LE ATTIVITA’ DELL’OSSERVATORIO REGIONALE SUL TURISMO:
I DATI E LE ANALISI CHE PRODUCE
La LR 4/2016 dell’Emilia-Romagna, all’art. 2, ha previsto tra le competenze della Regione “l’organizzazione e lo sviluppo dell’Osservatorio regionale sul turismo, anche in collaborazione con il sistema delle Camere di commercio e di altri soggetti pubblici e privati interessati, ai fini di una puntuale conoscenza dei mercati turistici e della loro segmentazione e per favorire l’innovazione dell’offerta turistica regionale”.
COSA FA L’OSSERVATORIO REGIONALE SUL TURISMO
L'Osservatorio regionale sul Turismo, promosso da Regione e Unioncamere Emilia-Romagna, attivo ininterrottamente dall’inizio degli anni ‘90 al 2011, quindi di nuovo dal 2015, ha fornito e continua a fornire agli operatori pubblici e privati non solo un monitoraggio del movimento turistico alberghiero ed extralberghiero, ma anche strumenti di analisi socio-economica utili a comprendere i cambiamenti in corso e capaci di suggerire idee, innovazioni e strategie di lavoro per affrontare le sfide competitive di un sistema, quello turistico, in continua evoluzione. La ricchezza e varietà dei materiali prodotti nel corso di oltre 25 anni di attività è facilmente consultabile sul sito: https://www.ucer.camcom.it/osservatori-regionali/os-turistico.
Il costo complessivo dell’Osservatorio per il 2018 è di 160.000 euro: 105.000 euro di spese vive, sostenute grazie ad un contributo della Regione Emilia-Romagna, e 55.000 euro di costi interni di Unioncamere Emilia-Romagna.
Con queste risorse nel 2017 l’Osservatorio ha:
- monitorato la movimentazione turistica (sono stati prodotti: 1 Rapporto consuntivo annuale per il 2017; 1 Rapporto annuale per ciascuno dei prodotti turistici della regione: Riviera, Città d’arte e affari, Appennino, Terme; 5 aggiornamenti sugli andamenti durante l’anno, 9 elaborazioni relativamente ai passaggi ai caselli autostradali);
- prodotto 15 Schede d’analisi sui principali Paesi interessanti per le attività di promozione turistica;
- realizzato 1 studio sul fenomeno della cosiddetta sharing economy nel turismo;
- prodotto infine 1 rapporto sull’impatto economico-turistico della Moto GP ed 1 rapporto sulla Notte rosa.
LA METODOLOGIA DI RILEVAZIONE DELL’OSSERVATORIO E PERCHE’ I SUOI DATI DIFFERISCONO DA QUELLI ISTAT
Relativamente alla metodologia di rilevazione dell’Osservatorio regionale sul turismo sulla movimentazione turistica (arrivi e presenze), nonché le segnalate e risapute difformità rispetto ai dati delle rilevazioni Istat, è comunemente noto che l’indagine Istat restituisce solamente una fotografia parziale degli arrivi e delle presenze turistiche. In parte ciò è attribuibile ad una non esaustiva rilevazione dei movimenti alberghieri, le cui ragioni vanno ricercate in dichiarazioni mancanti o incomplete. Tuttavia, la ragione principale della discrasia tra dati rilevati dall’Istat e quelli effettivi riguarda il movimento extra-alberghiero ed è ascrivibile alla difficoltà di rilevare il movimento dei turisti nelle abitazioni di privati, nelle “seconde case”, in tutto ciò che ruota attorno al fenomeno della cosiddetta sharing economy (Airbnb e non solo).
Si tratta di un fenomeno rilevantissimo e in crescita, alcune ricerche e indagini campionarie hanno stimato che il numero delle presenze rilevato dall’Istat attraverso gli esercizi ricettivi vada più che raddoppiato per avere un ordine di grandezza del turismo nel nostro Paese. Il fenomeno diffuso in tutta l’Italia assume maggior importanza nel mezzogiorno, dove il dato del turismo stimato risulta essere di circa quattro volte superiore a quello rilevato.
Nel “Rapporto sul turismo italiano 2016”, curato da Turistica - New Mercury Tourism Consulting e dall’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (IRISS) del CNR è calcolato un coefficiente per passare dalle presenze rilevate dall’Istat presso le strutture monitorate alle presenze stimate in Italia. Tale coefficiente è di 1,75 per il movimento degli stranieri, di 3,61 per quello dei residenti e di 2,69 per quello complessivo.
Il coefficiente presenta valori molto differenti da regione a regione, il più basso riguarda il Trentino Alto-Adige con un valore complessivo, di 1,3, quello più alto va applicato al Molise, dove i flussi turistici rilevati andrebbero moltiplicati per 8. Per l’Emilia-Romagna il coefficiente è di poco inferiore a 2.
La stima dei movimenti turistici connessi alle seconde case è operazione complessa e fonte di discussione tra i ricercatori; il calcolo generalmente viene realizzato attraverso l’analisi di indicatori indiretti, ma sulla loro individuazione e successiva ponderazione non esiste ancora una metodologia condivisa. Gli indicatori indiretti sono molteplici, non sempre disponibili su tutto il territorio nazionale: consumo di energia elettrica, rifiuti, vendita dei giornali, vendita di pane e altri prodotti alimentari, uscite caselli autostradali, movimento negli aeroporti, eccetera.
Ciò che appare chiaro è come il dato Istat rimanga un fondamentale tassello informativo, ma che da solo non riesce a raccontare le dinamiche del turismo in tutte le sue componenti. Va integrato con altro. È altrettanto chiaro che sarebbe auspicabile che questa attività di integrazione venisse effettuata dalla stessa Istat, così da poter disporre di una metodologia condivisa e autorevole, nonché di un dato comparabile su tutto il territorio nazionale.
L’Istat si sta già muovendo in questa direzione, da un lato operando per migliorare l’indagine esistente, dall’altro esplorando nuove frontiere di raccolta delle informazioni, dall’integrazione con altre banche dati all’utilizzo dei big data. Nello specifico si stanno ipotizzando percorsi di rilevazione che utilizzano i dati sulla telefonia mobile, le sim viaggianti, oppure azioni di web scraping (che significa andare a pescare dai siti internet) e utilizzo dei google trends. Siamo ancora nella fase di progettazione, la sperimentazione non è ancora partita, sono prevedibili tempi ancora lunghi prima di vedere i primi risultati.
In Emilia-Romagna il movimento turistico nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere dei diversi comparti turistici viene rilevato dall’Osservatorio regionale sul turismo, con una metodologia che prevede, oltre alla rivalutazione periodica delle statistiche ufficiali Istat, anche la stima, in tempo reale, dell’andamento turistico. Tale stima viene elaborata attraverso le indicazioni fornite da un Panel di operatori di tutti i comparti dell’offerta turistica regionale, sulla base di una metodologia di lavoro elaborata da Trademark Italia, insieme a vari riscontri indiretti, come i dati relativi alle uscite ai caselli autostradali, gli arrivi aeroportuali, i movimenti ferroviari, le vendite di prodotti alimentari e bevande per l’industria dell’ospitalità, i consumi di energia elettrica ed acqua, fino alla raccolta di rifiuti solidi urbani.
Dal rapporto tra i dati stimati dall’Osservatorio e quelli ufficiali Istat per i primi sei mesi del 2018 risulterebbe un coefficiente pari a 1,3, di gran lunga inferiore a quello stimato dal CNR per la nostra regione ed a quello utilizzato da altri Istituti di ricerca nazionali.
Da questa situazione emerge quindi con tutta evidenza la necessità, al fine di dare conto del fenomeno turistico nel suo complesso, di integrazione dei dati Istat con indicatori indiretti che permettano di stimare l’andamento di tutte quelle tipologie di turismo ed escursionismo che non è possibile misurare direttamente.