(Rimini) “Qualche piccolo segnale positivo”, nulla di più. E’ quanto emerge dal Rapporto economia della provincia 2016 di Rimini presentato oggi dalla Camera di Commercio della Romagna (Forlì-Cesena, Rimini), almeno dal commento del presidente Fabrizio Moretti.
Oltre 3240 km², 55 comuni, più di 730.000 abitanti, quasi 100.000 imprese e un valore aggiunto totale di oltre 19,5 miliardi di euro. Questa in numeri è la Camera di commercio romagnola, numeri che la rendono seconda in Regione solo a Bologna.
In base ai dati demografici al 31 dicembre 2016, la popolazione residente nella provincia di Rimini 137.127 abitanti, con un aumento del +3,0 per 1000 rispetto al 2015. Il saldo demografico inteso come differenza tra movimenti in entrata (nati e immigrati gradi) e movimenti in uscita (morti ed emigrati), risulta quindi positivo (+1.029 persone). In calo invece la popolazione straniera: 36.365 residente (-1,2%).
Livello del tasso di occupazione (15-64 anni) provinciale (62,9%) è inferiore al dato medio regionale (68,4%) e superiore a quello nazionale (57,2%).Il tasso di disoccupazione è risultato pari a 9,1% (in miglioramento rispetto al 5% del 2015), peggiore del dato regionale (6,9%) ma milgiore del dato nazionale (11,7%). Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel 2016 ammontano a 4,2 milioni, in flessione del 4,2% rispetto al 2015. E, la cassa integrazione straordinaria (62,8% sul totale) cala del -53,5%, unitamente a quella interroga (-51,5%), mentre aumenta quella ordinaria (+39,4%).
La stima del valore aggiunto totale prodotto nel 2015 è pari a 8,8 milioni di euro. I servizi incidono per i quattro quinti del totale (80,9%), industria manufatturiera per il 13,9%, le costruzioni per 4,2% e l'agricoltura per l'1%. Il valore aggiunto pro capite è stimato per 2015 è pari a 26.270 euro, inferiore al dato regionale (29.554 euro) e superiore al dato nazionale (24.107 euro). Al 31 dicembre 2016 si contano 42.911 localizzazione attive, intese come sedi di imprese e unità locali (+0,2% rispetto al medesimo periodo del 2015 - 0,2% Emilia-Romagna +4% Italia).
Rimini è una provincia particolarmente attiva dal punto di vista delle imprese. Il rapporto fra abitanti e imprese attive è di una a 7,9, 8,9 in regione, 7 a livello nazionale.
Le imprese artigiane al 31 dicembre 2016 risultano 10.702 (- 1,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Le start-up innovative al 6 marzo 2017 con sede in provincia di Rimini sono 80 (140 il numero complessivo per la Camera) pari al 10,6% del totale regionale in forte crescita annua +126%.
“Ben vengano le start up - cottolinea il presidente Moretti - ma non basta. Dobbiamo trovare processi che uniscano il mondo delle start up a quello delle imprese senior, perché una impresa innovativa che dopo tre ani non è più in grado di stare sul mercato non produce sviluppo”.
In agricoltura continua il calo generalizzato del numero delle sedi attive, 2.470 - 1,5% rispetto al 2015. Le aziende manufatturiere sono 3.328 (-0,1% rispetto al 2015). Andamento ancora negativo per l'edilizia dove continua la diminuzione di sedi e unità attive, 5.394 - 1,8% rispetto al 2015. Le attività commerciali sono 12.083, stabili rispetto al 2015.
Nel periodo gennaio-dicembre 2016 le esportazioni provinciali sono state pari a 2,14 miliardi di euro e sono fortemente cresciute (del 12,3% rispetto al 2015). I dati provvisori del movimento turistico del 2016 vedono per la provincia di Rimini un incremento annuo sia degli arrivi che delle presenze: +3,1% per ciò che riguarda gli arrivi e +1,6% per ciò che concerne le presenze. In aumento anche il movimento congressuale (incontri +7,1% partecipanti +7,5%) e fieristico (visitatori 2,2%, espositori +7,5%).
“Per uscire dalla crisi, bisogna agire in sinergia superando l’individualismo, che a livello territoriale non ha mai aiutato”, così Moretti commenta il dati, forse ripensando al mancato ingresso nella Camera di commercio della Romagna anche degli enti di Ferrara e Ravenna. Moretti definisce “irrevocabile” la decisione di Ravenna e Ferrara, “ma questo comunque non ci impedisce, se siamo tutti d’accordo, di lavorare in sinergia per temi specifici che possono essere l’alternanza scuola-lavoro o l’internazionalizzazione, passando per l’innovazione”.
Per Moretti, la Romagna soffrirebbe di meno il “il centralismo della città metropolitana (Bologna, ndr) se fosse più unita”.
La crisi in definitiva non è ancora finita. “Ci troviamo a fronteggiare un cambiamento profondo, una trasformazione molto decisa, come non se ne sono mai viste prima di ora nella storia del genere umano”, è il commento del segretario generale della Camera di Commercio, Antonio Nannini.
A margine una battuta sull’aeroporto di Forlì. “Si tratta di infrastrutture che devono avere la capacità di funzionare senza contare più sull’assistenzialismo. Non so se in Romagna ci sia posto o no per due aeroporti, ma qualora ci fosse mi piacerebbe fossero sinergici”, commenta Moretti.
Rapporto Economia 2016, Moretti: Qualche piccolo spiraglio nel buio
Martedì, 28 Marzo 2017
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