) già ribattezzati come la colata di natale: 8mila metri quadri di appartamenti in zona Santa Giustina e 5mila di uffici in zona Celle, che sommati fanno 13 mila metri quadri», ilRestodelCarlino (p.2). Voterà contro, dice Fabio Pazzaglia (Sel).


Impresa, premiato Giordano Emendatori


“Lavoro e imprese, sono questi i due temi centrali del tradizionale saluto di fine anno di prefetto e presidente della Provincia. Anche il luogo scelto per la cerimonia ha un significato simbolico: la fabbrica della Scm Group, la ‘Fiat’ di Rimini. E non è un caso che il premio ‘Made in Rimini’, consegnato nell’occasione, sia finito a Giordano Emendatori, presidente e fondatore della ‘Mec 3’ di San Clemente, azienda leader a livello internazionale nel settore della gelateria artigianale e della pasticceria. con 280 dipendenti e una copertura di oltre cento paesi nel mondo. Un’impresa che è stata più volte segnalata tra quelle più dinamiche d’Europa nel ramo alimentare”, ilCarlino (p.3).


Intervista al gestore dell’Embassy, Elio Tosi, NQ (p.6). “Qualcuno dice: «oltre ai soldi, oggi a mancare sono soprattutto i grandi gestori come Elio Tosi». E poi è sempre più difficile fare impresa… «E' cambiato tutto, oggi le categorie si pestano i piedi e non si aiutano. E poi i figli degli albergatori non vogliono più fare il lavoro dei padri, così le strutture finiscono in affitto: manco a dirlo i prezzi sono troppo alti e, per rientrare, si taglia sulla qualità del servizio e dei prodotti. E' un cane che si morde la coda»”.


Inchiesta Meeting, oggi gli interrogatori


“I vertici della Fondazione saranno ascoltati oggi dal pubblico ministero che coordina l’inchiesta sulla truffa aggravata per l’indebita riscossione di fondi pubblici. Saranno sentiti dal magistrato il commercialista Massimo Conti, 59 anni e rappresentante legale della Fondazione, il direttore generale Sandro Ricci, 56 anni, e il coetaneo direttore amministrativo Roberto Gambuti. Risultano infatti tutti indagati con l’accusa di truffa aggravata per aver indotto in errore, secondo la Procura, alcuni enti pubblici così da ottenere 310mila euro di finanziamenti. I tre indagati sono difesi dall’avvocato Sergio De Sio per Ricci e la Fondazione come persona giuridica, Cesare Brancaleoni per gli altri due . Con tutta probabilità nei prossimi giorni ricorrano al Tribunale del Riesame contro le misure cautelari ritenute ‘sproporzionate’”, LaVoce (p.13).


Primarie Pd


“Restano in gioco, senza dubbio, la deputata uscente Elisa Marchioni, l'ex sindaco di Riccione Daniele Imola e l'assessore comunale ai lavori pubblici Roberto Biagini. L'ex primo cittadino di Rimini Alberto Ravaioli, invece, dopo la lettera di Gnassi, Galli e Morri che invitavano a presentare nomi nuovi, aveva annunciato qualche giorno di riflessione. Molti lo danno già per ritirato. Per altri, invece, andrà avanti come prima. La decisione ufficiale dovrebbe arrivare oggi. Altro nome sul tavolo è quello del segretario provinciale del Pd, Emma Petitti, sostenuta da più parti”, NQ (p.5).


Venere ritrovata e rincasata, da ieri di nuovo al museo comunale. “La bellissima statuetta in bronzo ritrovata a San Giovanni di Perareto, tra la via Popilia e la via Emilia negli anni 40, di epoca romana imperiale, è ritornata a Rimini. L’opera d’arte era stata trafugata nella notte tra il 27 e il 28 agosto 1962 nel museo civico di Rimini era stata inserita nella Banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti ed era finita a New York”, ilCarlino (p.2).

Sabato, 15 Dicembre 2012 08:19

GIORNALAIO 15.12.2012

giornalaio

Politiche, primarie Pd. Galli, Gnassi, Morri: Eccoci, mandate noi. Carim2: Bonfatti non è uno che la manda a dire. Il masterplan, dal consiglio alla mostra. Rifiuti, per il 2013 “pesanti” aumenti. Provincia divisa: le giunte rischiano lo stesso


Banca Carim
“NESSUN taglio ai 750 dipendenti e ai 96 sportelli, ma il personale della Carim dovrà scordarsi per un bel po’ benefit e promozioni. E i 7.431 soci della banca non vedranno dividendi almeno fino al 2014, nonostante nel 2013 Carim tornerà sicuramente a fare utili”, ilCarlino (p.11). “IL RECUPERO del rapporto coi soci passerà anche attraverso una nuova vendita di azioni». E, continua Bonfatti, diventa «fondamentale il sostegno a famiglie, piccole e medie imprese, professionisti. Dobbiamo dare più finanziamenti a loro, e rivedere quelli all’immobiliare e all’alberghiero». Dunque meno soldi al mattone e agli hotel, per «diluire la concentrazione del rischio»”.


“Abbiamo rovesciato sulla pista del Fellini 7 milioni di euro ma le decisioni ci passano sulla testa. Così non va.Era da dirsi che prima o poi, scongiurato l’affondamento di Aeradria con il concordato di continuità, la Carim uscisse allo scoperto per mettere becco, e non solo quattrini, sul tavolo dell’aeroporto…Se Aeradria non è “precipitata” lo si deve all’intervento del tribunale che ha dato l’ok al piano di salvataggio. Ma in ballo c’è anche la ricapitalizzazione da sette milioni anticipati appunto da Carim, che quasi tutti i soci pubblici hanno deliberato senza però mettere nel concreto ancora un centesimo. Normale che da piazza Ferrari vogliano dire la loro. «Siamo la banca più esposta in questa partita, ci siamo accollati il 60% del debito di Aeradria ma sono meravigliato dal fatto che non riceviamo la considerazione dovuta da parte dei soci pubblici. Un esempio: Carim è la banca principale ma gli advisor per il concordato non sono stati indicati da noi. Perché non abbiamo voce in capitolo? Perché non meritiamo rispetto istituzionale? Insieme al direttore generale cercheremo di mettere ordine su questo. La banca deve riacquisire il ruolo che le spetta corrispondente alla propria esposizione»”, CorriereRomagna (p.11).


Eticredito. “Credito alle aziende Le richieste sono tante, ma Bonfatti richiama le imprese al ‘senso di responsabilità’ facendo «la propria parte nelle ristrutturazioni»: «non mi sono ancora reso conto di quanto le proprietà contribuiscano al risanamento e ricapitalizzazione». Eticredito La fusione per incorporazione «è l’unica operazione conveniente per Eticredito e opportuna per Carim, ma la vogliamo fare con il massimo della condivisione possibile, non ci interessa avere il 51% dei soci Eticredito favorevoli e gli altri contro». «La pretesa che (il Comitato Etico, ndr) sia scritto nello Statuto, tradisce la diffidenza nei confronti di Carim, che un domani l’accordo non venga rispettato. Questo personalmente mi disturba». Sarebbe «funzionalmente indifferente» collocare in Carim l’organismo richiesto con una soluzione diversa da quella statutaria. Bonfatti ha avvisato: «avanzeremo una proposta compiuta, preferiamo essere sgradevoli che ambigui»”, LaVocediRomagna (p.11).


“Il discorso scivola sul cambio della ‘politica’ degli impieghi, già indicato come un ‘must’ dai commissari: ovvero, diluizione della concentrazione a determinati settori, edile ed alberghiero, ed espansione ad altri settori (famiglie, piccole medie imprese, start up). «Non vogliamo mettere in difficoltà le imprese» ha spiegato Benfatti, che ha però mandato un messaggio chiaro: «D'accordo il sostegno bancario, ma anche le imprese devono fare la loro parte laddove abbiano accumulato in passato risorse che possono essere impiegate nella ricapitalizzazione dell'impresa»”, NuovoQuotidiano (p.7).


Mostra masterplan


“UNA MOSTRA che prende origine dal piano terra per dipanarsi poi su su fino al ridotto del teatro e alla magnifica sala Ressi, restituita agli antichi splendori dopo essere rimasta chiusa 20 anni. E’ solo il primo passo (costato quasi 6 milioni di euro) per il restauro del Galli. Perché dopo il foyer, da gennaio si fa sul serio per il teatro. Con la Cesi, la cooperativa di Imola arrivata prima nel bando e per l’offerta economica e per il progetto tecnico, non ci dovrebbero essere sorprese. «Si stanno terminando le procedure — conferma l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto Biagini — ma le carte dell’azienda sembrano tutte in regola». A palazzo Garampi, a dirla tutta, non temono neanche eventuali ricorsi. La Conscoop, il colosso forlivese arrivato secondo (che si è già aggiudicato i lavori di restauro del Fulgor) non dovrebbe presentare alcun ricorso. Quindi? «Quindi partiamo, in primavera, con i lavori, che sono già finanziati», ricorda Biagini. Che conferma: «Il Galli, come avevamo anticipato, sarà strutturato per essere utilizzato anche in estate: ci sarà un’apertura verso Castel Sismondo per sfruttare lo spazio di piazza Malatesta»”, ilCarlino (p.10).


“Andrea Gnassi ha inaugurato ieri, attorniato dai vertici del Piano Strategico e dallo staff comunale, la mostra “Rimini Futura”: foyer del teatro Galli, scalone d’onore, sala Ressi e salette attigue sono stati trasformati in una vetrina multimediale dell’identità cittadina, o meglio delle sue identità nella stratificazione storica, fino a far vedere le suggestioni del futuro. L’iniziativa è quindi qualcosa di più della mostra del Masterplan Strategico, l’atto di indirizzo urbanistico approvato a maggioranza giovedì sera. E’ una condensazione di Gnassi-style, nei suoi pregi e difetti: efficace, esteticamente bella, misto antico-moderno, ma con eccessi di slogan e verbosità. Messe da parte le varie Friburgo e Stoccolma (abbiamo scrutato i pannelli senza trovarne ricorrenze, grazie al cielo), il primo cittadino ha impiegato tutta la sua passione per fare dell’esposizione un gesto cittadino, politico in senso lato. Un intero settore degli uffici, compresi il dirigente e le posizioni organizzative, pancia a terra a incollare fotografie, alzare pannelli, stendere cerotti adesivi perché tutto fosse pronto per il taglio del nastro pomeridiano”, LaVoce (p.15).


“Il tour si muove dal basso, dal foyer, dove viene rappresentato il gigantismo cinese che è poi il simbolo di quanto si trova in giro per il mondo. Pochi metri in avanti e si comincia a ragionare: un mega pannello accoglie la proiezione del mare con tanto di onde e sciacquio”, Corriere (p.6).


“Luigi Camporesi, capogruppo del Movimento cinque stelle, boccia proprio la politica del piano. «Il Masterplan presenta diverse parti che sembrano fantasie senza alcuna correlazione con la realtà dei fatti. Parti che necessitano di interventi amministrativi pesanti e che dovrebbero essere approvate da tutta la cittadinanza con consultazioni di tipo referendario». Inoltre, «non vi è praticamente traccia di pianificazione temporale e finanziaria, ragione per cui, nonostante le lodevoli intenzioni, il documento appare privo di realismo». Non è mancata la tensione in consiglio quando ha detto che in passato «mazzette o comunque vantaggi personali a favore di funzionari pubblici non possono che avere circolato in quantità, in relazione al mercato dell’edilizia». Questa affermazione, spiega, «è basata su statistiche matematiche»”, NQ (p.8).

Fuori tia e tarsu, avanti tares


C’è molta confusione, dice Samuele Zerbini nei panni di presidente della commissione bilancio. E ci saranno “aumenti pesanti”. “Lo conferma l’Osservatorio nazionale Uil Politiche territoriali: «Rincari certi nel Riminese rispetto ai 250 euro medi pagati oggi per i rifiuti da ogni famiglia, per Tia o Tarsu». La nuova tassa si pagherà in base all’80% della superficie calpestabile. Inoltre, dovrà coprire interamente il costo del servizio (oggi si arriva all’80%). Il governo impone 0,30 euro in più a metro quadro, che incamera. Lascia ai Comuni scegliere se introdurre ulteriori 0,10 euro in più, sempre a metro quadro. «Su questo nessuna decisione, è prematuro, il quadro è troppo confuso», mette le mani avanti l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini. Che ammette: «Gli 0,30 euro valgono circa un 12% di aumento medio». Nel solo capoluogo sinora l’ente gestore (Hera Servizi) incassava come Tia sui 34 milioni di euro l’anno”, ilCarlino (p.5).


“Detto ciò, c’è la ‘patata bollente’ che Palazzo Garampi deve gestire. Dall’1 gennaio, dopo 10 anni in capo a Hera, la riscossione della tassa torna al Comune che però non dispone né di una struttura preparata al riguardo, né delle banche dati sugli 80mila contribuenti. Manca pure il regolamento con le tariffe e il software gestionale. Ad aggravare il tutto ci si è messo il fatto che Hera - come si legge nella relazione del funzionario comunale Antonella Scanzi - ha trasmesso all’amministrazione “solo” il 6 dicembre scorso le banche dati della Tia, e oltre al ritardo “le informazioni contenute sono assolutamente carenti”. Mancano i dati catastali e i numeri civici delle case, cosa che impedisce l’incrocio con le banche dati dell’Agenzia del territorio e quindi il calcolo delle superfici imponibili”, LaVoce (p.13).


Fiabilandia


Ieri incontro con i sindacati. “L’azienda ha confermato la sua intenzione di procedere al licenziamento (scatterà da gennaio) di tutti gli 11 dipendenti annuali, 6 operai e 5 impiegati (verranno comunque riassunti ad aprile, alla riapertura del parco, con un contratto questa volta stagionale e non più a tempo indeterminato) e nello stesso tempo anche il suo piano di forti tagli per quanto riguarda i lavoratori stagionali, vale a dire gli addetti ai giochi e agli spettacoli, anche se non ha fornito in questo caso cifre precise: «E‘ proprio questa incertezza – spiega Mirco Botteghi della Filcams Cgil - uno degli elementi principali che ci hanno impedito di arrivare a un’intesa»”, NQ (p.11).


Primarie Pd


Ravaioli e Imola fatevi da parte, sembra dire la lettera al partito firmata dall’assessore provinciale e dai sindaci di Rimini e Santarcangelo. “Parole che sembrano favorire sempre più Biagini, nonché l’eventuale corsa dello stesso Galli (spinto da Rimini sud) e osteggiare la candidatura di Ravaioli e Imola. L’ex primo cittadino di Rimini ieri è rimasto molto amareggiato da questa lettera, che ha creato scompiglio in casa Pd. Tanto che Ravaioli, a questo punto, potrebbe decidere di non candidarsi più. Zerbini ci pensa, ma intanto avanza la candidatura del giovane consigliere comunale Sara Donati: 32 anni, impegnata nel sociale, è una delle outsider che potrebbe alla fine correre contro l’attuale on. Pd Elisa Marchioni. Dipenderà molto da Nadia Urbinati, mentre Patrizia Lanzetti potrebbe a questo punto tirarsi indietro”, ilCarlino (p.4).


Riccione vuole scegliere i suoi candidati. Dice Mauro Villa, consigliere comunale del Pd e consigliere del PalaRiccione: «Spero che la Federazione provinciale possa intervenire per fare sì che le primarie si trasformino in un competizione di idee, competenze e meriti, anziché un concorso dell’ambizione personale. Vedersi proporre o imporre candidati ancora prima che siano approvate le regole sarebbe una provocazione inaccettabile. A Riccione vogliamo poter scegliere i nostro delegati a Roma», Corriere (p.7).


Provincia divisa, ma le giunte rischiano lo stesso


“A quanto si apprende - assicura l’agenzia Dire - il governo è intenzionato a presentare un emendamento alla legge di stabilità per congelare quelle norme. Diverso l’orientamento di molti senatori della commissione Bilancio che hanno presentato emendamenti per l’abolizione di quelle norme. Il governo, però, non vorrebbe congelare la norma che abolisce le giunte provinciali che, per effetto del decreto del ministro Patroni Griffi dovrebbero sparire dal 1 gennaio”, Corriere (p.7).


Inchiesta Meeting


“dice bene l’assessore provinciale Galli, sottolinea Sel, quando chiede che il contributo da 120mila euro venga restituito nel caso le ipotesi d’accusa vengano confermate, ma «riteniamo che un simile finanziamento sia stato troppo consistente per un ente come la nostra Provincia. Sarebbe poi importante conoscere quali altri enti pubblici e partecipate hanno contribuito a finanziare il Meeting, per quali importi (se ammontano a 310mila euro o di più) e quale atteggiamento intendono tenere». Sbagliato, secondo il circolo, come invece suggerito da Fabio Pazzaglia, ritirare la disponibilità da parte di Fiera, Provincia e Comune a ospitare la prossima manifestazione del Meeting previsto per agosto prossimo. «Riteniamo oltremodo pretestuose - concludono - le dichiarazioni di esponenti del Pdl»”, Corriere (p.9).

mattone

Rimini | Karis, alla Comasca open day per una ‘cultura unita’


Lezioni aperte domattina per i licei Dante Alighieri e Georges Lemaitre e le medie Spallanzani a Rimini. “Domani per tutto il giorno nella sede Comasca di viale Regina Elena 114, Marebello, con l’open day faremo conoscere le nostre scuole – spiega Emilio Minghetti, rettore della Karis foundation – non attraverso discorsi, ma con la proposta di un’esperienza didattica, momenti di realtà dentro la scuola”.
Al mattino, dalle 9, alle 12, genitori e allievi di quinte elementari e terze medie potranno assistere alle lezioni ordinarie, in classe da ‘osservatori’. Al pomeriggio, dalle 15 alle 18, laboratori artistici e musicali, alternati a momenti di scuola ‘d’eccellenza’. “Il nostro liceo classico mostrerà come è possibile conciliare italiano, matematica e scienza in una unica lezione. Questo per verificare insieme a chi vorrà quello che noi pensiamo e cioè che la cultura è tutta unita, che le materie non sono cassetti separati”. E’ così che per i ragazzi delle medie è stato pensato un laboratorio di pittura e poesia insieme.


L’esperienza della Karis, originatasi nel 1973 dalla passione educativa di un gruppo di genitori decisi ad assumersi la responsabilità dell'educazione dei loro figli, ha raggiunto oggi il traguardo di 1.700 studenti in 12 scuole a Rimini, Riccione e Torre Pedrera. “Le nostre scuole nascono da un desiderio di educare, far crescere i giovani nell’interesse delle loro qualità, ma con una ricerca costante dell’eccellenza nella didattica”, dice Minghetti. “Un esempio sono i nostri corsi d’inglese. Siamo l’unica scuola che alle medie e al liceo oltre al programma istituzionale ha aggiunto un’ora a settimana con insegnante madrelingua. Durante le ore canoniche, inoltre, è possibile conseguire per i nostri studenti la certificazione Fce (il First), molto utile all’università. Tutto questo è possibile grazie alla nostra collaborazione con l’istituto Emerald di Dublino, con il quale collaboriamo anche per vacanze studio e per offrire ai nostri studenti la possibilità di conseguire il quarto anno delle superiori a Londra o in America”.

Qui, il video prodotto per l'occasione.

tortora-chiaro

Rimini | Il masterplan (da oggi in mostra al Galli) ricompatta l’opposizione


Tutti riconvertiti al no alle linee di mandato del sindaco. Per ora il masterplan un primo esito positivo lo ha avuto. Con l’approdo rapido e (quasi) indolore in consiglio (in commissione erano stati solo due i no: Gioenzo Renzi e Gennaro Mauro, Pdl) la minoranza per l’occasione ha sfoderato un no unanime. No al masterplan, non alla propaganda. Tutti riuniti sulla linea che Gioenzo Renzi ha sempre mantenuto.


“Non potevamo votarlo, abbiamo già votato contro le linee di mandato del sindaco”, spiega l’ex An. “Quello che mi interessa ribadire è che al di là della propaganda, non esistono scorciatoie per by-passare i piani ormai adottati, ma il rispetto delle norme per tutelare la legittima partecipazione dei cittadini e di tutti i soggetti interessati”. Secondo Renzi “non si sarebbe potuto deliberare neanche quanto previsto nell’atto di indirizzo” perché “non si può modificare – dice – in itinere (con le osservazioni del Comune) il quadro urbanistico e normativo adottato a cui hanno fatto riferimento i cittadini con le loro osservazioni. Gli accordi territoriali, gli accordi di programma (previsti da masterplan) si possono attivare solo dopo l’approvazione definitiva del psc e del rue”.
Allora piuttosto che darsi da fare per il masterplan, “l’amministrazione comunale dovrebbe innanzitutto rispondere con le controdeduzioni alle osservazioni dei cittadini sui piani adottati per approvare i due strumenti urbanistici con le possibili conseguenti modifiche derivanti dall’eventuale accoglimento delle osservazioni”, oppure “ritiri gli stessi piani adottati e ne riadotti di nuovi che recepiscano le indicazioni del masterplan”.


Voto contrario anche per i consiglieri del Movimento5Stelle, non in toto sulla vision del documento, ma su alcuni punti precisi che si chiamano trc, aeroporto, statale e pm10. “Noi del MoVimento 5 Stelle chiamiamo tutti i cittadini interessati in una assemblea pubblica a decidere per ogni singola Proposta di Delibera e per alzata di mano. Chiunque lo desideri, può partecipare attivamente e votare, per quella che sarà la decisione dei consiglieri del MoVimento 5 Stelle in Consiglio comunale. E questo vale sia per coloro che si incontrano fisicamente, sia per quanti invece sono in collegamento attraverso la rete internet. L'assemblea pubblica ha deciso lunedì scorso di votare contro questo atto di indirizzo”, ha spiegato all’inizio Luigi Camporesi.
Oltre a domandarsi “come saranno reperite le necessarie risorse finanziarie?”, e a notare come il trc andrà a costituire una nuova frattura nella città (come quelle che il masterplan vorrebbe sanare), Camporesi riesce a ritrovare nel documento il punto topico di un “totale distacco dalla realtà”: quando si parla di aeroporto.Di fronte ad Aeradria, “attualmente in concordato in continuità per evitare di cadere sotto i colpi delle ingiunzioni di pagamento e richieste di procedura fallimentare”, “nel masterplan si disegnano nuove infrastrutture aeroportuali, e non si capisce su quale fondamento finanziario e gestionale”.
In definitiva, Camporesi liquida alcuni pezzi del masterplan strategico come “fantasie senza alcuna correlazione con la realtà dei fatti. Parti che necessitano di interventi amministrativi pesanti e che richiederebbero tempi ben più lunghi della durata di questa amministrazione, e che solo per questa ragione dovrebbero essere approvate da tutta la cittadinanza con consultazioni di tipo referendario. Non vi è praticamente traccia di pianificazione temporale e finanziaria, ragione per cui, nonostante le lodevoli intenzioni, il documento appare privo di realismo”.


Dal centrodestra a Grillo fino a Sel, per raccontare tutta l’opposizione consiliare al masterplan. A Fabio Pazzaglia, che parla di “master bluff”, non piace il project financing. “Diffidiamo il sindaco a utilizzare tale strumento – spiega – perché in cambio di un servizio reso da un privato richiede comunque una contropartita economica pubblica. Al sindaco diciamo inoltre che riqualificare non comporta necessariamente nuove edificazioni, vedi il paventato raddoppio da 4,5 a 8mila metri quadri di edilizia commerciale per non parlare dell'improbabile piastra di cemento sopraelevata (progetto Consorzio Rimini Porto)”.


Per farsi un’idea dell’idea di città del sindaco si potrà, fino al 23 dicembre, visitare la mostra inaugurata oggi alle 17 al teatro Galli. “Rimini futura. Masterplan strategico” è aperta tutti i giorni dalle 15 alle 19, mercoledì e sabato anche alla mattina dalle 10 alle 13, fino al 23 dicembre, ed è promossa da Comune di Rimini, Piano Strategico Forum Rimini Venture, Provincia di Rimini, Camera di Commercio Rimini, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, Regione Emilia-Romagna con il sostegno di Comune di Rimini, Direzione Pianificazione e Gestione Territoriale/Piano strategico, Regione Emilia-Romagna, Piano Strategico Forum Rimini Venture.

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Rimini | Carim, Bonfatti: Utili nel 2014, ma non saranno distribuiti come dividendi


E’ momento non solo per fare il punto su i primi 70 giorni da presidente, ma anche di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, due in particolare che a Sido Bonfatti, presidente Cda Banca Carim, danno un certo fastidio.


Se parla di aeroporto, per esempio, o casi simili (società partecipate dagli enti istituzionali). Banca Carim vuole più considerazione da parte dei soci, soprattutto quelli pubblici. “Siamo il principale ente di credito in situazioni molto delicate per il territorio. In questi casi, ma non solo, quando Banca Carim si fa garante di un affidamento economico, vuole essere certa che soldi vadano allo scopo per cui sono stati richiesti. Oppure che gli enti condividano con noi, eventualmente, la scelta di una destinazione differente”. E il ruolo rivendicato riguarda anche in questi casi le scelte strategiche.
Da oggi in avanti, quindi, si cambia registro, in tre mosse. “Vogliamo ci sia riconosciuto il ruolo che ci spetta, ovvero quello corrispondente all’esposizione (finanziaria) che presentiamo. Vogliamo revisionare i rapporti con gli enti e le autorità partecipanti ai capitali ai quali richiederemo maggiore correttezza nei comportamenti. Vogliamo invitare anche le altre banche coinvolte in queste situazioni ad agire in modo concertato”.


Rispetto alla salute della banca, Bonfatti è piuttosto ottimista (anche se per i soci tempi migliori sono ancora lunghi). Dopo 15 mesi di esercizio, cioè con il bilancio 2014, potrebbero arrivare i primi risultati positivi, magari con produzione di dividendi che però non saranno distribuiti a causa delle “condizioni imposte sui requisiti patrimoniali particolarmente sfidanti per le banche che escono da periodi di difficoltà. Tornare ai dividendi sarebbe un grande risultato, un messaggio fortissimo, ma il procedere con la distribuzione dipenderà dalla patrimonializzazione”, percorso che a sua volta dipende molto dalla fusione di Eticredito (auspicata da Bankitalia), il secondo sassolino nelle scarpe di Bonfatti.


Nel corso dell’ultima assemblea dei soci di Eticedito, dentro ci sono anche Carim Banca (col 10 per cento) e Fondazione (col 14 per cento), non tutti sono sembrati sereni rispetto all’ipotesi di fusione illustrata. “Su questa operazione non mi spiego – dice Bonfatti – il forte contrasto tra la ragionevolezza del cda di Eticredito e i toni polemici, invece, utilizzati in assemblea”. Il nodo da sciogliere sarebbe quello della richiesta da parte dei soci di un comitato etico, figura da inserire nello statuto.
“Questa è un’operazione che ha un’utilità per Carim e una per Eticredito, legate al benessere del territorio. Non c’è da parte nostra preclusione sulla costituzione di un ‘comitato etico’”, spiega Bonfatti. “Tuttavia, la richiesta ideologica dell’inserimento della figura nello statuto mi fa pensare a una scarsa fiducia nei confronti di Carim e questa cosa non mi piace. Nelle operazioni di questo tipo è bene non lasciarsi guidare da logiche ideologiche, ma dal beneficio economico”, aggiunge sostenendo che la banca non procederà all’incorporamento qualora in assemblea non ci fosse una larga condivisione. “L’operazione non rappresenta una necessità poiché Banca Carim ha già ampiamente superato i parametri stabiliti dalla Banca d’Italia”.


Sulla capitalizzazione, Bonfatti dice che “il momento non è favorevole. Per patrimonializzare meglio puntare su valutazione attenta dei rischi e su ripresa di valore”.


Rispetto alle linee d’azione che guidano il nuovo cda ci sono buone notizie per i dipendenti che “sono in esubero”, ma non saranno lasciati a casa. “L’ottimizzazione del profitto in una banca come la nostra deve tenere conto delle ricadute che avrebbe sul territorio”. Rispetto alla riorganizzazione del personale Bonfatti non la manda a dire ai sindacati. “E’ necessario precisare che in caso di promozioni, trasferimenti, assunzioni di ruolo, non è pensabile per noi cedere ai condizionamenti di dipendenti e organizzazioni”, i sindacati, con cui, dice tra l’altro “stiamo già negoziando”.


Il presidente torna, infine, anche sul sostegno di Banca Carim ai gruppi industriali. “Non voglio metterli in difficoltà, ma noi dobbiamo differenziare gli impieghi. Non pensiamo di ridurre i finanziamenti ma di diluirli affinché ne possano beneficiare anche professionisti e piccole e medie imprese. Penso anche che, benché sia giusto chiedere alle banche di sostenere le imprese anche nei momenti di crisi, forse sia il caso di richiamare le proprietà alla responsabilità sociale di intervenire attraverso proprie risorse”.


Un po’ di numeri. Sono attualmente 7431 i Soci di Banca Carim. La maggioranza delle azioni è detenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, oggi al 58,73%. Altri azionisti istituzionali sono Banca Popolare dell’Etruria (2,77%), Chiara Assicurazioni SpA, Cassa di Risparmio di Cesena SpA, CSE Consulting Srl, Banca Interprovinciale SpA, Consultinvest SpA, Cassa di Risparmio di Cento SpA e Cassa di Risparmio di Ferrara SpA (tutti con partecipazioni inferiori al 2%). Banca Carim è presente in sei regioni (Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria) con 96 sportelli ed occupa circa 750 dipendenti.

Venerdì, 14 Dicembre 2012 14:58

RIMINI CALCIO & BUSINESS ALLA STRETTA FINALE

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RIMINI CALCIO & BUSINESS ALLA STRETTA FINALE


La trattativa per la cessione della Rimini Calcio è ormai entrata nel vivo e la prossima settimana potrebbe essere quella decisiva. Il gruppo interessato a rilevare le quote di maggioranza (alcuni soci attuali, compreso il presidente Biagio Amati, potrebbero anche restare con quote minori) è la Holding SOPA guidata da alcuni imprenditori romani, tra i quali Mauro De Dominicis (presidente) e Alberto Cataldi (vicepresidente). La società capitolina, proprietaria delle catene distributive One Price Italia e Sms Distribution (sul mercato con Nine T Nine Cente Paradise) attraverso il Gruppo BSE controlla anche altri marchi, quali la sorgente Tione e Acqua Claudia. Il gruppo è interessato a espandersi nel nord d’Italia e Rimini rappresenta la sede scelta sia per l’apertura di alcuni market (uno nell’ex area Antonelli alle Celle e uno pare nella vecchia sede della Coop Valturio) sia come sede logistica e trampolino di lancio per le altre aperture previste in riviera (una decina di punti) e in tutto il nord. La trattativa con il pallone biancorosso può considerarsi conclusa (c’è un accordo già raggiunto) adesso è tutto il business che deve essere messo a punto, con il piano d’investimento da dieci milioni di euro, che sarà finanziato da alcune banche locali che hanno già sul tavolo tutto il progetto e con molta probabilità daranno parere positivo nei primi giorni della prossima settimana. A tessere le fila dell’operazione un avvocato riminese ma la regia è dell’Ad della Holding capitolina, Americo Romano, già amministratore delegato di Intermedia Holding, la merchant bank di cui è socio anche Alfredo Cazzola, ex presidente del Bologna, che nella vicenda riminese ricopre un ruolo al momento defilato. Romano non è nuovo nel mondo del calcio, anche lui infatti ha avuto per alcuni mesi un ruolo nella società felsinea, rivestendo la carica di ad dopo il salvataggio della cordata che rilevò il club da Porcedda. Per quanto riguarda la maglia a scacchi, l’investimento iniziale del gruppo si aggira attorno al milione di euro che, se la trattativa andrà in porto in tempi rapidi, potrebbero servire per rinforzare la squadra già dal mercato di riparazione di gennaio. Da valutare infine l’interesse per il centro sportivo della Gaiofana, al momento in costruzione, con la società che potrebbe rilevare alcune quote in possesso ai soci di maggioranza. Nei giorni scorsi il presidente Biagio Amati, dopo ripetute smentite, ha ammesso la trattativa e per la partita di domenica contro il Milazzo, come regalo di Natale ha invitato tutti i tifosi biancorossi a seguire gratuitamente il Rimini nell’ultima sfida al Neri del 2012. Un regalo d’addio? Qualche giorno di attesa e lo sapremo.
Francesco Pancari

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Rimini | Estorsioni e usura in Emilia Romagna, 18 arresti


I carabinieri del Ros hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 18 indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravati dal metodo mafioso. Gli interventi hanno interessato le province di Rimini, Prato, Napoli e Caserta.
I provvedimenti scaturiscono da un'attivita' investigativa sviluppata nei confronti di un'organizzazione criminale di matrice camorristica capeggiata dal pregiudicato napoletano Francesco Vallefuoco, operante in Emilia Romagna e dedita a diffuse attivita' estorsive e usuraie ai danni di numerosi imprenditori locali, i cui proventi illeciti venivano reinvestiti in attivita' immobiliari e commerciali in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino.
Le indagini, in corso dal 2008, si sono gia' concretizzate in due precedenti operazioni, con l'esecuzione, nel febbraio del 2011, di un provvedimento di fermo emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia bolognese nei confronti di 10 persone e, nel marzo scorso, di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di altri 3 soggetti.In entrambe i provvedimenti restrittivi agli indagati veniva contestato il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. (AdnKronos)

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Rimini | Miniproroga spiagge, Mussoni (Oasi): Serve prospettiva lungo periodo per le imprese


“E’ fondamentale che le imprese abbiano una prospettiva di lungo periodo, utile agli investimenti ed alla loro efficacia”, dice il presidente di Oasi Confartigianato, Giorgio Mussoni, dopo che ieri alla Camera dei deputati è passato l’emendamento del decreto sviluppo contenente la proroga della concessioni demaniali marittime in Italia per altri 5 anni a partire dal 2015. “Riteniamo la proroga quinquennale una fase intermedia che certo non risolve il problema. Saremo vigili e propositivi affinché non ci si adagi su una soluzione che riteniamo provvisoria”, continua.


“Ciò a cui puntiamo – spiega – è una soluzione chiara e definitiva, che abbia la prospettiva di migliorare ulteriormente un servizio che già nel nostro Paese è di eccellenza e che garantisce all’industria turistica un sostegno fondamentale. Vogliamo quindi mantenere e ulteriormente migliorare questa tipicità tutta italiana, invidiataci dagli altri Paesi”.

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Spiagge, Rossi (Unibo): I balneari spagnoli sono fuori dalla proroga


Accesa nelle ultime settimane, con i passaggi in Senato e alla Camera, la discussione attorno alla miniproroga concessa in Italia ai concessionari attuali e alla direttiva Bolkestein. Si è fatto spesso riferimento, per avvalorare la tesi di chi vorrebbe scongiurare le aste europee, e che per ora è riuscito ad allontanarle di cinque anni, alla proroga di 75 anni concessa dal governo spagnolo. La domanda è: le situazioni di Italia e Spagna sono tali da far prevedere, alla fine della fiera, lo stesso trattamento da parte dell'Europa? Abbiamo girato il quesito all’esperto di diritto comunitario Lucia Serena Rossi, docente dell’università di Bologna.


I casi di Italia e Spagna non sono uguali, non secondo l’Unione europea che si è mossa in prima persona verso il governo spagnolo affinché si adoperasse per la famosa proroga di 75 anni. Questo perché “ci sono stati degli stranieri che hanno comprato delle case costruite sulla spiaggia. Le case sono in proprietà ma terreno è in concessione. E’ una pratica attuata anche in Inghilterra”, spiega Lucia Serena Rossi. “Queste persone – racconta la prof – sono state informate, a un certo punto, dal governo spagnolo delle intenzioni dell’esecutivo di voler abbattere tutte le case perché deturpanti l’ambiente marino e l’intenzione di non procedere con il rinnovo delle concessioni demaniali”.


Gli Stati d’origine dei proprietari, a questo punto, “si sono mossi verso l’Europa e la commissione ha chiesto alla Spagna di prorogare le concessioni che, questo è bene ricordarlo, non riguardano i bagnini”. Cioè: gli operatori balneari spagnoli sono esclusi dalla proroga. "I balneari in Spagna, i quiosques , hanno un regime di autorizzazione che li esclude dalla proroga: loro non hanno le concessioni".


E’ possibile, forse – continua la professoressa – che tra tutti questi proprietari ci sia anche qualcuno che abbia comprato un immobile e vi abbia aperto un ristorante, ma non è la norma”.

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