Venerdì la presentazione del Meeting Special Edition
Venerdì 10 luglio 2020 alle ore 12.00 in diretta dal Palacongressi di Rimini ci sarà la Presentazione Ufficiale del Meeting 2020 Special Edition, che verrà trasmessa in lingua italiana e in lingua inglese sul sito e sui canali social del Meeting.
Interverranno:
Bernhard SCHOLZ, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli
Emmanuele FORLANI, direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli
Stefano BONACCINI, presidente della Regione Emilia Romagna
Gian Carlo BLANGIARDO, presidente ISTAT
Mariella CARLOTTI, preside del Conservatorio San Niccolò di Prato
Maria Chiara CARROZZA, professore di Bioingegneria Industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Gioele DIX, attore e regista
mons. Francesco LAMBIASI, vescovo di Rimini
Andrea GNASSI, sindaco di Rimini
Corrado PERABONI, ad Italian Exhibitions Group IEG
Nell’occasione verrà diffuso il programma ufficiale della manifestazione e verrà lanciata la nuova homepage del sito del Meeting, realizzata per permettere una fruizione ideale degli eventi della manifestazione.
Questi i link per seguire l’evento:
- Sito internet https://www.meetingrimini.org/
- Youtube in lingua italiana https://youtu.be/JQC4Zdh7gxU
- Youtube in lingua inglese https://youtu.be/J9HFRmykmCs
- Facebook https://www.facebook.com/meetingrimini/posts/3714303841918542
Rimini, azzerate per quattro mesi le rette di nidi e scuole per l'infanzia
Il Comune di Rimini azzera le rette per i servizi educativi per l'infanzia per gli oltre quattro mesi di sospensione dei nidi e scuole per l'infanzia. La Giunta comunale, con la delibera approvata nell'ultima seduta, ha ufficializzato l'abbattimento totale delle tariffe dei servizi comunali educativi per l'infanzia in favore di tutte le famiglie dei bambini iscritti per il periodo di sospensione delle attività legate all'emergenza sanitaria, dal 4 aprile al 30 giugno, data di termine dell'anno educativo. Si tratta del secondo step del provvedimento che già in prima battuta aveva esonerato le famiglie dal pagamento delle prime sei settimane di chiusura delle scuole, che hanno dovuto sospendere l'attività il 24 febbraio. Questo secondo abbattimento delle rette prevede un investimento a carico del bilancio comunale pari a circa 645mila euro, corrispondenti alle mancate entrate da tariffe, che si sommano ai circa 300mila della prima fase.
"Questo provvedimento è la naturale prosecuzione di quanto già messo in campo all'esordio dell'emergenza sanitaria – spiega l'assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini Mattia Morolli – che prevede un investimento importante da parte dell'Amministrazione di quasi 950mila euro. E' un'azione però doverosa e indispensabile per venire incontro alle esigenze delle famiglie riminesi, molte delle quali hanno dovuto far fronte a mesi di sacrifici e ancora oggi alle prese con criticità legate alla ripresa post lockdown. Soprattutto nei momenti di crisi e difficoltà, quello allo studio resta un diritto primario da garantire".
Promozione di Rimini sul sito di Ryanair che riprende i voli per Ungheria e Lituania
Rimini sarà promossa sul sito multilingua di Ryanair. Presto ripartiranno i voli della compagnia irlandese da e per l’Ungheria e Lituania, accompagnati da un accordo promozionale di 350 mila euro (comprendente però anche Bologna per le destinazioni Germania, Inghilterra e Polonia) siglato da Apt Servizi.
Due le tematiche al centro della promozione: Rimini e la Riviera Romagnola (con il divertimento per tutta la famiglia, il food e l'offerta di arte e natura) e Bologna e il territorio emiliano (con il fascino dell'Appennino, le eccezionali Motor Valley e Food Valley e la bellezza delle città d'Arte)
La campagna prevede banner nel top e nel footer della homepage di www.ryanair.com che inviteranno, con cadenza settimanale, a "scoprire le fantastiche spiagge" della Riviera Romagnola o ad "immergersi nell'arte e cultura" delle Città d'Arte.
Canoni pertinenziali, Gnassi: servono i fatti, in tempi certi
"Riproponiamo l'emendamento per i canoni pertinenziali nel primo provvedimento utile, come ad esempio il decreto fiscale: il governo colga l'occasione nel giro di pochi giorni di cambiare un provvedimento che, ad oggi, rappresenterebbe una condanna senza appello per quegli imprenditori che già da anni sono in stato di sofferenza. Riprendiamo il testo già sostenuto dalle forze parlamentari e dal governo stesso, altrimenti si darà il colpo di grazia a imprese che anni fa si trovarono di punto in bianco con canoni decuplicati e impossibili da sostenere".
Lo sostiene il sindaco di Rimini in una dichiarazione a proposito della bocciatura dell'emendamento sui canoni pertinenziali.
"Da ieri sera, insieme al presidente Bonaccini, - afferma Gnassi - sono in stretto e costante contatto con i ministri Franceschini, Gualtieri, Boccia e il sottosegretario Bonaccorsi perché non si perda tempo e perché il Governo ponga subito rimedio a questo incredibile dietrofront, che rischia di mettere definitivamente in ginocchio 300 imprese e migliaia di famiglie, oltre che tenere in stallo quei Comuni che attendevano da tredici anni questa 'svolta' per poter finalmente sbloccare e quindi riqualificare aree dismesse e abbandonate.
La bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato di un emendamento finalmente risolutivo, per altro approvato da tutte le forze politiche e frutto di lavoro incessante da parte di Anci e sindaci, non può essere l'ennesimo capitolo di una storia senza fine, non può essere l'inizio dell'ennesimo periodo di transizione fatto di discussioni, cavilli, rinvii. Si è fatto riferimento a rilievi tecnici di natura contabile legati alla quantificazione della norma, in pratica a questioni di copertura economica, francamente discutibili a fronte di una manovra da 55 miliardi di euro. Corre l'obbligo, verso le imprese, le famiglie, i Comuni, di individuare subito il percorso per mettere in campo i correttivi indispensabili per dare al settore e agli enti locali le risposte che attendono da troppo tempo.
Il ministro Gualtieri mi ha confermato che è intenzione del Governo attivare un tavolo per poter riproporre la norma nel primo provvedimento utile. Alle parole però devono seguire i fatti, in tempi certi. Saremo molto vigili e staremo molto attenti: su una questione così importante non siamo disposti a cedere di un millimetro".
Cronaca vera di burocrazia sanitaria ai tempi del Covid 19 (e in tutti i tempi)
Vedere una lunga fila, fin dal marciapiede, per entrare negli uffici dell’Ausl di via Circonvallazione. Desistere una prima volta perché un impegno famigliare si avvicina e la fila non accenna ad accorciarsi. Ritentare una seconda volta, dopo due giorni, per una mezz’ora sotto il sole battente, e poi finalmente, per un’oretta sotto l’ombra della provvidenziale tettoia. Osservare nel frattempo gli altri malcapitati che arrivano, spesso incerti perché non sanno in quale fila accodarsi, a volte speranzosi che la loro sia quella più corta, e poi inevitabilmente delusi di fronte all’inflessibile buttafuori che li rispedisce in coda dall’altra parte.
Osservare la zoppicante e ansimante vecchietta che non ce la fa a stare in piedie sotto il sole e chiede soccorso al buttafuori che ha al suo fianco una sedia, messa lì forse proprio per questi casi di emergenza. Gioire quando, dopo tanto penare, scopri che davanti a te ci sono solo due persone, e pertanto alla prossima infornata potrai finalmente mettere piede nel sancta sanctorum della salute pubblica. Arrivare davanti all’ufficio dove si prenotano le visite presso le commissioni mediche per le patenti, scoprire che c’è un’altra fila da fare e comunque restare tranquillo perché ormai l’obiettivo è a portata di mano.
Affacciarsi davanti all’impiegata e spiegare il motivo per cui hai fatto la fila per un’ora e mezza. “Ha portato tutti i documenti?”. Chiedere quali documenti, visto che sul sito dell’Ausl si parla solo della ricevuta del versamento di 16 euro e della foto tessera. Con sguardo trionfale mostrare tutto all’impiegata “No, no, ci vogliono tutti i documenti. Lei si è informato male!” Spiegare che la fonte della tua informazione è il sito dell’Ausl e ricevere per tutta risposta il perentorio invito a toglierti di torno perché dopo di te c’è gente che fa la fila e tu non puoi far perder tempo a lei e agli altri cittadini. Scoprire che per la solerte impiegata comunque sei un povero rimbambito che non si informa adeguatamente e che fa perdere la pazienza a chi lavora. Non trovare le forze per replicare che anche tu, povero rimbambito, sei stato costretto a sottrarre quasi due ore alla tua giornata di lavoro. Raccogliere il foglio con l’elenco dei documenti necessari e scoprire che in realtà hai tutto: versamento di 16 euro, patente di guida e tessera sanitaria (c’è qualcuno che gira senza averle nel portafogli?), foto tessera, solo mi manca un altro versamento, di 10,20 euro, peraltro allo stesso ente, la Direzione Trasporti Terrestri, e infine oziosamente chiedersi “ma non potevano stabilire un versamento unico di 26,20 euro?”.
Allontanarsi con molta rabbia in corpo sapendo che in una prossima giornata dovrai dedicare altre due ore del tuo tempo per giungere al cospetto dell’accigliata impiegata (e fare anche un’altra fila all’ufficio postale). Abbandonare definitivamente ogni residua speranza dopo aver chiesto al buttafuori se c’è un’ora in cui trovare meno fila. “Al mattino presto, ma l’ufficio per le patenti è aperto solo dalle 10 alle 12”. Allontanarsi stremato, accompagnato da cattivi pensieri sulla burocrazia sanitaria ai tempi del Covid 19 e in tutti i tempi. Come si usa dire sui social? Fatto.
Confermo: fatto.
P.S. Qui sotto lo screenshot della pagina del sito dell’Ausl.
Il Pd comincia a pensare al dopo Gnassi (che vorrebbe avere l'ultima parola).
Il dopo Gnassi passa attraverso Gnassi. Proprio nel giorno in cui il sondaggio del Sole 24 Ore certifica la crescente popolarità del sindaco di Rimini, la direzione comunale del Pd dà il via all’antica liturgia di partito (gruppi di studio, conferenza programmatica, ecc.) che dovrà portare all’indicazione del candidato per le elezioni amministrative del 2021. Alla riunione dell’organismo ha partecipato solo una ventina di persone, delle quali solo una dozzina titolata ad essere presente. C’era pure il segretario provinciale Filippo Sacchetti, che però non era stato invitato. Stando al comunicato diramato dal segretario comunale Vanni Lazzari, seguito poi da una nota di Sacchetti, c’è apparentemente unanimità di vedute sui contenuti e i metodi in base ai quali dovrà essere scelto candidato e progetto politico. Ma vediamo cosa rivelano i dettagli.
"E' sotto gli occhi di tutti – ha osservato Lazzari - l'immenso lavoro svolto da questa amministrazione, con il valore aggiunto del sindaco Andrea Gnassi che ne è stato un interprete unico con la sua carica di decisionismo e determinazione, ma anche del gruppo PD che ha appoggiato senza tentennamenti le azioni di governo. Questo lavoro deve continuare con la forza di un nuovo programma e di un gruppo dirigente unito e all'altezza di questa difficile situazione". Quanto alle alleanze il segretario ha sostenuto che il modello deve essere quello che ha portato all’elezione di Stefano Bonaccini, quindi fondato su un’apertura alle forze nuove e fresche della città. Il candidato dovrà essere espressione di un Pd e di una coalizione unita o, in caso contrario, si dovrà passare attraverso il rito delle primarie.
Stranamente, anche il segretario provinciale Sacchetti, secondo cui è probabile che il voto del 2021 slitti a settembre, ha sentito il bisogno di fornire la sua visione del dibattito avviato dalla direzione comunale. Per Sacchetti non c’è bisogno di un “nuovo programma” perché “partiamo per un percorso con una valigia piena di idee e progetti per la città che vanno consolidati e rilanciati perché sono i cardini su cui si sono costruiti questi ultimi dieci anni”.
Secondo Sacchetti dovrà essere “un progetto aperto a chi ha idee, cittadini e realtà organizzate”, “aperto a tutti coloro che non si riconoscono nella destra di Salvini e Meloni, a chi non accetta la paura, la discriminazione, la chiusura, la becera propaganda sulla pelle di chi soffre”. E tanto per essere ancor più chiaro, precisa che “La scelta del candidato e della squadra saranno di conseguenza e coerenti alle premesse, alla visione di futuro, all'innovazione, alla capacità di essere ancora in sintonia con questa città che grazie al lavoro di questi anni suona bene nelle orecchie di mezza Europa”.
Sottolineature e precisazioni dirette a quanti nel partito pensano di attribuire un necessario omaggio al sindaco uscente, per poi tratteggiare candidature in sostanziale discontinuità rispetto alla sua azione e al suo profilo politico. Da quanto è rimbalzato dalla direzione, anche nel dibattito di ieri sera, per quanto solo abbozzato, non sono mancate posizioni simili.
È abbastanza evidente che non tutti i profili che emergono nel toto-candidature (Jamil Sadegolvaad, Emma Petitti) rispondono alla stessa interpretazione del criterio di apertura alle realtà non contigue alla sinistra. Già oggi, se Lazzari parla di “forze fresche e vive” , più prosaicamente Sacchetti si rivolge a quanti non si riconoscono nella destra di Salvini e Meloni”, che per definizione è un mondo più ampio. È facile immaginare che ben presto il dibattito verterà sull’opportunità o meno di coinvolgere forze moderate capaci di convogliare sul candidato di centrosinistra anche elettori potenzialmente di destra. Non è un mistero che l’area che sostiene Petitti ha sempre visto come il fumo negli occhi l’operazione di Patto Civico nel 2016, risultata determinante per l’elezione di Gnassi. Quel “Patto Civico con Gnassi” muore per forza di cose con l’uscita di scena del sindaco, ma resta l’idea di un’aggregazione di forze civiche e moderate intorno ad un candidato sindaco con evidenti caratteristiche di apertura.
E il sindaco che pensa? In una dichiarazione a commento del sondaggio del Sole24 Ore, ha chiosato: “Legge o non legge per il terzo mandato. In ogni caso, darò il mio apporto a prescindere dai ruoli, per scelte forti in linea con le migliori esperienze europee. Come Rimini prima e Bonaccini poi dimostrano, contano le persone, la loro competenza, la capacità di costruire. Anche e fondamentalmente un campo largo in cui il centrosinistra incontra e rafforza il progetto di città con un vero civismo, con nuove soggettività e protagonisti. Una strada diversa insomma, e presa da Bonaccini alle elezioni regionali, da riti, autonomie e chiusure in se stessi, a volte correntizie ed esclusive di cui soffrono i partiti”.
Sullo sfondo del dibattito c’è quindi anche questa presunta proposta di legge sul terzo mandato che, oltre che a Gnassi, interesserebbe molto anche il sindaco di Riccione Renata Tosi. Ci fosse la possibilità del terzo mandato, il dibattito sarebbe già chiuso. Negli atti parlamentari, in verità, al momento non ce n’è traccia, ed anche l’Anci, che in materia dovrebbe essere molto informata, conferma che al momento la proposta riguarda solo i Comuni fino a 15 mila abitanti. Quindi Rimini è esclusa. Ma legge o non legge per il terzo mandato, Gnassi fa capire abbastanza chiaramente che sul suo successore vorrebbe avere l’ultima parola, perché il nome - dice - deve nascere dal rapporto con un “vero civismo” e lontano dai riti di partito e di corrente. Il dopo Gnassi, comunque, dovrà passare attraverso Gnassi (o almeno la sua eredità).
Mencarelli e Corradi al secondo incontro del Portico del Vasaio
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità”. È un brano del discorso di papa Francesco il 27 marzo scorso, in piazza San Pietro deserta, sotto la pioggia.
L’esperienza della fragilità, evocata dal papa, è stata comune a tutte gli uomini nel periodo di lockdown da pandemia, suscitando domande che ancora restano aperte.
Saranno al centro del secondo incontro del ciclo “Come un pic nic sul tetto” proposta dal centro culturale Portico del Vasaio di Rimini sui propri canali Facebook e Youtube. Il titolo dell’incontro online, in programma domani venerdì 3 luglio alle ore 19, è appunto Elogio della fragilità. Parteciperanno lo scrittore Daniele Mencarelli (nella foto in basso), vincitore del Premio Strega Giovani con il suo ultimo romanzo “Tutto chiede salvezza” dedicato appunto ad un’esperienza di fragilità, e la giornalista Marina Corradi, di Avvenire. La conversazione sarà integrata da brani di Bettocchi, Peguy e dello stesso Mencarelli.
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Impianto eolico, in arrivo il rendering sull'impatto visivo
Scade fra due giorni il tempo massimo per presentare alla Capitaneria di Porto di Rimini (sul cui sito è possibile esaminare tutti i dettagli) le osservazioni al progetto di impianto eolico da realizzare davanti alla spiaggia di Rimini, Riccione e Cattolica. Si conclude così il primo passaggio di un procedimento che sarà molto lungo e prevede molte tappe.
A Riccardo Ducoli, amministratore unico della società Energia Wind 2020, abbiamo posto alcune domande sulle principali questioni critiche sottese alla realizzazione dell’impianto.
È stata fatta una valutazione dell'impatto visivo? Intendo dire: sono stati usati software che, calcolate le distanze, offrono un rendering attendibile dell'impatto visivo?
Il rendering del layout è in fase di elaborazione, sarà realizzato in scala in maniera tale da dare una rappresentazione veritiera. L’elaborato sarà pronto la settimana prossima e ve ne faremo avere una copia.
Sottolineiamo che siamo in una fase della procedura in cui il layout proposto può essere soggetto a variazioni: ai fini di consentire massima opportunità di confronto alle Parti coinvolte nello svolgimento del processo istruttorio, in fase preliminare abbiamo chiesto uno specchio d’acqua ridondante dove posizionare il parco eolico cosicché si possa concedere margine alla discussione di ulteriori ipotesi migliorative. Nel caso il progetto fosse approvato, l’area occupata alla fine sarà equivalente a 140 ettari.
Quale può essere l'impatto sul fondale marino e sugli uccelli?
In fase di Valutazione di Impatto Ambientale (che sarà avviata solamente dopo la chiusura dell’istruttoria della Capitaneria di Porto in merito alla domanda di concessione demaniale dell’area) saranno valutate e misurate tutte le interazioni con l’avifauna e la biologia marina e i risultati saranno sottoposti al giudizio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nonché a tutte le associazioni ambientaliste e degli Enti coinvolti, le quali potranno portare il loro contributo e le loro osservazioni.
Il fondale in quella zona è di tipo sabbioso-fangoso e non presenta criticità biologiche, naturalistiche o di presenza di patrimonio culturale; comunque sarà necessaria una puntuale verifica in campo che sarà eseguita con la Valutazione di Impatto Ambientale.
Hanno ragione i pescatori che temono per la loro attività?
Il progetto è stato sviluppato in osmosi con i diversi possibili usi a cui lo spazio marino può essere finalizzato e le possibili interazioni tra loro: pesca industriale, piccola pesca e pesca sportiva, acquacultura, navigazione, turismo, protezione biodiversità, monitoraggio ambientale, estrazione fonti energetiche fossili, altro.
A tale proposito si è preso come modello lo studio eseguito dalla Regione Emilia-Romagna «Tra la terra e il Mare: Analisi e proposte per la pianificazione dello spazio marittimo in Emilia-Romagna», studio propedeutico al recepimento dell’Italia della Direttiva Europea 2014/89/UE. Il layout innovativo proposto con una disposizione dei generatori ad «archi» piuttosto che la classica disposizione a «matrice» permette: l’attraversamento tra un aerogeneratore e l’altro di imbarcazioni da diporto e da pesca; altri usi sinergici, non da ultimo la pesca, negli specchi d’acqua compresi tra i 3 archi in cui saranno disposti gli aerogeneratori, data la notevole distanza tra gli stessi (unico accorgimento è di mantenere la distanza di sicurezza dall’aerogeneratore).
È notorio che i parchi eolici offshore diventano sedi naturali per la riproduzione della biologia marina, con oggettivi benefici per il comparto della pesca.
Come sarà garantita la sicurezza dell'impianto rispetto alle attività nautiche, aeree e pescherecce?
Sarà compito della Capitaneria di Porto di Rimini dare le prescrizioni in merito alla sicurezza nell’area interessata dal parco eolico.
Possiamo dire che per le attività nautiche l’unico rischio è la collisione con l’aerogeneratore in quanto rappresenta un “ostacolo fisso” (a differenza delle piattaforme di estrazione combustibili fossili, non c’è pericolo di esplosione o di sversamenti oleosi). Nei mari del nord la prescrizione per le imbarcazioni è di stare a distanza pari alla proiezione orizzontale del diametro del rotore maggiorata di un metro (nel caso del nostro progetto preliminare la distanza sarebbe di 86 metri).
In merito alla sicurezza per le attività aeree nel progetto preliminare ci siamo attenuti alle regole ENAC. Rispetto all’aeroporto internazionale Rimini-San Marino tutti gli aerogeneratori sono esterni alla zona di vincolo assoluto per gli impianti eolici, distano dalla stessa minimo 2,54 km e sono in direzione opposta rispetto alle rotte di atterraggio e decollo.
In sede di conferenza di servizi, che si terrà nel proseguo dell’iter autorizzativo, saranno recepite ulteriori prescrizioni o raccomandazioni proposte da ENAC.
Le pale eoliche in Adriatico rimescolano le carte fra gli ambientalisti
Chi l’avrebbe mai immaginato che la logica Nimby (Not In My Back Yard, non nel mio cortile) si sarebbe un giorno scagliata anche contro progetti ecologici. Gli inceneritori? Sì, servono ma non si facciano vicino alla mia casa. Una nuova corsia autostradale? Sì, si potrà andare più veloci, ma se passa dal mio terreno non sono d’accordo, vadano più in là. Ed ora addirittura l’energia eolica, osannata come il futuro per la sopravvivenza del pianeta, incorre nella censura degli amanti dell’ambiente. Sì, le pale vanno bene, ma proprio in mezzo al nostro mare Adriatico? Lo facciano da un’altra parte questo impianto. E tutti sanno che non appena si spargerà la notizia, i cittadini dell’eventuale altro territorio saranno pronti a protestare e ad opporsi come fanno oggi molti riminesi.
In verità il progetto di un impianto eolico nel tratto di mare da Marebello a Cattolica ha provocato un bel rimescolamento di carte, rispetto ai tradizionali posizionamenti in tema di politiche ambientali. Fra le stesse associazioni ambientaliste le posizioni non sono unanimi. Alcune (dnA Rimini, Legambiente Valmarecchia, Fondazione Cetacea, Umana Avventura, WWF) dopo aver incontrato i responsabili del progetto hanno rilasciato dichiarazioni attendiste, proprie di chi non è pregiudizialmente contrario ma vuole vederci chiaro. Tutta un’altra musica per il Comitato Basta Plastica in mare, che ha bocciato l’idea senza possibilità di appello. Al contrario Legambiente dell’Emilia Romagna è scesa in campo per polemizzare contro il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore Andrea Corsini, perché si sono scagliati contro l’impianto. “L’Emilia Romagna come raggiungerà il 100 per cento di elettricità da rinnovabili che ha promesso? Nessuna esitazione invece su nuove autostrade, estrazione di idrocarburi e plastic tax”.
Grande appare la confusione sotto il cielo. Nella stessa giunta regionale l’assessore Elli Schlein si è invece dichiarata d’accordo e i partiti di centrodestra, Lega in testa, che non conoscevamo come ferventi ambientalisti, si sono pronunciati contro le pale in Adriatico. Si aggiunga il fatto che il facilitatore del progetto presso le autorità è l’ex assessore all’ambiente Cesarino Romani, storico esponente dei Verdi riminesi e attuale vice presidente di Fondazione Cetacea, e si capisce che il dibattito non si può ricondurre agli scontati e pregiudiziali schieramenti di sempre.
I punti di discussione sono soprattutto due. Il primo è l’impatto visivo: che ne sarà del nostro mare – una lunga linea blu, avrebbe detto Tonino Guerra, - se lo popoliamo di una selva di mulini a vento? Il progetto – un investimento del valore di 1 miliardo e 200 milioni – prevede infatti che siano collocate 59 aerogeneratori (le pale eoliche) dell’altezza di oltre 200 metri ciascuna. Le pale non saranno poste in modo orizzontale alla linea della costa ma in posizione perpendicolare, formando tre archi come da immagine. Le prime pale saranno a dieci chilometri dalla costa, le ultime a circa ventidue chilometri. Quale sarà l’impatto visivo per chi osserverà il mare dalla spiaggia o dalla rocca di Montefiore in un bel giorno di cielo sereno? In alcune dichiarazioni la società promotrice (Energia Wind 2020, formata dalla bresciana 3R energia e dalla tarantina Fortore Energia) ha proprio insistito sul posizionamento perpendicolare per sostenere che l’impatto visivo sarà minimo. Forse per essere più convincente bisognerebbe mostrare rendering ottenuti con specifici software che calcolano le distanze e tutti i fattori ambientali per offrire un’immagine verosimile di ciò che vedranno i nostri occhi. In rete è reperibile la valutazione di impatto ambientale di un progettato e mai realizzato impianto eolico davanti a Termoli. In quel caso le pale erano a cinque chilometri e secondo l’analisi del software l’impatto visivo sarebbe stato assolutamente minimo. Solo un esempio per sottolineare che il dibattito sui pro e contro dovrebbe essere alimentato da dati certi e non dalle impressioni.
L’altro elemento è l’impatto sui fondali marini. “E’ certo – osserva Sauro Pari, presidente di Fondazione Cetacea – che nel periodo di installazione, che può durare due o tre anni, l’impatto sulla biodiversità marina sarà devastante. Ma in seguito, come si vede nel caso delle piattaforme petrolifere, si assiste ad un fenomeno di ripopolamento delle specie ittiche”. Pari ha anche avanzato una proposta. Poiché nella zona fra Goro e Casal Borsetti la Regione sta creando una zona interdetta alla pesca di 330 chilometri quadrati, si potrebbe ridurre quella a 220 e recuperare gli altri 110 intorno al progettato impianto eolico di Rimini. “Così i pescatori non subirebbero una ulteriore penalizzazione”, osserva Pari.
Sulle conseguenze per il paesaggio e per la biologia marina dovrà comunque pronunciarsi il Ministero dell’ambiente che per forza di cose dovrà decidere sulla base di una seria valutazione di impatto ambientale.
C’è infine una domanda posta dalle associazioni ambientaliste prima citate: “Chiediamo alla Provincia e ai Comuni coinvolti se l’eventuale realizzazione dell’impianto industriale in questione è inserito in un progetto complessivo e strategico sull’uso e il consumo energetico del territorio, o si prende in considerazione il progetto a se stante, solo perché è stato presentato?
Frisoni, le Mura non possono essere oscurate da pini e cipressi
Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Davide Frisoni, Presidente Commissione Cultura e Turismo Comune Rimini e Consigliere Comunale di Patto Civico
In queste ultime settimane si è provveduto alla piantumazione di decine di alberature in compensazione delle potature dovute al passaggio delle infrastrutture sotterranee del PSBO lungo il Parco Cervi.
Nulla in contrario in linea di principio.
Tre anni fa dialogando con l’ex Assessore Massimo Pulini avevo iniziato un percorso per un progetto di pulizia e messa in sicurezza delle Mura Storiche, dall’anfiteatro (parcheggio Start) fino all’Arco di Augusto.
Questo progetto una volta realizzato riporterà al centro dell’interesse culturale, artistico, storico, turistico e ambientale le nostre bellissime e importanti (anche come dimensione) mura storiche, che vanno dall’epoca Aureliana a quella Rinascimentale.
Una dichiarazione di intenti che andava a dichiarare una azione precisa di recupero e valorizzazione.
Ma cosa centrano le mura storiche con le nuove piantumazioni degli alberi nel Parco Cervi?
C’entrano eccome.
Nonostante sia nota a tutti la mia intenzione di perseguire nel progetto di recupero delle Mura, a qualcuno è venuto in mente di piantare schiere di Cipressi e Pini proprio sulla linea frontale delle mura che ne impediscono a tutti gli effetti una vera valorizzazione e che rende inutile ogni tentativo di riportare questo monumento al centro di un interesse artistico e rilancio culturale anche in ambito turistico.
E’ noto ormai come molte città italiane abbiano fatto della valorizzazione delle proprie mura storiche un polo di attrazione turistica, andando a restaurare, illuminare e a volte riutilizzare, ciò che la storia le ha consegnato. A volte queste mura sono veramente porzioni piccolissime e nella maggior parte dei casi sono di una sola epoca storica.
Noi, come accennato all’inizio, abbiamo parti di mura millenarie, altre medievali e altre ancora quattrocentesche e settecentesche.
Un vero patrimonio storico che insieme all’Anfiteatro Romano, gridano vendetta.
Io credo che alla pari dei graffiti, con questa piantumazione forsennata, disorganizzata e per nulla concordata con gli ambiti culturali della città, si possa parlare di vilipendio del patrimonio storico e pubblico.
Per questo ho chiesto l’immediata rimozione di quelle decine di nuove piantumazioni, delle quali va ripensata la ricollocazione immediata all’interno del parco, ma non davanti alle mura storiche che già da troppo tempo vengono dimenticate e per le quali sto depositando un primo progetto di messa in sicurezza e salvaguardia delle strutture murarie.
Suggerisco di fare una ricognizione più attenta e condivisa dei luoghi in cui piantare nuove alberature sulle quali sono sempre d’accordo. Per esempio in via Anfiteatro hanno tolto nel tempo la maggior parte delle piante, che erano presenti a bordo strada, lasciando un viale intero senza ombreggiature sul quale in questi giorni di grande calore diventa quasi impossibile poterci passeggiare. Così come tutto piazzale Gramsci che andrebbe circondato da alberature per mitigare il clima e i gas di scarico delle auto che in alcune giornate o momenti diventa veramente irrespirabile. E siamo a poche decine di metri dall’anfiteatro e dalle mura.
Quindi in sostanza ho chiesto e richiedo oggi con forza all’Assessore Montini la rimozione immediata e totale delle nuove piantumazioni. Riorganizziamo la potatura di cespugli e siepi lasciati crescere a dismisura e senza cura lungo il percorso ciclabile nel tratto che va da via Roma, passa all’ Arco di Augusto che arriva quasi a Porta Montanara. Potature che andranno anche a risolvere in parte il problema di sicurezza in ambito di spaccio e uso “folkloristico” del verde pubblico.
Qualora venga prevista la piantumazione di alberature in centro storico o nei pressi di monumenti, chiedo ancora una volta una condivisione dei progetti, perché non è scritto da nessuna parte che la cultura e l’ambiente non possano dialogare. E non è vero che una è più importante dell’altra.
Come ho detto, nei prossimi giorni presenterò un progetto che inizi un percorso di messa in sicurezza delle strutture murarie storiche. Dopo il recupero di Porta Galliana che ha contraddistinto il mio impegno dall’inizio del mandato, che sta per concludere il suo ciclo con la fase di valorizzazione restituendo alla città e al mondo un pezzo di storia importantissima, questo sarà un atto che dichiarerà ufficialmente l’interesse dell’Amministrazione al recupero e valorizzazione degli ultimi due grandi dimenticati della nostra storia: le Mura di Cinta e l’Anfiteatro. Ci vorranno anni affinché il progetto di recupero complessivo di questi due fondamentali monumenti possa dirsi risolto. Proprio per questo è giunto il momento di partire.