"MAGGIOLI DIMETTITI". COSI' PRESIDENTE DI PROVINCIA E SINDACO DI RIMINI AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO
"In una fase così delicata e fragile, le istituzioni hanno bisogno di essere salvaguardate nella loro credibilità", spiegano Vitali e Gnassi
Il presidente della Provincia e il sindaco di Rimini entrano nell'affaire Maggioli, presidente della Camera di commercio di Rimini dal 1994, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Forlì-Cesena sul Credito di Romagna (assieme ad altri 17 indagati). A indagine conclusa la Procura ha contestato anche all'editore di Santarcangelo reati finanziari nella gestione dell'Ibs (alter ego sammarinese del Credito di Romagna). Maggioli ha legalizzato i due milioni di euro conservati all'Ibs utilizzando lo scudo fiscale e facendoli transitare per 4 giorni presso la finanziaria Sofir di Bologna per poi riespatriarli a San Marino.
Stefano Vitali e Andrea Gnassi immaginando un interlocutore che ponga loro la domanda: "Se foste Maggioli cosa fareste?". Rispondono: "Senza dubbio, rifletteremmo molto profondamente circa l’invito alla responsabilità e alla chiarezza che in queste ore viene fatto da molteplici parti (sindacati, politici e la stessa Camera di commercio, ndr). E ciò per una ragione semplicissima: in una fase così delicata e fragile, le istituzioni hanno bisogno di essere salvaguardate nella loro credibilità. Qui non si tratta di colpevolizzare - c’era una legge dello Stato e l’imprenditore ne ha usufruito come tanti altri; oppure confondere opportunità con opportunismo per tirare siluri giacenti nel cassetto; Maggioli come presidente della Ccia ha avuto e sta avendo un ruolo fondamentale e decisivo nella tutela del ‘sistema Rimini’ - ma di essere coerenti rispetto alla portata enorme e devastante del problema sul quale proprio la Camera di Commercio ha investito lavoro, risorse e credibilità. E nel nome di tutto questo, in una situazione comprensibilmente e umanamente difficile, sceglieremmo di preservare la credibilità dell’Istituzione”.
Curiosità: una proiezione dell’Agenzia delle entrate stima (per difetto) come nell’area riminese su 100 euro versati al fisco, se ne evadano 34.
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