(Riccione) Alla notizia che ieri sera la direzione del Pd ha confermato all’unanimità Sabrina Vescovi come candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative e leggendo le prime dichiarazioni della Vescovi e del segretario riccionese dei democratici, Marco Parmeggiani, che cercherebbero in Patto civico/Oltre un’alleanza privilegiata, Sergio Pizzolante, tra i padri di Patto civico/Oltre, non nasonde alcune perplessità circa l’operazione. Che rivolge direttamente a Sabrina Vescovi.
Innazitutto, Pizzolante ne fa una questione di rispetto e fiducia. “Il Pd ha deciso di candidarti a Sindaco senza un confronto preventivo con coloro che voi avete indicato come alleati desiderati, senza aver prima definito una coalizione, un programma, un progetto di città. Se questo è il rispetto per gli amici nella fase di partenza, come si può immaginare un percorso di lavoro comune e coeso nell'interesse della città? Com'è possibile costruire sulla fiducia, dopo che la precedente esperienza amministrativa è caduta proprio perché sono venuti a mancare fiducia e rispetto reciproco?”.
Poi analizza le cause della fine della giunta Tosi, “autoreferenza ed errori”, nell’ottica di ‘fare differente’. “L'amministrazione Tosi è caduta perché era tenuta insieme non da una visione, un programma, bensì da un sentimento di ostilità verso il Pd, per una serie di scelte sbagliate e per la sua autoreferenza. Aveva vinto per l'errore del Trc arrivato in Viale Ceccarini radendo al suolo un pezzo di storia di Riccione. La maggioranza dei riccionesi, anche una parte dell'elettorato storico della sinistra, vi ha punito per questo. Con questa scelta unilaterale e senza autocritica alcuna, senza una proposta per trasformare un errore in opportunità, come pensate sia possibile recuperare fiducia?”.
Terzo punto: le alleanze si fanno sulla base di un progetto. “Nei confronti avuti nelle scorse settimane non è mai stato possibile, non solo parlare di candidati, ma nemmeno di programmi, di un progetto, di un'idea di città. Noi su questo abbiamo fatto iniziative pubbliche e proposte. Mai nessuna risposta. O meglio, le risposte sono state solo due: una per decidere le esclusioni dalle alleanze, un'altra per decidere il proprio candidato sindaco”.
“Ci chiedete di condividere. Ma noi non sappiamo per fare cosa. Noi pensiamo che la priorità, per consentire a Riccione di tornare a splendere sia quella di costruire un'Amministrazione pubblica pro impresa. Perché è l'impresa che investe, innova, crea ricchezza, sviluppo e lavoro. Un'amministrazione a burocrazia zero, che passa dal non si può fare al si può fare, che sia un acceleratore di tutti i progetti di sviluppo, che renda liberi gli imprenditori di essere padroni in casa propria, per adeguare le proprie aziende alle dinamiche del mercato e non subire quelle delle burocrazie pubbliche”.
E i dubbi restano proprio sul programma. “Cosa pensa il Pd?”, si domanda Pizzolante, in termini concreti in fatto di stagione balneare, impresa, professioni, turismo e promozione, fiere e congressi, aeroporto e ferrovia? “Chi lo sa?”, si autorisponde il deputato di Area popolare.
E’ tempo quindi per il Pd, secondo Pizzolante, di guardare seriamente ai possibili alleati perché “se 3 anni fa il Pd ha perso clamorosamente perché non ha saputo costruire alleanze capaci di guardare positivamente al ceto medio riccionese, al mondo delle imprese, delle professioni, dei talenti e a chi ha costruito una propria credibilità con questi mondi, con i bagnini, gli albergatori, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, come pensa di recuperare tutti coloro che delusi hanno votato la Tosi e oggi sono ancora più amaramente delusi dalla leonessa rancorosa? Come si recupera? Ponendo veti e votando esclusioni sulle persone? Veto a chi a sostenuto la Tosi? Gli albergatori e i bagnini e i commercianti che oltre a votarla l'hanno sostenuta politicamente non li volete? Chi ha in passato sostenuto la Tosi deve essere punito? Devono essere puniti per una sorta di peccato originale? Per essersi ribellati al Partito con la P maiuscola? Volete questi voti, ma escludete a priori chi ha cercato, anche con errori, di rappresentare questi mondi?”.
Per Pizzolante è un “errore di metodo e di forma” da parte del Pd dal notaio con molti consiglieri di maggioranza per far cadere una Giunta e un Consiglio ormai in agonia e del tutto inconcludente e poi ponete veti ai compagni di firma”.
“Ma come è possibile? Chi ha liberato la città da un'amministrazione fallimentare, che ha deluso tutti, non è più presentabile? Ci diano i loro voti, ma non le loro persone? Li possiamo trattare peggio di come li trattano la Tosi e le sua corte dei miracoli? Ci sono persone che hanno sacrificato tutto, una posizione di grande potere, un ruolo pubblico di prestigio, perché esasperate dall'inconcludenza e dal clima di veleni della Tosi e ora le stesse persone che coraggiosamente si sono ribellate ora vanno demonizzate? Non possono dare il proprio contributo per un progetto capace di costruire un'alternativa vera e ampia alla miseria e alla miopia dell'improvvisazione al potere?”.
Questo per Pizzolante “non è giusto”. Dice, concludendo: “Io non lo farò! Per ragioni politiche evidenti e per ragioni umane! Perché se la politica perde la componente umana, la politica è morta”.